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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    25/08/2011    0 recensioni
2^ classificata al Summer feeling Contest indetto da _ilaria_94 “
L’estate è cominciata e tutti sembrano pronti a trascorrere una meritata vacanza! Ma cosa accadrebbe se la nostra amata Quinto Hokage decidesse di trascorrere qualche giorno in pieno relax ma la sua inseparabile sfortuna decidesse di seguirla ovunque? Quando il destino decide di metterti i bastoni fra una decima di seno, nemmeno una forza sovrumana può opporsi agli incontri più spiacevoli della vita…
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jiraya, Shizune, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
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In vacanza con la Sfortuna!


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Era una tranquilla giornata di inizio estate, il sole splendeva alto nel cielo ed illuminava il verde dell’erba che ormai rigogliosa si faceva notare in ogni angolo del Villaggio della Foglia, immerso nei più svariati colori e rinfrescato da un tiepido venticello che si divertiva a muovere le foglie degli alberi e le insegne dei negozi.
 
I suoi abitanti erano allegri e la vitalità sembrava invadere anche gli angoli più bui e solitari, portando il sorriso anche sul viso più anziano e stanco.
I giovani ninja avevano ormai terminato le lezioni all’accademia e si preparavano alle tanto attese vacanze estive, che si prospettavano piuttosto divertenti e ricche di nuove avventure sia all’interno che all’esterno del paese.
 
I più fortunati si recavano al mare o nei laghi vicini per rinfrescarsi e ripararsi dal caldo che già stava prendendo il sopravvento sul clima mite di Konoha, rendendo l’aria afosa e piuttosto spiacevole.
 
Tutti sembravano felici di quella situazione, tutti erano pronti a godersi quelle tanto bramate vacanze estive ma c’era qualcuno che non poteva godere di quel dolce pensiero ma al contrario ne era disgustato e amareggiato, e tra l’altro questa persona era anche la meno indicata del Villaggio ad arrabbiarsi, dato il carattere irascibile e piuttosto difficile, ma nonostante l’allegria generale il fato non era stato magnanimo con il capo di Konoha.
 
La quiete generale del paese della Foglia era infatti interrotta da alcuni rumori piuttosto bruschi e violenti che provenivano dalla stanza più alta del grande palazzo al centro del villaggio, ovvero quello dell’Hokage: dalla grande finestra di un sottile vetro cristallino era infatti volato fuori un grosso volume di un colore giallastro, ma fortunatamente questo non aveva causato danni nella caduta.
All’interno dell’ufficio del Quinto Hokage sembrava si fosse combattuta la Quinta Guerra Ninja, dato il caos che regnava: la scrivania era sommersa da libri e scartoffie, la poltrona era rovesciata all’indietro e la libreria appoggiata alla parete risultava semi svuotata del suo prezioso contenuto, lasciando una visione generale di disordine, segno che qualcuno fosse particolarmente di malumore, quel giorno.
 
E quel qualcuno non tardò a farsi notare nel mezzo della confusione: una donna dai capelli lunghi e biondi e dal corpo perfetto, caratterizzato da un seno particolarmente prosperoso, si muoveva agilmente tra i libri caduti e le sedie a terra, talvolta raccogliendo qualche oggetto ed inserendolo in una grande borsa posta tra le scartoffie sulla grande scrivania di legno di quercia.
 
Proprio dinnanzi alla porta d’entrata v’era la figura minuta e snella di una giovane ninja dai capelli corti e neri, la quale osservava la scena con sguardo attonito mentre reggeva tra le braccia un piccolo e simpatico maialino rosa avente una collana di perle al collo: la dolce assistente dell’Hokage non aveva il coraggio di mettere piede in quel luogo ma riuscì a trovare la forza di dire qualche parola nonostante la voce le tremasse al pensiero della reazione che avrebbe avuto la maestra piuttosto irritata.
 
- S-Signorina Tsunade! Cosa sta facendo?? –
 
L’Hokage della Foglia non sembrò prestare molta attenzione alle parole della giovane e continuò ad infilare oggetti in quella grande borsa in modo assiduo, restando concentrata su ciò che stava facendo, mentre persino il maialino era rimasto colpito da quella situazione: Tsunade era sempre stata una donna esuberante e difficile da comprendere, ma quando aveva quelle giornate in cui non dava ascolto a niente e a nessuno era parecchio complicato farla ragionare.
 
- Sto preparando la borsa, Shizune! Mi prendo una pausa! -
 
Disse la donna alzando la voce per farsi sentire dalla sua assistente, la quale sgranò ulteriormente gli occhi di fronte a quell’affermazione e rispose istintivamente, scordandosi totalmente delle precauzioni necessarie per poter parlare in quei casi.
 
- Ma non può signorina! Lei è l’Hokage deve restare qui! -
 
La donna fermò immediatamente i suoi gesti rapidi e precisi e alzò lentamente il viso dai lineamenti perfetti verso la giovane ninja, lanciandole uno sguardo pressoché fulminante: i suoi occhi color ambra brillavano alla luce del sole che penetrava dalla finestra e si scontrarono minacciosi con quelli neri e intimoriti di Shizune, la quale aveva fatto qualche passo indietro nel vedere l’espressione piuttosto adirata della sua maestra.
 
- Ti sembra giusto che tutti nel villaggio si prendano una vacanza e io no?! Dico, TI SEMBRA GIUSTO?!!? -
 
Tuonò la donna in preda ad una crisi isterica mentre la sua povera assistente non poté far altro che tentare di ribattere ma non appena le sue labbra accennarono ad qualunque movimento lo sguardo fulminante di Tsunade la impietrì nuovamente, privandola del diritto di parola.
 
Dopo qualche minuto, il Quinto Hokage prese la borsa che aveva appena preparato sulla scrivania e se la mise sulla spalla: a vederla doveva pesare parecchi chili, ma sicuramente la donna non se ne accorgeva nemmeno data la sua straordinaria forza.
Si incamminò verso la porta d’uscita e si fermò dinnanzi alla figura ancora impietrita di Shizune, la quale osservava i suoi movimenti con stupore ma senza osare mettere in evidenza la sua contrarietà a ciò che stava facendo.
 
La prosperosa donna appoggiò delicatamente un paio di occhiali da sole sul proprio naso, con un gesto spontaneo e quasi da diva mentre parlava alla sua assistente con tono più moderato e quasi divertito.
 
- Starò via una settimana e non voglio essere disturbata per nessun motivo! Penserai tu a gestire il villaggio, fai un pò come ti pare. -
 
E detto questo si sistemò meglio gli occhiali scuri davanti agli occhi e si incamminò lungo il corridoio del palazzo mentre con la mano faceva un cenno di saluto alla povera Shizune che ancora restava immobile ad osservala sparire dalla sua vista con sguardo scioccato.
 
- Forse dovevamo fare una tisana più potente, Ton Ton… -
 
Disse la giovane a malincuore mentre il maialino tra le sue braccia grugniva in segno di approvazione e sconforto allo stesso tempo.
 
 
*****
 
La bionda donna arrivò sino all’entrata di un grande edificio situato leggermente alla periferia di un paese: aveva un buffo tetto rosso e dal retro si poteva notare un’elevata densità di vapore dovuta alle calde sorgenti d’acqua che affluivano in quel luogo, trasformandolo in una piccola oasi di pace, ideale per rilassarsi e scaricare la tensione di tanti mesi di lavoro.
 
