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Autore: Shade Owl    29/08/2011    5 recensioni
Scritto un po' di getto, quindi perdonatemi se non è degno dei precedenti. Ricordatevi che, comunque, si fa per ridere. Spero che vi piaccia
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure del Gianfornaio e Peppo'
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Narratore:- C’era una volta un piccolo paesino di nome Pancroccante, nel regno di Caldoforno. Mentre nei regni vicini si praticava l’arte del duello, a Caldoforno si praticava l’arte del fornaio. Maestro in tale arte era il grande Gianfornaio, che con il suo fedelissimo garzone Peppo gestiva ormai il forno più grande della città. Molti avevano tentato stupidamente di sfidare la sua abilità e la sua forza, sottraendogli la farina (come aveva inutilmente cercato di fare il mago Grissindimais), rubandogli la carta igienica (futile tentativo di costiparlo a vita ad opera di Corvacchio) o sfidandolo apertamente a duello (quest’ultima via fu scioccamente presa dal Pierpanettiere). Sembrava che nessuno potesse fermare l’ascesa alla gloria del Gianfornaio, o minacciarne l’esistenza. Tuttavia, si stava avvicinando un periodo dell’anno in cui lui iniziava ad essere sempre un po’ nervoso.
 
Gianfornaio:- Peppo! Portami la farina!
Peppo:- Eccola, mio signore!
Gianfornaio:- Peppo! Portami il lievito!
Peppo:- Eccolo, mio signore.
Gianfornaio:- Peppo, il sale!
Peppo:- Ecco il sale! Stiamo cucinando il pane salato?
Gianfornaio:- No, è pane normale, il sale lo sto mettendo nei proiettili del fucile.
Peppo:- A cosa vi servono proiettili al sale?
Gianfornaio:- Oggi è un giorno molto importante: questa notte combatteremo una guerra all’ultimo sangue, affrontando un nemico così terribile che nessuno, nemmeno Jackie Chan, oserebbe mai sfidare!!
Peppo:- Mio signore, voi conoscete Jackie Chan?
Gianfornaio:- Sì, era il garzone che avevo prima di te…
Peppo:- E chi sarebbe questo nemico?
Gianfornaio:- Il grande ladro temuto dai ricchi, dai poveri e da quelli che stanno nel mezzo, anche… quello che viene solo in questo periodo dell’anno, penetra nelle case e fa quello che gli pare: l’inafferrabile Azzoppone!
Peppo:- Ah, l’Arraffone, volete dire.
Gianfornaio:- Peppo, se non la fai finita ti sostituisco il colluttorio con la colla a presa rapida! E adesso vammi a prendere tutti i libri di Harry Potter che abbiamo!
Peppo:- Eccoli. Posso chiederle a cosa le servono?
Gianfornaio:- Sono le sei del mattino, l’Ampollone arriverà stanotte e io mi sto rompendo le scatole.
Peppo:- Si chiama Arraffone…
Gianfornaio:- Senti, una buona volta, l’eroe sono io e io decido come si chiama il cattivo!
Peppo:- Comunque, perché volete passare il tempo con i libri? Non avevate detto di non saper leggere?
Gianfornaio:- Infatti guarderò le figure.
Peppo:- Ma i libri di Harry Potter non hanno molte figure, e dal quinto in poi non ce ne sono!
Gianfornaio:- E allora le disegneremo noi! Prendi la carta e le matite, si va a disegnare!!
 
Narratore:- E così, Peppo e il Gianfornaio passarono la giornata a disegnare le immagini per i libri di Harry Potter così che il Gianfornaio potesse capirne la storia anche senza saper leggere, fino a quando non calò la sera. A quel punto, i due intrepidi panettieri chiusero il forno e si appostarono sul tetto del negozio, con la pala per infornare e la cesta portapane pronte all’uso (qualunque esso fosse). Il fucile, invece, l’avevano lasciato dentro, perché il Gianfornaio ebbe un’idea incredibile.
 
