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Autore: Bangel Dreamer    29/08/2011    7 recensioni
Galway, 1751.Mezzanotte.
Liam cammina solo per le buie stradine irlandesi. Dopo una lunga lite con suo padre, è scappato di casa promettendo di non tornarci mai più. Disperato, non sa dove dirigersi né cosa fare.
Una giovane donna passa davanti a lui molto, molto lentamente
[...]“Il mio nome è Liam, graziosa donzella. Qual è il suo, se è concesso saperlo?”
La donna sorrise mostrando i denti e, alzando lo sguardo verso il ragazzo gli confessò il suo nome:
“Darla”...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Angel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Questa è la prima One-shot/Fanfic che scrivo da sola come autrice e non come co-produttrice com'è mio solito. Spero sia di vostro gradimento, ecco alcuni punti da mettere in chiaro:
1.I personaggi della storia sono Angel e Darla.
2.La storia parla del passato di Angel ed è ambientata al 1751 a Galway, città di nascita di Angel.
3.La One-shot è un'alternativa al primo incontro tra Darla e Liam ed è di mia inventiva, anche se ho potuto basarmi sui pochi episodi di Angel che ho visto.
4.I personaggi trattati appartengono a Joss Whedon e sono stati presi in prestito.
5.I commenti sono sempre graditi, sappiatelo. 
Auguro a tutti una buona lettura! 


Saluti, 
Vostra Bangel Dreamer.


 

Galway, 1751.Mezzanotte.

Buio. Il buio inondava l’intera cittadina irlandese, ormai addormentata. Le uniche persona sveglie probabilmente erano quelle che si dirigevano ai bordelli, le prostitute, i mercanti che viaggiavano da un paese all’altro con i loro carri rumorosi. Le persone comuni erano in casa a dormire, la notte era appena iniziata.
Silenzio. Un fastidioso silenzio si celava tra quelle strade, dove gli unici oggetti illuminati erano le poche candele poggiate sulle finestre degli abitanti. La gente, ad una certa ora, le spegneva. Ma c’era chi aveva l’abitudine di rimanerle accese o appese alle porte se attendevano un figlio o fratello scappato di casa o magari smarrito.  
Paura. Erano poche le persone che si aggiravano da quelle parti di notte. E chi camminava poteva solo avere paura di esser seguito, pedinato. Rumori di passi, di sussurri. Strani profumi o odore di sangue. Qualsiasi cosa poteva divenire raccapricciante a quell’ora della notte. Qualsiasi cosa.
Uno scalpiccio alle sue spalle, Liam si voltò: non c’era niente. Era solo una sua impressione.
Il giovane uomo era scappato di casa dopo una lunga lite con suo padre, ora non aveva posto dove andare. Persa la famiglia e il rispetto di suo padre, si sentiva distrutto: dove sarebbe andato? Cosa avrebbe fatto?
Aveva disonorato la sua famiglia ed umiliato suo padre e a questi peccati molto spesso ... non c’era perdono.
Si accasciò per terra contro il muro, prendendosi la testa tra le mani. Non aveva cibo, né acqua, né vestiti da indossare. Non aveva portato denaro con sé e le possibilità di resistere divenivano ogni secondo  più sottili. Non avrebbe potuto rimaner digiuno per molto tempo ed i suoi incubi peggiori si facevano spazio bruciando ogni possibilità di vita.
Tentò di alzarsi, ma vide inutile il suo stesso sforzo. Tanto valeva rimaner fermo così com’era anche per l’intera notte.
“Dio, perdonami. Perdonami ed aiutami” ripeteva continuamente.  Sembrava un vagabondo e senza un posto dove andare si sentiva disorientato. 
Era solo.
Una donna passò davanti a lui molto, molto lentamente. Lo scalpiccio … allora non l’aveva immaginato.
La donzella sembrava aver una ventina d’anni e non di più. Bionda. Aveva i capelli legati dietro la nuca solo per raccogliere due ciuffi che le cadevano di lato, corniciandole il viso. Il resto dei crini erano mossi e biondi. A Liam parve stupenda.  Il vestito che indossava non era quello di una semplice donna di paese, era molto elegante: Era di un arancio pallido, non molto gonfio. La gonna le era lunga fino ai piedi, com’era abitudine a quei tempi . L’abito era ricamato con stoffe pregiate sul petto e sui bordi. Le maniche, un po’ più corte del solito, le scoprivano i polsi ed una buona parte delle braccia. La sua pelle era chiara e sembrava quasi delicata. Si voltò verso il ragazzo, mostrando le labbra rosse e gonfie e gli occhi castano chiaro. Portava nella mano sinistra un piccolo ombrello da passeggio, che richiuse e poggiò per terra probabilmente per mostrar meglio il suo viso all’uomo.
Era un angelo. Un angelo biondo venuto a salvarlo, per Liam.
“Cosa ci fa una bella donzella come lei in queste strade poco illuminate a codest’ora della notte?” azzardò lui, volgendosi verso la ragazza.
“Porrei la stessa domanda anche a lei, messere. Qual vento la porta a restar da solo in quest'orrendo quartiere?” la signorina non si lasciò intimidire di certo dalle parole, ma continuò “Cercavo la via di casa, sto ormai vagando senza meta!” la scena risultò melodrammatica poiché Lei poggiò una mano sulla fronte in segno di disperazione.
“Può dirmi dov’è diretta e se vuole essere accompagnata?” chiese gentile, alzandosi e porgendo la mano alla giovane donna .
“Al centro del paese, messere. La ringrazio.” Disse accennando ad un inchino e porgendogli la mano. Lui la baciò lentamente, conducendola alla strada.
“Il mio nome è Liam, graziosa donzella. Qual è il suo, se è concesso saperlo?”
La donna sorrise mostrando i denti e, alzando lo sguardo verso il ragazzo gli confessò il suo nome:
“Darla” disse solamente.
Darla. Una vampira a dir poco leggendaria, lei. Che è stata vampirizzata dal maestro stesso.
Lei che è ormai rinata da più di duecento anni.
Lei. Che non aveva ottime intenzioni per quella notte …
“E' incantevole con quest’abito” affermò osservandola, bella come una rosa con le spine. 
Le spine che Liam stava per toccare, facendosi molto male.
Rimase con lo sguardo basso, scortando la giovane per le stradine di Galway.
“E’ successo qualcosa di brutto, messere?” chiese cortese la donna. In realtà sapeva già tutto del litigio con il padre, osservava il ragazzo da un bel po’ …
“Beh, in realtà non ho rispettato mio padre e le sue regole. Non le trovavo giuste e così … non gli ho prestato ascolto. Ma non esiti di me, Darla, sono solo scappato di casa”.
“Sono affranta, Liam” disse distogliendo lo sguardo. Poi in uno scatto portò  i suoi piedi ad avanzare, mettendosi di fronte a lui.
“Ma io, che tu ci creda o no, potrei farti vedere una nuova luce. Una speranza” senza neanche esitare gli diede del tu “ devi solo fidarti di me” continuò imperterrita. L’uomo prese a fissarla negli occhi come se una scintilla si sprigionasse ad ogni suo battito di ciglia.
Il suo cuore batté sempre più forte mentre la mano della donna gli sfiorava il collo e poi il colletto della camicia.
“Mi fido di lei, Darla” disse poggiandole una mano sulla spalla destra, sfiorando a sua volta l’incavo tra la spalla ed il collo della ragazza.