Tsunade fece un respiro a pieni polmoni, rilassando ogni muscolo del suo corpo al pensiero di quella settimana in cui avrebbe finalmente avuto un po’ di tranquillità e dell’assenza totale di quel migliaio di scartoffie che ogni giorno si ritrovava ammassate sulla sua scrivania, contribuendo all’innalzamento della pressione.
Si avvicinò con passo sereno a moderato all’entrata, venendo accolta dal sorriso benevolo di una signora anziana che le fece cenno di entrare e l’Hokage le sorrise cortesemente, come a voler apprezzare ogni singolo momento di quella meritata vacanza.
 
Entrò nel piccolo atrio e si fermò dinnanzi ad un bancone dove dietro sedeva un ometto sulla sessantina, anch’egli con il sorriso sulle labbra ed una voce accogliente.
 
- Benvenuta Hokage! In cosa posso esserle utile? -
- Gradirei una stanza singola per l’intera giornata, ho proprio bisogno di rilassarmi.-
- Una delle due suite si è liberata proprio oggi, prego da questa parte. -
 
L’ometto prese gentilmente la borsa dalle mani della donna ma non appena tentò di caricarsela sulla spalle cadde a terra sotto il suo peso e così Tsunade fu costretta a riprenderla, aiutando il gentile signore ad alzarsi mentre questo si scusava infinitamente:

Che imbranato, non sa nemmeno portare la borsa di una donna! Ma non importa, ho deciso di rilassarmi e non ho intenzione di lasciare che un piccolo disguido mi rovini la vacanza.

E così dicendo, l’Hokage della Foglia venne accompagnata nella suite e vi appoggiò la borsa, dalla quale estrasse il proprio asciugamano e con esso si fasciò il corpo, coprendo parte del seno prosperoso sino al ginocchio e dirigendosi poi verso le sorgenti di acqua calda adibite a terme per le donne: quella giornata si presentava già molto tranquilla e rilassante e lei non poteva chiedere di meglio!
 
Arrivò dinnanzi alla grande piscinetta dalla quale fuoriusciva un vapore denso ma tiepido e piacevole al contatto con la pelle, così la donna si tolse l’asciugamano rosa in stoffa pregiata e lo appoggiò su una panca, andando poi ad immergersi comodamente in quell’acqua calda così piacevole.

Finalmente! Mi ci voleva proprio un bel bagno alle terme, che tranquillità…

La donna teneva i capelli biondi fuori dalle acque tiepide, la testa leggermente appoggiata al bordo della vasca e le braccia completamente immerse nell’acqua come il resto del corpo tranne una parte del seno che si intravedeva dall’azzurro cristallino, mentre una pace interiore sembrava invaderla lentamente e abbandonarla al riposo tanto agognato.
 
Sentiva parecchi sguardi di altre donne su di sé, ma non le importava più di tanto: era lì per rilassarsi e non aveva alcuna intenzione di perdere del tempo nel mettere a tacere quel vociare nei suoi confronti, così socchiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal piacevole calore dei vapori.
 
Dopo all’incirca un’ora di completo relax, immersa fino al collo nelle acque termali, la tranquillità della donna venne interrotta dallo schiamazzare di alcune ragazze non molto distanti da lei, anch’esse immerse nell’acqua: gridavano di stupore e le loro voci acute infastidivano terribilmente l’orecchio della donna, tanto che lei dovette impegnarsi per non reagire in modo brusco e piuttosto aggressivo nei confronti di quelle galline che avevano osato interrompere il suo momento di tranquillità.

Giuro che se non la piantano di schiamazzare in quel modo vado là e le sfiguro…

Pensava Tsunade con i denti stretti, nel vano tentativo di riacquistare la pace appena perduta quando le grida diventarono così insopportabili da costringerla ad aprire gli occhi con una certa lentezza, mentre sul suo viso già si intravedeva una certa irritazione.
 
Alzò lo sguardo verso l’origine di quel frastuono ma non appena vide una figura a lei conosciuta immersa nell’acqua poco distante da lei, i suoi occhi ambrati si sgranarono sopraffatti dallo stupore mentre una vena si ingrossava leggermente sulla sua tempia, segno che la sua rabbia stesse notevolmente aumentando: dalla parte opposta della vasca si ergeva la figura abbronzata ed esuberante dell’ero-sannin , il petto muscoloso messo in evidenza dal sole cocente e il solito sorriso da sbruffone stampato in viso.
 
L’Hokage si irritò notevolmente nel notare che, come era già accaduto in passato, l’uomo era furtivamente entrato nella piscinetta dedita alle donne e si divertiva ad infastidirle tentando di rubare loro l’accappatoio o i vestiti.
Di fronte a quella scena, Tsunade non riuscì più a trattenere la sua rabbia e con un gesto rapido riprese possesso del proprio asciugamano e se lo mise addosso, per poi dirigersi minacciosamente verso l’ex compagno che ancora non si era accorto di nulla, preso com’era dal suo divertente gioco.

Ma guarda se il mio rilassante pomeriggio doveva essere rovinato da questo pervertito! Possibile che in qualsiasi luogo io vada al di fuori del villaggio lui ci sia sempre?!

 
La donna si posizionò sul bordo della vasca esattamente dietro la figura di Jiraya, il quale le dava le spalle involontariamente e inconsapevole del pericolo che stesse correndo.
Lei si schiarì la voce con fare professionale ed altezzoso mentre lui ancora schizzava le ragazze con l’acqua calda e rideva come un bambino.

Adesso ti faccio ridere io, caro ero-sannin dei miei stivali…

 
- Ti stai divertendo, eh Jiraya?-
- Oh sì! Un mondo! -
 
Diede quella risposta quasi istintivamente, senza riflettere su chi gli avesse posto quella domanda ma non appena ci ragionò un attimo si pietrificò all’istante: il sorriso scomparve improvvisamente dal suo viso mentre assumeva in volto un colorito sempre più biancastro, segno evidente della sua paura.
Si voltò molto lentamente e si ritrovò davanti la figura imponente di Tsunade che lo fissava con sguardo ironico e omicida e le mani appoggiate sui fianchi come a significare che di lì a poco avrebbero fatto i conti.
 
L’uomo sembrò riprendersi tutto d’un tratto da quell’incantamento momentaneo e tornò a guardare la donna con un sorriso beffardo sul volto, sebbene si leggesse il terrore nei suoi occhi al ricordo di qualche anno prima.
 
- Ehm… Ciao Tsunade… Come và? -
 
La donna lo fulminava con lo sguardo ma non aveva voglia di combattere: spezzargli tutte le ossicine avrebbe richiesto troppo tempo e lei voleva soltanto rilassarsi, quindi uno scontro avrebbe compromesso il suo stato d’animo già abbastanza precario, per cui decise di sembrare semplicemente il più minacciosa possibile.
 
