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Autore: Shade Owl    28/08/2011    5 recensioni
Dopo il mago Grissindimais, che gli rubò la farina, e il temibile Corvacchio, che gli fece sparire la carta igienica, il Gianfornaio, sempre affiancato dal fido Peppo, se la dovrà vedere contro un antico rivale...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure del Gianfornaio e Peppo'
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Narratore:- C’era una volta un piccolo paesino di nome Pancroccante, nel regno di Caldoforno. Mentre nei regni vicini si praticava l’arte del duello, a Caldoforno si praticava l’arte del fornaio. Ed uno di essi in particolare era il più rispettato di tutti (oltre che il più temuto dai nemici del regno): il grande Gianfornaio, eroe, panettiere, uomo di mondo e calzolaio per millepiedi a tempo perso. Dopo aver sconfitto ben due terrificanti nemici, il malefico (e incapace) mago Grissindimais, allergico alla farina di grano, ed il terribile (e spennacchiato) Corvacchio, che gli aveva rubato la carta igienica, per il Gianfornaio si era prospettato un lungo e duraturo periodo di pace, da passare in compagnia del suo fidato ed ingenuo garzone Peppo. Ma, si sa, il pericolo è dietro l’angolo…
 
Gianfornaio:- Per mille panini bruciati!!
Peppo:- (accorrendo) Cosa succede? Mio signore, vi siete fatto male?
Gianfornaio:- No, ho aperto una lettera.
Peppo:- E allora?
Gianfornaio:- Oooh, Peppo, e allora cosa dovevo dire? Ergufulupappanakka?
 
Narratore:- Mentre Peppo cercava di fare lo spelling di quell’ultima parola per caprine il significato, il Gianfornaio finì di aprire la lettera. Poi la passò al suo fido garzone.
 
Peppo:- (sorpreso) Una lettera per me?
Gianfornaio:- No, non so leggere.
Peppo:- Qui dice che siete sfidato ufficialmente a duello, nel pieno rispetto delle regole dei fornai e dei panettieri.
Gianfornaio:- (infervorato) Cosa?? Un duello? Quando?
Peppo:- Domani, mio signore.
Gianfornaio:- E chi è che osa sfidare me, il grande, il bello, il forte, il intelligente, il superbo eccetera eccetera Gianfornaio?
Peppo:- La firma è di un certo Pierpanettiere, mio signore.
Gianfornaio:- Il Piersciaguattiere? Per tutti gli sgabelli a due gambe!!
Peppo:- No… è Pierpanettiere.
Gianfornaio:- Peppo, quando fai così mi vien voglia di lavarti i denti con la varechina…
Peppo:- Comunque, cosa c’entrano gli sgabelli a due gambe?
Gianfornaio:- (sorpreso) Cosa? Dove?
Peppo:- (confuso) Cosa?
Gianfornaio:- Cosa “cosa”?
Peppo:- Cosa “dove”?
Gianfornaio:- Dove cosa?
Peppo:- Voi avete parlato di sgabelli a due gambe.
Gianfornaio:- (arrabbiato) Peppo! Non esistono gli sgabelli a due gambe!
Peppo:- Ma ne avete parlato voi!
 
Narratore:- Siccome andarono avanti a discutere così per molte ore, faremo un piccolo salto temporale al mattino successivo quando, con la cesta portapane (che nessuno sa a cosa serva, visto che è sempre vuota) e la pala per infornare pronte alla battaglia, attendevano l’arrivo del Pierpanettiere nel campo per i duelli.
 
Peppo:- Mio signore, posso farvi una domanda?
Gianfornaio:- Solo se non riguarda gli sgabelli a due gambe. Perché te l’ho già detto ieri, Peppo: esistono sgabelli a tre gambe, a quattro gambe, e credo anche ad una sola gamba, che devi stare attento a mettere nel verso giusto prima di sederti… ma non a due gambe!
Peppo:- No, mio signore, è per il Pierpanettiere… vorrei che me ne parlasse. Perché non lo conosco?
Gianfornaio:- (sbuffando) Oh, Peppo… è ovvio, no? Perché sennò io non potrei spiegartelo. Vedi, il Pierciabattiere e io andavamo alla stessa scuola per panettieri e fornai, ma io ero più bravo…
Peppo:- Signore… si chiama Pierpanettiere…
Gianfornaio:- Peppo… ti vuoi fare i cazzi tuoi? Dicevo, il… coso lì e io eravamo rivali, e tutte le volte che c’era un compito in classe lui, che era invidioso, cercava di sabotarmi in tutti i modi.
Peppo:- Ovvero?
Gianfornaio:- Mah, ragazzate… mi buttava nel forno, sostituiva l’acqua con la soda caustica, metteva il gesso nel sacco della farina… cose così…
Peppo:- E poi cos’è successo?
Gianfornaio:- L’ho fatto smettere.
Peppo:- E come?
Gianfornaio:- Ho scoperto il suo punto debole: non può muoversi, quando rotola per tre piani di scale.
 
