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Autore: Caya    07/04/2006    1 recensioni
Avete mai avuto un desiderio irrealizzabile? Beh questa ragazza ci è riuscita.....“ Care stelle lo so che il mio è un desiderio impossibile ma vorrei comunque provare a proporvelo. Vorrei poter andare in dietro nel tempo…o meglio vorrei andare nel medioevo ” La vecchia stella sorrise al desiderio della ragazza e dato che mancava poco alla sua fine decise di esaudirlo. - Ehi tu…ragazza svegliati – Salve a tutti questa storia è l'ho scritta tanto tempo fa ma ci sono ancora affezionata. Spero possa piacervi.Aspetto le vostre recensioni NIHAO!!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stella cadente

                       Stella cadente

Era la notte di S.Lorenzo e Veronica una ragazzina di quattordici anni era seduta dinanzi casa sull'erba umida del suo giardino a guardare le stelle. Veronica era una ragazza molto semplice ed era spesso presa in giro per quella che era la sua passione: osservare quegl'astri che risplendevano la su in quel nero cielo. Nonostante ciò la ragazza non si offendeva pensando che in fin dei conti ciò che dicevano era vero. E poi non avrebbe mai rinunciato a guardarle perchè loro gli davano un senso di calma e riuscivano a rilassarla e a calmarla anche quando era furente dalla rabbia. Aveva sempre desiderato un  telescopio sin da quando era piccola; ma costava troppo e i suoi genitori non potevano permetterselo. Le avevano promesso che gli e lo avrebbero comprato per i suoi diciotto anni e lei si limitava, per ora, a guardare le stelle a occhio nudo in attesa di quel giorno.
Per quella sera, in cui le stelle sarebbero cadute in luminose scie verso la terra , aveva un desiderio piuttosto insolito. Ma sapeva che le stelle anche se non avrebbero potuto esaudire il suo desiderio ma  l’avrebbero almeno ascoltata.             Una piccola stella ormai molto vecchia stava ascoltando i    desideri delle vari persone, radunatesi sotto di essa, per scegliere quale avrebbe esaudito; finché non sentii l’insolito desiderio di una ragazzina, seduta sola nel suo giardino di casa.

“ Care stelle lo so che il mio è un desiderio impossibile ma vorrei comunque provare a proporvelo. Vorrei poter andare in dietro nel tempo…o meglio vorrei andare nel medioevo ”

La vecchia stella sorrise al desiderio della ragazza e dato che mancava poco alla sua fine decise di esaudirlo.

-         Ehi tu…ragazza svegliati –

-         Mm…cos’è successo? Mi sento tutta stordita –

-         Non lo so ti ho trovata qui svenuta –

Veronica aprì lentamente gl’occhi e vide al suo fianco un giovane e bel ragazzo dai capelli castani scuri e gl’occhi azzurri chino su di lei. Solo dopo essersi messa seduta si rese conto che indossava strani vestiti…erano come quelli che aveva visto indossare, nei numerosi film medievali, a quelli che recitavano la parte del principe. Solo molto più belli e sgargianti.

-         Stai bene? –

-         Mi gira la testa –

-         Forse è meglio se ti riporto a casa. Dove abiti? –

-         Io abito in via S.Annunziata –

-         Dove scusa?... Ma non esiste in questo regno –

-         Regno? –

-         Si, sei nel regno di mio padre Aragorn –

-         Regni ? Aragorn ? O mio Dio non capisco più niente –

-         Mi sa che hai preso una bella botta… Ho capito ti porterò nel mio castello e starai lì finché non starai meglio –

Veronico provò ad alzarsi ma ricadde subito in terra. Il ragazzo allora si abbassò e la prese in braccio, poi si avvicinò al sua cavallo, un bellissimo baio, gli ordinò di chinarsi e mise la ragazza sulla sua groppa per salire dopo a sua volta. Strigliò il cavallo e galopparono verso il castello. A mano a mano che si avvicinavano Veronica potè ammirare la  maestosità del castello. Era enorme e circondato da un altissimo muro con ai quattro vertici quattro torri di controllo. al loro arrivo subito delle guardie ordinarono di aprire il portone e subito altre tra rumori di catene lo aprirono lasciandoli entrare. Al suo interno la gente si spostava e s’inchinava  al loro passaggio. Quando poi arrivarono dinanzi alla vera e propria entrata del castello tre uomini e una donna erano pronti ad accoglierli. Il ragazzo scese da cavallo e aiutò Veronica a scendervi.

