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Autore: _Fy    01/09/2011    5 recensioni
Flor e Federico,apparentemente così diversi tra loro,eppure molto simili.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era da più di due ore che Federico era immerso nella lettura delle varie scartoffie di lavoro; purtroppo ne aveva accumulate fin troppe per quel mese e ora doveva assolutamente correre ai ripari. Gli occhi iniziarono a bruciargli, così, decise di interrompere per qualche minuto la sua lettura; si portò una mano sulle tempie massaggiandole per riuscire a trovare un po’ di sollievo ed il suo sguardo cadde sulla cornice messa in bella mostra sulla scrivania del suo studio: c’erano proprio tutti, sua madre, suo padre, lui, i gemelli, la principessina della casa, il piccolo Freud e per ultimo, ma non per questo meno importante,Thomas.

Si soffermò maggiormente sui volti sorridenti dei suoi genitori che si guardavano con amore e devozioni, con il dito ne tracciò i contorni e per un momento sperò di sentire ancora una volta la morbidezza della loro pelle e non il liscio e freddo vetro.

La sua attenzione venne catturata da un’altra figura, un ragazzo che sorrideva felice, i suoi occhi non mostravano alcuna traccia di tristezza; purtroppo però aveva dovuto smettere di sognare troppo presto, la vita poteva colpire forte e Federico lo sapeva bene, alla tenera età di 17 anni aveva dovuto farsi carico sia dell’azienda del padre che della sua numerosa famiglia dimenticando così i suoi sogni,aveva dovuto imparare a decidere con la testa accantonando così le vie del cuore.

Greta, la governante della casa, entrò nello studio di Federico tutta trafelata; la povera donna non era più giovane e vitale e badare a tutti i fratelli Fritzenwalden le costava non poca fatica.

“Herr Federica,mi dispiace interrompere il suo lavoro ma me parlare di questione dei picciononi” Federico impiegò più del necessario per capire a cosa si riferisse la donna,un po’ per il suo modo di parlare,un po’ perché la sua testa era piena di pensieri negativi.

“Tranquilla Greta,ho sparso la voce e molto presto qualcuno si farà vivo per il posto da bambinaia” Greta annuì più tranquilla anche se un lampo di incertezza ottenebrava i suoi occhi scuri; salutò il suo datore di lavoro con un lieve cenno  del capo e sparì velocemente proprio come era arrivata.



Poco più lontano,una ragazza camminava in sella alla sua bicicletta; aveva appena perso il lavoro ma nonostante tutto il sorriso sulle sue labbra non si era mai spento. Era perfettamente conscia che per lei c’era di meglio, che le sue fatine e la sua mamma che la guardava dal cielo, le avevano riservato altro; la sua mamma, quanto le mancava? Troppo. Più di una volta era stata sul punto di cedere per il troppo dolore ed era solo merito delle sue fatine se, nonostante tutto, riusciva a trovare la sua solita allegria, grazie a loro che in ogni momento buio le ricordavano che le persone che si amano non vanno mai realmente via, che la sua mamma la guardava orgogliosa del cielo e che in un modo o nell’altro continuava a vivere nel suo cuore. Per un momento il suo pensiero cadde su suo padre, che, spinto dal troppo dolore causato dalla perdita,aveva preso le vie del mare, forse troppo codardo o egoista per pensare anche al suo di dolore; una lacrima le solcò la guancia e velocemente la cacciò via, non aveva voglia di tristezza, sentiva che quel giorno per lei avrebbe riservato grandi sorprese, così, armata di un sorriso e di tanta speranza si recò da sua zia Titina.


Titina, era la parrucchiera del passaggio dei baci, era una donna alquanto stramba con la matta convinzione di possedere dei poteri magici, tuttavia nonostante questo, era una donna buona e gentile; Flor arrivò in poco tempo al negozio della donna, che, appena la vide le regalò un sorriso materno che scaldò il cuore della ragazza.

“Zia!” le andò incontrò e la strinse a sé con affetto.

