Come sempre
prima di lasciarvi alla lettura, vi lascio le solite raccomandazioni etc..
Questa
storia tratta temi omosessuali anche se appena accennati, se non è di vostro
gradimento vi pregherei di non leggere.
I
personaggi da me descritti non mi appartengono tranne quelli da me inventati,
tutto ciò che scrivo è frutto della mia immaginazione e non è a scopo di lucro.
Il
linguaggio usato in questa fan fiction, a volte sarà un po’ colorito ma non
eccessivamente, per questo ho scelto un raiting giallo ^_^
Ci vediamo
in fondo alla pagina, buona lettura.
Kiss The Rain
Il vapore che si è
formato nel piccolo bagno mi avvolge completamente, sembra come se la nebbia fosse
entrata in casa mia nascondendo gli oggetti intorno a me. Non penso che in vita
mia, abbia mai fatto una doccia così lunga e calda; il fatto è che ne sentivo
realmente bisogno, quella necessità incontrollata che annienta del tutto la
razionalità.
Guardo le mie mani
che sono ridotte abbastanza male, ho letto da qualche parte che la pelle delle
dita aggrinzisce nell’acqua per fare in modo di farci afferrare gli oggetti anche bagnati altrimenti ci
scivolerebbero via, la natura a volte mi sorprende.
Mi biasimo da solo
nel pensare a come mi sono ridotto, nel ricordare i bei giorni passati
tranquillamente con i miei amici; ero della convinzione che l’amore non mi
servisse, che potevo farne davvero a meno. In fondo sono giovane e abbastanza
carino, sia ragazzi che ragazze non mi mancano e fanno la fila per avermi; mi
chiedo allora come ho potuto lasciare che il mio cuore fosse rapito e proprio
da lui.
Credevo che la
nostra amicizia fosse qualcosa di più, che i miei sentimenti verso la sua
persona fossero ampliamente ricambiati e ciò che me lo faceva pensare era
proprio il suo comportamento. Mai una volta si è tirato indietro alle mie
attenzioni, anzi tutt’altro; ha fatto sempre in modo e maniera di assecondarle.
Ma a quanto sembra
ho sbagliato di grosso, ciò che ci lega è amore solo da parte mia. Fendo l’aria
davanti a me per scacciare tutti i pensieri che mi tormentano, ma nel farlo
urto le cose poggiate sul ripiano del lavandino facendole rovinare a terra; lo
spazzolino, il dentifricio e anche i trucchi ben disposti dentro il porta
trucchi, sbuffo puntando lo sguardo al soffitto.
Senza raccogliere
nulla sposto il mio corpo stanco dal bagno alla stanza da letto attraversando
il piccolo corridoio, dove mi appresto ad indossare gli abiti che avevo
preparato in precedenza; anzi dovrei darmi anche una mossa, visto che a
quest’ora dovrei essere già a lavoro.
Infilo i miei
fedeli jeans strappati sul ginocchio, questi pantaloni li adoro e poi subito
dopo indosso anche il maglioncino nero a collo alto; oggi sono all’insegna
della comodità. Mi guardo sull’anta dell’armadio che è composto intermante da
specchi, gli abiti sono perfetti per il mio corpo e il maglioncino stretto che
ho scelto, risalta benissimo il mio busto magro.
A piedi nudi
raggiungo la cucina, mentre con l’asciugamano friziono i capelli neri come la
notte ancora bagnati. Apro il frigorifero tirandone fuori la bottiglia di
latta, la porto alle labbra e ne bevo un grande sorso; amo il sapore del latte
freddo.
Sorrido amaro
pensando proprio ai miei capelli, li ho tinti di questo colore un mese fa per
assomigliargli di più, che stupidaggine mi è venuta in mente ancora non lo so.
Potrei dire che nemmeno se ne è accorto, mentre quando ha visto Aoi con i
capelli argentati, si è fiondato da lui a scondinzolargli come un cagnolino.
Ripongo il latte
nel frigo e con un gesto secco della mano ne richiudo l’anta facendola
sbattere, al diavolo tutto.
Torno nel piccolo
bagno ed apro la finestra per fare entrare aria pulita e fresca, ciò che ne
ricavo è una ventata gelida che mi fa rabbrividire; ultimamente la temperatura
a Tokyo è veramente rigida.