    “Non posso crederci sono davvero finita nel medioevo. Le stelle hanno esaudito il mio desiderio”

-         Margherit, per favore, aiuta questa ragazza a lavarsi e dagli un vestito decente –

Disse guardando gli strani abiti della fanciulla. Un pantalone bluastro di una stoffa che non aveva mai visto e una maglietta a maniche corte a strisce gialle e azzurre che le lasciava fuori la pancia.

-         Ma dove li hai presi questi vestiti? –

-         Eh…scusa ma non mi ricordo – Rispose non sapendo come spiegarglielo.

“ Non posso mica dirgli che vengo dal futuro?”

La donna le si avvicinò e la portò in una grande camera con letto a baldacchino dalle lenzuola e dal velo rosa antico con ricamati dei fiori con filo d’oro, due poltrone ai suoi lati dello stesso colore e con gli stessi ricami, affianco alla finestra con stesse tende vi era una specchiera di ciliegio finemente intagliato intorno allo specchio in fiori di narciso, in fine di fronte ad esso dall’altra parte del letto vi era un enorme mobile dello stesso materiale sulle cui ante erano incisi gli stessi narcisi.      Mentre Veronica rimaneva li impalata ad ammirare la camera la donna aprì una seconda porta, che si trovava di fronte al letto, che dava su un bagno con una bellissima vasca bianca con i piedi dorati  intagliati in quattro cigni.     La donna la riempì andando avanti e indietro dalle cucine con secchi d’acqua calda e quando fu colma aiutò Veronica, nonostante il suo notevole imbarazzo, a spogliarsi e ad entrare nella vasca.

-         Da dove vieni –

-         Mi spiace non ricordo –

-         Non ricordi neanche i tuoi genitori? –

-         No –

-         Non preoccuparti ora sei al sicuro. Sia il nostro re che il nostro principe sono molto buoni –

-         … Posso farle una domanda? –

-         Certo –

-         Il ragazzo che mi ha portato qui…come si chiama? –

-         Ah lui è il principe Philip –

-         Lui è il…il principe –

“ Che stupida avrei dovuto capirlo subito”

Alla fine del bagno la donna l’aiutò ad asciugarsi e a vestirsi. Facendole indossare un bellissimo abito con corpetto rosa ricamato con filo d’argento in piccoli boccioli di rose , maniche a sbuffo e larga e lunga gonna entrambe dello stesso rosa del corpetto ma prive di ricami. Veronica non riusciva a credere a ciò che le stava accadendo; il suo desiderio si era avverato e ora stava addirittura indossano uno splendido abito medievale per di più da principessa o comunque da nobil dama. Doveva però ammettere che il corpetto era stretto e per niente comodo ma il solo indossarlo la fece subito dimenticare questo insulso dettaglio.

-         Ora sei pronta puoi andare dal principe –

Margherit, o come l’aveva chiamata il principe, l’accompagnò nei giardini. Essi erano colmi di fiori dalle mille specie e dai mille colori, ma soprattutto erano colmi di rose rosse. Il principe era lì a parlare con uno dei giardinieri e appena le vide lo congedò e si avvicino alle due.

-         Principe la fanciulla è pronta –

-         Oh grazie. Ora puoi anche andare – la donna si allontanò dopo un inchino – Ti ha fatto davvero bene quel bagno ora sei molto più carina –

-         Oh la ringrazio – Disse arrossendo.

-         Dammi pure del tu. Il mio nome è Philip –

-         I…io sono Veronica –

-         Oh vedo che almeno il nome te lo ricordi – Veronica arrossì abbassando la testa – Comunque hai proprio un nome strano. Non l’ho mai sentito ma è molto bello –

-         Grazie –

-         C’è una persona che vorrebbe conoscerti vieni con me –

Rientrarono nel castello e scendendo delle gradinate si ritrovarono in una stanza illuminata da un paio di candele e dalla fioca luce del sole che veniva da una piccola e alta finestrella. Essa era piena di libri polverosi, ragnatele e boccette con dentro liquidi di diversi colori.

