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Autore: Eledhel    22/08/2011    3 recensioni
Una giovane ragazza riuscirà ad esaudire un suo desiderio impossibile?
Questa è una storia realmente accaduta o comunque buonaparte di essa. Molte parti, come i nomi e alcuni fatti sono stati modificati, ma la storia di per sè è quella. Spero vi piaccia!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Eccomi qua con il mio secondo racconto. Come già detto nell'introduzione questa è una storia realmente accaduta, naturalmente ho modificato alcune cose come i nomi ed alcune cosucce, ma la maggior parte delle cose narrate sono vere.
In questo primo capitolo mi sono dilungata un pochetto con i personaggi ma era dovere per introdurre meglio la storia.
Spero vi piaccia e che riesca a riscuotere anche solo la metà del successo che sta avendo "Isilme".
Vi mando un bacio grande sperando di sentirvi presto!
BUONA LETTURA!!!



Capitolo 1: NUOVE EMOZIONI

Era circa mezzanotte di un fresco giorno di settembre, Bianca era a letto che leggeva il suo libro preferito. Dall’altra parte della stanza suo fratello dormiva placidamente, mentre il padre poltriva sul divano facendo zapping in tv.  Quando la madre rientrò la ragazza si alzò e le andò in contro.
“Ciao ma’! Com’è andata?” Le chiese impaziente.
“E’ stato magnifico! Uno spettacolo stupendo! E che voci…”
“Uh! Sono contenta! Giuro che la prossima volta andrò a vederlo anche io… sono troppo curiosa!”
“Io te l’avevo detto di venire con me.” Disse la madre. La ragazza sbuffò con un sorriso e tornò a letto. La madre gliel’avrebbe menata per giorni con quella storia, ma che ci poteva fare, a Bianca i soldi servivano per altro. Aveva scelto di rinunciare di andare a vedere quello spettacolo per comprare la versione estesa del Signore degli Anelli… come avrebbe mai potuto rinunciarci! Ma ancora non sapeva che non essere andata quella sera le avrebbe stravolto completamente la vita.
 
Erano passati mesi da quella sera di settembre e Bianca faceva la solita vita di sempre: scuola, casa e amiche. La prima non andava molto bene, lei e lo studio non sono mai andati d’accordo; la seconda andava già meglio, aveva una famiglia splendida che le voleva tanto bene, ma quello che la soddisfaceva di più erano le amiche. Tre amiche speciali con cui condivideva tutto: Giada, con la quale si conoscevano dall’asilo, si erano perse di vista per un po’ ma poi si ritrovarono più amiche di prima, era una ragazza allegra e un po’ introversa, era piuttosto minuta dai capelli castano scuro lunghi fino alle spalle e occhi color nocciola; Francesca, la new entry del gruppo, si conoscevano da soli due anni ma già erano diventate ottime amiche integrandosi alla perfezione, era la più solare, sempre pronta alla battuta e dalla risata cristallina, aveva anche lei capelli lunghi fino alle spalle ma di un castano più chiaro e occhi marrone scuro; infine c’era Marika lei e Bianca si conoscevano dalla prima elementare e da lì non si furono mai lasciate, erano come sorelle, anzi… diciamo che con gli estranei si spacciavano come tali. Facevano qualsiasi cosa insieme e per quelle volte che litigavano,  una volta fatta pace ritrovavano più unite di prima. Marika era quella con il carattere più complicato, era una lunatica cronica, in base a come si alzava al mattino la giornata sarebbe poi andata in quella direzione, ma ormai le altre sapevano come prenderla. Aveva un fisico alto e slanciato, i capelli erano di un biondo cenere lunghi fin sotto le spalle che si sposavano bene con i suoi occhi castani. Bianca invece era la più calma e riservata, ma solo con chi non gli andava a genio, con le altre, infatti era sempre solare e pronta agli scherzi e alle battute, una vera peperina. Era abbastanza formosa e i capelli lunghi le arrivavano, in morbide onde, fino a metà schiena e gli occhi color nocciola erano grandi e luminosi.
Tutte insieme erano una forza della natura!
Quel giorno Bianca era al pc quando la madre arrivò dicendole che Giulia, una sua cara amica, era riuscita a trovare dei biglietti per lo spettacolo musicale che non era riuscita a vedere mesi prima, li aveva trovati per l’8 marzo, in prima fila e scontati del 50% per tutte le donne. “Ti conviene cogliere l’occasione.” aggiunse la madre “E’ un sabato pomeriggio, io non riuscirò a venire, ma tu puoi andarci con Giulia e qualche altra”.
La ragazza non era molto convinta, insomma andare insieme alle amiche della madre che a malapena conosceva non le andava molto a genio, ma chissà quando avrebbe potuto ritrovare i biglietti ad un prezzo così stracciato, così accettò volentieri.
 
