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Autore: Claire Marie Blanchard    05/08/2011    10 recensioni
I compleanni sono importanti, soprattutto per una ragazza romantica e sognatrice come Usagi. Il suo più grande desiderio è quello di avere accanto il grande amore della sua vita, Mamoru. E' la mia prima fan fiction, perciò, in anticipo, vi chiedo di perdonarmi per gli errori.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 15 – 28/29 Giugno
 
 
 
28 Giugno (pomeriggio tardi) – lei
 
-“T-tu… Innamorata?”
-“Sì, papà. Innamorata… E ricambiata, oltretutto”
-“Ri-ricambiata hai detto…”
 
Più passa il tempo, più il mio odio verso questi silenzi imbarazzanti aumenta.
Avanti, papà. Dì qualcosa. Non tenermi sulle spine.
C’è da dire, però, che il tuo viso lascia trasparire tutto. Riesco a leggere tutti i tuoi pensieri, tutti i tuoi stati d’animo: gelosia, preoccupazione, ansia, paura.
 
Sei geloso del tuo coniglietto lunare*. Della tua bambina. Della tua Usagi.
Puoi stare certo che non cambierà niente. Perché io resterò sempre tutto questo per te.
Sarò sempre il tuo coniglietto lunare; il coniglio della luna che porta gioia e pace nella tua vita e nel tuo cuore.
Sarò sempre la tua bambina; cercherò ancora rifugio tra le tue braccia se e quando avrò paura. Correrò ancora da te se sarò insicura riguardo alle mie capacità. Verrò da te, quando vorrò imparare a essere una brillante giornalista così come lo sei tu, o se e quando avrò bisogno di un consiglio su come impostare un articolo.
Sarò sempre la tua Usagi; sarò sempre tua figlia. Non mi perderai mai. Sarai sempre papà. Il mio papà.
Io e mamma siamo le persone più importanti per te. So che, per te, è difficile sapermi innamorata di un uomo che non sia tu. Che non sia il mio papà.
 
Sei preoccupato perché pensi che qualcuno mi stia portando via da te; e questo giustifica, a sua volta, la tua ansia e la tua paura. Paura di vedermi crescere. Paura di lasciarmi vivere questa nuova e dolcissima esperienza. Paura che questa si trasformi in un’esperienza dolorosissima. Paura di vedermi soffrire.
No, papà. Puoi stare tranquillo. Mamoru mi ama davvero. Lo so. Lo sento. Ne sono più che sicura. Se solo tu lo conoscessi veramente…
 
-“H-ho… Ho dimenticato una cosa in macchina…”
 
Che ti prende, papà? Immagino che, questa, sia una scusa per allontanarti.
Ho capito. Vuoi stare da solo, ed io rispetto questa tua volontà.
E così, ti lascio andare via. Mentre esci, sconvolto, prendi le chiavi della tua auto. Corri verso la porta d’ingresso e sparisci.
Vado in salotto, e mi dirigo verso la finestra. Scosto un po’ la tenda per poter vedere meglio.
Ad un tratto, sento un tocco delicato, leggero, sfiorarmi la spalla.
Mi volto come se sapessi già di chi possa provenire un così dolce gesto, quel gesto pieno di amore. Quell’amore e quella comprensione che solo una madre può offrire.
 
-“Vedrai, gli passerà.”
 
Il mio sorriso risponde per me.
Sì, capirà. E presto anche.
Papà capirà che sono cresciuta.
Capirà che, prima o poi, sarebbe successo.
Capirà che è normale, soprattutto alla mia età.
Capirà che, in cuor suo, sa che gli vorrò bene sempre e comunque. A prescindere da Mamoru.
 
 
 
28 Giugno (sera) – lui
 
Passeggio per le vie del centro, tornando a casa.
L’aria calda di questa prima estate ha un piacevole aroma. Questo profumo è proprio quello dell’estate. È un profumo di nuovo, di fresco, di natura appena sbocciata.
È l’autentico profumo dell’estate.
 
Alla fine, ci siamo decisi per il tuo regalo: una radiosveglia a forma di mezzaluna, di luna crescente.
Scommetto che ti sembrerà banale. Infatti, io non ero molto entusiasta. Ma, dopotutto, c’è sempre il mio regalo che riuscirà a stupirti.
 