Mi sposto di fronte
allo specchio pronto a pettinarmi e ad asciugare i capelli, non devo
assolutamente ammalarmi o saranno guai seri. Siamo pieni di impegni e non posso
saltarne nemmeno uno, questo lusso non mi appartiene; non ricordo nemmeno
l’ultima volta che avendo la febbre me ne sia rimasto al caldo sotto le
coperte, mi sono sempre recato a lavoro cercando di nascondere il malanno di
turno.
Una volta pronto mi
infilo i calzini e vado verso la porta, afferro le chiavi di casa e la borsa,
infilo le scarpe e il cappotto, sono pronto per affrontare la giornata.
時間
Appena metto piede
alla PSC mi sento chiamare alle mie spalle, mi volto e vedo Rui correre in mia direzione,
per fortuna non sono l’unico ritardatario.
« ciao Byo » ha il fiatone per quanto ha corso questo
scemo.
« ciao Rui » dico ridendo sotto i baffi.
« se fossi in te non riderei così tanto » mi avverte, mentre insieme raggiungiamo
l’ascensore.
« perché? »
« Kazu ha un
diavolo per capello, mancavi solo tu » mi dice con aria sufficiente, se non sapessi che lo fa solo per
prendermi in giro lo picchierei.
« che palle » impreco sbuffando e pigio il pulsante che
ci permetterà di arrivare al nostro piano.
« ma che fine avevi fatto? » mi chiede.
« non ha suonato la sveglia » mento « ma tu non stai arrivando ora? »
« no, sono sceso a prendere il cellulare che
avevo scordato in macchina »
E ti pareva che me
ne andava bene una, quindi sono l’unico che ha fatto ben un’ora e mezza di
ritardo, che palle.
Le ante
dell’ascensore si aprono rivelando ai nostri occhi il corridoio, in fondo c’è
la macchinetta del caffè ed è raro trovarla abbandonata; infatti anche adesso
posso vedere le figure di Aoi e Uruha bere tranquillamente la loro meritata
bevanda.
Odio ammetterlo ma
sono fottutamente geloso di Aoi, vorrei essere proprio come lui, sicuro di se,
bellissimo e capace di catturare senza sforzarsi l’attenzione del mio primo
chitarrista.
Non so se quei due
hanno mai fatto sesso e sinceramente, posso vivere benissimo rimanendo
all’oscuro di tale verità; ma se fossi stato in Aoi io lo avrei di sicuro
fatto. Tutte quelle sere passate a giocare da qualche parte, o al karaoke e poi
a bere, come è possibile non finire la serata in bellezza?
Socchiudo gli occhi
preso dai miei pensieri, però mi sento tirare da qualcuno che con la forza mi
fa uscire dall’ascensore dove ero rimasto.
« Byo stai dormendo per caso? » Rui mi guarda storto e lascia la presa sul
mio braccio « le porte si
stavano richiudendo e non accennavi ad uscire » mi fa notare sempre lui.
« già.. » dico solo, per poi allontanarmi da lui che mi segue con lo sguardo.
« buongiorno Byo » mi salutano in coro i miei sempai, tengono
in mano i loro bicchieri contenenti il liquido nero fumante.
« buongiorno » saluto in loro direzione sorpassandoli
subito dopo, li posso vedere scambiarsi un’occhiata prima di puntare gli occhi
di nuovo sulla mia figura; decido di ignorare entrambi.
Apro la porta del
nostro studio e ad attendermi trovo Manabu che mi sorride, faccio altrettanto
con lui; dietro di me appare Rui che mi sorpassa e si va a sedere sul divanetto
di fianco al nostro chitarrista, mentre io mi tolgo il cappotto e lo appendo
all’attaccapanni.
« ore piccole ieri sera? » mi chiede Manabu.
Mi volto verso di
lui « diciamo »
« mmhh.. sei di
malumore oggi, capito » lo vedo
concentrarsi sulla sua chitarra, mentre Rui dopo avermi squadrato per bene, si
dedica ad un foglio preso da sopra il tavolino, un pentagramma sembrerebbe da
qui.
