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Autore: Rubysage    26/02/2004    7 recensioni
(FINALMENTE CONCLUSAAAAA!!) Cosa succede quando un genietto dispettoso scambia tra loro le vite dei nostri amici? Forse impareranno ad apprezzare quello che hanno...o forse no? (Attenzione: parzialmente OOc e un pochino What if...ma proprio un pochino...)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Allora, quando partiamo

- Allora, quando partiamo?-

Patty sospirò e si passò una mano sul viso, stravolta ed esasperata. – Me l’hai già chiesto cinque minuti fa, Jenny…e poi ancora cinque minuti prima, quando abbiamo fatto il check-in,e  ancora prima, quando siamo scese dal taxi…se potessi far anticipare il volo l’avrei già fatto, credimi! Ma siccome: primo, non ho poteri paranormali, secondo, non sono una terrorista e terzo non ho conoscenze tanto in alto, stai buona e goditi gli stramaledetti negozi di questo stramaledettissimo aeroporto invece di rompermi l’anima, accidenti!! –

Insomma, dopo quello che era successo nei giorni precedenti, Patty aveva tutto il diritto di essere un pochino nervosa, ma quando vide l’espressione mortificata di Jenny si sentì mostruosamente in colpa.

Jenny…

Patty stentava ancora a credere che fosse vero. La persona che si trovava nel corpo di Holly, invece, ne sembrava più che convinta. Ma che fosse davvero Jenny…

Morale, dopo la telefonata di Benji si era precipitata a casa Hutton dove aveva rivelato tutto a quello che lei credeva essere Holly ma che in realtà era Jenny, il cui corpo era occupato da Benji, mentre il vero Holly chissà dov’era…beh, non ci aveva ancora capito niente, ma Holly (o meglio Jenny) era stato felicissimo (o  felicissima? Come gli si doveva rivolgere, ora?) nel sentire le notizie che la ragazza aveva portato. Un po’ meno felici erano stati i genitori di Patty e Holly, dal momento che dover sganciare cinquantamila yen per un biglietto aereo per Sapporo per qualche motivo apparentemente urgente ma che puzzava tremendamente di frottola non li riempiva certo di gioia.

Ad ogni modo, ora Patty e Jenny erano all’aeroporto di Tokyo, in fervente attesa del primo aereo che le avrebbe portate a Hokkaido, da Philip e Benji. Il problema, ora, era capire come avrebbe reagito Jenny quando avesse visto il suo corpo occupato da un altro ingombrante inquilino…

Insomma, in quell’immenso casino Patty aveva tutto il diritto a sentirsi un pochino frastornata, no? Chissà come doveva stare Jenny…

- Scusa – dissero le due ragazze all’unisono.

- No, sono io che mi devo scusare… - disse Patty – Cerca di capire…non ho mai vissuto una situazione del genere, sono piuttosto nervosa. –

- Tu? – rispose Jenny – E io che ci sono dentro, allora? Credimi, se tu non avessi fatto quella telefonata, credo proprio che avrei commesso qualche sciocchezza… -

- Per fortuna non l’hai fatto – disse Patty sorridendo – Mi sarebbe seccato parecchio perdere due persone care in un colpo solo! –

Jenny le restituì il sorriso e l’abbracciò. – Grazie per quello che stai facendo, Patty…ti voglio davvero bene. -

La ragazza non rispose, ma pensò che avrebbe pagato oro pur di trovarsi in quella situazione con il vero Holly. E invece…

Le venne da piangere. Per fortuna l’aeroporto era mezzo vuoto…

- Dimmi, Jenny… - disse, tirando su col naso e stringendo a sé il corpo del suo grande amore – E’ possibile essere più sfigati di così? –

ATTENZIONE, ATTENZIONE…SI AVVISANO I SIGNORI PASSEGGERI CHE IL VOLO 139 DELLA JAPAN AIR LINES PER SAPPORO TARDERA’ DI 45 MINUTI. ATTENZIONE, ATTENZIONE… gracchiò una voce dall’altoparlante.

- Ecco, appunto! – disse Patty alzandosi – E’ la volta che ammazzo qualcuno… -

Jenny sospirò. – Senti, a questo punto possiamo anche aspettare a raggiungere il nostro gate. Seguiamo il tuo consiglio e facciamo un giro per i negozi. Ho visto un completino rosa che è la fine del mondo! L’unico inconveniente è che dovresti provarlo tu per me… -

- Questo è l’ultimo dei nostri problemi – rispose Patty – Vieni, andiamo. E speriamo che nel frattempo qualcuno guardi giù dal cielo e…EHI!! –

Prima che potesse accorgersene, la ragazza venne urtata da un passante che finì lungo steso per terra insieme a lei.