Faccio un salto da Motoki. Così, per salutarlo, prima di tornare a casa.
Entro, lo saluto, mi siedo al solito posto, davanti al bancone e noto qualcosa, o meglio, qualcuno, seduto di fianco a me.
 
-“Ehilà, Mamoru! Quanto tempo!”
 
Il tono di Motoki è ironico. Già. Ci siamo già visti oggi pomeriggio per il tuo regalo, Usako.
 
-“Già! Un’eternità…”
 
Anche la mia risposta, ovviamente, è ironica.
 
Noto che, l’uomo seduto qui di fianco, ci guarda con disinteresse. Avrà pressappoco quarant’anni.
Mi volto, inconsapevolmente, verso di lui e gli sorrido educatamente. Anch’egli, educatamente, mi ricambia.
Chi è costui? L’ho già visto… Ha un’area familiare…
 
-“Motoki, portamene un altro.”
 
La sua voce, per quanto quest’uomo sembri innocuo, suscita in me una strana agitazione.
 
-“Ne è sicuro? Questo che ha bevuto, era il quarto. Mi sembra già abbastanza nervoso… Potrebbe farle male tutto questo caffè, sa?”
-“Ti ringrazio per l’interessamento, Motoki. Ma, credimi, ne ho bisogno.”
 
Ha l’aria di essere sconvolto. Come se avesse appena appreso la peggiore delle notizie.
Non so il perché, ma mi piacerebbe scoprire il motivo di questo suo nervosismo…
 
-“Motoki, portacene due. Il prossimo lo offro io al signore…”
-“Ma no! Non è necessario…”
-“Insisto! Mi creda, è un piacere!”
 
Faccio capire a questo emerito sconosciuto di essere testardo almeno quanto lui, se non di più.
 
-“D’accordo. Allora… Ti ringrazio, ragazzo.”
-“Si figuri!”
 
Dopo un piccolo silenzio, riprendo la parola presentandomi e offrendo la mano…
 
-“Mi chiamo Mamoru.”
-“Lieto di conoscerti. Kenji.”
 
Kenji… Kenji…
Dove ho già sentito questo nome?
Motoki comincia a farmi delle facce strane, come se mi stesse avvertendo. Come se mi fossi appena messo nei guai da solo.
Non riesco a capire.
Decido di rimandare il mio gioco di sguardi con Motoki e di ricominciare a parlare con questo tale, di nome Kenji.
 
-“Ne vuole parlare?”
 
La mia domanda lo ha colto di sorpresa. Non se l’aspettava.
Non è da me farmi gli affari degli altri, ma quest’uomo sembra davvero disperato.
 
-“Beh… Non c’è molto da dire…”
-“ Sa, a volte, ci si può aiutare meglio tra sconosciuti che tra amici. Mi dica quello che vuole… Se vuole.”
 
Lo sconosciuto di nome Kenji mi guarda smarrito.
Io continuo a bermi il mio caffè amaro e lascio che sia lui a parlare. Non voglio costringerlo a parlare, se non vuole.
 
-“Ho appena scoperto di essere vecchio.”
-“Lei vecchio? Io dico che si hanno gli anni che ci si sente di avere…”
-“Allora, io dovrei avere cento anni, ragazzo.”
 
Rimango in silenzio. Quest’uomo è davvero disperato.
Ma sono sicuro che, se vorrà, sarà lui a sfogarsi, parlando liberamente, a ruota libera.
 
-“Vedi… Io mi sono innamorato di mia moglie nel preciso istante in cui la guardai negli occhi, poco più di vent’anni fa…”
 
Ah… È sua moglie il problema…
 
-“… Con lei e per lei, ho fatto cose assurde, dettate dall’amore e dalla spensieratezza che caratterizzano l’età della giovinezza…”
 
Risposta sbagliata. Non è sua moglie. C’è dell’altro…
 
-“… Ci siamo sposati diciannove anni fa. Abbiamo due figli: di diciotto e quattordici anni…”
 
Continuo a non capire dove stia il problema…
 
-“… Oggi ho scoperto che mia figlia, la mia bambina… È cresciuta.”
 
Ecco qual è il problema: sua figlia è cresciuta e lui non vuole accettarlo.
Motoki, nel frattempo, continua e farmi strani segni…
 
-“Capisco…”
-“Tu sei padre?”
-“No, ma…
-“Allora, senza offesa, ma non credo tu possa capirmi.”
 