Mi volto di nuovo
verso la giacca prendendo dalla tasca il pacchetto di sigarette, me ne accendo
subito una lasciando defluire fuori il fumo grigio; non posso fare a meno di
notare che mancano due persone all’appello.
Non faccio in tempo
a decifrare questo messaggio che la porta si apre di nuovo, per poco non mi
arriva sulla spalla. Vedo entrare Jin accompagnato da Kazuki e subito dietro di
loro, Yuuto; quando si dice che il destino ci è avverso.
« il ritardatario è arrivato! » esclama Kazuki ridendo, ciò non fa altro
che irritarmi ancora di più.
Se fosse in
condizioni normali mi avrebbe scannato, nel vero senso della parola e non
metaforicamente; invece ora, al fianco del suo caro amico Yuuto, è tutto allegro e pimpante.
Sinceramente avrei
di gran lunga assistito più volentieri ad un bacio tra Kazuki e Aoi, che con
Yuuto, almeno Aoi è meglio di me, ma lui cos’ha che non ho io?
« non avevo voglia di venire » bofonchio in loro direzione, falsamente
annoiato.
Jin mi regala
un’occhiata che farebbe rabbrividire chiunque ma non me, lo sa ma tanto non gli
importa di questo; di tanto in tanto cerca di far prevalere la ragione e non il
mio pessimo carattere.
Kazuki si volta
verso di me contrariato, se mi regalerà una ramanzina forse e ribadisco forse,
potrei anche calmare il mio animo nero e cercare per le prossime dieci ore
lavorative di comportarmi bene.
« ringrazia che sono di buon umore » elargisce invece, con quel sorriso ebete
che ha stampato in viso.
Sorriso che se non
fosse dovuto alla visita improvvisa di Yuuto, sicuramente mi scioglierebbe il
cuore, ma ora come ora, vorrei che quel sorriso fossi capace di farlo esplodere
solo io.
Mi mordo la lingua
per non infierire ulteriormente, per esempio una bella risposta sarebbe stata ‘certo grazie alla scopata durata tutta la
notte con Yuuto ’, però mi guardo bene dal pronunciarla; ciò farebbe
esplodere la terza guerra mondiale e con il mal di testa, che è improvvisamente
comparso, non ne ho proprio voglia.
Kazuki è davvero un
ragazzo d’oro, un angelo direi, ma resta comunque un essere umano e come tale
ha i suoi limiti di sopportazione, per sua disgrazia so quali tasti toccare per
farlo esplodere.
« vado a prendermi un caffè, ci vediamo dopo
» mi volto per
uscire, senza degnare di uno sguardo nessuno dei presenti.
« che cosa?! » sbraita in fine il mio chitarrista.
Mi fermo sull’uscio
della porta e mi volto con estrema lentezza, forse sto esagerando ma sono
impossibilitato dallo smettere e appena vedo la figura di Yuuto vicino a lui
che sorride in quel modo, ogni dubbio viene cancellato dalla nebbia
dell’irrazionalità.
« cos’è che non hai capito Kazuki? »
« sempre il solito.. » sbuffa una risata il nostro ex compagno di
band.
Affilo lo sguardo
in sua direzione, pronto a prenderlo per il collo e non lasciare la presa fino
a che non lo vedrò divenire viola.
« prendo anche io un caffè, così ci
svegliamo bene e saremo pronti a lavorare » interviene prontamente Manabu, il quale si porta al mio fianco e
prendendomi sotto braccio mi trascina letteralmente via da quella stanza.
« incredibile, arriva tardi e poi si
comporta anche in questo modo » le ultime parole
di Kazuki che riesco a sentire.
Una volta arrivati
di fronte la macchina che distribuisce il caffè Manabu si ferma e mi guarda
male, so che ora mi farà il terzo grado quindi preparo il mio cervello a non
sentire nemmeno una parola.
« che ti prende Byo? »
Nonostante tutto
non riesco ad ignorarlo « ti prego non
cominciare » mi massaggio le
tempie, il mal di testa sta peggiorando notevolmente.
« non cominciare? In questo periodo non ti
si sopporta e dici a me di non cominciare? E quella scenata di poco fa cos’era?
»
Perché non
capiscono che devono lasciarmi in pace, che quando mi sento in questo stato
l’ultima cosa di cui ho bisogno è essere tormentato?