- Se ci tieni alla tua vita ti consiglio di sparire dalla mai vista entro tre secondi, CHIARO?! -
  
Alzò la voce sull’ultima parola per enfatizzare ulteriormente le sue intenzioni e sembrare così ancora più minacciosa: lanciò una rapida occhiata alle ragazze presenti e concluse che dovesse davvero apparire spaventosa, dato che persino loro erano impallidite di fronte alla sua figura imponente ed aggressiva.
 
Jiraya sbiancò nuovamente e facendo un leggero cenno con il capo si dissolse in un attimo, lasciando dietro di sé soltanto una piccola nuvoletta che pian piano andava confondendosi con il vapore della calde acqua.
Dopodiché, l’Hokage fece un sonoro sbuffo e con un gesto rapido della mano spostò svogliatamente un ciuffo di capelli biondi che le era ricaduto sul viso, andando poi a prendere le sue cose e ritirandosi in camera: dopo quell’esperienza le era passata la voglia di stare ancora in quel luogo, così decise di tornare nella propria stanza per farsi una doccia rilassante e abbandonarsi sul comodo divano che le era stato messo a disposizione; Dopo aver rischiato l’ennesima crisi di nervi aveva un assoluto bisogno tranquillità e quel luogo sembrava più che adatto ad un piacevole riposino.
 
Si vestì con il primo soprabito che trovò all’interno della sua borsa e si sdraiò comodamente sul divano rossiccio, lasciando aperta appena un poco la finestra alle sue spalle: il sole tiepido di metà pomeriggio le riscaldava la pelle liscia e bianca mentre un venticello fresco ma delicato le muoveva leggermente i capelli cullandola con i suoi movimenti.
 
Tsunade aveva chiuso gli occhi ormai da parecchi minuti, abbandonata ad un riposo sereno e tranquillo, quando alla sua porta sentì bussare con un tocco abbastanza delicato.
La sua fronte si corrugò ma lei non aveva alcuna intenzione di intrattenersi in chiacchiere o cose del genere per cui restò immobile in quella posizione, nella speranza che chiunque la stesse cercando se ne andasse e la lasciasse riposare in pace ma dopo qualche minuto si sentì nuovamente bussare alla sua camera, questa volta in modo più irruente.
 
- Madamigella Tsunade? -
 
Nel sentire quel suono acuto e stridulo la donna balzò seduta sul divano con uno scatto improvviso, restando con gli occhi spalancati ed uno sguardo allucinato rivolto verso la porta: quella voce l’aveva già sentita in più di un’occasione ed ogni volta che l’udiva le ribolliva il sangue nelle vene come l’insultasse ad ogni parola.

Come diavolo ha fatto quel vecchio a sapere che ero qui?!

 
Strinse i pungi per la rabbia al pensiero che quella giornata potesse essere ulteriormente rovinata dall’intervento dello Tsuchikage, un ometto piccolo e scorbutico che la donna detestava ancora più delle sue rughe nascoste: lo riteneva insopportabile e ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che sapesse che lei fosse lì.
 
L’uomo continuò a bussare alla porta con una certa arroganza, chiamandola più volte sia per nome che per carica mentre lei si appoggiava sconsolata una mano sulla fronte:

Oggi non è proprio la mia giornata, ci mancava solo quell’antipatico! Ma se voglio avere tregua da quel suo bussare tremendamente fastidioso devo rispondergli…
 
A malincuore decise di alzarsi e cercando di coprirsi meglio che poteva col soprabito andò ad aprire la porta, cercando di assumere un’espressione che non fosse troppo scocciata: dopo tutto, si sarebbe trovata davanti ad uno dei suoi alleati e non poteva permettersi di mandare a monte la loro “amicizia” per il semplice fatto che non le stesse simpatico…
Anche se come motivazione, alla fine, non era poi così errata!
 
Girò la maniglia e fece scorrere di lato la porta di un colore biancastro, cercando di mantenere un’espressione perlopiù moderata, mentre davanti a lei si presentava la figura minuta e scorbutica dello Tsuchikage, seduto comodamente su di un cuscino rosso tenuto in mano dall’omino che l’aveva accompagnata nella sua stanza qualche ora prima.
 
Il buffo vecchietto le sorrideva ironicamente mentre lei cercava di non mostrare il suo disgusto di fronte a quel viso rugoso e fin troppo anziano, tenendo comunque la porta aperta con un’ampiezza tale da non permettergli di entrare: lo avrebbe tollerato per un massimo di cinque minuti, ma non si sarebbe nemmeno sognata di farlo entrare altrimenti si sarebbe potuta scordare il suo meritato riposo pomeridiano.
 
- Buon pomeriggio, Quinto Hokage. L’ho forse disturbata? -
 
Chiese lui con fare apparentemente educato ma che nascondeva una certa ironia nel tono di voce: gli era sempre piaciuto stuzzicare quella donna fin troppo rigida e determinata e di conseguenza coglieva ogni occasione per infastidirla, consapevole di non esserle molto simpatico.

Che antipatico! Sa benissimo che non lo sopporto eppure continua a stuzzicarmi!

Lei accennò ad un sorriso di cortesia, sforzandosi di non fare pensieri troppo macabri nei suoi confronti e rispose con tono abbastanza moderato, sufficiente per fargli credere almeno momentaneamente che fosse la verità.
 
- Certo che no, Tsuchikage. A cosa devo la vostra visita? -
- Ero venuto in queste famose terme per trascorrere una piccola vacanza quando mi è stato riferito che anche voi eravate qui, per cui mi sono domandato: perché non invitare a cena la Principessa delle Lumache? -

Una domanda che poteva benissimo evitare… Accidenti, non mi toccherà mica andare a cena con questo spilorcio spero!

Pensò Tsunade con un certo nervosismo mentre i cinque minuti di pazienza concessi a quel vecchietto stavano ormai per scadere: non avrebbe sopportato quell’uomo irritante per una sera intera, nossignore!
Doveva assolutamente trovare una scusante per assentarsi quella sera e così decise di sfoggiare un sorriso più ampio e smagliante rispetto al precedente, nella speranza che lui non insistesse ulteriormente nel rovinargli definitivamente la prima giornata di vacanza.
 
- La ringrazio per il gentile pensiero… Ma sono costretta a rifiutare, per questa sera ho già altri impegni. -
 
Sorrise nuovamente e questo suo gesto troppo azzardato la tradì, facendo intuire all’uomo quali fossero le sue vere intenzioni: così, lo Tsuchikage passò al contrattacco, deciso ad avere la meglio in quella discussione mentre la donna stava pregando in tutte le lingue che conosceva che quell’antipatico se ne andasse e la lasciasse in pace, cosa che naturalmente non accadde considerando la sua risaputa fortuna.
 
- Oh suvvia, sono sicuro che chiunque sia il vostro pretendente per questa sera mi cederà volentieri il posto… Dopo tutto, io sono lo Tsuchikage. -
 
Ed accompagnò un sorriso alquanto ironico a quell’affermazione mentre Tsunade stava ricorrendo a tutte le sue riserve di pazienza per non strozzarlo: se lo immaginava già agognante a terra ma dovette trattenersi considerata la sua carica e così decise, a malincuore, di accettare quell’offerta dato che non riusciva ormai più a trattenere la sua rabbia impetuosa.
 
