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Autore: R e n e g a d e    31/08/2011    8 recensioni
Kaja si innamora della sua migliore amica, Charlotte. Un amore inconfessabile che la tormenta e del quale Charlotte non immagina neanche l'esistenza.
Un giorno un ragazzo entra nelle loro vite, Noah, che sconvolgerà completamente i loro mondi.
Le paure, le indecisioni, i dolori, i sentimenti fragili, fatti di sfumature, di tre ragazzi adolescenti, che si affacciano alla vita..
E ho capito che l'amore a volte non basta,
che può volerci un eternità per trovarsi, per viversi,
ma l'eternità non è più niente a confronto con l'amore.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1. Wrongs

Köln. 1995, 18 Agosto.
Venni al mondo, urlando, piangendo, scalciando con le mie piccole gambe.
Ero entrata in un mondo oscuro dal quale mia madre non avrebbe più potuto proteggermi completamente. E questo lo capii già a tre anni.
Una piccola bambina dai capelli neri, scuri come la pece, gli occhi verdi e le lentiggini sparse sulle guance e sul piccolo nasino. Una bocca fina dalla quale sparare sentenze era sempre stato facile.
Fin troppo intelligente per i miei coetanei, da sempre. Immersa in un mondo di fantasia rilegato in tantissimi libri differenti.
Ero estranea a tutti loro.
Al loro linguaggio scurrile, a quelle feste, allo sballarsi.
Ero estranea a tutto quanto che non fosse arte.
Ero un'adolescente strana, lo ammetto. E questo era causa di disperazione per la mia normalissima famiglia. A volte pensai seriamente che mia madre avrebbe preferito vedermi tossica piuttosto che con la testa immersa in un libro qualunque.
Le mie feste di compleanno erano sempre state deserte. O meglio. Di chi invitavo io non veniva mai nessuno. E per questo condividevo da sempre il mio compleanno con quella che avrei dovuto considerare come una sorella.
Charlotte.
Lei era come una bambola di porcellana, delicata, elegante e perfetta.
Pelle diafana, occhi chiari, capelli rossi e ricci, un corpo chiuso in un corsetto di un vestito bianco da bambola.
E dal primo momento in cui la vidi riuscii a scorgere delle crepe su quella pelle liscia e perfetta.
Crepe che continuava a tentare di nascondere. Eppure io le vedevo, e ci vedevo attraverso.
La sentivo. La sua anima chiamava la mia. Esattamente come la mia chiamava la sua.
Ci legava una data che nessuna delle due poteva dimenticare.
Nate nello stesso giorno da due madri amiche.
Le coincidenze della vita.
E per me, piccola ragazza incapace di adattarsi, lei era sempre stata la luce.
Il mio tutto.
Lei era la mia migliore amica, da sempre. Anzi, era la mia unica amica.
E mi aggrappavo a lei con tutte le forze, con le unghie e con i denti, perchè infondo era da sempre stata la mia vita.
Eravamo cresciute l'una accanto all'altra, nelle nostre diversità e forse proprio per questo eravamo stato sempre unite. Indivisibili.
L'una la spalla dell'altra. O almeno così mi era sempre sembrato.
Quella sorta di affetto che avevamo l'una per l'altra cambiò man mano nel tempo senza che nessuna delle due potesse controllarlo, per un motivo o per l'altro.
Il mio si tramutò inevitabilmente in qualcosa di più profondo e radicato. Il suo in qualcosa di angosciante, ammorbante. Un sentimento che riusciva solo a farle male, ad inacidirle il cuore.
La vidi cambiare sotto i miei occhi fino a non vederla più.
La bambina dagli occhi chiari e i capelli ribelli di un rosso anomalo divenne presto una ragazza con lo sguardo ammaliante, dai capelli perfetti e lucenti.
La sua pelle chiara un tempo segnata da lividi infantili da gioco divenne presto levigata, liscia e perfetta.
Il suo esile corpo veniva sempre più spesso racchiuso in abiti da bambola che la rendevano un'essere sovrannaturale.
Al suo fianco la sciatta ragazzina dai capelli neri con i jeans sdruciti e la maglietta nera degli "Alice in Chains" passava molto più che inosservata.
Diventava la sua ombra.
Qualcosa che c'era costantemente, che tutti davano per scontato, e che non si curavano di calpestare.
In tutta quella delicatezza, in tutta quella perfezione la mia Charlotte non c'era più. Sparita sotto un cumulo di cipria, sotto un cumulo di parole che mai avevo sentito uscire dalle sue labbra.
In quel periodo non sapevo, io non sapevo nulla di quello che aveva procurato quel cambiamento. Perchè lei si era staccata da me. Perchè lei si era tenuta il dolore per sé.
Eppure lo vedevo. Io lo vedevo.
Vedevo la sofferenza in lei, persino mentre sorrideva.
Vedevo quelle crepe che continuava a nascondere e sapevo che stava morendo dentro.
E per quanto lei tentasse di allontanare tutti sapevo che in realtà era proprio del contrario che aveva bisogno.
Fingeva, costantemente. Eppure continuava ad aggrapparsi a me tanto da farmi male, tanto da trascinarmi nel fondo, nell'abisso più tetro.
Avevamo solo quattordici anni quando riuscii a dare un nome al mio bisogno costante di lei. Amore.
Era una parola che mi riempiva le labbra e faceva sobbalzare il cuore.
Avevo letto così tanti romanzi sull'amore che ero sicura che lo avrei riconosciuto sempre in netto anticipo.
Eppure nessuno sa descrivere veramente l'amore. No, non è tutto rosa, non è tutto fiaba e cuoricini.
Fa male, ti distrugge, ti confonde. Fa piangere.
La amavo perchè la sua anima mi aveva sempre chiamata e la mia le urlava contro affinché la afferrasse.
Avrei voluto stringerla a me sempre, sentire il suo profumo sui miei vestiti, affondare il volto nei suoi capelli.
La amavo più di quanto avessi mai amato me stessa e proprio per questo rigettavo l'idea di un tale sentimento.
L'amore non ha sesso. L'amore è solo amore.
Ero innamorata di una donna, sì.
E mi distruggeva la consapevolezza di quanto fosse sbagliato.
Sbagliato perchè lei non avrebbe mai potuto amarmi allo stesso modo.
Perchè nei suoi occhi non c'era il bagliore che avevo io nei miei.
Avevo avuto intenzione di dirglielo un giorno.
Ma le cose arrivano sempre nei momenti meno propizi.
E la mia cosa al momento sbagliato fu Noah.
Un anno più grande di noi, occhi azzurri magnetici, capelli biondi e costantemente scompigliati.
Immaginai dovesse essere un bel ragazzo agli occhi di tutti. Infondo lo era anche agli occhi di Charlotte.
Quel giorno chiusi, blindai, quel sentimento nel mio cuore.
Il mio amore segreto seppellito nel centro dell'Oceano.
   
 
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