« Manabu, Kazuki ti cerca » la voce di Aoi proviene dalle nostre
spalle, entrambi ci voltiamo verso di lui.
Lo troviamo
sorridente e con una sigaretta spenta tra le labbra, lo incita con lo sguardo
ad andare e Manabu lo asseconda non prima di avermi ammonito con lo
sguardo.
« giornataccia è? Lo vuoi o no questo caffè?
» mi chiede
guardandomi con la coda dell’occhio, mentre la macchina eroga il suo caffè.
« ma quanti ne bevi? » gli chiedo guardandolo.
« non è per me, è per te io sono in pausa
sigaretta » dice porgendomi il
bicchiere colmo.
Lo prendo fra le
dita, sento il bicchiere bruciare ma non lascio la presa.
« grazie » sussurro sorpreso, onestamente non ho capito cosa voglia fare.
« mi fai compagnia? » prende la sigaretta tra le dita e me la
indica.
Annuisco senza
proferire parola, ancora non riesco a comprendere ma se è venuto qui e ora
vuole che gli faccia compagnia certamente è per un motivo ben preciso.
Arriviamo all’ultimo
piano con l’ascensore ed usciamo sulla grande terrazza che lo occupa, non
capisco perché per fumare siamo arrivati sin qua su.
L’aria qui sopra è
ancora più gelida se possibile e c’è anche un discreto vento che non aiuta per
nulla, lo guardo interrogativo mentre arriviamo alla ringhiera per affacciarci,
è così alto che vengo colto da un capogiro e menomale che non soffro di
vertigini.
« è alto vero? »
Mi volto verso Aoi
ed annuisco « non ero mai salito
fino a qui sopra »
« lo so, non ci viene mai nessuno qui » sorride accendendosi la sigaretta.
Posso capire perché
Kazuki è così preso da lui, è affascinante, maturo e fin troppo bello a
guardarlo bene.
« per questo ci vieni? » gli chiedo.
« solo quando voglio starmene per conto mio » confessa.
« e perché mi hai portato con te allora? »
Si volta verso di
me sempre sorridente, in qualche modo riesce a farmi sentire a disagio solo con
lo sguardo. « e quando voglio
parlare in pace, senza interruzione e senza che qualcuno ascolti per caso »
Sorrido per come sottolinea la parola
caso, qui nei corridoi della PSC sono certi impiccioni che mantenere un segreto
è pressoché impossibile.
« già, hai ragione! » esclamo
scoppiando a ridere.
« guarda un po’ chi si rivede » sposta
la testa di lato, sorridendo ancora di più.
Lo guardo interrogativo prima di
girarmi a guardare dietro di me, ma non riesco a scorgere nessuno, praticamente
siamo soli qui su.
Scuote la testa sorridendo ancora di
più « parlo del tuo sorriso, ultimamente è difficile vederlo e credo di sapere
il perché.. » smette di parlare, forse per farmi immagazzinare bene le sue
parole e magari dargli anche una risposta, cosa che credo non arriverà.
Giuro che se ha capito che sono geloso
e innamorato cotto di Kazuki, mi butto da qui su; do un’occhiata alla strada
sotto di noi e le macchine sembrano delle piccole formiche in movimento.
« amare non è una vergogna Byo » usa
un tono calmo, mi piace la sua voce.
« non è questo il problema Aoi San »
soffio senza guardarlo e sorseggiando il caffè bollente.
« e lo sono io? »
Resto senza fiato nell’udire questa
domanda, ma dovevo aspettarmelo lui non è un ragazzo stupido; scuoto
leggermente la testa sempre fisso sulle piccole formichine sulla strada.
« anche, no.. non proprio » sembro un
uomo senza cervello ora.
« tranquillo, non ti mangio mica e tra
me e Kazu Chan c’è solo amicizia.. non abbiamo mai »
« aspetta! » lo interrompo prima che
finisca la frase, so cosa sta per dirmi e non voglio sentirlo; non da lui
almeno.
« sei difficile da comprendere Byo lo
sai? » poggia una mano sulla mia spalla,
facendomi voltare verso di lui.
