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Autore: ReRuIchi    18/08/2011    6 recensioni
Spoiler per chi segue il manga!
Ichigo barcollava per le strade di Karakura, una mano poggiata su un muro per sostenersi, l'altra stretta attorno al collo di una sottile bottiglia di sakè [...]
P.S. Ichigo è abbastanza OOC
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                                        La mia vita sei tu

Ichigo barcollava per le strade di Karakura, una mano poggiata su un muro per sostenersi, l'altra stretta attorno al collo di una sottile bottiglia di sakè. Questa volta aveva davvero esagerato; sentiva il suo stomaco in subbuglio e la testa gli girava come non mai, mentre la vista era debole e offuscata. Un conato di vomito lo investì, e dovette fermarsi vicino a un lampione per liberarsi del peso che aveva sullo stomaco. Si rialzò ma cadde in ginocchio, reggendosi la testa.

Era uno stupido.

Aveva cominciato a bere due anni prima, quando aveva perduto i suoi poteri da Shinigami;era successo all'improvviso, ancora ricordava quella scura sera di settembre,di fronte a lei(il suo nome ormai era diventato tabù, non osava nemmeno pensarlo)in un parco vicino la scuola. Aveva finalmente trovato la forza e il coraggio di riverarle i suoi sentimenti, aveva finalmente capito che era lei l'unica donna che avrebbe voluto al suo fianco per sempre. La persona che gli aveva dato il potere per lottare, l'unica che avrebbe difeso anche a costo della vita.

La donna che aveva capito di amare.

Lei era lì, davanti a lui, appena arrivata dalla Soul Society, con indosso quella veste nera che la faceva sembrare più piccola di com'era già. Troppo lunga per la sua statura, troppo larga per il suo esile corpo. Ichigo la osservò qualche secondo, prima di avvicinarsi. Acora si ricordava la scena in ogni minimo particolare.

Lo aveva colpito in viso, urlandogli contro, dicendo che non poteva chiamarla nel cuore della notte se non c'erano Hollow nei paraggi. Avevano iniziato a litigare, come al solito, ma poi improvvisamente la vide smettere di gridare, e guardarlo seriamente.

"Devi dirmi qualcosa di importante, Ichigo"lo aveva detto con tono distaccato, eppure sembrava perplessa e aveva una strana luce negli occhi. Il ragazzo ancora oggi non riusciva a capire cosa significasse quel barlume che aveva attraversato gli occhi blu della Shinigami.

"Ehm...sì"una risposta davvero stupida e deprimente; la ragazza l'aveva guardato in modo compassionevole, come se fosse appena uscito da un manicomio.

"Non guardarmi come se fossi pazzo!"sbraitò lui.

"E come dovrei guardarti?!"rispose lei, sbuffando. Stavano di nuovo per litigare. No. Non voleva di nuovo prendersela con lei, non quella sera. Doveva dirglielo, era giunto il momento, non poteva tirarsi indietro.

"Rukia io..."fu un sussurro; la ragazza lo fissò, confusa, mentre lui si avvicinava sempre di più, fino a che i loro corpi quasi si sfiorarono. Gli occhi nocciola di lui furono inghiottiti da quelli azzurri di lei, e viceversa. Ichigo alzò la mano destra, tremante, e delicatamente, come se stesse toccando porcellana, la posò sulla guancia della ragazza. La shinigami non si mosse, continuò a fissarlo, mentre piano piano la confusione che aveva regnato poco prima nel suo sguardo svaniva lentamente. Il ragazzo sentì la mano della mora stringere il suo polso sinistro, con forza, come per accertarsi che lui fosse lì davvero. A quel gesto il cuore di Ichigo iniziò ad accellerare, e finalmente capì. Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che preoccuparsi inutilmente; aveva tentato di reprimere i suoi sentimenti perché era sicuro che la ragazza non provasse nulla nei suoi confronti, eccetto una grande amicizia. E invece nei suoi occhi lesse gli stessi sentimenti e le stesse preoccupazioni che lo avevano torturato per mesi; si diede dello stupido per non averlo capito prima e per aver sprecato tutto quel tempo a fingere di considerarla solo un'amica e una compagna. Lei non era questo.