Beh, effettivamente, non posso sapere cosa possa provare un padre. Ma, forse, posso capire sua figlia…
 
-“Sicuramente, no. Non sono un padre. O meglio, non ancora… Spero di diventarlo, un giorno… Nel frattempo, però, potrei aiutarla a capire cosa possa passare per la testa di sua figlia.”
-“Tu credi?”
-“Tentar non nuoce.”
 
Pronuncio solennemente queste parole sorseggiando il mio caffè. Dopodiché, appoggio la tazza sul piattino e mi giro verso Kenji, notando, così, il suo sguardo interrogativo su di me.
 
-“Purtroppo, so già cosa le passa per la testa. Solo che, per me è ancora presto per lasciarla andare…”
-“Sa… Mio zio, qualche tempo fa, mi ha detto una frase che non dimenticherò mai…”
 
Riprendo la mia tazza, consapevole del fatto che, in questo momento, Kenji mi sta guardando in attesa che io continui a parlare.
Riprendo il discorso dopo aver fatto un altro sorso.
 
-“Mi ha detto: << Qualsiasi uccellino deve abbandonare il nido. Ognuno ha il diritto di andare e volare con le proprie ali, altrimenti la sua stessa esistenza non ha alcun senso >> .”
-“Tuo zio deve essere un uomo saggio.”
-“Oh, lo è. Mi ha aiutato a crescere. È stato un padre, per me…”
 
Rimaniamo in silenzio, ma solo per pochi secondi, fino a che non è lui a parlare.
 
-“Mi stai dicendo cose che già so, ma che voglio a tutti i costi ignorare. Ho sempre considerato mia figlia un uccellino, senza considerare il fatto che, prima o poi, sarebbe cresciuta, e che avrebbe spiccato il volo senza di me.”
-“Tocca a tutti, prima o poi.”
-“Sì. Tocca a tutti, prima o poi.”
 
Kenji si sta alzando. Sta tirando fuori il portafogli, intento a pagare il caffè, ma lo blocco con un gesto della mano.
 
-“Lasci, davvero.”
 
Mi guarda dritto negli occhi, dopodiché abbassa lo sguardo, per poi rialzarlo e sorridermi grato.
 
-“Grazie, Mamoru… E non parlo solo del caffè.”
-“È stato un piacere. Mi creda.”
 
Non so perché, ma mi ha fatto piacere questa piccola chiacchierata con quest’uomo. Mi ha fatto piacere aiutarlo, sempre che io ci sia riuscito.
 
-“A presto, allora.”
-“Arrivederci, Kenji.”
-“Ciao, Motoki. Alla prossima!”
-“Arrivederci… Tsukino-san!”
 
Mi volto di scatto verso Motoki. Aspetta. Ha detto Tsukino-san? Guardo il mio migliore amico spaventato. Quello era Tsukino Kenji? Il padre di Usagi? Il brillante giornalista? Ecco dove avevo sentito quel nome. Ecco dove lo avevo già visto.
Ho letto vari articoli scritti da lui, e di fianco c’era sempre un’immagine che lo ritraeva.
 
Motoki aspetta che il signor Tsukino esca dal locale per non farsi sentire. Dopodiché, scoppia in una fragorosa risata.
 
-“Baka! Perché non me l’hai detto subito?”
-“Scu… Ahahahahahahahahahahahahahah! Scusa… Ahahahahahahahahahahah! Mamoru, scusami, ma era troppo divertente! Avresti dovuto vedere la faccia che hai fatto! Ahahahahahahahahahahahahah! È stato esilarante, davvero esilarante, vedere suocero e genero fare, inconsapevolmente, comunella!”
-“Non è divertente, Motoki!”
 
Con questa affermazione e questo tono, faccio presente al mio migliore amico che sono agitato, e lui smette di ridere.
 
-“Se non altro, almeno, per adesso, sei entrato nelle sue grazie!”
-“Ma se non sa nemmeno che sto con sua figlia!”
-“Appunto! Ho detto per adesso…”
-“Sei proprio un amico, Motoki… Davvero. Vado a casa! Ci vediamo domani.”
-“Ciao, Mamoru!”
 
Mi alzo ed esco dal Crown per tornare a casa.
 
