FIRE TONIGHT.
 
 
Il crepitio delle fiamme del camino lo ipnotizzava; seduto sul tappeto, con la schiena appoggiata alla base del divano bianco, fissava assorto il gioco delle fiamme, un continuo contorcersi di vampate arancioni, scontrarsi perpetui e mai uguali di scintille.
L'uomo, biondo, si perse in quello spettacolo tanto affascinante quanto primitivo.
Dopo quelle che a giudizio dell'uomo poterono sembrare solamente istanti, una figura lo raggiunse, si sedette accanto a lui, quindi iniziò a contemplare quel volto amato.
"Cosa guardi, amore?", domandò d'un tratto il nuovo arrivato.
"Nulla, Mark" e risposto così, si voltò verso il suo Mark, immergendosi in quelle iridi color del mare.
Mark, allora, si sporse leggermente verso l'amante, l'amico e il compagno e posò su quelle stesse labbra vicine, un bacio veloce e lieve.
Tornò poi al suo posto e dopo essersi perso negli occhi adoranti dell'altro parlò.
"Ti amo, Gary", sussurrò.
Gary, col cuore già a mille, si lanciò d'impeto in un bacio passionale. Catturò le labbra di Mark in un contatto intenso e bollente.
Pensò, allora, di voler essere fuoco quella notte.
Lui e il suo dolce Mark per una volta si sarebbero trasformati in quell'elemento  primitivo. Loro sarebbero stati primitivi nel soddisfare gli istinti; avrebbero giocato anche loro quel gioco di scontri e contorsioni; per una notte sarebbero stati scintille di passione
E proprio con quell'intenzione, Gary si spinse oltre e intrappolò il suo amante a terra, in una presa d'acciaio che avrebbe aperto le danze a quel gioco di fiamme.