- Ma chi diavolo…?!? –

- Santo cielo, perché, perché non guardi dove metti i tuoi stupidi piedi anche fuori dal campo di calcio?! Aspetti, signorina, la aiuto a rialzarsi…e tu cosa aspetti a chiederle scusa, imbecille?! -

- Ehm…scusi tanto, signorina, si è fatta male? –

- Patty, tutto bene? – disse Jenny.

- PATTY?!? -

- Ma…signor Marshall!! – disse Patty, riprendendosi.

- BENJI?!? – disse Jenny.

- Ciao Patty… Ehi, un momento! Ma quello sono io!! – disse Benji. O meglio, chi per lui…

Jenny impallidì. – Io…io sto per svenire… - disse, poco prima di crollare per terra, ma nessuno la considerò minimamente.

Patty, con gli occhi spalancati, guardava Holly, mentre Holly guardava Jenny e il signor Marshall guardava tutti e tre con l’aria di uno che sta per avere una crisi di nervi.

- Patty… - disse Holly – Almeno tu sei tu o sei qualcun altro? –

- No, sono proprio io…ma tu… non dirmi che… -

- Sì, a quanto pare sono io. –

- Ma io chi?!? – intervenne Freddie.

- …Holly?!? –

- Così sembra… – disse il ragazzo, sospirando.

- Scusate… -

Patty era sull’orlo delle lacrime. – Holly…mio Dio, non hai idea di quanto sia felice di vederti! Anche se…beh, è strano vederti così… -

- Per favore, potreste considerarmi un secondo?!? – esclamò Freddie, imbufalito.

I due si voltarono verso di lui.

- Grazie mille!! Sentite, la volete finire di prendermi palesemente per il culo? Se tu sei Holly, quello che è appena svenuto chi cazzo è?!? –

- E’ Jenny, la ragazza di Philip. – disse Patty.

Freddie sogghignò. –Sì, certo, come no…e io sono Elvis…-

- Jenny?! – esclamò Holly senza considerare minimamente l’uomo – Mioddio! Allora Benji dov’è finito?! –

- Prova ad indovinare… - disse Patty.

- E’ inutile che si sforzi, tanto non ce la potrà mai fare – disse Freddie, sarcastico, ma né Patty né Oliver gli fecero caso.

- Santo cielo, che pasticcio… - disse Holly, che a fare due più due, evidentemente, era ancora capace.

- Senti – disse Patty – Io e Jenny andiamo a Hokkaido, da Philip. Benji si trova lì, imprigionato nel corpo di Jenny…so che è un casino pazzesco, io stessa stento a capire e a credere, ma non ci resta nient’altro da fare … -

- Portatelo dietro – disse Freddie, imbronciato, incrociando le braccia – Chissà che la neve non gli rinfreschi un po’ le idee… -

Patty si illuminò. -Bravo, Freddie! Questa sì che è un’ottima idea! –

- Quale idea? –

- Quella di portare Holly con noi! Hai un po’ di soldi? Forse siamo ancora in tempo per comprare un biglietto…-

- Un momento, un momento! – disse Freddie – Io non mi faccio piantare in asso in questo modo, chiaro?! –

- Senta un po’, Freddie, ha forse un’idea migliore? – disse Patty mettendosi le mani sui fianchi.

- Ma che cazzo di idee dovrei avere?! – esclamò Freddie – Portati questo imbecille dove ti pare, fallo sparire dalla mia vista, ma prima esigo delle spiegazioni!! –

- Mi dispiace ma non abbiamo tempo. Forza, Holly, ti accompagno alla biglietteria, poi telefoniamo a Philip e gli diciamo di aggiungere un posto a tavola! Arrivederci, Freddie! -

- Scusate – disse Holly con voce tremante mentre Patty lo trascinava via – Il mio corpo è appena svenuto. Qualcuno potrebbe aiutarmi a farlo rialzare prima che mi metta a  urlare? –

- Oh, già! Dimenticavo la povera Jenny… - Patty si chinò sulla ragazza e le diede qualche schiaffetto per farla rinvenire. – Jenny, tesoro…sbrigati o perderemo l’aereo… -

- …Eh?…Ah…sì, eccomi… - rispose Jenny, ancora parzialmente incosciente. Poi si rialzò e, barcollando, seguì i due amici, scomparendo tra la gente che cominciava a riempire l’aeroporto.