- D’accordo allora. Ci troviamo sulle otto direttamente al ristorante che preferite. -
 
Non ho alcuna intenzione di farmi vedere per strada con questo vecchio attaccato alle gambe, non esiste proprio!
La sua affermazione fu leggermente meno moderata rispetto alle altre, dato che i sorrisini non avevano evidentemente avuto il successo sperato: voleva passare il minor tempo possibile con quell’antipatico e l’unica sua speranza era che scegliesse un ristorante molto veloce nel servire le portate, poi lei avrebbe ordinato solamente un piatto per accorciare ulteriormente i tempi.
 
L’uomo sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, forse nella speranza di addolcire il tono di voce di lei che ormai aveva perso tutta la sua moderazione ma non ottenne l’effetto sperato, per quanto Tsunade si sforzasse di non apparire terribilmente irritata dalla sua presenza.
 
- Perfetto. Le lascerò un biglietto all’entrata con l’indirizzo del ristorante.-
 
Non appena ebbe terminato la frase, la donna lo salutò con fare abbastanza brusco per poi chiudere rapidamente la porta davanti a sé: non avrebbe tollerato ulteriormente la sua presenza e non voleva rischiare che gli venisse in mente qualche altro bell’invito da farle, non ce l’avrebbe fatta a sopportarlo ancora per molto.
 
Si diresse sconsolata verso il divano e gettò il viso tra i cuscini, nella speranza che attutissero le sue grida di rabbia ormai impossibili da trattenere.
Dopo circa dieci minuti di sfogo totale tornò a sdraiarsi con più calma, cercando di non andare su tutte le furie per ciò che le stava accadendo:

Calmati Tsunade, devi soltanto cenare con l’uomo più antipatico che esista e parlarci per almeno un paio d’ore… Dopodiché farai in modo di non vederlo per il resto dei tuoi giorni…

Cercò di trattenersi dal pensare al modo più doloroso per far crepare quel vecchietto ma non riuscì a trovarne uno che la soddisfacesse, così si lasciò andare ad un sonoro sbuffo e si addormentò nella speranza di svegliarsi oltre le otto ed evitare così di avere una crisi di nervi anche durante la sua teorica vacanza.
 
****
 
- Un tavolo per due? Certamente, da questa parte prego. –
 
Un cameriere dall’aria gentile, con un papillon che lo faceva assomigliare più ad un pinguino asiatico che ad un dipendente di un ristorante, aveva ascoltato con attenzione la richiesta dell’uomo di una certa importanza, mentre questo veniva portato sempre su di un cuscino rosso tra le mani di una delle sue guardie del corpo: Tsunade fece una smorfia schifata nel notare come quel buffone si facesse trasportare da un luogo all’altro perché troppo basso e vecchio per camminare…
Se non altro, almeno lei manteneva una certa dignità e poteva ancora camminare con eleganza tra i tavoli del lussuoso ristorante, lasciando che qualsiasi uomo all’interno le lanciasse almeno un’occhiata incuriosita.
 
Si sedettero in un tavolino abbastanza appartato nell’ala del ristorante riservata alle persone più importanti e mentre la donna si toglieva il coprispalle e lo appoggiava delicatamente alla sedia dietro di lei, lo Tsuchikage si faceva riporre sopra una serie di cuscini impilati sopra la sedia, per permettergli così di arrivare comodamente al tavolo come fosse di una statura normale.
 
- Siete bellissima questa sera, Lady Tsunade… -
 
Le disse con un tono della voce che le parve più irritante che adulatorio e a quelle parole la donna si morse il labbro inferiore: quella sera vestiva uno dei più brutti abiti che avesse, con una scollatura ridotta, ed indossava i gioielli meno appariscenti per riuscire ad attirare il meno possibile l’attenzione di quel vecchietto antipatico ma nonostante i suoi tentativi, evidentemente falliti, l’uomo riusciva a farla innervosire senza sforzarsi nemmeno troppo.
 
- Lei è troppo gentile, Tsuchikage. -
 
Disse la donna cercando di rimanere gentile e cortese, accennando ad un sorriso forzato, mentre dentro di lei desiderava con tutto il cuore che un incendio avvampasse in quel luogo e le permettesse di scappare…

Se mi fa un altro dei suoi assurdi complimenti lo riduco ad un barattolo!

Pensava tra sé e sé mentre prendeva tra le mani il menù di quel lussuoso ristorante, cercando appositamente il piatto più costoso: dato che avrebbe pagato l’invitante, tanto valeva approfittare dell’occasione per fargli passare la voglia di invitarla nuovamente a cena…
Anche se lei era sicura che lui l’avrebbe perseguitata ancora a lungo pur di farla innervosire, e doveva ammettere che ci riusciva molto bene.
 
- Chiamami pure Onoki, Tsunade cara. -

“Tsunade cara” un corno! Nessuno ti ha dato il permesso di chiamarmi così, vecchiaccio!

La rabbia cominciava ad accumularsi dentro di lei in quantità fin troppo elevata, considerando che la cena fosse appena iniziata : non lo avrebbe sopportato per più di un’ora, quindi era meglio per i camerieri che si sbrigassero a servirli e a far terminare quel tormento lento e doloroso nel modo più veloce possibile.
 
Ordinarono entrambi la medesima pietanza ma il tempo di attesa fu particolarmente lungo e nonostante Tsunade si impegnasse con tutta se stessa per terminare in fretta la propria portata, Onoki sembrava mangiare con una certa lentezza appositamente per intrattenerla ulteriormente e lei non poteva far altro che ascoltare le sue inutili chiacchiere, alternando un sorriso ad un cenno del capo, mentre dentro di lei continuava a maledire il momento in cui aveva deciso di aprire quella dannata porta e permesso a quell’antipatico di rovinargli il primo giorno di vacanza.
 
La serata proseguì molto lentamente, tanto che ad un certo punto dovette intervenire Katsuyu e fingere di informare la donna di alcuni individui sospetti che si aggiravano introno al Villaggio, permettendole così di salutare velocemente lo Tsuchikage e liberarsi finalmente della sua insopportabile presenza.
Tsunade tenne la dolce lumaca dalla strisce bianche e azzurre sulla spalla mentre si avviava rapidissima verso la sua stanza delle terme: non appena fu fuori dal ristorante diede un pugno violento al muretto di una casa poco distante e lo disintegrò in pochi istanti, ansimante per la rabbia, mentre una vena si metteva in mostra sulla fronte come a mettere ulteriormente in evidenza il suo stato d’animo irritato e terribilmente innervosito.
 
- La prossima volta giuro che lo ammazzo!! Lo sfiguro più di quanto non lo sia già e lo riduco ad un tappo di bottiglia! Accidenti a me e alla mia idea di venire in vacanza qui! -
 
Si avviò verso la sua stanza a passi lunghi e veloci, nella speranza di potersi finalmente gettare sul letto a peso morto e chiudere i suoi occhi ambrati, dedicandosi totalmente ad un meritato riposo.
 
Non appena la sua fedele lumaca svanì in una nuvoletta biancastra, la donna si affacciò alla finestra della propria camera ed osservò la luna piena, rimanendo affascinata da quello spettacolo così semplice ma allo stesso tempo così vero: i suoi occhi ambrati si illuminarono di un dorato brillante mentre i lineamenti del suo viso venivano messi in evidenza dal biancore di quella luce.
In quel momento di tranquillità assoluta, la donna respirò una boccata d’aria fresca e forse, ma dico forse, avrebbe davvero cominciato a sentirsi in vacanza, cercando di dimenticare quella terribile e sfortunata  giornata.
 