-         Philip questo posto mi fa paura – Disse Veronica aggrappandosi al braccio di questi.

-         Non devi aver paura ragazza del futuro – Disse un alto e anziano uomo da una lunga barba grigia e striata di bianco come i lunghi capelli e vestito con una toga blu notte; uscendo da dietro un pilastro.

Veronica sobbalzò spaventata alle sue parole. Come faceva a sapere che lei veniva dal futuro?

-         Del futuro? Ma…ma no cosa dice? Non …non la capisco –

-         Non preoccuparti a me non devi nasconderlo. Io sono il mago del re  e conosco tutto ciò che accade nel suo regno –

Veronica spaventata che potessero farle del male iniziò a tremare e Philip accorgendosene la prese per mano e la rassicurò dicendole:

-         Non devi aver paura non ti faremo del male. Diciamo che sarà un nostro piccolo segreto - Le sorrise dolcemente

-         Però devo avvertirti di una cosa. Non svelare a nessuno niente del tuo mondo o potresti modificare questo che per te è il passato e a sua volta anche il tuo presente –

-         Capisco…ci avevo già pensato. E’ per questo che non ho svelato a Philip da dove venivo –

-         Ne sono lieto…C’è un’altra cosa di cui però devo informarti. Una stella ha esaudito il tuo desiderio ma stanotte con la caduta delle stelle dovrai tornare nel tuo tempo –

-         Cosa? No! Così presto. Non voglio! –

-         Goditi questo tuo sogno –

Veronica e Philip salutarono il mago e congedandosi ritornarono nei giardini.

-         Non essere triste o la stella avrà esaudito inutilmente il tuo desiderio –

-         Si hai ragione – Rispose rialzando il viso e sorridendogli.

-         Sai andare a cavallo? –

-         Eh?! No –

-         Non fa niente –

Prese la ragazza per mano e la portò nelle stalle dove fece portare fuori da un uomo il suo cavallo dopo averlo preparato. Aiutò Veronica a salirvi e montò dopo dietro di lei.

-         Prendi le briglia –

-         Cosa? –

-         Dai t’insegno a portarlo –

Non ci volle molto che Veronica imparò subito a destreggiare più o meno bene il cavallo. Passeggiarono con esso per il bosco e Veronica potè ammirare la f morente vegetazione di un tempo molto più bella e rigogliosa di quella dei suoi giorni avvelenata dagli smog della città e dai concimi chimici. Si fermarono accanto ad un piccolo fiume dove Philip raccolse da un albero due grosse mele verdi. Veronica non aveva mai assaggiato una mela così buona. Si misero poi a sedere a piedi dell’albero dove parlarono a lungo e Philip gli raccontò come fosse la sua vita. A Veronica dispiacque non poter parlare della sua di vita ma Philip seppe come non farglielo pesare. Numerosi animali si avvicinavano curiosi, non intimoriti dalla loro presenza, cosa che stupì molto Veronica in quanto ai suoi giorni no avrebbe mai assistito ad una cosa del genere.        Decisero poi di tornare al castello per pranzare. Qui sia il re che la regina accolsero Veronica con gentilezza e su proposta di quest’ultima decisero di organizzare per la sera una festa in suo onore. Le pietanze che si alternarono durante il discorso a prima vista sembrarono disgustose agl’occhi della ragazza ma non potè fare a meno di meravigliarsi di quanto erano buoni una volta assaggiati.           Mentre tutto il castello era impegnato nei preparativi per la festa sotto gl’ordini impartiti dalla regina ed il re ad eseguire i suoi doveri i due ragazzi andarono in paese ad osservare le varie bancarelle che ne riempivano la piazza e vari vicoli.

-         Che carino questo ciondolo –

-         Lo desideri? –

-         Ma no non preoccuparti ho solo detto che è carino –

-         Signora mi dia due di quei ciondoli a forma di spada con le rose intrecciate ad essa –

-         Ma no Philip non devi -

-         Ecco a lei mio principe – Disse la donna porgendole le collana.

Philip prese da un sacchetto, che aveva legato alla vita, un paio di monete d’oro e le porse alla donna. Indosso la sua collana per poi far indossare a Veronica l’altra.