Freddie, palesemente ignorato da tutti, cominciò a strizzare un occhio in maniera incontrollabile; il piccolo tic fu, in breve, seguito dall’arricciamento di un angolo della bocca e dall’emissione di uno strano rumore simile al verso di una foca.

In piena crisi di nervi e ignorato da tutti, dicevamo.

Ma non proprio da tutti, a dire la verità; per esempio, un tizio armato di macchina fotografica che aveva seguito lui e il suo pupillo fin da Bangkok non l’aveva ignorato affatto.

Non li aveva persi di vista nemmeno un momento, da quando erano scesi dall’aereo.

E ora il tizio, che per la cronaca lavorava per un giornale scandalistico, stava armeggiando febbrilmente con un telefono cellulare.

- Dave, sono io! Senti, ho uno scoop pazzesco. Sì, lo so che è tardi, ma stammi bene a sentire; tre colonne in prima pagina, caratteri cubitali: “Crisi d’identità per Price e Hutton: il ritiro influenza i gusti sessuali degli astri nascenti del calcio? La risposta si trova a Hokkaido”. Certo che sì, idiota, ho anche le foto…e che foto! Ferma immediatamente le rotative e aspettami…ah, sì, aggiungi anche “Freddie Marshall fuma pesante”! E’  la volta che triplichiamo la tiratura, cazzo! -

 

 

 

Philip spignattava nervosamente mentre Benji, seduto al tavolo della cucina, leggeva il giornale sbadigliando di tanto in tanto.

- Ha chiamato Patty. Arriva questo pomeriggio. Con te. – disse Philip marcando parecchio quest’ultima parola.

- Hm – rispose Benji.

- Uh, frena l’entusiasmo…-

- Non è che vedere me stesso dall’esterno mi riempia di gioia – rispose Benji.

- Neanche me, se devo essere sincero. Ne ho già abbastanza di uno solo di te, immagina quanto posso essere felice di vederti sdoppiato; la tua testa da una parte, il tuo corpo dall’altra…una persecuzione! –

- Vaffanculo. –

- Altrettanto. –

Philip ricominciò ad armeggiare tra  i fornelli, più arrabbiato di prima.

- Potresti anche sforzarti di aiutarmi a preparare la colazione, invece di cazzeggiare come al solito… – ringhiò.

Benji non fece nemmeno lo sforzo di guardare l’amico in faccia. – No, bello, io ho richiamato Patty e (forse) ho risolto il nostro problema, quindi oggi la colazione tocca a te. Un po’ per uno in braccio alla mamma! –

Philip si girò brandendo minacciosamente una spatola. – Un momento, cocco, tu non hai risolto un accidente! Aspettiamo che Patty arrivi qui con la vera Jenny e il tizio che c’è dentro di te, poi vediamo come sistemare questa maledetta faccenda. Nel frattempo, guai a te se ci provi di nuovo con Julia! –

- Se alludi a ieri sera, avevo solo voglia di fare due chiacchiere. C’è qualcosa di male se intrattengo la tua cuginetta? -

- Non mentre si depila le gambe, porco che non sei altro!! -

- Uffa, e va bene… – sbuffò Benji - Più che altro, stavo pensando ad una cosa: se Jenny torna nel suo corpo, io dove pensi che finirò? –

- Questo è un problema tuo. – rispose Philip, acido – Io voglio solo riavere la mia ragazza tutta intera e nel suo corpo. –

- Eh, già – disse Benji sogghignando – Fino ad allora, però, frena gli ormoni oppure augurati che non ci siano giornalisti in giro… -

Philip rabbrividì, pensando alla sua ragazza intrappolata nel corpo di Oliver Hutton. Gli venne un conato di vomito.

- Piantala di fare lo spiritoso! – rispose, poi, secco – Nemmeno tu sei in una condizione idilliaca. Se vuoi che il cerchio si chiuda, prova ad immaginare chi potrebbe essere finito nel tuo corpo! –

Benji impallidì. – Ho un’ipotesi – disse – Ma se è giusta, ti assicuro che mi sparo... -

- No, carissimo, prima facciamo tornare Jenny normale, dopodiché puoi ammazzarti come ti pare. E ora muoviti e sbatti due uova in quella padella! –

- Odio le uova al tegamino – disse Benji – Non si potrebbe avere una crêpe suzette? -

- Ma vai a cagare – ribattè Philip. In quel momento Julia fece il suo ingresso in cucina.