« non è una cosa che deve
interessarmi, quello che fa Kazuki nella sua vita privata è affar suo »
« questo è vero, detto razionalmente e
da una persona non emotivamente coinvolta.. ma non da un ragazzo innamorato
Byo.. »
L’ha capito davvero allora, ha capito
cosa provo per Kazuki.
« non è così difficile da capire Byo »
deve avermi letto nel pensiero.
« ma tanto lui non mi ricambia, quindi
devo smetterla »
Lo vedo scuotere la testa « sei cieco
cavolo Byo! »
« perché? » gli chiedo subito.
« non sono io che deve dire una cosa
simile, ma l’hai visto quanto ci tiene a te o no? »
Sorrido, è cascato anche lui nella
stessa trappola in cui sono sprofondato io.
« oh si che l’ho visto, per esempio
ieri sera quando ha baciato Yuuto e se ne sono andati su casa »
Si blocca sul posto, mi guarda
sconcertato come se non volesse credere alle mie parole.
« credi che non pensassi che mi amava?
Certo che lo pensavo Aoi san, anche se usciva con te, ho sempre pensato che
quel qualcosa che ci legava non fosse amicizia.. ma ieri ho capito come stanno
in realtà le cose »
« ma tu gliene hai parlato? » mi
chiede.
« no, non ce né bisogno. Grazie del
caffè » mi volto e lo lascio lì.
Chiamo l’ascensore e poggio la schiena
al muro nell’attesa che arrivi per portarmi di nuovo al mio piano, nel mentre
vedo la figura del chitarrista dei GazettE raggiungermi.
« scusa Byo, non volevo essere
invasivo » è di una gentilezza infinita.
« non ti preoccupare, volevi aiutarmi
e questo l’ho capito, grazie comunque Aoi san » gli sorrido.
« quando la smetterai si usare il
suffisso? Mi fai sentire vecchio » sorride.
« quando sarò al tuo livello o ti
supererò, quindi mai » deduco ridendo.
Anche lui scoppia in una fragorosa
risata e insieme entriamo nell’ascensore che è appena arrivato.
時間
Scendo dall’auto con una lentezza
disumana, oggi abbiamo lavorato come bufali e appena ho messo piede nello
studio Kazuki mi ha preso e non mi ha più lasciato andare; forse aveva paura
che fuggissi di nuovo.
Per mia fortuna Yuuto non c’era più,
quindi ho potuto evitare una seconda arrabbiatura, però stare così vicino a Kazu non mi ha di certo aiutato, volevo dirgli tutto ma ho
resistito.
Ora ciò di cui ho bisogno è una doccia
calda e un morbido letto dove far riposare le mie membra, non voglio sentire
niente e nessuno fino a domani mattina.
Prendo l’ascensore per salire al
secondo piano, dove abito è uno stabile abbastanza piccolo, in genere faccio le
scale ma oggi non ci riuscirei proprio.
Quasi non ci resto stecchito quando
vedo una figura seduta con le spalle poggiate proprio alla mia porta, non
faccio fatica a riconoscere proprio Kazuki. Lui punta il suo sguardo nel mio,
sorride e si alza in piedi, dal canto mio resto immobile a guardarlo, anche da
stanco riesce a risultare bellissimo.
« ce l’hai fatta a tornare » mi dice
con il sorriso sulle labbra.
« mi sono fermato al supermercato »
alzo la mano sinistra, facendogli così notare la busta che tengo in essa.
« ah! »
« che ci fai tu qui? Non avevi detto
che andavi a casa? » gli chiedo.
Ricordo proprio che quando ci siamo
lasciati con gli altri, circa una quarantina di minuti fa, abbia detto che si
recava a casa.
« non volevo che gli altri sapessero che
venivo qui » ammette abbassando lo sguardo a terra.
Mi avvicino a lui prendendo il mazzo
di chiavi dalla borsa, ne infilo una nella toppa e la faccio girare tre volte
prima che la serratura scatti. Apro la porta e accendo subito la luce del
corridoio, la casa è totalmente immersa nel buio.
« prego, vieni » lo invito, vedendo la
sua figura ancora fuori.
« grazie » risponde, inchinando un
poco il volto.
« come se fosse la prima volta che
vieni qui » gli faccio notare io.
