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Autore: Noppy_PizzaPazza    28/08/2011    3 recensioni
Esiste una creatura terrificante, tenuta prigioniera, esiste un ragazzo, ingenuo e vivace, che insegue troppo i sentimenti Tutto questo è La prigionia agonizzante della Bambina d'Eclissi
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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2.Volare

 

Un'innocuo spiraglio di luce filtrava dalla piccola finestrella a tre metri da terra.

Illuminava il suo giaciglio di paglia e stoffa e le scaldava leggermente il corpo pallido e snello. 

Era cresciuta. Ora aveva quindici anni e il suo aspetto era molto mutato. 

I capelli, un tempo argentei, ora avevano delle ciocche nere leggermente più lunghe rispetto alle altre argentee che le arrivavano a metà schiena . 

La pupilla le era diventata verticale e la sclera, prima bianca, ora era color ossidiana dandole così un'aria inquietante e misteriosa.

Anche il suo corpo era maturato, ora era un giovane e rigogliosa donna, dalle forme invitanti e prosperose.

Da due anni le avevano permesso di girare per la stanza anche se con la caviglia assicurata a una robusta e spessa catena di ferro, che non le permetteva di avvicinarsi troppo alla porta in legno e ferro.

 Le avevano dato pure un camice, ormai grigio, che le arrivava poco più giù dellecosce.

 Il pavimento era ricoperto di un leggero strato di paglia che cambiavano una volta dopo la luna piena.

Lei era lì, rannicchiata sul suo misero giaciglio, con le gambe appoggiate al petto, gli occhi chiusi. Era in quella posizione da ore ormai, e le dita si erano leggermente intorpidite.

All'improvviso la porta si aprì, con quel solito e irritante cigolio. Sulla soglia apparve un ragazzo sui diciasette anni scarsi, dai mossi e scompigliati capelli mori, occhi tristi di un bel verde brillante, alto e snello, seppur atletico. 

Syfer.

Teneva in mano un vassoio d'argento con un calice in  vetro pieno di un liquido viscoso e rosso scuro e un pezzo di pane raffermo.

Si avvicinò con cautela alla ragazza per poi appoggiare per terra, a un metro da lei, il vassoio,  e allontanarsi di poco, sempre con cautela.

Lei aprì gli occhi di scatto, fissando prima il giovane umano, guardandolo negli occhi e poi spostare lo sguardo sul pane.

Con uno movimento fulmineo si avvicinò ad esso mettendosi seduta davanti e afferrandolo con le unghie nere e appuntite, e mentre lo portava alla bocca aperta i denti da bianchi e perfetti divennero appuntiti e  color ossidiana.

Sbranò famelica il cibo per poi bere tutto ad un sorso il liquido rosso. 

La sua sete si placò, chiuse gli occhi un'istante e inarcò di poco la schiena. Aprì di nuovo gli occhi e, dopo essersi leccate le labbra vermiglie, sorrise, un sorriso soddisfatto e tetro.

Il ragazzo la fissò per un momento solo, ma bastò. Lei notò il suo guardo e con voce leggermente roca gli chiese mormorando

-Hai mai sognato di volare?-

Lui rabbrividì impercettibilmente. Si. Molte volte.

 Chinò legermente il capo e rispose con un sussurro. -Si. Ma è impossibile.-

Lei ghignò divertita - Io sogno sempre di volare e andarmene via di qui.

Strinse leggermente i pugni e con rabbia continuò -Ma non posso farcela da sola, non posso andarmene senza un aiuto-.

Lo fissò intensamente supplicandolo con gli occhi.

Syfer alzò la testa di scatto guardandola con diffidenza per poi addolcire lo sguardo e risponderle -Anche io vorrei andarmene via.-

Lei si alzò di scatto, avvicinandosi pericolosamente a lui, era molto più bassa di lui, circa tre palmi, e con voce estasiata e un sorriso esclamò -Allora siamo apposto, tu mi aiuti a scappare e io ti faccio volare.- 

Lui si allontanò con un piccolo salto, leggermente spaventato. - Non so se posso fidarmi di te...-mormorò a occhi stretti, diffidente.

Sorrise enigmatica, mettendo in mostra i denti aguzzi. Disse avvicinandosi di un passo - Non ti ho chiesto di fidarti di me, chi lo farebbe? Ti ho chiesto di aiutarmi. E ne avrai pure un profitto.-

Silenzioso raccolse il vassoio e il calice poi si diresse verso la porta. Prima di andarsene  si voltò verso di lei e con voce passiva disse - Ci devo pensare Eclisse.- poi sparì oltre la soglia, richiudendosi la porta alle spalle. 

Eclisse sorrise soddisfatta, il suo piano stava funzionando, era solo questione di pochi giorni.

  
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