Grace era seduta sul divano. Aveva accompagnato Teresa in ospedale e poi era tornata a casa. Si mise le mani sul viso e chiuse gli occhi... Nella sua mente immagini: uno sparo, Teresa è ferita... Lei impugna la pistola e spara insieme alla Hightower... Il suo corpo a terra, nel sangue... Si passò le mani tra i capelli mentre cercava di trattenere le lacrime... Non riusciva nemmeno a pensare il suo nome... Stava per sposare quell'uomo. Aveva sempre avuto la convinzione di possedere l'abilità di saper capire le persone... Allora perchè non si era accorta che era lui la talpa? Come aveva fatto a non rendersi conto che c'era qualcosa che non andava, quando lo guardava negli occhi? Una lacrima scese silenziosa lungo la guancia... Teresa aveva rischiato la vita, così come la Hightower e i suoi figli. E la colpa era solo sua... Si era fatta ingannare mettendo in pericolo la vita di tutti. Non riusciva a capire come fosse successo, come avesse fatto a essere così cieca da non capire cosa stava davvero accadendo nella mente di quella persona... La sua mente saltò da O'loughlin a Wayne. Wayne... Forse era stata troppo impegnata a fuggire dai sentimenti che provava per lui per capire che era andata dritta tra le braccia di un mostro... Altre lacrime le rigarono il viso, poi emise un singhiozzo... Si stava abbandonando a un pianto liberatorio, quando bussarono alla porta. Sì asciugò in fretta le lacrime, tirò su col naso e andò ad aprire.

“Wayne”, disse quasi in un sussurro quando lo vide davanti alla soglia.

I due si guardarono negli occhi per alcuni interminabili secondi... “Wayne...”, questa volta Grace pronunciò il nome dell'uomo tra le lacrime, mentre una smorfia di sofferenza le dominava il viso. Il poliziotto la strinse tra le braccia, la vista di lei tra le lacrime gli procurò una fitta allo stomaco.

“M-mi dispiace...”, disse lei con un filo di voce.

“Non è stata colpa tua”, le rispose lui dolcemente mentre le accarezzava i capelli, “Su, entriamo in casa. Ti preparo una cioccolata calda”.

“Ecco, tieni”, disse Wayne porgendole la tazza.

“Grazie”, rispose Grace tentando un sorriso. Il calore emanato dalla tazza che stringeva tra le mani e la presenza di Wayne la facevano sentire meglio.

“Non vuoi sederti?”, chiese premurosamente il poliziotto.

“No grazie, preferisco stare un po' in piedi”.

Passarono qualche minuto in silenzio, poi Wayne parlò: “Come ti senti?”

“Io...”, Grace sospirò, “Mi sento come se la colpa di tutto quello che è successo sia mia: in teoria avrei dovuto conoscerlo meglio di chiunque altro, avrei dovuto avvertire che in lui c'era qualcosa di strano, di... Sbagliato”

“Non devi essere così dura con te stessa, Grace! Tu non potevi saperlo, nessuno sospettava che fosse lui la talpa, ce ne siamo resi conto tutti quando era troppo tardi”

“Ho lasciato che si prendesse gioco di me... Sono stata solo un burattino nelle sue mani...”

“Non credo che fossi solo un gioco per lui... Sembra strano che sia io a dirlo ma non credo che ti abbia chiesto di sposarlo perchè rientrava nei piani di Red John... Era davvero innamorato di te...”

Grace sentiva le lacrime riempirle gli occhi, questa volta di rabbia: “Fa piacere sapere che un individuo del genere mi amasse!”, esclamò sarcastica. Una lacrima calda le scivolò lungo la guancia.

Wayne le si avvicinò prendendole il viso tra le mani: “In realtà la cosa non mi sorprende... Credo sia impossibile non innamorarsi di te...”, le asciugò la lacrima col pollice... Fissò i suoi occhi dentro quelli di lei... I suoi magnifici occhi... Grace era la donna più bella che avesse mai visto, la persona più dolce, intelligente e sincera che avesse mai conosciuto... E la amava per questo... La amava più di ogni altra cosa al mondo... Il lavoro, però, li aveva separati: due colleghi non potevano avere una relazione. Avrebbe tanto voluto dimenticarsi di lei e andare avanti... Ma non poteva, non ci riusciva...

“Sono stata un'idiota. Ho messo in pericolo le vostre vite! Teresa è rimasta soltanto ferita, ma se... Se fosse successo qualcosa di più grave? Se fosse accaduto qualcosa a Cho, a Patrick... O a te...”, immaginò Wayne a terra in una pozza di sangue... Il pensiero le procurò la sensazione di un pugno allo stomaco. Grace si accorse dell'espressione di Wayne alle sue parole... Si fissarono per interminabili istanti... Non riusciva a distogliere lo sguardo, non voleva... Perché doveva sentirsi così bene vicino a lui? Perché non riusciva a dimenticarlo? Provava ancora dei sentimenti per lui, sentimenti che non era mai riuscita a cancellare. Ma erano inevitabilmente divisi... Non potevano stare insieme... Nonostante ciò, non riusciva ad allontanarsi da lui, non era pronta a rinunciare al contatto del viso con le sue mani... Wayne non ricordò chi dei due avesse preso l'iniziativa, sapeva solo che ora si trovavano talmente vicini da poter sentire il respiro di Grace sul viso. Il suo profumo gli invase le narici... Era come avere un nuovo assaggio del paradiso nel quale non gli era più concesso vivere... Si avvicinarono ancora, esitarono... Wayne alzò il volto di qualche centimetro e baciò Grace sulla fronte. Si allontanò e la guardò negli occhi, in silenzio... Grace sostenne il suo sguardo... Sapeva che cosa quegli occhi volessero dirle, non c'era bisogno di parole... Wayne indugiò ancora un po' con la mano sulla guancia di Grace, poi si avviò verso la porta.

Angolo dell'autore:

E' un po' triste lo so, ma spero vi sia piaciuta lo stesso!

Recensite mi raccomando, anche poche righe per sapere cosa ne pensate (in positivo o in negativo) basteranno!:)

Grazie a tutti!