-         Puoi alzare i capelli –

-         Oh s…si. Ma davvero non dovevi –

-         Non è niente di che. Prendilo come un ricordo di questa giornata passata insieme –

Passeggiarono ancora un po’ per il paese per tornare poi al castello dove Philip la portò in una grandissima sala piena di libri.

-         Wuao! E’ stupenda –

-         Ti piace vero? Mi avevi detto che ti piaceva leggere e quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere venire qui –

-         Grazie sei fantastico –  Disse gettandosi addosso al principe, che subito arrossì, abbracciandolo.

Veronica notò che una ragazza li osservava quasi sconvolta e quindi guardò interdetta Philip che comprendendo il suo pensiero le spiegò il motivo dell’atteggiamento della ragazza:

-         Qui da noi non è molto opportuno abbracciare un nobile o per di più un principe, in questo modo, in luogo pubblico –

-         Oh scusa non …non volevo – Disse allontanandosi subito dal ragazzo.

-         No non preoccuparti tu non sapevi –

Veronica prese un libro da uno scaffale ma aprendolo si accorre di non comprendere ciò che vi era scritto.

“Credo sia Inglese arcaico. Non comprendo”

Il suo viso si rattristò e Philip non potè non accorgersene.

-         C’è qualcosa che non va? –

-         A dire il vero si… io non conosco questa lingua –

-         Oh scusa non ci avevo pensato –

-         Non fa niente non ti preoccupare –

-         Aspetta un modo c’è. Leggerò io per te –

Passarono il resto della giornata a leggere e a chiacchierare scoprendo che a entrambi piaceva osservare le stelle.    Finché non scese la sera e Margherit venne a prendere Veronica.

-         Ma dove eravate finiti? Vi sto cercando da tanto – Disse entrando nella sala.

-         Oh Margherit. Hai bisogno di qualcosa –

-         Sono stata incaricata da sua grazia di far indossare l’abito per la festa alla fanciulla Veronica –

-         L’abito per la festa? Ma perché questo non va bene? –

-         Ma cosa dite? – Disse sconvolta la donna.

-         Non preoccuparti va pure ci vediamo dopo alla festa –

Margherit la riaccompagnò nella camera color rosa e le fece indossare un vestito fatto di due veli, quello sottostante verde chiaro e quello sopra azzurro, i due veli insieme creavano un bellissimo effetto verde acqua e per di più sia sul corpetto che ai piedi della gonna con filo argentato erano ricamati friggili campanule alternate a piccole pietre di smeraldi incastonate nel vestito.

-         La prego levi quella collana e indossi questa – Le disse la donna con in mano una collana d’argento con ciondolo a forma di campanula alla cui punta era incastonato un piccolo, tondo smeraldo.

-         No. Non posso è troppo importante per me –

-         Ma la indosserà domattina –

“ Domattina non potrò più indossarla. Voglio tenerla almeno fio alla fine del tempo che mi resta da rimanere qui”

-         La prego non me la faccia togliere la nasconderò sotto l’abito –

-         Ho capito va bene –

L’aiuto poi ad indossare la collana, orecchini forgiati in modo identico alla collana e dopo avergli acconciato i capelli in piccoli boccoli ad indossare un piccolo diadema anch’esso come la collana.          Quando fu pronta l’accompagnò alla sala, era colma di gente vestita con abiti splendidi, ma Veronica si senti, per la prima volta da quando era lì, spaesata difronte a quello stile di vita completamente diverso dal suo, e al quale sin da quando era bambina aveva sognato di farne parte. Subito però Philip vedendola entrare nella sala le si era avvicinato.

-         Sei stupenda con quest’abito –

-         Gra…grazie -  Rispose imbarazzata.

Anche l’abito di Philip era cambiato; ora era di un azzurrino, simile a quello del primo velo del suo vestito, con fini ricami argentati.     Veronica non potè far almeno di notare che al suo arrivo tutti gli occhi della sala si erano concentrati su di lei e sull’amico.

-         Ma cosa gli prende?Perché ci fissano? –

-         Niente di che. Avranno pensato che siamo fidanzati –

-         Cosa? – Arrossì violentemente e Philip ne fu lieto.