****
 
La mattina seguente il Quinto Hokage si svegliò con il sole che le batteva sugli occhi, poiché la sera precedente aveva dimenticato la finestra aperta nell’osservare la bellezza della luna e di conseguenza non v’era alcun tipo di tendaggio che potesse ripararla da quella luce accecante: come inizio di giornata si presentava piuttosto bene!
La donna si stropicciò nervosamente gli occhi con le mani rosate dalla pelle delicata mentre i suoi capelli risultavano piuttosto in disordine data la nottata di incubi che aveva avuto a causa della giornata precedente.
 
Si alzò di malavoglia, constatando che fosse ormai mattina inoltrata e sbuffando nel notare come i suoi capelli avessero deciso di ribellarsi anche nei giorni feriali, mettendola subito di malumore ma nonostante questo lei cercò di essere sorridente ed allegra: era il secondo giorno di vacanza e non poteva permettersi di trascorrerlo arrabbiata o innervosita come fosse uno dei tanti, per cui aveva deciso di impegnarsi per non innervosirsi con la sua solita facilità.
 
Si vestì con un semplice vestitino azzurro, leggermente aderente e con un’ampia scollatura e mentre riponeva nella sua borsa la leggera camicia da notte appena utilizzata notò che sotto la sua porta c’era un piccolo bigliettino bianco: il suo viso assunse immediatamente una colorazione rossastra al ricordo della sera precedente ma ancora una volta fece un ampio respiro e si tranquillizzò, raccogliendo il foglietto con estrema cautela e aprendolo senza troppa esitazione.
Non appena lesse la perfetta grafia con cui erano scritte quelle parole, Tsunade avvampò e l’adrenalina cominciò ad invaderle le vene come volesse farla scoppiare di rabbia da un momento all’altro: era un invito a colazione dello Tsuchikage, al quale era stato riferito dai gestori del locale che la donna fosse rientrata la sera prima nella sua stanza e l’attendeva nell’atrio:

Ma che razza di antipatico, ha proprio deciso di perseguitarmi! E si è pure piazzato nell’atrio del locale per impedirmi di uscire inosservata, ha pensato proprio a tutto pur di sabotarmi il soggiorno qui!
 
Il sangue cominciò a ribollirle nelle vene al pensiero di quel vecchietto che rideva sotto i baffi della sua irritazione, così la donna prese tutte le sue cose e le mise nuovamente nella borsa, pronta ad andarsene da lì il prima possibile ed evitare così di doverlo incontrare di nuovo: avrebbe continuato la sua cosiddetta vacanza altrove, magari sulle sponde di uno dei laghi più famosi che si trovava al confine con il Paese del Fulmine, nel tentativo di rilassarsi in modo adeguato.
 
Aprì la porta con un tocco leggero e cercando di fare il meno rumore possibile, dato che la stanza dello Tsuchikage si trovava a pochi metri dalla sua: la sua nuca bionda si sporse leggermente verso il corridoio ed osservò attentamente ogni movimento all’interno di quel locale, nella speranza di non farsi udire da quell’uomo a lei così antipatico.
Constatò che non ci fosse nessuno e così, dopo aver lasciato il denaro dovuto sul comodino affianco al letto, camminò con passo silenzioso dalla parte opposta all’entrata, nella speranza che ci fosse una qualche uscita di emergenza o comunque una porta posteriore che le consentisse di abbandonare le terme senza essere notata.
 
Vagò a lungo per i numerosi corridoi ed ebbe la fortuna di non incontrare nessuno di sua conoscenza, riuscendo così a trovare una porta d’uscita che le consentisse di proseguire la sua meritata vacanza senza ulteriori intralci.

Finalmente libera…

Pensò leggermente più rilassata, socchiudendo gli occhi ambrati e godendosi quell’aria fresca e genuina che le scompigliava i capelli con un fare delicato e piacevole.
Sentiva il calore tiepido del sole di inizio estate riscaldarle la pelle liscia e bianca e con quella piacevole sensazione sul corpo si incamminò lungo un sentiero che conduceva fuori da quel piccolo villaggio sino ai pressi di un grande e limpido lago di cui aveva sentito parlare poco tempo prima.
 
****
 
La donna dal portamento elegante continuava a camminare lungo il sentiero sabbioso che la conduceva tra gli alberi verdi e freschi di un piccolo boschetto, sino a raggiungere le rive del tanto atteso lago.
I raggi del sole cominciavano a farsi invadenti tra i rami degli abeti e l’aria iniziava a riscaldarsi con una certa velocità, facendo salire di non poco la temperatura tanto da costringere l’Hokage a legarsi i capelli in un raffinato concio sulla nuca, per permetterle così di rinfrescarsi il collo liscio.
Una leggera brezza le accarezzò il viso, facendole assaporare quell’odore piacevole di acqua fresca che in quei giorni aveva così bramato e che in quel momento sembrava cullarla con una certa dolcezza.
 
Dopo pochi minuti, la fitta vegetazione si diradò lasciando spazio ad una piccola laguna che pareva incantata: l’acqua limpida del lago rifletteva la luminosità dei raggi solari, lasciando che ogni cosa intorno ad essa brillasse di una tenue luce dorata mentre l’erba verde e rigogliosa ricopriva il terreno fino a pochi metri prima delle acque, lasciando spazio ad un sottile strato di sabbia morbida e fine.

Ora sì che si ragiona…

Pensò la donna con soddisfazione, lasciando che un sorriso sereno le illuminasse il viso ed i suoi occhi si aprissero ad uno sguardo di piacevole stupore.
 
Si tolse i sandali con un gesto lento ma preciso e li tenne tra le mani mentre con i piedi assaporava il tocco dell’erba fresca e successivamente della sabbia appena tiepida ed umidiccia.
Prese il suo telo da bagno dalla borsa appoggiata poco distante da lei e lo distese all’inizio della piccola spiaggetta, indossando poi gli occhiali da sole e togliendosi il vestitino azzurro: il sole illuminava le sue curve perfette, messe in risalto da un bikini leggermente rosato mentre si scioglieva i capelli lasciando che la chioma bionda si distendesse lungo la schiena.

Che silenzio, che tranquillità… Finalmente la mia vacanza comincia.

Si disse tra sé e sé mentre si sdraiava sul suo telo e si godeva quei bellissimi raggi di sole che le riscaldavano la pelle bianca e la facevano brillare, mentre attorno a lei sentiva soltanto il suono piacevole del lago e il cinguettare allegro degli uccellini: si sentiva finalmente in pace, circondata dalla natura più viva e delicata, mentre il suo animo poteva finalmente godersi un momento di tranquillità.
 
Dopo una decina di minuti che si sentiva accarezzata da quel tiepido calore e godeva di quell’immensa tranquillità, sentì un muoversi d’acqua proveniente dal lago e questo la indusse ad aprire gli occhi ed abbandonare quella posizione rilassante: si mise seduta sul suo telo, volgendo lo sguardo verso l’acqua e notando che questa aveva cominciato a creare delle piccole circonferenze in un determinato punto, diventando sempre più grandi.

