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Autore: FairyCleo    11/08/2011    6 recensioni
"Dean Winchester era stato spezzato tante volte: quando era morta sua madre; quando era morto suo padre; quando Sam aveva esalato l' ultimo respiro tra le sue braccia; quando Alastair lo aveva torturato fino a non lasciarne che qualche minuscolo brandello di carne; quando Jo ed Hellen si erano sacrificate per salvare lui e suo fratello; quando Sam aveva sconfitto il Diavolo, sacrificando la propria vita per il bene dell' universo. [...]
Castiel giaceva in quello stato di incoscienza da tre giorni, ormai, e non accennava a destarsi.
Avrebbe potuto fare tenerezza, sembrare la bella addormentata in attesa del bacio del suo principe azzurro, se non fosse stato per le catene che cingevano i suoi polsi.
Quelle, erano l' unica risposta certa che Dean si era dato ad una delle mille domande postesi nell' ultimo straziante periodo: Castiel aveva perso la sua fiducia.
E che un demone lo scuoiasse vivo, non l' avrebbe mai più riconquistata".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Away from here


Due rampe di scale di legno marcio e scricchiolante in alcuni punti lo separavano dalla porta del bagno.
Due misere rampe di scale.
Quaranta stupidi gradini dall' alzata di quindici centimetri e dalla pedata di venti che lo stavano letteralmente facendo penare.

Quel corpo si rifiutava di collaborare.
Ogni volta che provava a sollevare un piede per posarlo sul gradino, ginocchia, cosce e schiena urlavano contemporaneamente.
Gli dolevano persino le dita dei piedi nudi, e la pianta bruciava ogni volta che toccava terra.
I suoi muscoli sembravano attraversati da centinaia di spilli appuntiti che non gli davano pace.
Ogni passo era una fitta tremenda allo stomaco.
Era certo che presto avrebbe vomitato quella esigua quantità di liquidi che aveva ingerito poco prima.

Come poteva essere accaduto tutto quello?
Perché provava sensazioni così tremendamente umane?
E poi, perché non ricordava nulla di quello che era accaduto se non quello che aveva ricordato guardando Sam?
E, soprattutto, cosa aveva fatto di tanto grave per farsi odiare a quel punto da tutti, ma soprattutto dall' uomo che lo aveva chiamato fratello?
La paura e il dolore, non fisico, ma mentale, non la smettervano di dargli tormento.

Raggiungere il pianerottolo era stato un vero sollievo.
Aprire finalmente la porta del bagno era stato un sogno che si avverava.

La prima cosa che aveva notato, entrando, era stata la pila di vestiti lasciati su una vecchia sedia proprio accanto al lavandino.
Solo guardando quelli "nuovi" si era accorto di aver addosso molti vestiti in meno rispetto alla "divisa" che era solito indossare.
Non c' era traccia del trench sgualcito che tanto lo aveva contraddistinto in quegli anni, così come erano spariti anche la giacca e la cravatta.
Sperava che avessero avuto un destino migliore dei brandelli che aveva addosso.

Confuso e pieno di domande senza risposta, si era avvicinato al lavandino, scoprendo la propria immagine riflessa nel piccolo specchio dell' armadietto del bagno.
Quasi gli era venuto un colpo nel vedersi.

Profonde occhiaie violacee sotto gli occhi, le labbra secche e spaccate.
La fronte abrasa in più punti, col sangue incrostato che veniva giù a grumi passandovi sopra le dita.
Un sopracciglio gonfio con sopra uno squarcio piuttosto profondo da cui colava ancora un piccolo rivolo di sangue.
I grandi occhi blu rossi e stanchi.
Le guance smagrite.
Istintivamente, aveva cominciato a tastarsi il viso, come se sperasse che il tatto potesse aiutarlo a capire se quello era il corpo di Jimmy Novack o no.
Il corpo che aveva cominciato a riconoscere come suo non sapeva neanche lui quando.
Quel corpo che ora stava cadendo a pezzi, così come la sua essenza, o quello che ne era rimasto.

Ma poteva davvero rassegnarsi a quel modo?
Non sapeva se era ancora un angelo o no.
Dopotutto, cosa gli costava fare una verifica, un tentativo?