Passarono alcune settimane quando arrivò il giorno prima dello spettacolo e Bianca, svampita com’era, se n’era completamente dimenticata. Stava già organizzando un pomeriggio con le amiche quando la madre le ricordò dello spettacolo. L’emozione la travolse, ma poi perché tutta quell’ansia improvvisa, non ce n’era motivo, mica toccava  a lei salire sul palco a cantare e ballare. Ma qualcosa dentro di lei la faceva agitare al solo pensiero di quel pomeriggio.
Il sabato della Festa della Donna arrivò quasi silenziosamente. Quando Bianca arrivò a scuola disse subito a Francesca e Marika (Giada frequentava un’altra scuola) che lei quel pomeriggio non ci sarebbe stata spiegandogli il motivo, entrambe le ragazze compresero e si misero poi d’accordo per il giorno successivo.
Arrivata a casa, il padre l’accolse con un piccolo mazzo di mimose, era strano per lui ricordarsene, ma Bianca lo considerò come un buon segno.
Mentre pranzarono la ragazza chiese come sarebbe stato il programma della giornata, le spiegarono che Giulia e le altre ‘signore’ sarebbero passate a prenderla per le 15,00. Lo spettacolo sarebbe iniziato un’ora e mezza dopo così avrebbero avuto tutto il tempo di arrivare in teatro con tranquillità. Ma Bianca era sempre più agitata, mangiò in fretta, cosa che non era proprio da lei, e corse subito a prepararsi, ancora non sapeva come vestirsi. Alla fine optò di rimanere sul classico: un paio di jeans neri, una maglietta grigio scuro a maniche lunghe con una fantasia di linee che ricordavano vagamente dei fiori di un grigio un po’ più chiaro e uno scollo che ricadeva morbido sul seno, ai piedi mise un paio di stivaletti con qualche centimetro di tacco,  un filo di trucco sugli occhi e le labbra, e sciolse i capelli lasciando ricadere quelle onde morbide sulle spalle.
Pochi minuti dopo suonarono alla porta, erano Giulia e le altre. Bianca prese la borsa e mentre stava per uscire sentì sua madre dirle: “Divertiti!”. La ragazza le sorrise e si avviò fuori.
 
Erano le 15,30 circa quando arrivarono al teatro, tutte ridevano e parlottavano di cose e persone che Bianca non conosceva, in effetti non si sentiva molto a suo agio, era la più giovane lì in mezzo e non aveva confidenza con nessuna tranne che con Giulia. La donna le si avvicinò e le porse un cartoncino colorato di giallo. “Questo è il tuo biglietto.” Le disse sorridendo. Giulia era uno spirito libero, solare e gentile con tutti, era sempre con il sorriso sulle labbra che risaltava circondato da un caschetto di capelli neri come la notte senza stelle. Aveva all’incirca quarantacinque anni, ma dalla sua vitalità sembrava averne almeno una ventina.
La ragazza la ringraziò e rigirandosi il pezzo di carta tra le mani lesse la fila: Aa, sarebbe stata proprio sotto al palco.
All’entrata del teatro c’erano due ragazze sorridenti che donavano ad ogni donna un mazzolino di mimose, ma Bianca le notò solo quando gliene diedero uno, era troppo concentrata nei suoi pensieri. Si chiedeva perché si sentiva sempre più agitata. Nel frattempo un’altra ragazza sempre gentilissima accompagnò tutto il gruppo ai propri posti che si trovavano alla sinistra del palco ma comunque abbastanza centrali. Bianca si sedette in mezzo a due signore che non conosceva per niente ma per fortuna si facevano i fatti proprio, non sarebbe riuscita a reggere una conversazione sensata, mancava un quarto d’ora all’inizio dello spettacolo.
Il tempo passò veloce, ma ancora nessun segno da dietro il sipario e l’attesa si faceva sempre più snervante. Ad un tratto una voce femminile riecheggiò nella sala invitando il pubblico a prendere i propri posti. Quando le ultime persone stavano per sedersi la voce iniziò ad elencare le varie persone che avevano realizzato lo spettacolo. Finito il breve elenco ci fu un attimo di pausa, dopodiché la voce riprese a parlare elencando i vari cantanti in ordine di apparizione. Bianca fece particolare attenzione a quest’ultimo elenco, sua madre le aveva detto che erano strepitosi.
Quando la voce si azzittì si spensero improvvisamente le luci e una musica fortissima riempì la sala, durò circa un minuto e al termine, dal lato destro del palco, una candida voce intonò le prime note dello spettacolo.
Bianca si girò per vedere da chi provenisse e vide, illuminato dalle bianche luci di scena, un ragazzo dai capelli corti e non troppo chiari sparati in aria, aveva gli occhi truccati di blu che riprendevano il colore del costume di scena. Il modo in cui si muoveva sul palco era fluido e sicuro, era aggraziato e deciso allo stesso momento e la sua dolce voce si trasformò potente insieme alle note di quella musica magica.
Bianca era come ipnotizzata da quel giovane cantante ed ogni suo passo verso di lei le faceva battere il cuore, sapeva che non era colpa dei bassi della musica, ma sua.
La prima canzone finì e ne seguì subito un’altra, il ragazzo si dileguò dietro le quinte e al suo posto arrivarono altri cantanti. Bianca strizzò gli occhi immersa in nuovi suoni e nuovi colori, i ragazzi e le ragazze che si susseguivano sul palco erano superbi e le musiche magnifiche, ma il suo pensiero era rivolto a lui, cercò di ricordare l’elenco che la voce femminile fece poco prima. “Com’era il primo nome che ha detto?” pensò la ragazza. “Cavoli! A… An… uff! Ah! Andrea! Sì, ma Andrea come? Non mi ricordo il cognome…” rassegnata ma comunque vincitrice per essersi ricordata quel nome, ritornò a guardare lo spettacolo, conscia che di sicuro sarebbe ricomparso di lì a poco. Ed eccolo lì, mentre correva in mezzo al palco e avvolto in una luce rossa iniziò a cantare una nuova canzone più vivace. Prese a ballare e a correre avanti e indietro per il palco. “Porca miseria! Ma dove tiene tutto ‘sto fiato!” pensò Bianca sconcertata e mentre lui correva, tutte le volte che si fermava guardava il pubblico. Ad un tratto si fermò dal lato della ragazza e si guardò intorno. Si accovacciò e facendo un sorriso furbo e ammiccante guardò in direzione di Bianca. La ragazza arrossì di colpo e si fece piccola piccola sulla sedia. Il gesto del ragazzo durò pochi secondi e poi si rialzò per continuare lo spettacolo. “No… non può essere… è impossibile…” Le mancò il fiato e rimase incantata fissando il vuoto dove fino a poco prima c’era il cantante. La signora alla sua sinistra la fece ritornare sulla terra dandole una gomitata e dicendole: “Hai fatto colpo, he?” Se fosse stato possibile sarebbe diventata ancora più paonazza, guardò la signora e si sforzò di fare un sorriso che sembrasse tale, ma di sicuro non era stata molto convincente.
 