- Uh, il buon giorno si vede dal mattino… - disse la ragazza, addentando una fetta di pane.

- Ciao, Julia! – disse in tono squillante Benji, notando il cortissimo pigiamino rosa che scopriva abbondantemente le gambe della ragazza.

- ‘ao… – disse Philip dopo aver incenerito Benji con lo sguardo.

Julia rivolse al cugino uno sguardo di disapprovazione e si sedette accanto a Benji, sorridendo e aggiustandosi i capelli. – E’ strano che il clima di Hokkaido non vi abbia giovato! Erano secoli che non dormivo così bene. Sarà l’aria di montagna… Beh, che c’è di buono per colazione? – chiese.

- Tè e uova al tegamino bruciate – rispose Benji in tono ironico.

- Gnè gnè gnè – disse Philip, nero come il fondo della padella.

- Uhm…nient’altro? –

- No – rispose Philip – Ieri il…la signorina qui presente si è fatta fuori mezza scatola di cereali, tre salsicce e un barattolo di marmellata a cucchiaiate. Oltretutto non è rimasto nemmeno un goccio di latte; il tè dovrai berlo liscio, mi spiace. –

Quindi sbatté nel piatto di Benji un uovo dall’inquietante colorito nerastro. – E’ l’inconveniente di vivere con una fogna – sibilò nell’orecchio del ragazzo, stando ben attento a non farsi sentire da Julia.

- Però, che appetito! Mi domando come tu faccia a mantenere quella linea invidiabile! Io ingrasso solo a sentire certi profumini… – disse candidamente Julia – Beh, non importa. Penso che mi preparerò qualche frittella con lo sciroppo d’acero che ti ha portato Jenny… è una vera delizia! Posso, Jenny? –

- Certo che sì! – rispose Benji, zelante. Cavolo, quella ragazza aveva cominciato a piacergli dal primo momento in cui l’aveva vista. Gli piaceva il suo modo di aggiustarsi i riccioli dietro l’orecchio, il suo modo di accavallare le gambe, di ridere gettando la testa all’indietro…ma nelle sue condizioni poteva fare ben poco, oltre a lavorarsela in attesa di tempi migliori…e quella era l’unica cosa da fare in quel momento…

- Senti, Julia, se vuoi ti insegno a preparare i pancakes! Ricetta americana garantita al 100%! – disse. A Philip andò di traverso l’unico boccone d’uovo che era riuscito ad inghiottire.

- Accidenti, sul serio? A-do-ro i pancakes! Sarebbe fantastico, grazie! Philip, che ne dici? –

Philip non disse nulla; era chino sul lavandino a tossire e sputare gli ultimi resti di uovo prima che gli provocassero una polmonite ab ingestis.

- Dice che va bene – rispose sarcasticamente Benji aprendo il frigorifero – Uh, guarda che fortuna! Sono rimaste giusto due uova! –

- Perfetto – disse Philip, con la voce strozzata e gli occhi lucidi per la tosse convulsa – Preparatevi pure le vostre schifezze. Io vado a fare colazione al bar. – E uscì dalla cucina, sbattendo la porta.

- Ma cos’ha? – chiese Julia, sconvolta.

- Niente, non farci caso. E’ solo un po’ nervoso. – rispose Benji, non pensando, però, che lui avrebbe avuto molti più motivi per esserlo, soprattutto in quel momento. Cercando di contenere la sua esuberanza, sbatté le due uova in una terrina.

- Dunque, guarda bene; ora sbatti le uova, poi aggiungi un po’ di farina… -

- Quanta? –

Benji ci pensò su un momento, mentre Julia apriva gli armadietti della cucina alla ricerca del prezioso ingrediente. A dire la verità lui non sapeva affatto come si facevano i pancakes; forse li aveva mangiati un paio di volte quando era a Miami, ma non ricordava nemmeno che forma avessero. O forse li aveva solo annusati e li aveva buttati nel cestino senza che i suoi genitori lo vedessero…cazzo, ne era passato di tempo! O non erano pancakes? Forse erano plumcakes…mah…

- Ho trovato la farina! – disse Julia – Allora, quanta ne serve? –

Benji si scosse dai suoi profondi pensieri culinari. – Uh? Ah, già. La farina. Dunque… -

Prese due pugni di farina e li sbatté nella terrina continuando a mescolare, fino a quando l’impasto si incollò completamente al mestolo.