Come minimo vengo attaccata da un mostro marino, considerando la mia fortuna!

Pensò lei sconsolata, pronta ad affrontare l’ennesimo tentativo del fato di rovinarle la vacanza quando qualcosa di grosso e massiccio emerse dall’acqua, mostrando la sua imponenza.
 
In un primo momento, Tsunade non riuscì a comprendere bene di cosa o chi si trattasse, poiché la figura era leggermente in penombra, ma quando questa cominciò ad avanzare verso la riva lei riconobbe un altro dei suoi “adorati” colleghi, ovvero il Raikage: indossava un paio di pantaloncini corti che fungevano da costume da bagno mentre i capelli biondi erano bagnati dall’acqua ed il suo petto esageratamente muscoloso veniva messo in evidenza dai raggi luminosi del sole di metà pomeriggio.

No, mi sono sbagliata: un mostro marino sarebbe stato una piacevole sorpresa in confronto alla persona che mi ritrovo davanti.

Una piccola smorfia le comparve sulle labbra nel riconoscere la persona che si stava avvicinando ma questa svanì non appena la figura imponente del Raikage le si presentò davanti, le braccia sui fianchi come a mettere in evidenza la sua autorità e le goccioline d’acqua che ancora gli correvano lungo gli addominali scolpiti: non si poteva ignorare il fatto che avesse un fisico mozzafiato, certamente, ma il suo carattere insopportabile e l’espressione perennemente arrogante lo rendevano piuttosto sgradevole e questo non poteva passare inosservato agli occhi della bella Hokage.
 
Sul viso dell’uomo comparve un sorriso appena accennato, quel tanto che bastava a mettere in evidenza la dentatura bianca e luminosa mentre osservava compiaciuto il corpo perfetto della donna che si ritrovava davanti come il destino avesse voluto fargli una piacevole sorpresa: lei, al contrario, non poteva far altro che maledire il momento in qui aveva deciso di tentare di trascorrere una “vacanza”, se così si poteva chiamare il suo tormento continuo…
 
- Buon giorno, Lady Tsunade… Che piacere vederla, cosa la porta qui? -

La mia fedele sfortuna!

Avrebbe voluto tanto rispondere, ma comprese che anche in quel caso fosse meglio restare calma e fingere almeno in parte che quell’incontro non fosse soltanto una terribile seccatura: dopo tutto, il Raikage non era un uomo particolarmente brutto e il fatto che non dovesse dare ordini, in quella situazione, poteva forse renderlo più piacevole.
La donna accennò ad un sorriso, aprendo leggermente le sue labbra rosee e allungando ulteriormente le gambe lungo il telo da bagno, come a voler stuzzicare ulteriormente l’uomo impassibile e freddo che si trovava davanti: dopo tutto, era in vacanza, qualche piccola soddisfazione doveva prendersela.
 
-  Volevo rilassarmi un po’ e così ho deciso di venire a prendere il sole in questa bellissima laguna.-
 
Disse lei con tono moderato e quasi divertito, mentre i suoi occhi astuti e vigili osservavano il volto del Raikage che nonostante la carnagione scura sembrava quasi arrossire: era evidente il suo leggero imbarazzo nel trovarsi davanti una bellissima donna che sembrava quasi volerlo stuzzicare per divertimento…

Gli uomini sono proprio tutti uguali…

Pensò Tsunade dentro di sé, leggermente amareggiata da quel pensiero mentre sul suo volto continuava a dipingersi un sorriso beffardo ed il suo sguardo, sebbene fosse nascosto dagli occhiali scuri, assumeva pian piano un’espressione sempre più divertita alla vista del Raikage che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
 
- Anch’io adoro questo posto, un’idea eccellente direi… -
 
Le parole uscirono dalla bocca dell’uomo leggermente più insicure del solito, probabilmente perché i suoi occhi erano ancora incantati dalla figura della donna che si trovava di fronte ma dopo pochi istanti si riprese da quell’incantamento momentaneo ed andò a sdraiarsi a pochi centimetri da lei, con la solita espressione forte ma leggermente più raddolcita.
Tsunade restò vigile anche di fronte a quell’innocuo comportamento, dato che non aveva alcuna intenzione di venire assalita dall’ennesimo pervertito, anche se doveva ammettere che quell’uomo fosse abbastanza rispettoso degli altri, per quanto il suo carattere arrogante lo facesse apparire piuttosto egocentrico.
 
- Lei ha una pelle davvero… Bianca, non ha paura di scottarsi con questo sole così forte? -
 
Disse A. con una piccola esitazione nelle prime parole, come se tutto d’un tratto avesse deciso di modificare ciò che stava per dire e cambiare totalmente argomento: cosa che ovviamente non sfuggì allo sguardo attento della donna, la quale cominciò ad assumere un’espressione ancora più divertita mentre dentro di lei rifletteva su come approfittare di quella situazione per mettere ulteriormente in imbarazzo l’impassibile Raikage.
 
- Mi sono già data la crema solare, anche se sulla schiena non ci sono riuscita, da sola… -
 
Fece un ampio sorriso, mostrando la sua dentatura perfetta ed assumendo una posizione col corpo ancora più ammaliante, mettendo ulteriormente in imbarazzo l’uomo davanti a lei che tuttavia sembrava trattenersi dal metterlo in evidenza nonostante il suo sguardo fosse ancora ipnotizzato da quell’immagine perfetta ed illuminata dalla luce del sole.

E’ imbambolato come pochi, lo facevo più sveglio a dire la verità.

Rifletté lei, ma decise di continuare quel gioco che si prospettava piuttosto divertente e continuò a guardarlo con occhi dolci, mentre i suoi capelli dorati erano leggermente mossi da un tiepido e moderato venticello, enfatizzando maggiormente la sua figura perfetta.
 
- Se vuole, posso aiutarla io! -
 
Disse l’uomo con un certo entusiasmo, come fosse un bambino a cui hanno appena regalato un leccalecca, mentre sul suo viso si apriva un nuovo sorriso speranzoso ed i suoi occhi cominciavano a lasciar trasparire una certa contentezza.
Tsunade faticò a trattenersi dallo scoppiare in una sonora risata nel vedere l’espressione estremamente entusiasta del Raikage, totalmente differente da quella che mostrava ogni giorno, e decise di assecondarlo per poter così godere ancora di quei momenti estremamente divertenti ai suoi occhi.
 
Prese un barattolo bianco e arancione dalla propria borsa e lo porse all’uomo con un sorriso smagliante ed un “grazie” appena accennato, mentre con una certa lentezza si voltava verso il proprio telo ed enfatizzava ogni movimento che la portava a sdraiarsi con la pancia rivolta verso il basso, il tutto per essere ulteriormente osservata dallo sguardo già incantato del Raikage, il quale restò immobile per qualche secondo di troppo nel soffermarsi su ogni curva del corpo perfetto della donna.
 