Per questo, Castiel aveva chiuso lentamente gli occhi, cercando contemporaneamente di rilassare le membra e concentrare la sua mente sul suo cor... no, cosa stava dicendo? Intendeva sul corpo di Jimmy.
Voleva provare a curare con i proprio poteri angelici le ferite che deturpavano quel viso.
Era il minimo sindacale per un angelo.
Doveva solo concentrarsi e...
Niente.
Non c' era ruscito.
L' unica cosa che aveva provato era stato un fortissimo capogiro che lo aveva costretto ad appoggiarsi al lavandino.

"No... non può essere...".

Aveva ritentato.
Aveva provato di nuovo a guarirsi, ma tutto era stato vano.

"Ti prego... no...".

Di nuovo, aveva cominciato a non vedere bene, e gli occhi avevano ricominciato a bruciare.
A fatica, aveva sollevato il capo.

L' immagine riflessa nello specchio si era offuscata, così come aveva difficoltà a distinguere chiaramente le proprie mani.
Quando però due gocce salate avevano cominciato a rigargli le guance fino a morire sui suoi palmi ruvidi, aveva capito.

Era davvero diventato un essere umano.
Il dolore stava uscendo nell' unico modo in cui quel corpo gli permetteva di fare.
E, proprio per questo, aveva deciso di assecondarlo, abbandonandosi ad un pianto disperato, nella speranza che questo potesse fargli finalmente comprendere quello che tanto faticava a capire.
 
                                                                                                        *

Da quando Castiel era sparito dietro la porta del bagno, Dean non aveva proferito parola.
Era rimasto per tutto il tempo in piedi, accanto a Sam , fissando un punto impreciso della stanza senza però vederlo realmente.
Bobby non lo aveva distratto dal suo meditare.
Avrebbe tanto voluto trovare le parole giuste per consolarlo, per aiutarlo a superare quel periodo terribile, ma sapeva che tutto sarebbe stato vano.

Il suo ragazzo era quello che uscito peggio da tutta quella fottutissima storia.
Sam poteva essere quello a cui era stato tirato giù il muro che lo proteggeva dai ricordi dell' inferno, poteva essere quello ridotto quasi allo stato di un vegetale, ma Dean...
Dean sembrava essere diventato un mostro senza sentimenti, senz' anima.
Era come se tutte le sue emozioni fossero state risucchiate da un vortice di dolore troppo grande da sopportare.
Aveva reagito alla morte del padre perché aveva Sam.
Aveva reagito al tradimento di Sam perché aveva Castiel.
Ma reagire al tradimento di quest' ultimo doveva essere una cosa molto al di sopra delle sue possibilità.

Dean non dormiva regolarmente da mesi.
Bobby doveva ammettere che quel ragazzo non aveva mai dormito molto nella sua vita, ma quelle tre, quattro ore a notte sembravano bastargli.
Adesso, dormiva al massimo mezz' ora a notte, trascorrendo il tempo che gli avanzava a scervellarsi per trovare il modo di porre fine a tutto quel gran casino.

Ancora non riusciva a crederci.
Se non fosse stato presente, non avrebbe mai creduto alle parole dei ragazzi.
Castiel aveva aperto le porte del purgatorio.
Aveva inglobato tutte le anime che conteneva e aveva lasciato che creature spaventose scorrazzassero libere nel mondo.
Aveva ucciso Raffaele con un semplice schiocco delle dita.
Aveva dichiarato loro di essere il nuovo Dio e aveva minacciato di ucciderli se non si fossero prostrati ai suoi piedi.
Ma non erano tutti quegli abomini ad aver ferito Dean mortalmente.
No.
Era stata la freddezza e l' impassibilità con cui Castiel aveva detto lui di non avere fratelli, di non avere famiglia.
Castiel aveva rinnegato tutto quello che erano stati.
Aveva rinnegato tutto il rispetto, tutta la fiducia, tutto l' amore che li aveva legati.

Ricordava con amarezza quella volta in cui un Dean irritatissimo gli aveva confidato che Castiel aveva parlato di un "rapporto più profondo" riferendosi a loro due.
Cosa intendesse di preciso Castiel con quel "rapporto più profondo" non si era mai capito, ma Bobby era certo che quello parole avessero smosso quel testone del suo ragazzo nel profondo.
Dopotutto, non capitava tutti i giorni che un angelo del Signore confessasse di avere un "rapporto più profondo" con te!