Lui sorride, ma è un sorriso teso lo
vedo, non è il suo solito raggio di sole capace di illuminare tutto il mondo;
se il sole si spegnesse basterebbe farlo sorridere per avere il calore e la
luce di qui il mondo necessita.
Una volta che ci siamo tolti le scarpe
e le giacche insieme raggiungiamo la cucina, prendo due birre e le apro,
porgendogliene una.
« grazie »
« prego, per fortuna la birra non
manca mai qui »
Comincio a sistemare la spesa che ho
appena fatto, sentendolo in silenzio mi volto a guardarlo interrogativo.
« non mi vuoi dire perché sei qui? »
Abbassa lo sguardo a terra e poi fissa
la bottiglia che tiene in mano, non capisco cosa gli passi per la testa ma
spero che non voglia confidarsi con me di Yuuto, altrimenti sarei nei guai.
« so che mi hai visto ieri con Yuuto »
Aoi, quel ficcanaso.
Mi limito ad annuire mettendomi a
sedere sulla sedia vicino al tavolino, altrettanto fa lui sedendosi sulla sedia
di fronte alla mia.
« ecco.. vedi.. » comincia.
« non devi dirmi nulla Kazu, non è affar mio chi ti porti a letto » lo interrompo.
I suoi occhi si affilano, ma posso
leggere dentro di essi che l’ho ferito, mannaggia alla mia linguaccia!
Si alza dalla sedia con uno scatto, ma
io lo fermo dal polso prima che possa varcare la soglia.
« scusami, non volevo.. »
Lui si volta verso di me, una risata
sarcastica lascia quelle sue fantastiche labbra.
« certo Byo, tu non vuoi mai fare
niente giusto? Però lo fai sempre! » da uno strattone con il braccio,
liberandosi così della mia presa.
« aspetta Kazu
» lo chiamo vedendolo dirigersi verso la porta di uscita.
Lui si ferma e si volta verso di me «
visto che dai per scontato che ci sia andato a letto, ti sorprenderò dicendoti
che non abbiamo fatto sesso e non per volere di Yuuto! » è alterato e ne ha
tutte le ragioni.
Resto imbambolato, davvero non hanno
fatto sesso ieri sera? Eppure li ho visti baciarsi sotto casa e poi salire
insieme nell’appartamento.
« ti stai chiedendo come mai, vero
Byo? Come se non conoscessi i tuoi ragionamenti del cavolo! »
« scusa Kazu,
ma come potevo sapere che non.. » non riesco a finire la frase per timore di
ferirlo ancora di più.
« abbiamo scopato? Per esempio potevi
parlarne con me invece che con Aoi! » mi punta un dito contro, è proprio nero.
« non sono io che ho cercato Aoi, l’ha
capito da solo » mi difendo.
« ma ciò non cambia il fatto che non
sei venuto a parlare con me! Non capisco perché ogni volta è così con te Byo,
mai una volta che parlassi con me.. »
Lo vedo voltarsi verso la porta,
afferrare le scarpe e il cappotto ed uscire di casa; in tutto questo lasso di
tempo resto fermo senza ne muovermi ne proferire parola.
Sono come in trance e non capisco cosa
mi sia preso adesso, forse ho paura di perderlo del tutto o forse, ho il
terrore di avere ciò che bramo.
Ma è stupido da parte mia avere paura
di dirgli che lo amo, di averlo tutto per me solo per paura di perderlo un
giorno, di fare qualcosa di sbagliato che rovini tutto.
Io non posso più
vivere senza di lui, senza i suoi sorrisi, senza che lui si preoccupi se ho
mangiato o meno, senza che lui posi le sue labbra sulle mie.
Mi riprendo
d’improvviso correndo verso la porta, faccio in tempo a prendere solo le chiavi
di casa ma non il resto di cui necessito per scendere in strada, non mi
importa, voglio solo raggiungerlo prima che vada via e sia troppo tardi per noi.
Appena esco dal
portone mi accorgo che sta piovendo, ciò non ferma il mio intento e mi getto
sotto la pioggia guardando a destra e poi a sinistra; in fine lo vedo al di la
della strada che cammina sul marciapiede, per fortuna non ha ancora raggiunto
la macchina.