Ho appena fatto quattro chiacchiere, da uomo a uomo, con il mio futuro suocero.
Nessuno sapeva chi fosse, in realtà, l’altro. Ecco perché quella sensazione di inquietudine.
C’è da dire, però, che ho provato una senso di soddisfazione nel consigliargli.
Non credevo stesse parlando di Usagi. Non sapevo che Usagi e sua figlia erano, in realtà, la stessa persona.
Mi sono aiutato da solo, senza nemmeno saperlo.
 
Dopo la tua visita di ieri, quando entro in questo appartamento, mi sembra che questo sia vuoto.
Mi sembra che manchi qualcosa. Mi sembra che manchi solo tu.
 
Al mattino, vorrei potermi svegliare e trovarti al mio fianco, sull’altro lato di questo letto.
Un letto troppo grande per una persona sola. Un letto che vorrei condividere con te, in futuro.
Un letto che, ogni sorgere del sole, mi ricorda che sarei solo, perso, se non ci fossi tu.
 
Il pensiero di te mi funge da ninna nanna, cullandomi ed affidandomi alle braccia di Morfeo.
 
Sogni d’oro, Usako.
 
 
29 Giugno (mattino) – lei
 
Buon giorno, Sole!
Anche oggi, il mondo mi aspetta. Oggi è l’ultimo giorno che passerò da diciassettenne…
Da domani sarò una diciottenne. Una sbadata e pasticciona diciottenne che tenterà di diventare una giornalista. Un’innamorata diciottenne che, fino a ieri, aveva paura di dire a tutti di essere, finalmente, felice con la persona che ama.
 
Ieri sera,, papà è rientrato solo dopocena.
È stato strano sedersi a tavola senza di lui, per me e mamma. Sapevamo entrambe il motivo della sua assenza, ma Shingo…
Shingo non ha avuto il minimo sospetto, né ha indagato molto. si è limitato a chiedere la ragione per cui papà non fosse ancora rientrato. Mamma ha inventato la scusa che è stato trattenuto n redazione per la revisione di qualche articolo. Questa scusa funziona sempre. Shingo se l’è sempre bevuta, quelle poche volte che l’abbiamo usata. Fortunatamente, mio fratello è tornato a casa dopo che papà è uscito.
 
Quando papà è tornato, dal corridoio, ho sentito che parlava di me con mamma, in camera da letto.
 
-“Kenji, caro. Cosa c’è che non va? Sapevamo tutti e due che questo giorno sarebbe arrivato…”
-“Sì, Ikuko, ma… Non pensavo che sarebbe successo così presto.”
-“Così presto? Tesoro, Usagi ha diciotto anni, ormai. Non è più una bambina.”
-“Lo so, ma per me lo sarà sempre.”
-“Oh, Kenji. Usagi sarà sempre la nostra bambina. Ma dobbiamo accettare il fatto che lei sia cresciuta, che stia diventando una donna, ormai…”
-“Forse, hai ragione, amore. Devo solo accettare la realtà dei fatti, anche se non è facile…”
-“Vedrai che, col tempo, si sistemerà tutto. E poi, da donna, devo fare i complimenti a nostra figlia...”
-“E perché mai?”
-“Perché si è scelta proprio un bel ragazzo!”
-“Perché? Tu l’hai visto?”
-“Certo! L’ha riaccompagnata a casa, qualche volta. E posso assicurarti che mi è sembrato un ragazzo a posto.”
-“E tu come fai a dirlo? Magari, è solo apparenza.”
-“No. Mi è sembrato un ragazzo posato, garbato. Sono sicura che ama davvero Usagi.”
 
Almeno, mamma è dalla mia parte.
Eh, sì. Devo darti ragione: Mamoru è il più bel ragazzo della città.
 
Cammino per questa Tokyo ancora mezz’addormentata. Intenta ad andare a svolgere il mio dovere, viaggiando, però, con la mente.
Penso a cosa potrei fare in questo ultimo giorno da diciassettenne.
Vediamo un po’…
 
-         Dire a papà di Mamoru (fatto);
-         Dire a Mamoru che ho detto a papà di lui;
-         Far capire a Mina-chan di smetterla di usarmi come palo per uscire con Yaten;
-         Convincere Ami-chan a staccarsi dai libri per più di due ore;
-         Convincere Makoto ad insegnarmi a cucinare;
 
Vediamo… Poi, cos’altro potrei fare?…
 
 
29 Giugno (pomeriggio) – lui
 
Ormai, il programma che Motoki e le ragazze hanno definito per domani lo so a memoria: devo andare a prendere Usako a scuola, anche se lo faccio più che volentieri, distrarla un po’, e con una scusa portarla al santuario da Rei.
La voglia di vederti anche adesso, però, è tanta.
Quasi quasi ti faccio una sorpresa.
 