Cos' era cambiato, allora?
Dove aveva sbagliato Dean?

Erano quelle le domande che continuava a porsi il maggiore dei Winchester.
"Dov' eri quando avevo bisogno di sentirmelo dire?".
Lui c' era.
Lui c' era sempre stato.
E non si capacitava di come fosse possibile che quello sfigato con le ali non se ne fosse accorto.
Quello sfigato che si era fatto silenziosamente spazio nel suo cuore, per poi strapparglielo dal petto come il più crudele dei demoni.
Cosa gli era rimasto se non un pugno di mosche?

"Dean... "- la voce di Bobby lo aveva distratto dalle sue elucubrazioni - "Sei sicuro di voler...".
"Ne abbiamo già parlato Bobby".
Il tono duro e perentorio del ragazzo non lo aveva però fatto desistere.
"E' che non ne sono più tanto sicuro... l' hai visto... è a pezzi... non credo che possa...".
"Adesso basta".
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, quello di Dean avrebbe ridotto Bobby in cenere.
L' anziano cacciatore non aveva potuto fare altro che chinare il capo e incassare la sconfitta.
Sapeva che non sarebbe stato in grado di fargli cambiare idea, ma sperava almeno di aiutarlo a scaricare rabbia e tensione accumulate in mesi di lotta e sofferenza.
"Credo almeno che dovremmo aspettare prima di...".
"Non mi ero reso conto di aver iniziato a parlare enochiano.
E' tutto pronto, e non ci sarà nessun cambiamento di programma.
Ora, se permetti, vado a prendere gli antidolorifici per Sam. Sta di nuovo tremando" - e si era dileguato in cucina.

Testardo come un mulo... proprio come suo padre!
Ma come poteva biasimarlo, dopotutto?
Guardava Sam sprofondare sempre più nella sua vecchia e logora poltrona.
Era incredibile vedere quel gigante piegato in due, distrutto, crollato come una montagna dopo un violento terremoto.
Avrebbe dovuto odiare Castiel per quello che gli aveva fatto, ma proprio non ci riusciva.
E pensare che erano stati proprio lui e Sam a insinuare in Dean il tarlo del dubbio.
Ma, ora che le cose avevano finalmente preso una piega migliore, non era più così facile non cambiare idea.
Quello che era accaduto nel capanno aveva cambiato le cose.
Così come vederlo steso per tre giorni sul divano di casa propria inerme, incatenato, ferito e indifeso.

Bobby si era tolto il cappellino che portava perennemente, e si era grattato a lungo il capo.
Quella era una situazione di merda.
Quasi quasi, avrebbe preferito l' apocalisse.

                                                                                                             *

I vestiti che gli avevano dato gli stavano terribilmente larghi.
Aveva dovuto arrotolare più volte le maniche della camicia, fare il risvolto ai jeans, e stringere la cintura affinchè non rischiasse di rimanere in mutande.
Per la cronaca, almeno quelle gli stavano a pennello.
Gli scarponi erano più grandi di un paio di numeri, ma i calzini di spugna risolvevano il problema almeno in parte.

Aveva la barba piuttosto lunga, ma non aveva avuto il coraggio di radersi, nonostante avesse osservato Dean tante volte durante questa prassi mattutina.
Si era limitato a farsi la doccia, e aveva scoperto come gli umani eliminavano i rifiuti dal proprio corpo.
Un' esperienza che lo avrebbe segnato a vita.

La doccia, al contrario, era stata davvero uno spettacolo.
Aveva litigato molto con l' acqua prima di raggiungere una temperatura gradevole, ma quando c' era riuscito, aveva lasciato che lenisse il dolore e la stanchezza.
Per la prima volta dal momento in cui ne aveva preso possesso, sentiva il corpo di Jimmy Novack in ogni sua minima parte.
Era assurdo sentire il "proprio corpo" attraverso il dolore, attraverso la sofferenza.
Aveva sentito i SUOI polpastrelli accarezzare le spalle, le clavicole, le costole in evidenza per l' eccessiva magrezza, l' addome piatto, le cosce.
Si era quasi meravigliato nello scoprire di avere le parti intime come qualunque altro essere umano di sesso maschile.

