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Autore: Laura del Sordo    21/08/2011    0 recensioni
L'amore č di tutti.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Conte e la Contessa erano morbidamente appoggiati sul parapetto del fiume, e guardavano l'acqua scorrere, ascoltandone il mormorio.
 
Il Barone, invece, sedeva tranquillo qualche metro indietro ed ogni tanto alzava gli occhi al cielo, facendosi tentare dai profumi della notte estiva.
 
Era stata veramente una bella serata, sul serio.
 
Non la solita partita a carte, cercando di ingannare il tempo, ma una divertente zuffa fra Lilly e Dodo, mentre Pucci si teneva, come al solito, un po' snobisticamente in disparte.
 
E poi, ormai, la gravidanza di Lolly era agli sgoccioli, ed il Conte e la Contessa erano convinti che si trattasse di giorni, se non di ore.
 
Insomma, c'era stato da divertirsi.
 
A volte il loro mondo era veramente un mondo imprevedibile.
 
Strane figure vi si aggiravano, figure che apparivano e, altrettanto rapidamente, scomparivano. Spesso, senza lasciare traccia; altrettanto spesso lasciando ricordi fuggevoli, ma in qualche modo permeati di piacevolezza per aver conosciuto qualcuno di speciale.
 
In tutti, una profonda diffidenza, soprattutto data e motivata dal fatto che, proprio in quel mondo, non ci si poteva fidare di nessuno.
 
Il Conte e la Contessa conoscevano bene quell'universo in cui ognuno pensava a se', ed erano ben consapevoli di rappresentare un'eccezione.
 
Continuarono a chiacchierare del piu' e del meno, tenendosi per mano.
 
Ogni tanto il Conte, vincendo la sua naturale timidezza e ritrosia, accarezzava amorevolmente sul viso la Contessa, guardandola negli occhi.
 
Lei rispondeva con sorrisi consapevoli, soprattutto per l'empatia che li legava e che li aveva uniti per sempre.
 
O cosi', almeno, entrambi speravano.
 
Il Barone li guardava da lontano. Sembrava quasi non volesse interrompere quella scena, alla quale aveva peraltro assistito innumerevoli volte.
 
La sua sensibilita', quasi atipica, non lo rendeva mai qualcuno di troppo, in qualsiasi situazione, ed il Conte e la Contessa lo sapevano e lo amavano anche per questo.
 
Quasi all'unisono, si staccarono dal parapetto prospiciente il Tevere e decisero di avviarsi verso casa.
 
Era tardi, e loro due non avevano fatto piu' le ore piccole da un pezzo.
 
Con passo un po' malfermo, e sottobraccio, il Conte e la Contessa, e pochi passi indietro il Barone, coprirono i pochi metri che li distanziavano dal loro ciaciglio.
 
Sopra di loro, un tetto fatto di stelle, che sembravano piu' vicine che mai. L'aria era immobile, quasi profumata. Una tipica notte da estate romana, di quelle che sembravano voler durare per sempre, di quelle che lasciano l'inverno milioni di anni indietro.
 
Molto cautamente, il Conte e La Contessa si distesero sul loro povero ed improvvisato giaciglio.
 
Con l'ennesimo sorriso si guardarono e, con l'assonanza di pensiero che li univa, entrambi si resero conto che, finalmente, da quella sera, la prima veramente calda,  la loro solita coperta, fatta di cartone, sarebbe stata superflua.
 
E poi, addormentarsi col pensiero di essere riusciti a dar da mangiare a tutti i loro gatti li rendeva allegri, anche se i cuccioli che sarebbero nati a breve da Lolly avrebbero reso la colonia ancora piu' numerosa.
 
"Buonanotte, amore", sussurro' la Contessa al Conte.
 
Si addormentarono abbracciati, come ormai facevano da tanti anni, da quando avevano deciso che fare i barboni poteva persino rendere felici, se si era in due, e se si provava il desiderio di dividere tutto, compreso il cielo stellato che, quella notte, e da molte notti, era solo per loro, sotto quel maestoso ponte del Tevere.
 
Barone, anch'esso un po' provato dall'eta', accucciato ai loro piedi, dormiva gia' da un po'.
 
 
Laura
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

  
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