Narratore:- Mentre i nostri eroi discorrevano amabilmente sui bei momenti scolastici del Gianfornaio, si avvicinò loro una coppia di stranieri. Anche loro erano muniti di una cesta portapane e di una pala per infornare. Erano il Pierpanettiere ed il suo garzone Pippo.
 
Pierpanettiere:- (con fare spavaldo) Ah ha! Allora sei venuto, parodia di fornaio!
Gianfornaio:- (arrabbiato) A chi hai dato del venuto, Pierpiastrelliere?
Peppo:- Signore… si chiama Pierpanettiere.
Gianfornaio:- Peppo, vai a giocare al lago, che ci sono i coccodrilli…
Pierpanettiere:- (in tono derisorio) Ah, vedo che non riesci a far tacere il tuo apprendista a comando, eh? Dovresti fare come me (mette una mano sulla spalla di Pippo).
Peppo:- Perché, cosa avete fatto?
Pierpanettiere:- Gli ho tagliato le corde vocali. Ora è più silenzioso, vero Pippo?
Pippo:- …
Pierpanettiere:- Ben detto, Pippo!
Peppo:- Ma è mostruoso!
Gianfornaio:- Su, su… ho visto garzoni più brutti…
 
Narratore:- Terminati i convenevoli, i due fornai presero gli ingredienti (che tirarono fuori da qualche parte), li disposero in bell’ordine su un tavolo (che non so da dove sia saltato fuori) e iniziarono a impastare il pane, mentre i rispettivi garzoni infilavano le pagnotte pronte nei forni (i quali sono comparsi all’improvviso, e non ho idea di come sia successo). Quasi al termine del tempo regolamentare, Peppo e il Gianfornaio erano in vantaggio, ma all’improvviso ebbero una brutta sorpresa: l’arma segreta del Pierpanettiere.
 
Pierpanettiere:- Pippo, stanno vincendo! Presto, prendimi l’arma segreta!
Peppo:- Oh, no! Padrone, avete sentito?
Gianfornaio:- Certo: il Pierfalconiere ha detto che stiamo vincendo.
Peppo:- Ehm… si chiama Pierpanettiere.
Gianfornaio:- Peppo, taci o ti infilo nel forno!
Peppo:- Ma signore, hanno un’arma segreta!
Gianfornaio:- Non temere, mio fido Peppo! Anche io ho un’arma segreta!
Peppo:- (sorpreso) Davvero? E quale sarebbe?
Gianfornaio:- Non lo so. Sennò, che segreto è?
 
Narratore:- E così, il Gianfornaio vinse il duello, usando la sua arma segreta, che nessuno sa cosa fosse, perché era così segreta che il Gianfornaio l’aveva realizzata mantenendo il più assoluto riserbo, al punto tale da non dire nemmeno a se stesso come era stata costruita o di cosa si trattasse. In seguito alla vittoria, per punire il suo rivale che aveva osato sfidarlo, il Gianfornaio lo colpì con uno dei suoi famosi calci rotanti.
 
Gianfornaio:- Bene, Peppo… ora che il Pierprofessorpitoniere è sconfitto, è tempo di tornarcene a casa.
Peppo:- Signore… credo vi confondiate con il Professor Piton… lui è il Pierpanettiere.
Gianfornaio:- (minaccioso) Peppo, se non stai zitto ti mando a lavorare per un mese dal mago Grissindimais, che ha la cameriera malata.
Peppo:- Non è malata, siete voi che le avete mandato un panino all’antrace!
Gianfornaio:- Perché lei ha detto che le mie scarpe non s’intonavano con la cravatta.
Peppo:- Ma voi non portate la cravatta.
Gianfornaio:- Lo so. Per questo l’ha detto, no?
Peppo:- Va bene, ma… c’è ancora una cosa che non mi torna: perché il Pierpanettiere vi ha voluto sfidare proprio adesso, dopo tutti questi anni?
Gianfornaio:- (offeso) Non lo so! Pensa che la settimana scorsa gli avevo anche inviato un regalo di riconciliazione!
Peppo:- Che regalo di riconciliazione?
Gianfornaio:- (entusiasta) Un proiettile personalizzato: ci avevo fatto incidere sopra il suo nome! 
   
 
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