Grandi aree di quel corpo glabro e bianco erano ricoperte da lividi scuri e ferite ancora non del tutto rimarginate.
Il sapone gli aveva provocato un forte bruciore, ma almeno aveva disinfettato quegli scempi.

Che cosa gli era successo?
Perché non ricordava niente?
E perché ce l' avevano tanto con lui?
Possibile che fosse per quello che aveva fatto a Sam?

Almeno di una cosa era certo: era umano.
Già... l' angelo del Signore era diventato umano.
Era forse caduto?
O era stato punito?

Castiel sapeva di aver fatto qualcosa di terribile.
Lo sentiva.
Ma il non averne coscienza lo stava facendo impazzire.

Ma perché nessuno dei suoi fratelli era venuto a cercarlo, a spiegargli come stavano le cose?
Gli angeli erano piuttosto puntigliosi, no?
Già... tutti tranne...

"Balthazar!".
Aveva urlato il nome del fratello dalla bionda chioma quasi come fosse stata una rivelazione.
Ma certo!
Come aveva potuto dimenticarsi di lui?
Suo fratello poteva anche essere uno che si preoccupava principalmente di avere un tornaconto personale, ma gli voleva bene.
E sapeva che avrebbe potuto fare affidamento su di lui per qualunque cosa!
E se Dean non voleva dargli una spiegazione, bè! Lo avrebbe di sicuro fatto Balthazar.

Ma, più di dieci minuti dopo, Cass aveva scoperto che suo fratello aveva ben altro da fare, evidentemente.

Per, questo, sentendosi sconfitto, si era guardato un' ultima volta nel piccolo specchio del bagno, cercando di scovare dentro di sè il coraggio per scendere al piano di sotto e parlare con Dean.
Sempre se prima il suo cuore non avesse improvvisamente smesso di battere.

                                                                                                      *

Aveva trovato Sam e Bobby esattamente dove li aveva lasciati prima di salire in bagno.
Solo di Dean non c' era traccia.
L' ormai ex- angelo si era guardato attorno cercando di scovare il suo protetto (si, avrebbe continuato a considerarlo il suo protetto in eterno), quando quest' ultimo era comparso in cucina reggendo un borsone da viaggio color verde acido nella mano destra.

L' occhiata gelida che gli aveva rivolto gli aveva fatto morire le parole in gola.
Tutto il suo coraggio era letteralmente svanito.

Deglutendo a fatica, era avanzato di qualche passo, cercando di sorridere e di far sciogliere la tensione che aleggiava nella stanza.
Ma Dean lo aveva bloccato gettandogli il borsone ai piedi.

Qualcosa aveva messo in allerta Castiel.

"Lì dentro ci sono alcuni vestiti, della biancheria, una pistola e un po' di soldi.
Nella tasca interna del trench ho trovato i documenti di Jimmy Novack, a cui Bobby ha dato una piccola modifica.
Da oggi tu sei Jimmy Castiel Novack. E non fai più parte delle nostre vite.
Ora prendi il borsone ed esci da questa casa.
In fondo alla strada c'è la fermata dell' autobus.
Compra un biglietto e fa quello che ti pare.
Ma non osare mai più tornare indietro.
O giuro sulla mia famiglia che ti ucciderò con le mie stesse mani ".

Il cuore di Castiel si era fermato per un lungo, lunghissimo istante.

Continua...

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Ed eccoci qui con il secondo capitolo.
Le cose non si mettono bene per Castiel.
Povero il nostro angelo caduto...
Cacciato via dalla sua unica vera famiglia.
Chiedo scusa se ancora le cose non sono chiare, ma avremo delle delucidazioni su ciò che è accaduto nei prossimo capitoli.
(Mi riferisco alla questione del capanno, e perché Cass è ferito e tanto malandato).
Voi cosa avreste fatto al posto di quello zuccone di Dean Winchester?
Io non so cosa avrei fatto...
Ho immaginato però che Dean potesse reagire così, chiedendogli di sparire dalle loro vite.
Comunque, come al solito ho ciarlato fin troppo.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito il primo capitolo, sperando che quest' altro vi sia piaciuto!
Aspetto i vostri pareri!
Un bacione grande!
A presto!
Cleo


   
 
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