- Aggiungiamo un pizzico di lievito… -

Lievito? Ma sì…

- Ehm…Jenny…se fossi in te aggiungerei anche un po’ d’acqua... –

- Stavo per dirlo – disse Benji arrossendo. Versò mezzo bicchiere d’acqua nell’impasto e continuò a mescolare.

- Così resterai a Hokkaido per un bel po’… - disse Benji.

- Già! – cinguettò Julia – Un mesetto di vacanza non me lo toglierà nessuno! Solo mi dispiace che Philip sia impegnato nel ritiro…speravo di potermi godere un po’ il mio cuginetto! –

- Per conto mio puoi godertelo quanto ti pare – rispose seccamente Benji. Poi si accorse dell’espressione perplessa di Julia e si corresse piuttosto maldestramente. – Ehm…ovviamente ricordati che io ho il diritto di precedenza! – disse, strizzando un occhio alla ragazza.

- Ovviamente… – ripeté Julia. – Sai, è un peccato che tu debba ripartire così presto. Avremmo potuto fare un po’ di cose insieme, mentre Phil sarà a Tokyo. Qui da sola mi annoierò da morire… -

- Dispiace molto anche a me… - disse Benji. E non sapeva quanto era sincero, accidenti! Ogni minuto che passava accanto a quella ragazza faceva accelerare il battito del suo cuore… Se solo non si fosse trovato in quella fetentissima situazione…

Ma quella situazione si sarebbe risolta molto presto, non aveva dubbi. Doveva solo aspettare Patty.

Già, e poi?

Beh, ci avrebbe pensato a tempo debito! Ora doveva solo cogliere l’attimo…

- E’ veramente un peccato – disse, cercando di liberare il mestolo dal collosissimo e gommosissimo impasto – Philip avrebbe potuto presentarti i suoi compagni di squadra…alcuni di loro sono delle persone veramente interessanti… -

- Lo so… - disse Julia sospirando. Benji drizzò le antenne e, facendo finta di niente, versò il grumo di pasta in una padella, ci sbatté sopra un coperchio e, con il massimo della nonchalance si mise in ascolto.

Julia si guardò intorno, quasi per essere sicura che non ci fossero orecchie indiscrete nei paraggi.

- Jenny – sussurrò – Devi aiutarmi. Visto che conosci i compagni di squadra di Philip… -

- Sìììì… -

- Insomma, uno di loro mi…mi ha fatto perdere la testa! –

Benji allargò le labbra in un sorriso da pubblicità di dentifricio. – Sarebbe? –

- Oh, non ho mai visto nessuno come lui! Ha un fisico da statua greca e quando sorride vedo le stelle! Tutte le mie amiche stravedono per lui, ha un modo di fare così galante e raffinato… –

Era fatta! A meno che non parlasse di quel morto in piedi di Julian Ross, quel superfigo non poteva essere altri che lui…

- …e poi gioca in maniera divina! Credo sia il migliore del mondo nel suo ruolo… -

- Beh, se gli hanno assegnato il titolo di Super Great Goal Keeper un motivo ci sarà… - disse Benji, con baldanzosa sicurezza.

- Cosa? –

Benji rimase un momento spiazzato. – Cosa…cosa? –

- Il…il super coso…che diavolo sarebbe? –

- Il Super Great Goal Keeper…è così che chiamano Benji Price. E’ il miglior portiere del mondo, lo sanno tutti… -

Julia scoppiò a ridere. – Price?! – esclamò – Ma chi parlava di Benji Price? Quello è uno stupido pallone gonfiato! Io mi riferivo a Holly Hutton… -

- COSA?!? –

Julia sospirò e si portò le mani al petto. – Jenny, non hai idea di quello che farei per quel ragazzo…ti prego, devi aiutarmi a conoscerlo! –

Benji era rimasto a bocca aperta, sconvolto per quella rivelazione. Non poteva essere davvero così. Un incubo nell’incubo! Quelli erano i confini della realtà…

Non solo quella splendida ragazza gli aveva dato del pallone gonfiato, ma aveva addirittura confessato di essere follemente innamorata di un pesce lesso…un pesce lesso che sarebbe piombato in quella casa di lì a poche ore…

No, non poteva, non doveva essere vero!

Oltre ad aver subito un durissimo colpo al suo orgoglio di macho, ora Benji si trovava veramente nella merda fino al collo. E puzzava tanto che il ragazzo non si accorse nemmeno dell’odore di pancake bruciato che aleggiava per la cucina…

 

  
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