“Flor da quanto tempo,io e Damian ci stavamo chiedendo che fine avessi fatto!” la rimproverò bonariamente con ancora il sorriso sulle labbra carnose; Damian era suo figlio, nonché cugino di Flor, era un bravo ragazzo, dolce e simpatico, circondato da tanti amici dai quali si faceva chiamare Bata per via della sua passione per la batteria. Le due donne si staccarono da quell’abbraccio intriso di affetto sincero ma continuarono a esprimere tale sentimento attraverso i loro occhi che si guardavano gioiosi e realmente commossi; Titina sapeva bene quanto la ragazza avesse sofferto e quanto sola fosse al mondo e questo in lei scaturiva un moto di tenerezza talmente grande da non poter essere contenuto ogni qual volta riusciva a vederla.

“Perdonami zia ma ho avuto  a mala pena il tempo di respirare nelle ultime settimane,sono riuscita a farti visita solo perché sono stata licenziata” un lampo di tristezza ombrò gli occhi della donna ma venne subito scacciato via quando si ricordò che in casa Fritzenwalden cercavano qualcuno da assumere come bambinaia.

“Se ti può interessare,poco distante da qui,c’è una casa di ricconi che cercano una bambinaia,sono una famiglia numerosa e la governante da sola non riesce a fare poi molto” gli occhi della ragazza acquistarono nuova luce; a lei i bambini erano sempre piaciuti e vivere in una famiglia allargata era sempre stato il sogno della sua giovane vita. Salutò la zia con un bacio sulla guancia paffuta e senza emettere alcun suono montò in sella alla sua vecchia bici, compagna di avventure ma soprattutto di sventure, e si misi alla ricerca della famiglia Fritzenwalden.


“Grazie, le faremo sapere” questa era la centesima volta che dalla sua bocca usciva quella frase, Federico non era riuscito a trovare nessuna che lo convincesse per davvero,ad ognuna era riuscito a trovare il difetto più nascosto; si stropicciò gli occhi mentre la stanchezza iniziava a farsi sentire, per quel giorno erano  terminate le selezioni per la scelta della possibile bambinaia di casa Fritzenwalden,eppure si dovette ricredere quando Greta si affacciò nel suo studio avvertendolo che un’altra ragazza chiedeva un colloquio con lui per il posto di lavoro. Con poca voglia Federico acconsentì di riceverla; Flor entrò nella stanza dove si trovava il padrone di quella casa immensa, le sembrava di essere la povera cenerentola spaurita che si preparava ad entrare nel castello dei suoi sogni, si guardò intorno incantata facendo soffermare il suo sguardo più del dovuto su ogni singolo oggetto della stanza. Federico, dal canto suo, osservava quella ragazza incantato, qualcosa si era mosso nel suo cuore quando aveva fatto il suo ingresso; scosse la testa come ad eliminare un cattivo pensiero e si schiarì la voce per richiamare l’attenzione della giovane che aveva di fronte; Flor portò lo sguardo sul Signor. Fritzenwalden, rimase sorpresa nel costatare quanto in realtà fosse giovane,eppure l’ombra di tristezza nei suoi occhi caldi e i tratti del viso induriti, forse dalla troppa sofferenza,gli davano un’aria più vecchia.

“Buongiorno” cercò di sorridere nonostante il grande disagio che sentiva dentro.

“Buongiorno, lei è?” la ragazza sorrise cordiale mostrando una schiera di denti bianchi,avanzò di un passo e strinse con più forza l’amuleto che teneva ben saldo nella mano sinistra.

“Mi chiamo Florencia Fazzrino”Federico accennò un lieve sorriso che scomparve nel giro di pochi secondi.

“Mi parli di lei” forse la sua era stata una richiesta eccessiva,infondo gli sarebbe bastato sapere le sue esperienze lavorative,eppure,un’insana curiosità si era formata nel suo cuore.

”Come ho già detto,mi chiamo Florencia,ma preferisco essere chiamata Flor,lavoravo nel negozio di frutta e verdura del passaggio dei baci ma mi hanno licenziata proprio stamani, non ho molte esperienze con i bambini ma mi piacciono molto ed è sempre stato un mio sogno vivere in una famiglia allargata, purtroppo però non ne ho avuto la possibilità” non seppe il motivo che lo spinse a dire quelle parole, se per  l’alone di tenerezza che sembrava emanare, se per la nota di malinconia che aveva sentito nella sua voce o per i suoi occhi ,pieni di gioia e dolcezza ma comunque ottenebrati da un’infinita tristezza, forse la stessa che aveva visto nei suoi occhi ogni qual volta vedeva il suo riflesso in uno specchio, ma quelle parole uscirono quasi senza permesso dalla sua bocca “Lei è assunta!"

   
 
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