29 Giugno (pomeriggio) – lei
 
Anche questa giornata di scuola è finita. Ora devo dire a Minako di smetterla di coinvolgermi nelle sue uscite a quattro.
Eccola. Sta per parlare. Sono sicura che sta per dirmi che si è messa d’accordo con Yaten per un’altra delle sue uscite. Ah, ma adesso gliene dico quattro.
 
-“Mina-chan, ti voglio bene, lo sai. Sei una sorella per me, ma devi smetterla di coinvolgermi. Io sto Mamoru, punto e basta, non si discute. Smettila di cercare di farmi avvicinare a Seiya! Intesi?”
-“Usagi…”
-“Non voglio sentire storie. Per la prima volta, in vita mia, sono felice con la persona che amo, perciò, non permetterò che questa stabilità venga distrutta.”
-“Usa-chan, ma io…”
-“Niente ma. Sono stata chiara?”
-“Hai finito?”
-“Sì.”
-“Posso parlare, adesso?”
-“Certo.”
-“Stavo per dirti: << Guarda chi c’è all’ingresso >> , ma vedo che non ti interessa molto vedere che il tuo principe azzurro ti sta aspettando al cancello del liceo. Anzi, vedo che sei più interessata a rimproverarmi di una cosa che, per tua informazione, già sapevo…”
-“Scusa, Mina. È che sono un po’ nervosa…”
-“Non preoccuparti. Colgo l’occasione per scusarmi anch’io. Sono stata un po’ egoista… Dai, Giulietta, ma cosa fai ancora qui? Romeo ti sta aspettando! Corri!”
 
Sorrido e ti bacio sulla guancia, abbracciandoti. Ma come faccio ad essere arrabbiata con te?
 
Mollo tutto e corro da Mamo. È l’unica cosa che voglio fare.
 
-“Ciao! E tu che ci fai qui?”
-“Sorpresa! Ero da queste parti e ho pensato di farti un’improvvisata.”
 
(Usagi) Un tuo abbraccio, un tuo bacio, un tuo minimo contatto, e riesco a dimenticarmi di tutto ciò che circonda.
(Mamoru) Walt Whitman diceva “Eravamo insieme. Tutto il resto l’ho scordato.” È sempre così con te.
(Usagi) Mi mancavano le tue labbra.
(Mamoru) Avevo bisogno di sentire di nuovo i tuo sapore.
 
-“Andiamo al parco? Ti va? Dovrei parlarti.”
-“Anch’io… È successo qualcosa? Devi partire di nuovo?”
-“No. No, puoi stare tranquilla. È che… È successa una cosa bizzarra…”
-“Ah… D’accordo. Andiamo, allora!”
 
 
29 Giugno (pomeriggio tardi)
 
-“Tu cosa?”
-“Mi hai sentito… Ho parlato con tuo padre.”
-“Oh mio Dio…”
 
(Mamoru) Che hai da ridere tanto?
 
-“Che c’è di così divertente? Guarda che sono terrorizzato!”
 
(Usagi) Non ci posso credere…
 
-“Scusa, Mamo-chan. È che… Ieri anch’io ho parlato con papà.”
-“E cosa gli hai detto?”
 
(Mamoru) Mi piacerebbe sapere come mai tuo padre fosse così sconvolto…
 
-“Gli ho detto di te.”
-“Ok. Preparo il testamento.”
-“E dai, Mamo-chan… Papà, in fondo, è un pezzo di pane.”
-“Sì… Di pane raffermo tirato in testa.”
-“Non conosci papà. Se lo sai prendere, non è così male!”
-“Dici così perché sei sua figlia. È normale che lui si preoccupi per te.”
 
(Usagi) Un conto è preoccuparsi, un altro è essere gelosi marci della propria figlia.
 
-“Sì, ma lui non è solo preoccupato. È anche e, soprattutto, geloso. Pensa che sia ancora una bambina.”
-“Ah, questo lo so…”
 
(Usagi) Mi piacerebbe proprio sapere che cosa vi siete detti…
 
-“… Posso assicurarti, però, che ha capito che non lo sei più, ormai.”
-“E come fai a dirlo?”
-“Beh… Diciamo che, sono stato convincente. Anche se, non sapevamo chi fosse l’altro.”
 