Arrivò, forse troppo presto, la fine del primo atto. Bianca tirò il fiato potendosi finalmente rilassare un poco.
“Allora, ti piace?” Giulia le si avvicinò sorridente.
“Da morire!” rispose la ragazza ripensando a qualche momento prima.
“Ahahahah!! E ci credo, ha anche fatto colpo su uno dei cantanti, prima gli ha lanciato uno sguardo…” la signora alla sua sinistra prese parola e Bianca arrossì di colpo.
“E vedendo il tuo viso ora, deduco che a te non dispiaccia.” Disse ammiccante Giulia.
“Beh… in effetti è un bel ragazzo e ha una voce magnifica…” Bianca non sapeva come finire la frase, ma per fortuna la solita voce femminile la salvò da quell’imbarazzo dicendo agli spettatori di riprendere i propri posti per l’inizio del secondo atto.
 
Lo spettacolo durò ancora circa un’altra ora e mezza e salvo qualche lacrima qua e là non ci fu nessun altro inconveniente.
Finita l’ultima canzone Giulia andò verso la ragazza. “Vieni presto, adesso escono tutti gli artisti, mettiamoci qui!” la donna trascinò Bianca fin sotto il palco senza neanche dargli il tempo di rispondere. Già molte persone si furono appostate lì sotto ma riuscirono comunque ad accaparrarsi un posto centrale.
I primi ad uscire furono i ballerini e, dopo di loro, tutti i cantanti. A Bianca dolevano le mani a furia di applaudire.
Arrivato il turno di Andrea, il ragazzo andò fino al bordo del palco e quando s’inchinò per ringraziare il pubblico, il caso volle che incrociasse nuovamente gli occhi della ragazza. Il suo sorriso si aprì di più e Bianca sentì cedere le gambe. “Di nuovo? No, non può essere!” Dopodiché il ragazzo scomparve dietro il sipario insieme agli altri artisti.
La folla che era accalcata sotto al palco si avviò lentamente verso l’uscita avvolta da un vociare calmo e entusiasta. Bianca seguì le altre mentre anche loro parlottavano e commentavano lo spettacolo appena visto. La ragazza era immersa nei suoi pensieri, ripensando sì a quell’insieme di magnifiche voci, musiche, parole, luci e colori ma soprattutto a quel ragazzo che l’aveva colpita così tanto. Voleva sapere di più su di lui, subito penso ad internet, appena sarebbe tornata a casa si sarebbe tuffata a cercarlo, ma quello che il suo cuore voleva era conoscerlo, potergli parlare, rivedere quegli occhi verdi e risentire quella candida voce che l’aveva fatta sognare.
   
 
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