Avvicinò il suo viso a quello di lei, lentamente, continuando ad osservarla negli occhi, pronto a cogliere una qualsiasi incertezza, pronto a fermarsi. Ma l'unica cosa che vide nello sguardo di Rukia fu una determinazione che lo lasciò spiazzato. Si avvicinò ancora, le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza. Era tutto così perfetto, ancora non riusciva a crederci. Ma poi, improvvisamente, un dolore familiare attraversò il suo corpo. Si allontanò dalla ragazza, gridando e stringendosi il petto. Cadde in ginocchio. Sentì Rukia chiamarlo, ma la sua voce era così lontana; Ichigo sgranò gli occhi, e quando vide la figura di Rukia che stava lentamente scomparendo davanti a lui capì cosa stava accadendo.

I suoi poteri da Shinigami stavano svanendo.

Perché proprio in quel momento? Era questa la domanda che si pose allora, e che continua a chiedersi anche adesso. Chiamò la ragazza, tendendo una mano verso di lei; Rukia la afferrò, ma ad Ichigo sembrò di stringere l'aria.

"Non andartene, non andartene ora!"lo urlò con tutto il fiato che aveva in gola; ormai la figura della Shinigami stava svanendo lentamente, Ichigo poteva distinguerne solo i contorni.

"Ci rivedremo Ichigo. Quando sarà il momento verrò a prenderti. Te lo prometto" queste parole gli arrivarono all'orecchio, come trasportate dal vento. E poi, all'improvviso, le sentì. Le labbra di Rukia poggiate sulle sue; un bacio semplice, casto, ma pieno di dolore. Quando sentì la ragazza staccarsi, cadde a terra, svenuto. Fu ritrovata da Urahara steso a terra, immobile. Il viso bagnato da lacrime non sue.

La bottiglia gli cadde dalle mani, finendo a terra e rompendosi; il suo proprietario si accasciava contro il muro, mentre quei ricordi terribili e dolci allo stesso tempo lo assalivano. Avrebbe voluto dirle "ti amo", quel giorno. Avrebbe voluto dirle che, da quando l'aveva conosciuta, il suo animo aveva smesso di piangere, la sua vita era stata nuovamente illuminata, aveva trovato la strada da percorrere. Ma non ne aveva avuto il tempo, e si maledì per essere stato insieme a lei mesi e mesi senza dirle mai nulla. Si colpì da solo con un pugno, dandosi dello stupido. E continuò a camminare, senza una meta precisa.

Dopo quel giorno aveva cercato di continuare a vivere normalmente. Tentava di divertirsi con i suoi amici, continuò a concentrarsi sullo studio, iniziò ad uscire anche con Inoue, solo per dimostrare a tutti di stare bene, di aver superato i suoi problemi, di poter vivere anche senza di lei.

Ma vivere senza Rukia accanto era peggio della morte.

Iniziò a bere.

I suoi compagni di classe lo portarono in un locale, un giorno, per divertirsi un pò. Non era mai stato un grande amante dell'alcolo ma, bicchiere dopo bicchiere, si rese conto che il dolore e la frustazione che lo attanagliavano diminuivano sempre più.

Iniziò a frequentare cattive compagnie e ad uscire ogni sera, andando in svariato locali e bevendo qualunque cosa vedesse sui banconi, suscitando la preoccupazione della sua famiglia e dei suoi amici.

Mentre continuava a ciondolare per le strade, la sua mente tornò alla conversazione avuta con i suoi amici, un'ora prima. Ishida, Chad e Inoue erano entrati nel locale dove stava passando quella serata. Non seppe come avevano fatto a trovarlo, e vederli lì fu una vera seccatura. Anche se avevano lottato insieme ed erano amici da tempo, ormai anche loro avevano perso importanza nella sua vita, come tutto il resto d'altronde.

 Vide Ishida e Chad sedersi alla sua destra, mentre Orhime si sedette sul lato opposto. Non li degnò nemmeno di uno sguardo, soprattutto la ragazza. Ishida, vedendolo indifferente, mentre sorseggiava un bicchiere di vodka, perse la sua solita calma e sbattè un pugno sul tavolo.

"Ti stai comportando da vero idiota, Ichigo"sbottò"hai intenzione di continuare ancora a lungo!"

Ichigo non rispose, e continuò a sorseggiare il suo drink.

"Affogare i tuoi problemi nell'alcool non ti porterà da nessuna parte".