Lo chiamo a gran
voce, ma lui non mi sente per via dello scrosciare della pioggia; è così forte
che sembra un uragano.
Corro in sua
direzione fino a raggiungerlo e lo prendo per un braccio, lui si volta
impaurito poi si accorge che sono io e si rilassa un poco.
« che stai facendo Byo? » urla per sovrastare il rumore della
pioggia e dei tuoni.
« non ti lascio andare Kazu,
non più » gli dico
guardandolo negli occhi.
« smettila Byo! » si volta per andarsene, ma questa volta
non mollo la presa.
Lo attiro a me e lo
stringo forte tra le braccia, lo sento tremare e credo di farlo anche io.
« non fare nulla di ciò che non sei sicuro..
» mi sussurra
nell’orecchio e per fortuna riesco a sentirlo.
« posso avere tanti dubbi, ma non su che ti
amo »
Restiamo immobili,
ognuno stretto nell’abbraccio dell’altro.
« allora non credi che io sia un poco di
buono » mi chiede.
Lo scosto un poco
da me per poterlo guardare negli occhi, lo fisso per qualche secondo prima di
parlare.
« non premettere mai a nessuno di dire una
cosa simile Kazu capito? Nemmeno a me.. e non lo
penso, non l’ho mai pensato, è solo la fottuta gelosia che mi acceca »
Sorride un po’
lasciandomi vedere quello sprazzo di paradiso che solo lui riesce a donarmi, so
che non potrei vivere senza di lui ed ora so anche che farò del mio meglio per
renderlo felice.
Le sue labbra si
posano delicate sulle mie, restiamo vicini ad assaporare questo primo nostro
contatto intimo; credo che intorno a noi non ci sia più nulla, solo noi due
esistenti al mondo.
Quando si stacca
lentamente da me sempre sorridendo, riesco a percepire di nuovo il mondo
intorno a noi; la pioggia che cade violenta sui nostri corpi e l’intera città,
i fulmini che squarciano il cielo nero e i tuoni che rimbombano.
« sei scalzo » mi fa notare lui.
« si »
« e siamo fradici »
« si »
Sorride mordendosi
il labbro inferiore, io non smetto di guardarlo negli occhi.
« vogliamo andare a casa Byo o no? »
« solo se vieni con me »
Sorride ancora di
più afferrando la mia mano, io la stringo forte mentre ci avviamo verso il mio
appartamento.
« spero che hai preso le chiavi almeno »
Le estraggo dalla
tasca e le faccio tintinnare davanti ai suoi occhi « non sono del tutto andato sai? »
Lui mi guarda, poi
guarda le chiavi e torna a me « strano » dice scoppiando a ridere, quella risata che sovrasta anche il brutto
tempo.
‘ Bacia la pioggia,
ogni volta che hai bisogno di me.
Bacia la pioggia,
ogni volta che vado troppo lontano.
Se le tue labbra si
sentono sole e assetate,
bacia la pioggia e
aspetta l'alba ‘
The
End
Pensavo di non riuscire più a
scrivere, questo perché ho iniziato due creature ma sono entrambe ferme,
nessuna idea di come svilupparle. >__>
Invece l’altro giorno in spiaggia mi
viene un’idea, poi a casa con gli ScreW di sottofondo a farmi compagnia ho
iniziato questa, mi sono meravigliata da sola di averla portata a termine.
Mi piace, forse è la novità del
pairing, ma devo ammettere che mi è piaciuta scriverla e anche rileggerla
>_<
Spero che sia altrettanto per voi <3
Detto questo ho alcune note da fare su
questa shot:
il Kanji che ho usato per dividere le parti (時間)
significa ‘tempo’ nel senso di intervallo; almeno così ho trovato su internet e
spero di non aver sbagliato.
Se vi
va, leggete mentre ascoltate Kiss the Rain di Yiruma, questo pianista è
un mostro, troppo bravo <3 Anche se, credo che chiunque abbia vista Twilight lo conosca >_<
Mentre
la canzone che ho usato alla fine è Kiss the Rain (LOL) di Billie Myers,
quella donna ha una voce stupenda! <3
Per
via di queste due canzoni che hanno lo stesso titolo, ho intitolato anche la
shot XD
Bene
credo di aver detto tutto!
Ja ne! <3