Il sole cocente cominciava a farsi irruente sulla piccola laguna mentre i raggi del sole illuminavano la superficie dell’acqua come a darle un tocco magico e ad enfatizzare maggiormente quell’atmosfera rilassante e piacevole: la natura sembrava quietarsi tutto d’un tratto e rilasciare nell’aria un odore delicato di fiori e acqua marina.
Una gocciolina di sudore cadde dal viso del Raikage, costringendolo ad abbandonare quei pensieri piuttosto ambigui sulla donna che si trovava davanti e tornare alla realtà, mentre l’Hokage sorrideva divertita ed i suoi occhi erano illuminati da una maliziosità ben delineata.
 
L’uomo cominciò a spalmarle la crema lungo la schiena, con un fare delicato di cui si stupì lui per primo mentre Tsunade socchiudeva gli occhi con delicatezza e si godeva quel momento rilassante: un massaggio sufficientemente piacevole ed il sole che le accarezzava la pelle non erano due fattori da ignorare, considerata la sua fortuna sino a quel momento.

Forse posso cominciare a sentirmi in vacanza.

Pensò tra sé e sé dopo aver fatto un profondo respiro, odorando con piacere quel profumo di acqua fresca e dolce che le accarezzava il naso, mentre ogni muscolo del suo corpo sembrava finalmente rilassarsi.
 
Dopo una decina di minuti di rilassamento totale, la donna stava quasi per abbandonare i suoi sensi ed addormentarsi quando sentì la mano dell’uomo scendere verso la parte finale della sua schiena in modo molto avventato, spingendosi troppo oltre ciò che gli fosse concesso ed ignorando quell’involontaria firma alla sua condanna a morte.
Tsunade aprì di scatto gli occhi e si voltò rapidamente, cogliendolo di sorpresa mentre lui ancora non si rendeva conto di ciò che avesse fatto: la mano dell’uomo era posata sulla sua natica destra e questo la fece imbestialire come non mai, tanto che il suo volto diventò improvvisamente rosso di rabbia ed una vena si mise in mostra sulla sua fronte.
Il Raikage non si era accorto della reazione della donna, tanto era preso dal sfiorarle la pelle delicata del sedere ma quando distrattamente voltò il viso verso di lei, questo sbiancò in un millesimo di secondo, lasciando spazio ad un’espressione un attimo stupita: i suoi occhi si incrociarono con quelli minacciosi ed infuriati della donna, tanto da fargli temere per qualche istante il suo sguardo pressoché omicida.
 
L’uomo tolse immediatamente le proprie mani dal corpo della donna e fece per scusarsi in qualche modo, ma lei non gli diede il tempo di proferire parola e lo colpì violentemente con un forte pugno sul viso, contornato da una tenue luce azzurrina.
Il corpo del Raikage volò ad una decina di metri da lei, cadendo nell’acqua fresca e limpida del lago mentre Tsunade si alzava irritata e piuttosto infuriata: sul suo viso era ben visibile un’espressione adirata e quasi minacciosa, mentre i muscoli che poco prima erano perfettamente rilassati ora tornavano a mostrarsi tesi ed agguerriti più che mai.
I suoi occhi ambrati brillavano alla luce del sole mentre le sue labbra carnose lasciavano intravedere i denti stretti, enfatizzando il suo stato d’animo.
 
Dopo aver osservato il “tuffo volontario” dell’uomo in quelle limpide acque, la donna si rivestì rapidamente del suo abito azzurrino e mise tutte le proprie cose nella grande borsa appoggiata sulla sabbia tiepida, mentre si alzava di scatto e si allontanava a grandi passi da quella che fino a poco prima le era sembrata una laguna paradisiaca.

Possibile che io non possa godermi una vacanza senza che qualcuno mandi tutto a monte?!

Si diceva Tsunade tra sé e sé, piena di rabbia e di nervoso, mentre si dirigeva rapida e ancora infastidita verso il proprio villaggio: quella sottospecie di vacanza non sembrava portarle bene e come solito la sua sfortuna aveva deciso di accompagnarla, senza abbandonarla nemmeno un istante, fedele come sempre e questo non poteva che alterare maggiormente l’animo già abbastanza tormentato della bella Hokage.
 
La vena prominente sulla sua tempia non sembrava essere intenzionata ad andarsene mentre lo sguardo sottile della donna continuava a guardare deciso davanti a sé, determinato a rientrare a Konoha nel più breve tempo possibile: forse il suo ufficio non era così male in confronto a tutto ciò che aveva passato in quei due giorni.
Mentre percorreva la via più breve per ritornare al villaggio, alcuni nuvoloni si addensarono nel cielo che fino a poco tempo prima era limpido e sereno, oscurando i raggi luminosi del sole e rabbuiando ogni colore sulla faccia della terra, come se i segni dell’estate venissero improvvisamente cancellati dal mondo.

Ecco, ci manca solo che si metta a piovere e mi bagni dalla testa ai piedi!

Disse nervosamente l’Hokage mentre continuava a comminare, cercando di ignorare le nuvole piuttosto minacciose sopra la sua testa e l’aria che pian piano cominciava a rinfrescarsi in maniera anomala per quel periodo dell’anno…
 
****
 
Un violento temporale aveva preso il sopravvento sul Villaggio della Foglia, cogliendo di sorpresa tutti i suoi abitanti già intenti a preparare ombrelloni ed occhiali da sole per il mare.
L’aria calda ed umida aveva lasciato il posto ad un vento abbastanza freddo ed aggressivo, tanto che alcune insegne di negozi erano volate via con una facilità incredibile mentre tutti si accingevano a rispolverare ombrelli ed impermeabili per quel maltempo piuttosto inaspettato.
 
La pioggia batteva forte anche sull’ampio tetto del palazzo dell’Hokage, apparentemente disabitato e molto silenzioso, dove tuttavia si intravedeva una luce accesa in una delle stanze più alte ed una figura si avvicinava all’entrata del portone.
Shizune era seduta alla scrivania del Quinto Hokage, intenta a sistemare le migliaia di scartoffie che quotidianamente la sommergevano, mentre il buffo maialino rosa se ne stava sdraiato tranquillamente sulla poltrona rossa poco distante da lei.
La giovane ninja era assorta nei suoi pensieri quando sentì alcuni passi veloci e pesanti avvicinarsi alla stanza e fece appena in tempo ad alzare il viso che vide una figura leggermente goffa e bagnata aprire con violenza la porta di legno massiccio e fare il suo ingresso nella stanza.
 
Shizune si alzò immediatamente in piedi, estraendo con rapidità un kunai e mettendolo davanti a sé con fare determinato, pronta a difendere se stessa e quel luogo con i denti e con le unghie da quella possibile minaccia quando la figura davanti a lei lasciò cadere a terra un mantello verde e rosso completamente bagnato ed alzò il volto verso la sua assistente, mentre sul suo viso si leggeva un’espressione piuttosto adirata ed irritata da una moltitudine di motivazioni.
 
- Signorina Tsunade! E’ un piacere rivederla! -
 
Disse dolcemente la gentile assistente dell’Hokage nel rivedere la sua maestra, azzardando un sorriso appena accennato sul suo limpido volto mentre l’espressione di Tsunade restava abbastanza minacciosa ed innervosita, senza contare lo sguardo poco promettente che non sembrava intenzione ad abbandonarla: i suoi vestiti erano gonfi d’acqua ed anche i suoi capelli erano completamente bagnati, segno evidente del fatto che l’acquazzone appena iniziato l’avesse investita in pieno.
 
