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Autore: HarryJo    24/08/2011    6 recensioni
Ho scritto questa mini-long per delle persone davvero speciali di EFP.
Ci sono - in ordine di apparizione - MedusaNoir, Roxanne Potter, Noth, somochu, misshoara, Eralery, AlexBlack e Wynne_Sabia. Dedico a loro questa schifezza, sperando che apprezzino il tentativo di riunirci in una storiella senza pretese.
Dal primo capitolo:
L’uomo la squadrò sbalordito, prima di risponderle. Indossava un vestito da festa e aveva l’aria di una persona molto curata, che evidentemente era scocciata per esser stata interrotta mentre parlava con la moglie.
« Sì, era qui, ma non verrà rappresentato questa sera ».
« Come no? » si stupì Erica, ripensando alla chiamata di Sara.
« Non lo sa? La signorina Carucci è scomparsa da ieri sera. Dicono che sia stata rapita, l’hanno comunicato dieci minuti fa all’intera platea ».
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rapimento.



#001. L'arrivo e la detective.


Erica guardava l’orologio nervosamente, incapace di tranquillizzarsi.
« Non può fare più in fretta? » chiese impaziente all’autista del taxi, che sembrava prendersela comoda.
« Vado già a 60 all’ora signorina, più di questo non posso fare. Devo rispettare i limiti di velocità, sa? »
Erica sbuffò. Abituata com’era alle veloci fughe di suo padre le era difficile ricordare cosa fossero, i limiti di velocità.
Era stata piuttosto sorpresa della chiamata che aveva ricevuto il giorno prima. Una sua vecchia amica, Sara, l’aveva invitata ad assistere alla prima di un musical scritturato interamente da lei. Erano passati degli anni dall’ultima volta in cui si erano viste, ma non aveva esitato ad accettare: sapeva quanto la sua amica ci tenesse a questo suo debutto.
Si erano incontrate ad un raduno di scrittori, qualche anno prima. Avevano mantenuto i contatti per un po’, ma poi – a causa dei continui spostamenti che era costretta a subire per il suo lavoro – non avevano avuto più molte occasioni per rivedersi.
Era difficile ricordare quel periodo. Erica non era famosa quando aveva conosciuto Sara, mentre ora molte persone sapevano chi era, dopo l’uscita del suo primo libro. Prima era una ragazza tranquilla, che restava ore ed ore ad ascoltare musica e a scribacchiare sul computer, in camera, perennemente sola. Invece adesso era diventata anche un idolo per molte persone, e passava molto tempo fuori, ad ammirare il mondo. L’unica cosa che non era cambiata era la sua tendenza a sottovalutarsi: ogni volta che qualcuno la riconosceva aveva il terrore che le dicessero quanto schifo faceva. Quando aveva detto questa sua fobia in un’intervista, le avevano chiesto se le era mai capitato. Riflettendoci aveva dovuto convenire che non era mai successo, ma aveva spiegato il fatto dicendo: “Le persone hanno troppa paura di dirti in faccia quanto fai schifo”. Ed era vero.
Arrivò giusta giusta al teatro dove si sarebbe rappresentato il musical e, pagando distrattamente il taxi, si guardò attorno.
Non era mai stata in quel luogo, eppure aveva l’aria familiare, come se fosse da qualche parte l’avesse già visto, ma non riusciva a ricordare dove. Il teatro aveva un enorme parcheggio tutto intorno ed era abbastanza isolato dalle vie principali. Un piccolo giardino si stagliava vicino all’ingresso, ricoperto di fiori di vari colori. Era un posto elegante.
Quando entrò però, anziché vedere tutte le persone pronte e sedute nei vari posti, le trovò in piedi a parlottare agitatamente. La confusione era enorme, il sipario era chiuso e le luci accese, nonostante fossero già passati cinque minuti abbondanti dall’inizio previsto.
Si avvicinò ad una coppia che discuteva concitatamente e, un po’ titubante, chiese: « È qui che fanno il musical “Angeli Neri” di Sara Carucci? »