Philip la presentò ad alcune delle persone più importanti che vi erano nella sala; tra le quali madri e figlie gelose che avrebbero voluto il principe per le figlie o per loro e che ora guardavano invidiose Veronica; e gli disse a quali doveva star lontana, nonostante sapesse che non l’avrebbe lasciata neanche un secondo da sola. Infondo alla sala vi era un maestoso banchetto colmo di prelibatezze e dopo aver salutato il re e la regina e dopo aver mangiato qualcosa Philip invitò Veronica a ballare, la prese per mano e inginocchiandosi le disse:

-         Mia dolce principessa mi concede questo ballo –

-         Con molto piacere – Disse inchinandosi dopo essere arrossita.

Philip tenendola per la mano la portò in pista dove ballarono due dolcissimi lenti stretti ognuno nell’abbraccio dell’altro con i cuori che martellavano a mille nei loro petti.

-         Lo so che dato il fatto che ci conosciamo solo da stamattina è esagerato ma sento di volerti dire che ti voglio già bene –

-         Anch’io te ne voglio. E vorrei tanto poter restare qui con te più a lungo ma… -

-         Ma è impossibile –

Il viso di entrambi si rattristo per un attimo ma Philip prendendola per mano la portò fuori ad un terrazzino colmo di rose rosse rampicanti, illuminato solo dalla fioca luce delle candele e dalle stelle che iniziavano a colmare il cielo. Qui Veronica capì che stava giungendo il momento in cui avrebbe dovuto dire addio a Philip e abbassando il viso scoppio in lacrime. Philip prese le sue mani nelle sue e le disse dolcemente:

-         Non preoccuparti sento che un giorno ci rivedremo e quando accadrà niente e nessuno potrà più separarci. E poi sono contento di averti conosciuto –

Philip l’abbracciò e poi raccolse dalla balconata una rosa e la poggiò tra i capelli di Veronica.

-         Non ti dimenticherò mai –

Si avvicinò lentamente a Veronica e la baciò dolcemente.    

“Fa che possa rivederla”   “Fa che possa rivederlo”              

Proprio in quell’istante una stella cadde dal cielo in una lunga scia d’orata e quando Veronica riaprì gl’occhi si ritrovò in piedi sul prato di casa sua. Si lasciò cadere in terra e si portò una mano ai capelli dove vi trovò la rosa rossa ,che Philip le aveva posto, che subito al suo tocco cadde in terra. Portò poi la mano al collo dove vi trovò la collana regalatagli da Philip. Non era stato un sogno e quella collana e la rosa ne erano la prova.  Rimase seduta ancora un po’ sul prato ad osservare le stelle poi raccolse la rosa e tornò a casa dove la depose in un libro.

 

Erano passati parecchi anni da quella notte e ora Veronica aveva ventun anni e frequentava l’università di astronomia in una città non molto distante dalla sua di origine. Ma ogni anno la sera di S. Lorenzo tornava a casa e andava da sola nel giardino ad osservare ad occhio nudo le stelle, nonostante ora possedesse un telescopio. Tante e tante volte aveva richiesto alle stelle di ritornare da Philip ma questo suo desiderio non fu mai ascoltato. Quella sera Veronica si sedette sull’umida erba a pensare a quel meraviglioso viaggio che aveva affrontato quando aveva quattordici anni e anche questa volta avrebbe esaudito il suo solito desiderio.

“Fa che possa rivederlo”

Ma c’era una cosa che non sapeva la stella che quella notte era caduta nello stesso istante in cui lei era tornata al suo tempo, prima di morire aveva esaudito il desiderio dei due giovani commossa dal sincero affetto che provavano l’uno per l’altra e aveva fatto il modo che Philip rinascesse in ogni generazione della sua famiglia ricordandola.

Mentre Veronica era assorta nei suoi pensieri qualcuno le coprì gl’occhi con le mani e quando si girò si ritrovò di fronte un bellissimo ragazzo dai capelli castani scuri e gl’occhi azzurri.

-         Philip!? –

-         Non più ora mi chiamo Mattia -

Veronica non esitò chiedendogli spiegazioni, ora l’importante era che lui era con lei, e buttandogli le braccia al collo l’abbraccio in lacrime.

-         Ti amo –

-         Ti amo anch’io –

 

                                                                                                           Fine

                                                                                               Caya

  
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