Inchigo non rispose ancora.

"Kurosaki-kun"Inoue lo chiamò debolmente, ma lui nemmeno si girò a guardarla; la ragazza non demorse"Ti prego, smettila. Kuchiki-san non vorrebbe..."

"Non nominarla!"gridò, infuriato, facendo cadere a terra il suo bicchiere e fissando Orhime con un'espressione di puro odio sul viso"Nessuno di voi deve azzardarsi a parlare di Rukia. Non ne avete il diritto!"

"Non attaccare Orhime adesso! Lei vuole solo aiutarti"disse Ishida, intimorito. Non aveva mai visto Ichigo reagire in quel modo.

"Nessuno può aiutarmi, perciò smettetela di farmi la predica e lasciatemi vivere come voglio!"

"Questo non è un buon modo di vivere"si intromise Chad.

"Ma è l'unico modo che ho per dimenticare ciò che ero un tempo, e per dimenticarmi di lei"sentì Inoue singhiozzare accanto a lui. Non ci badò; avrebbe dovuto intuirlo che per lei non aveva mai provato nulla che superasse una semplice amicizia.

"E sei riuscito a raggiungere i tuoi obiettivi?"chiese ancora Ishida.

"Che domanda stupida..."Ichigo chiamò il barista, e si fece portare una bottiglia di sakè. Dopo aver pagato si alzò, barcollante, portandosi la bottiglia alle labbra e bevendo un lungo sorso del forte liquore all'interno.

"E ora dove cavolo vai?!"gridò Ishida.

"A casa, lasciatemi in pace"

"Kurosaki-kun..."Inoue gli strinse una mano, ma Ichigo si ritrasse come scottato.

"Non toccarmi"sibilò, e uscì dal locale.

Si trovava su un ponte, lontano da casa. Si fermò ad osservare il fiume che passava sotto di lui. Sorrise, pensando a una cosa che gli aveva detto Renji anni fa.

"La vita umana e simile ad un fiume, che nasce da una sorgente, scorre attraverso un percorso tortuoso e alla fine sfocia nel mare, dove si fonde con l'acqua salata e inizia un nuovo, meravigloso viaggio"

Quel cretino con la sua filosofia da quattro soldi. Gli mancava molto anche lui.

 Si voltò vero la strada, dove le macchine sfrecciavano a gran velocità. Nessuno badava a quel diciottenne ubriaco, pericolosamente vicino alla strada, nascosto nel buio. Ichigo le osservava correre, mentre piano piano, senza sapere perché, si avvicinava alla strada. Migliaia di ricordi gli affollarono la mente. Sua madre e suo padre che lo tenevano per mano quando era ancora un bambinetto, la nascita di Yuzu e Karin, il dojo e Tatsuki che lo buttava al tappeto, la morte prematura della signora Kurosaki, i giorni di scuola trascorsi con i suoi amici Chad, Ishida, Inoue e gli altri...

E poi lei.

Quando ottenne i suoi poteri da Shinigami per difendere la sua famiglia, quando combatterono gli Hollow, quando andò a salvarla dalla morte, quando sfidarono Aizen e gli Arrancar.

E quando scomparve di fronte a lui.

I suoi pensieri si fermarono di colpo, e il ragazzo rimase in bilico sul marciapiedi, gli occhi sgranati. Una volta suo padre gli disse che, quando una persona sente di stare per morire, tutta la sua vita gli scorre davanti agli occhi, come un film. Proprio come era successo a lui in quel momento. Eppure i suoi pensieri si erano interrotti non appena l'immagine di Rukia che spariva davanti i suoi occhi aveva attraversato la sua mente. Era come se, da quel giorno, la sua vita fosse finita.

Sorrise, tristemente, e dopo quella constatazione seppe cos'è che avrebbe davvero allievato il suo dolore. L'alcool non poteva aiutarlo, e nemmeno i suoi amici, o la sua famiglia.

No.

L'unica cosa di cui aveva bisogno era rivederla,stare di nuovo al suo fianco, e c'era un unico modo per farlo.

Prese il cellulare e mando tre messaggi uguali a tre diverse persone. Dopo aver fatto ciò gettò il telefono a terra e fissò il cielo sorridendo.