Gianfornaio:- Peppo, ho avuto un’idea incredibile!
Peppo:- Quale idea, mio signore?
Gianfornaio:- Anziché sparargli, gli darò la pala per infornare sulla testa!
Peppo:- (stupito) Ma… signore, abbiamo un fucile, no? Perché non gli spariamo?
Gianfornaio:- Oh, Peppo, ma devo proprio spiegarti tutto? È ovvio, no? abbiamo un fucile, e quindi si aspetta che lo usiamo! Ma se invece uso la pala lo prenderò di sorpresa!
Peppo:- Ma lui non sa che abbiamo un fucile.
Gianfornaio:- Perché, te lo ha detto lui?
Peppo:- No, ma non lo può sapere, perché non abbiamo mai avuto un fucile.
Gianfornaio:- (pensieroso) Hai ragione… (alzandosi in piedi e prendendo fiato) EHI, AGGRAPPONE…
Peppo:- VOLEVA DIRE ARRAFFONE!!
Gianfornaio:- PEPPO, CHIUDI IL BECCO!! INSOMMA, COSO, LÌ, ABBIAMO UN FUCILE, D’ACCORDO? ORA LO SAI, QUNDI TI ASPETTI CHE LO USIAMO, MA NON LO FAREMO E TI PRENDEREMO DI SORPRESA!!
Peppo:- Oh, no, signore… gli ha appena rivelato il piano!!
Gianfornaio:- Oooh, andiamo, Peppo, usa un po’ di senso tattico… ora che sa che non voglio usare il fucile, correrà a prendere il fucile e io lo potrò colpire con la pala per infornare, ma potrebbe pensare che sto cercando di colpirlo con la pala per infornare mentre va a prendere il fucile e non andrà a prendere il fucile, ma non saprà cosa fare (se prendere il fucile o no) e allora sarà bloccato, indeciso e pronto ad essere colpito con la pala per infornare e non con il fucile. Chiaro, no?
Peppo:- No.
Gianfornaio:- (sbuffando) Senti, Peppo, non posso spiegarti tutto tre volte, d’accordo? Rileggiti i dialoghi, se non hai capito!
Peppo:- Ma se… com’era? (rilegge i dialoghi) Ah, sì… capisse che il suo piano e di lasciarlo indeciso eccetera eccetera e prendesse comunque il fucile, e lo usasse contro di lei?
Gianfornaio:- Andiamo, Peppo… a cosa credi che servano gli assistenti, se non a prendersi le pallottole?
 
Narratore:- Dopo un po’ di tempo, videro avvicinarsi furtivo un losco figuro tutto ammantato che, saltando di tetto in tetto, entrò in tutte le case che incontrava, e raggiunse piano piano i nostri eroi, con un grosso sacco sulle spalle. Quando fu a tiro, il Gianfornaio, approfittando del buio, balzò fuori e lo colse di sorpresa.
 
Gianfornaio:- Ah ha! Ti ho preso, brutto Abbarbicone del cavolo!
Peppo:- Ehm… signore… sarebbe Arraffone… e poi questo…
Gianfornaio:- Peppo, infilati un sacchetto sulla testa e annodalo! E tu, non provare a muoverti!
Arraffone:- Non mi sono mosso!
Gianfornaio:- Ah, credi di essere furbo, eh? E allora, affurbati questo, Arpagone!
 
Narratore:- Il Gianfornaio, furioso, gli tirò un calcio rotante in faccia, e l’Arraffone cadde dal tetto.
 
Peppo:- Signore, guardi che si chiamerebbe Arraffone.
Gianfornaio:- Peppo, stai per prenderti un calcio rotante anche tu, sai?
Peppo:- Sarà, ma… quello comunque non era l’Arraffone.
Gianfornaio:- Cosa? Non era lui? Ma certo che era lui!!
Peppo:- No, signore… oggi era la vigilia di natale, quello era Babbo Natale.
Gianfornaio:- Babbo Nasale? E perché non mi hai fermato??
Peppo:- Primo… è Babbo Natale. Secondo, ci ho provato, ma non mi ha dato retta!
Gianfornaio:- Allora, primo: taci o ti uso per pulire il caminetto. Secondo: devi parlare più forte!
 
Narratore:- Dopo aver deciso che la colpa era di Peppo, scesero dal tetto per soccorrere Babbo Natale, che venne portato d’urgenza al pronto soccorso più vicino.
 
Gianfornaio:- Bhè, visto che ha lasciato qui il suo sacco coi doni, prendiamoci i nostri, no?
Peppo:- E quelli di tutti gli altri bambini?
Gianfornaio:- (con aria solenne) Aaah, Peppo, Peppo, Peppo… cosa ci vuoi fare… durante le guerre, ci sono sempre vinti, vincitori e quelli che lo prendono nel…
Peppo:- (in fretta) Ho capito, ho capito… solo… che c’entrano le guerre?
Gianfornaio:- Quella contro l’Arrapone!
Peppo:- Ehm… è l’Arraffone…
Gianfornaio:- Peppo, per tutti i panini con i semi di sesamo… perché non provi a scavare una buca fino al centro della terra?
Peppo:- Ma poi, mi scusi… non abbiamo appurato che l’Arraffone è in realtà Babbo Natale, e quindi nessuno le rubava mai niente, e che di conseguenza non c’è nessuna guerra?
Gianfornaio:- Peppo, mi deludi ancora: Babbo Pasquale, alias l’Arripotterone…
Peppo:- Babbo Natale, alias l’Arraffone…
 
Narratore:- Peppo non seppe mai perché avesse deluso il suo padrone, siccome questi lo infilò nella cesta portapane con un calcio rotante fino al mattino successivo. 
   
 
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