Liam sussultò. Il volto di lei si corrugò ed in meno di un istante la gentile donzella si tramutò in un mostro. Un Vampiro, anche se non lo sapeva.
“Ma lei … il suo volto … “ riuscì a balbettare, appiattendosi contro il muro ”Darla, lei è un mostro!” disse quasi gridando, ma la mano di lei andò a tappargli la bocca.
“Finirà presto, Liam, poi sarai come me … e vedrai la nuova luce! Sarai una creatura della notte … ucciderai, succhierai il sangue fino alle ossa. Diventerai una leggenda”.
La vampira prese la testa del ragazzo con una mano piegandola di lato e con la sinistra mantenne la spalla piegata. Strappandogli un pezzo della camicia, addentò la sua preda.
“Aiuto!” riuscì ad urlare in preda al panico, ma nessuno lo sentì. Darla prese a succhiare violentemente ferendolo e facendogli quasi perdere i sensi.
 Quando capì che il suo cuore stava decelerando, si fermò staccandosi dal suo collo. Con un coltello che aveva nascosto in uno dei numerosi veli del vestito, si procurò una ferita non molto profonda e la porse a Liam. Lui la guardò a metà tra l’esterrefatto ed il confuso, poi non sapendo cosa fare leccò la ferita cominciando a bere il suo sangue, il sangue del suo sire.
“La prossima notte ci divertiremo, Angelus” furono le ultime parole che sentì prima di svenire.
Si ritrovò nel vuoto, nel buio e nel silenzio. Gli parve un sogno da cui non riusciva a risvegliarsi. Rimase immobile poiché non riusciva a muovere niente, fino a che …
Il suo braccio scattò verso l’alto. Sentiva il terreno umido coprirlo interamente e si muoveva d’istinto. Cominciò a scavare togliendo la terra che sembrava un peso insormontabile. Poi, qualcosa lo afferrò e tirò su di botto. Una mano all'apparenza delicata, pallida. Alzò lo sguardo e, seppure sfocata, vide lei.
Darla.
Lo aiutò ad alzarsi ed a sistemarsi i vestiti sporchi senza rivolgergli una parola. Quando fu abbastanza in ordine, la vampira si allontanò indietreggiando e, battendo le mani in segno di festa disse lentamente:

“Buongiorno, Angelus.”   

  
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