"Rukia" sussurrò, scendendo dal marciapiede e lanciandosi in mezzo alla strada; sentì una macchina frenare all'impazzata, ma era troppo tardi ormai.

Quando Ichigo aprì di nuovo gli occhi vide il suo corpo sanguinante steso a terra, mentre l'automobilista lo scuoteva disperato. Si alzò barcollando, osservando le svariate macchine che si fermavano ai lati della strada e una donna che chiamava un'ambulanza. Ma il suo sguardo si spostò immediatamente su una figura poco distante, e il suo respiro si fermò. Anche se erano passati due anni non aveva dimenticato un solo particolare di quella ragazza che, di fronte a lui, sorrideva tristemente.

"Perché l'hai fatto, Ichigo?"il suono della sua voce era così dolce. Il ragazzo,ancora meravigliato da quello che ai suoi occhi sembrava un sogno, si avviò con passo malfermo verso di lei, con una lentezza inaudita, mentre tutti i suoni accando a lui svanivano.

"Non riuscivo ad andare avanti, Rukia"si trovavano nella stessa posizione di quel lontano giorno in cui si dissero addio.

"Ichigo"sussurrò, per poi abbandonare il viso sul suo petto. Il ragazzo la strinse con forza, inebriandosi del suo profumo. Nemmeno quello era riuscito a scordare.

"Hai mantenuto la tua promessa"le disse, accarezzandole il capo "Grazie"

La vide alzare il capo, gli occhi lucidi, mentre le sue mani continuavano a stringere la maglia del ragazzo.

"Sei sicuro di aver fatto la cosa giusta?Qui c'è la tua famiglia, la tua casa, ci sono i tuoi amici..."gli chiese Rukia, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro perché Ichigo la baciò, infilando una mano tra i suoi capelli, come avrebbe voluto fare anni fa. Si staccò di qualche centimetro, fissandola negli occhi.

"Mi basti tu, Rukia, sei tutto quello che desidero"la baciò di nuovo"Portami a casa"la vide sorridere, e sfilare la sua Zampakuto, per aprire il cancello che conduceva alla Soul Society. Il cancello si aprì, Ichigo si voltò un attimo, vedendo svariate persone che si affaccendavano intorno al suo corpo. Tornò ad osservare Rukia, sicuro che gli altri avrebbero capito.

"Andiamo. A ti avverto, dovrai subirti una strigliata da Renji, quando ha saputo cosa avevi fatto voleva venire di persona a linciarti"disse Rukia, sorridendo.

"Non vedo l'ora di prendere a pugni quell'idiota, le mie nocche si erano abituate alla sua faccia"disse, stringendo dolcemente la mano di Rukia e attraversando il cancello. Sì ne era certo, dopo due anni di errori, aveva davvero fatto la scelta giusta.

                                                                                                     ***

Orhime, Chad e Ishida uscirono sconsolati da quel locale di infima categoria e, dopo essersi salutati, tornarono nelle loro rispettive case. Due ore dopo, i cellulari dei tre ragazzi squillarono contemporaneamente, ma Chad e Ishida, distesi sui propri letti, non ci fecero caso. Orhime invece, ancora sveglia, andò a controllare chi fosse, e si stupì nel vedere un messaggio di Kurosaki. Emozionata aprì il telefono, ma la contentezza che aveva illuminato poco prima il suo volto svanì nel momento in cui lesse il messaggio e comprese ciò che era successo.

"Grazie per tutto quello che avete fatto per me, siete stati davvero degli amici preziosi, ma ormai non posso più rimanere qui. La mia vita si trova nella Soul Society, insieme a lei, ed è lì che ho intenzione di andare.Perdonatemi per avervi trattati male, non era mia intenzione. Siate forti, e non arrendetevi mai. Addio.

                                                                                                                                                                                                                        Ichigo Kurosaki"

 

Lasciò cadere il cellulare, e con le lacrime agli occhi si avvicinò alla finestra e sbirciò fuori, dove vide svariate ambulanze che correvano impazzite per le strade e due farfalle nere che volavano insieme nel cielo stellato.

                                                                                                                ***

Salve a tutti!Era da un pò che avevo in programma di scrivere una fiction di Bleach, ed eccola qua! Spero possa piacervi, fatemi sapere che ne pensate, ciao ciao!

 

 

 

  
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