(Usagi) Mamo-chan, sei incredibile.
 
-“Non potevo desiderare un fidanzato migliore… Grazie.”
 
(Mamoru) Spero solo che tuo padre non mi uccida quando scoprirà che il tizio con cui ha parlato di sua figlia, in realtà, è il fidanzato della figlia stessa.
 
-“È stato un piacere… Vieni qui.”
 
(Usagi) Che bella sensazione stringerti. Ho ancora i brividi, come se fosse sempre la prima volta.
(Mamoru) Vorrei poterti stringere sempre così, in ogni istante.
(Usagi) Non c’è bisogno di dimostrarmi quanto amore provi per me. Io lo so già. E anche se non lo sapessi, lo capirei da questo bacio carico d’amore e di dolcezza datomi sulla fronte.
(Mamoru) Adoro il profumo dei tuoi capelli. Quando ti ho tra le mie braccia, sembri ancora più piccola di quanto tu non lo sia già.
 
-“Allora, principessa? Posso accompagnarti a casa?”
 
(Usagi) Ormai, non ho più paura. Papà sa tutto, ormai. E poi, come posso dirti di no? Soprattutto se me lo chiedo con così tanta dolcezza…
 
-“Certo che puoi.”
 
(Mamoru) Non mi importa se tuo padre ci vedrà. L’importante siamo noi, quello che proviamo, quello che sentiamo. Importa solo che siamo insieme. Con te, non provo più nessuna paura.
 
-“Allora, andiamo…”
-“Andiamo…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:
* = Un’antica leggenda giapponese narra che un in una foresta, una volpe, una scimmia ed un coniglio vollero aiutare un pellegrino a sfamarsi. La volpe cacciò un uccello, la scimmia raccolse dei gustosi frutti, ma il coniglio, non potendo fare molto, si fece aiutare dai due animali a cercare degli arbusti per accendere il fuoco. Una volta acceso il fuoco, si sacrificò per sfamare il pellegrino che, in realtà, era una reincarnazione di una Divinità. Quest'ultima apprese la bontà e il senso del sacrificio che aveva il coniglio. Prese il suo corpo e lo portò sulla Luna, imprimendo la sua immagine su di essa, affinché il suo gesto eroico non fosse dimenticato, anzi, che venisse preso da esempio da tutti gli esseri viventi, umani compresi. Per questo, Usagi si chiama Tsukino Usagi (Tsuki = Luna, no= della, usagi= coniglio).




 
 

I miei pensieri:
 
Eccoci qua! :) Mi sono sempre chiesta come si sarebbero conosciuti Kenji e Mamoru in una storia alternativa all’anime e/o al manga e, giocando un po’ con la fantasia, ho provato a buttarla giù così.
Confesso che stavo lavorando a questo capitolo dalla pubblicazione del quattordicesimo, ma l’ispirazione l’ho avuta ieri sera! xD
Vi anticipo già che farò una pausa (causa: vacanze in Sardegna di dieci giorni), quindi riprenderò a pubblicare a partire dall’ultima settimana di Agosto. :)
Ringrazio: le 16 persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, le 6 persone che l’hanno inserita tra le ricordate, le 28 che l’hanno inserita tra le seguite e le 9 persone che mi hanno inserita tra gli autori preferiti (vi ringrazio di cuore, davvero!).
Ringrazio di cuore, inoltre, le mie amiche/colleghe per il loro sostegno e i loro consigli: Demy, Gabry, Giuly, Ely, e, per ultima ma non meno importante, Ele.
Vi auguro buone vacanze! ;)
 
Un bacio e un abbraccio a tutte voi.
 
La vostra Manu ;)
 
P.S. Per Roberta u_u: Mina sa già cosa stai pensando (ne parliamo poi al telefono xD).
 
Vi ricordo, infine, le mie due paginette su FB:
 

*La stanza di Manu*
 
http://www.facebook.com/home.php#!/pages/La-stanza-di-Manu/153017524770108
 
&
 
“I Petali del Tempo”
 
http://www.facebook.com/home.php#!/pages/I-Petali-Del-Tempo/229017633776301

   
 
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