Shizune si allontanò velocemente dalla scrivania e corse a prendere un altro mantello da appoggiare sulle spalle della sua adorata Hokage, nel tentativo di asciugarla e non farle prendere freddo mentre sul suo viso persisteva un’espressione contenta, per quanto dubbiosa di quella situazione.
 
- Come mai è già tornata? Sono passati soltanto due giorni da quando è partita per la sua vacan-
 
Ma non fece in tempo a terminare la frase che la donna dai capelli lunghi e biondi si tolse quel mantello asciutto dalle spalle con un gesto veloce ed avventato, mentre ogni muscolo del suo corpo pareva rinvigorirsi tutto d’un tratto ed il suo sguardo assumeva sempre più un’espressione minacciosa ed adirata.
 
- Non voglio mai più sentire parlare di vacanza, CHIARO?!-
 
Tuonò lei tutto d’un fiato, alzando la voce in maniera spropositata: la sua assistente si allontanò rapidamente di qualche passo, intimorita, mentre il piccolo maialino rosa che fino a poco prima dormiva beato fece un balzo sulla poltrona, restando stralunato da quelle urla.
L’Hokage sembrava quasi ansimare dalla rabbia mentre Shizune tentò nuovamente di comprendere cosa fosse accaduto.
 
- Ma… Ma signorina Tsunade, lei voleva prendersi una pausa, per rilassarsi un po’ e-
 
Ma ancora una volta la voce potente e determinata di Tsunade prese il sopravvento su quella mite e moderata della ragazza, tanto che si trovò zittita ancora una volta mentre la sua maestra sbraitava a più non posso e sfogava tutta la sua rabbia.
 
- E lo chiami rilassarsi il credere di poter passare una settimana, dico, UNA SETTIMANA in santa pace alle terme e ritrovarsi invece quel pervertito dell’ero-sannin nella vasca delle donne?! Senza contare il fatto che anche quell’antipatico dello Tsuchikage si trovasse lì e così sono stata costretta ad andare a cena e sopportarlo per so quante ore! Per non parlare poi dell’incontro con il Raikage, che si è persino permesso di toccarmi il sedere con quelle sue mani rugose! E per finire, tanto perché la sfortuna non mi aveva perseguitata abbastanza, nel tornare al villaggio ha pensato bene di piovere e così mi ritrovo qui bagnata fradicia, col rischio di un forte raffreddore e con i nervi a pezzi!! –
 
La donna continuava a parlare ad alta voce, arrabbiatissima, mentre camminava per la stanza gesticolando e imprecando contro quell’avverso destino che non sembrava volerle concedere nemmeno un giorno di riposo.
Non appena ebbe terminato la sua sfuriata, Tsunade si abbandonò sulla poltrona con gli occhi socchiusi e si mise una mano sulla tempia, massaggiandola con cura: quei due giorni l’avevano sfinita più di un mese di burocrazia e la cosa non l’avrebbe sicuramente resa di miglior umore, considerando anche il clima che si presentava in quel momento nonostante fosse estate.

Sono proprio curiosa di sapere cosa mi accadrà, adesso.

Pensò sconsolata nel vano tentativo di poter restare tranquilla per un poco di tempo almeno nel proprio ufficio.
 
Shizune, pur restando ad una distanza di sicurezza, si fece forza e le appoggiò sulla scrivania una lettera ben chiusa, con mano tremante ed il respiro leggermente irregolare per il timore che aveva avuto fino a pochi secondi prima.
Con fare svogliato e leggermente sgarbato, Tsunade prese in mano la lettera e ancora abbandonata ad una posizione poco consona alla sua carica l’aprì senza leggere chi fosse il mittente, allungando lo sguardo sino alle parole scritte al suo interno con una grafia a lei familiare.
 
Gentile Quinto Hokage,
memore della bellissima serata trascorsa con lei qualche giorno fa, la invito ad un banchetto che terrò in suo onore domani pomeriggio presso il mio palazzo.
Sperando che non sia ancora assente per via delle vacanze estive e confidando in una sua partecipazione, le porgo i miei più sinceri saluti.
Tsuchikage.

 
La donna sgranò gli occhi leggendo quelle righe fin troppo formali e moderate, mentre la mano che reggeva quella lettera cominciò a tremarle in modo piuttosto preoccupante ed il suo viso ritornava ad assumere una colorazione bordeaux per il nervoso: la sua espressione annoiata e stanca si stava tramutando in una di rabbia feroce e piena di minacciosità, tanto che la fronte le si aggrottò in pochi istanti e i suoi occhi assunsero una forma a dir poco intimidatoria.
Shizune pensò bene di uscire dalla stanza insieme a Ton Ton, nel vano tentativo di non subire la collera del Quinto Hokage che a parer suo stava esplodendo senza un valido motivo, fin quando il Villaggio della Foglia venne sovrastato da un urlo acuto e pieno di rabbia.
 
Sì, senza alcun dubbio quella cosiddetta vacanza l’avrebbe perseguitata ancora a lungo.
 
 *******

Giudice: ilaria94
 
2° posto ellacowgirl in Madame_Butterfly

Grammatica e Sintassi: 13/15
Stile e Forma: 8/10
IC: 15/15
Attinenza al tema: 10/10
Caratterizzazione Personaggi principali: 8/10
Gradimento Personale: 7/10
Totale: 61/70 punti
Giudizio scritto
Bé anche se hai scritto questa storia in pochi giorni, a causa di molte cosa da fare, di sicuro non mi hai delusa. Inizio col dire che la storia era molto divertente. Questa One-shot è molto originale ed è scritta da un punto di vista alternativo, diversa dalla solita storia in cui tutto va alla grande. Grammaticalmente è corretta, in più il lessico lo padroneggi molto bene e non ci sono ripetizioni. Giusto qualche errore dal punto di vista sintattico o di distrazione. Infatti ho notato che non metti mai la virgola per introdurre una subordinata avversativa ma direi che non è grave. Per tutto il resto mi è sembrata corretta e la storia non rischia mai di essere banale o prevedibile.
Ho apprezzato questa storia soprattutto per la sfortuna della “giovane” Hokage. L’originalità di sicuro non è mancata, in quanto parli della vacanza più come una missione alla ricerca del relax, cosa, però, che non gli esce molto bene. Trovo che tutti i personaggi presenti nella storia corrispondano perfettamente con il proprio carattere, in particolar modo quella della signorina Tsunade. La sua aggressività nei confronti di Jiraya e degli altri due Kage, la limitata pazienza nei confronti dello Tsuchikage, e la “maliziosità” nei confronti del Reikage di sicuro fanno parte del suo carattere. E’ ben nota la sfortuna che perseguita la donna e in questa storia è ben sottolineata, facendo comprendere ancora una volta che la poveretta non ha mai un attimo di tregua. Mi dispiace solamente come è andata a finire per lei quella che doveva essere una vacanza; costretta a ritornare nel proprio ufficio nella speranza di avere qualche attimo di pace, ma che non gli è stato concesso.
E come vedi anche sotto stress, o per la fretta, il tuo lavoro è stato premiato.



  
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