L’uomo la squadrò sbalordito, prima di risponderle. Indossava un vestito da festa e aveva l’aria di una persona molto curata, che evidentemente era scocciata per esser stata interrotta mentre parlava con la moglie.
« Sì, era qui, ma non verrà rappresentato questa sera ».
« Come no? » si stupì Erica, ripensando alla chiamata di Sara.
« Non lo sa? La signorina Carucci è scomparsa da ieri sera. Dicono che sia stata rapita, l’hanno comunicato dieci minuti fa all’intera platea ».
Erica non riuscì a credere alle proprie orecchie e, senza dire nulla, incapace di proferir parola, congedò il signore e si avviò, senza pensare, dietro alle quinte del palco. Non sapeva nemmeno se poteva o meno essere lì, ma voleva saperne di più. Aveva le lacrime agli occhi: nonpoteva essere vero.
Mentre raggiungeva la porta di servizio vicino al palco – quella da dove uscivano gli attori – non riusciva a non risentire nella sua testa la voce di Sara al telefono. Sembrava tranquilla; di sicuro non aveva avuto benché la minima idea di cosa le sarebbe successo di lì a qualche ora.
Quando aprì la porta scoprì che il clima dietro alle quinte non era migliore di quello che si respirava fuori tra i presenti: c’erano attori che continuavano a parlare sconvolti, chi era in lacrime, chi cercava di consolare, chi protestava con gli addetti della sicurezza, chi telefonava… Ovunque regnava il caos più totale e nessuno sembrava voler prestare attenzione a Erica.
« Silenzio! » sbraitò una voce femminile ad un certo punto.
Aveva i capelli ricci e castani raccolti in un’elegante coda e un paio di occhiali bianchi che le davano un’aria intellettuale. Una ragazza con i capelli rossi smise di singhiozzare e si soffiò rumorosamente il naso su un fazzoletto, asciugandosi poi le lacrime sulla manica della maglietta.
Erica si avvicinò a loro, li guardò uno ad uno e poi si presentò nervosamente; a quanto pare nessuno sembrava interessato alla sua presenza.
« Scusate se vi disturbo, sono un’amica di Sara, ho appena scoperto cos’è successo e speravo che mi potevate dire qualcosa a riguardo. Sapete, l’ho sentita ieri e mi ha chiesto di raggiungerla qui, e… »
Non riuscì a terminare la frase perché una donna le comparve alle spalle facendola sussultare.
« Quindi lei l’ha sentita ieri, vero? » chiese sospettosa.
« Sì, certo ».
« È interessante » la osservò a lungo, sfregandosi il mento con una mano.
« Piacere, mi chiamo Veronica, sono la detective a cui è stato affidato questo caso » si presentò porgendole la mano, e poi cominciò ad indicare una ad una le ragazze che erano lì con lei. « Queste sono Elisa » indicò la ragazza dai capelli rossi, « Simona, Cecilia, Alessia, Anna e Alessia. Le protagoniste femminili del musical. Lei è…? »
Erica guardò attentamente tutti i volti, cercando di memorizzarne più possibili, ma già aveva dimenticato chi era Anna e chi Alessia.
« Io sono Erica Gatti, un’amica di Sara » mormorò, sentendosi osservata.
« Erica Gatti? La scrittrice? » chiese una delle due Alessia, che sembrava avesse appena visto un fantasma.
« Sì » deglutì lei.
« Credo che la signorina Gatti farebbe meglio a stare un po’ con noi, per chiarire alcune cose » interruppe Veronica, mentre le altre sembravano eccitate. « Riguardo alla scomparsa di Sara, intendo ».
L’aria tornò di nuovo tesa, ma Erica annuì debolmente.
Avrebbero ritrovato Sara.Dovevano ritrovare Sara.
 



{ Spazio HarryJo.
Ciao a tutti! Ok, lo so, questa cosa non è un granché ma è una delle prime volte che mi cimento in questo genere, nonché la prima fic "Gialla" che pubblico su EFP.
Spero che sia di vostro gradimento, soprattutto alle ragazze protagoniste di questa storia.
Dal prossimo capitolo la scena sarà tutta incentrata su di voi, tesori miei! <3
Fatemi sapere che ne pensate.
A presto,
Erica :3
   
 
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