- Come si può vivere senza respirare? Spesso me lo chiedo e non riesco a trovare risposta.
- Eppure è quello che faccio io ogni giorno e come se non respirassi, mi manca qualcosa e questo vuoto è talmente forte che mi lascia senza fiato.
- È una sensazione strana oserei dire fastidiosa, eppure se non sono ancora morta questo significa che i miei polmoni funzionano.
- Funzionano perché sono le sei di mattina e sto correndo mantenendo un ritmo costante, sento i battiti del mio cuore regolari, sento il mio respiro rimbombarmi nelle orecchie nonostante il volume assordante della musica che porto sempre con me.
- Il ginocchio mi fa male, ma sono costretta a continuare, è necessario che mi sforzi se voglio che guarisca completamente.
- Solo un mese fa sono stata operata e mi è stata impiantata una protesi totale al ginocchio , in seguito ad un brutto incidente in moto, io sono sopravvissuta, mio fratello invece no.
- Solo 30 giorni, 30 giorni per cambiare una vita totalmente e per spegnerne un’altra.
- Dopo i funerali i miei sono partiti per l’ennesimo viaggio di lavoro, li capisco la cosa più semplice e quelle da fare è andare avanti, ritornare alla normalità.
- Per questo io continuo a correre mentre il sole sorge, per questo tento con tutte le mie forze di andare avanti, anche se non riesco a respirare.
- Quando perdi un fratello è come perdere una parte di te hai la netta sensazione che qualcosa si sia staccato come un arto amputato.
- In quel momento il ginocchio cede e sono costretta a fermarmi l’unica cosa che posso fare e ritornare a casa zoppicando.
- Mi faccio una doccia cercando di rilassarmi, maledetto ginocchio, molto del dolore sembra essere di origine psicosomatica, almeno così e quello che mi ha detto l’ortopedico.
- Frequento il secondo anno del liceo Ryonan, mi chiamo Isobel Aizawa, e ho acquistato popolarità dopo l’incidente.
- Inizialmente tutti mi chiedevano come stavo poi dopo poco tempo hanno smesso, dato le mie pessime risposte.
- Sono piuttosto acida come ragazza, dopo l’incidente sono diventata ancora più irritabile e pungente.
- Indosso la divisa scolastica e in un gesto automatico afferro il casco per poi riposarlo immediatamente, non credo di essere pronta a guidare la moto, preferisco andare a piedi, prendo la borsa e mi avvio verso il Ryonan.
- Questa mattina non fa freddo,sono incredibilmente stanca dopo la corsa di poco fa, più che correre mi trascino ma a quanto pare è già molto quello che faccio.
- Il tutore che sono obbligata a portare costantemente mi sta veramente facilitando le giornate ma è anche un pesante fardello da sostenere.
- È come un marchio, riporta alla mente di tutti l’incidente e la perdita che ne è conseguita.
- Odio gli occhi pieni di compassione che si posano sulla mia figura ogni volta che passeggio per il corridoio o sono in palestra ferma a guardare.
- Inizio a detestare la scuola sta diventando un incubo ci vado soltanto per i miei genitori e per Maki la mia migliore amica.
- Lei è l’unica che non ha detto una parola e frasi di circostanza come: mi dispiace posso comprenderti ma prima o poi passerà oppure come stai?se hai bisogno io sono qui.
- Le voglio molto bene lei è l’unica ad avere capito come mi sento veramente e in qualche modo il dolore che ho dentro resterà per sempre, non si placherà mai.
- Il dolore non sparisce resta nitido e denso come la prima volta, ci resta solo una cosa da fare:trovare il modo di conviverci senza farsi inghiottire da esso.
- Quando mio fratello è morto non ho versato una lacrima, non ho urlato, non ho detto una parola semplicemente sono stata avvolta dal nulla e ora cerco di ripararmi sotto il mio fragile guscio di carta pesta sperando che non si spezzi.
- Ho costruito pareti immense intorno al mio cuore eppure sembrano essere tutte così dannatamente fragili, pronte ad essere spezzate o scavalcate in qualsiasi momento.
- Cammino a testa alta attraverso questi corridoi tutti uguali, cammino con sguardo di sfida sperando che nessuno colga veramente quello che ho nell’anima.
- Mi attorciglio una lunga ciocca di capelli rossi henné al dito con fare indifferente cercando di assumere uno sguardo intimidatorio e glaciale a tutti quelli che incrociano i miei occhi.
- Non sono per niente alta anzi… dal mio metro e settanta non dovrei intimorire proprio nessuno ma non è così.
- Da quando ho perso mio fratello sono arrivata a pesare 40 chili, non sto male assolutamente però ho dovuto ricomprare tutto.
- In un mese ho perso 10 chili senza nemmeno accorgermene ma questo mi fa sembrare ancora più piccola e indifesa.
- Maki dice che sono veramente una bella ragazza, molto particolare dato che ho preso moltissimo da mia madre che è di origini italiane, in verità di queste cose non me ne importa molto come dei ragazzi.
- Ci tengo molto al mio aspetto questo è vero curo molto i capelli assicurandomi che siano sempre lisci e morbidi e mi trucco ogni mattina facendomi la classica linea con l’Eye liner ma niente di più.
- Sono molto semplice da quel punto di vista lo ero anche prima dell’incidente, già l’incidente ogni cosa mi riporta a quei momenti, è morto fra le mia braccia senza che io potessi fare niente.
- Non riuscirò mai a darmi pace per questo ma ormai non possa farci nulla, posso solo ricordare.
- Entro in classe sbattendo per terra la borsa con i libri in maniera non proprio fine.
- “Buongiorno Isobel” Maki e la sua dolcezza non si smentiscono mai.
- “buon giorno a te”non riesco ad assumere un tono diverso dal solido gelido che ho con il resto del mondo, è più forte di me.
- “oggi c’è la palestra libera ti va di andare ad allenarti li?”
- “certamente”Maki mi aiuta tantissimo nella riabilitazione è l’unica di cui mi fidi realmente da lasciarmi vedere in quei momenti di vera debolezza.
- Tra una lezione e l’altra ho il permesso di alzarmi e di sgranchirmi il ginocchio ogni tanto mi si blocca letteralmente se sto tanto ferma, per non parlare delle fitte atroci.
- Spero di guarire presto.