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Autore: __EleKtra__    01/09/2011    0 recensioni
Un sogno, talento, tante speranze ed un'opportunità: è questo tutto ciò che possedeva Angy. Ansia, emozione, lacrime, sentimento, rabbia, amore...emozioni che la nostra stellina proverà per cercare di compiere il suo destino.
"La musica è sangue. La musica è la mia anima e la mia vita." disse un santo di nome Tomo."Il successo non è la chiave della felicità. La felicità è la chiave del successo.
Se ami ciò che fai, avrai successo."disse un grande genio di nome Jared.
Non è tutto oro ciò che brilla e il paese delle meraviglie è molto pericoloso. Di questo Elektra e i suoi Elektrical si accorgeranno.Non è così facile regalare sogni.
Una storia di speranze, di sogni, di dolore e sofferenze, una storia d'amore, passione e felicità.
AVVERTENZE:Questa storia è tutt'altro che prevedibile.E' ricca di poesia e risate. Adatta anche a chi ama scenne Hot.
Un ultimo consiglio?:“Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni. Vivi la vita che hai immaginato.”
che altro dire?...ELETTRIZZATEVIII
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le urla dei fan si potevano sentire fin da dietro gli spalti; le luci di scena mi sembravano così magiche e splendide quanto abbaglianti e terrificanti.

Mi ero nascosta dietro ad un pilastro per trovare un istante di pace e tranquillità, trovare la concentrazione e fare andare via quell’ansia e batticuore che minacciavano un vero e proprio attacco di panico!.

Non era certo la mia prima esibizione quella, ma mai era stato presente un pubblico così vasto.

Chiusi per un istante gli occhi, feci un respiro profondo e mi dissi: “ Dai Angy, puoi farcela!in fondo è l’occasione che aspettavi da una vita, la tua ricompensa dopo tanta fatica, tante critiche, tante porte chiuse in faccia. Ora tocca a te!.”

Mi tormentavo le dita perfettamente laccate con uno smalto blu elettrico, che riprendevano la mia ciocca splendente tra i capelli corvini lunghi mossi e leggermente cotonati.

D’un tratto una mano mi bussò delicata su di una spalla e riaprì gli occhi di colpo, sobbalzando leggermente.

-Signorina tra poco tocca a lei!. Tra 5 minuti entra in scena!-.

Guardai il volto di qull’addetto dello staff, ma non riuscivo a cogliere nulla del suo volto per colpa della penombra e dell’agitazione incredibile.

-Ma … Si sente bene?”-

Mi rivolse quelle parole con un tono alquanto preoccupato, cercando di incrociare i miei occhi con il suo sguardo, ma gli era impossibile perché i miei occhi erano persi nel vuoto.

-Non si preoccupi. Qui ci penso io-.

Quella voce mi era familiare, sicura e rassicurante tra le urla e i boati simili a vento tempestoso tra le montagne alpine. L'uomo mi prese per mano e mi portò in un angolo più luminoso.

Era mio cugino Luke, nonché mio parrucchiere e, occasionalmente, anche truccatore personale.

-Ti senti bene? Sembri drogata!. Ti sei fatta prima del concerto?- mi esaminò attentamente ad una distanza tanto ravvicinata da poter osservare ogni poro del mio viso.

-Ma ti pare?!-. Risposi d'impulso con il fiato corto, agitardo le mani in aria. Evitai volutamente di rispondere alla prima domanda.

-Ecco, bevi un po’ d’acqua. Ti aiuterà”- mi porse una bottiglietta d'acqua naturale con un tappo rosa, che bevetti a piccoli sorsi.

Sentivo i suoi occhi indagatori su di me. Non potevo nascondergli nulla, ero un libro aperto per lui.

- Hai paura non è vero?-.

Con un sospiro appoggiò le spalle alla parete vicina a me e riprese a parlare con un tono molto basso, dolce quanto pacato:

-Chi potrebbe darti torto, in fondo è la tua vera e più importante esibizione. Questa è quella che determinerà il tuo futuro. Con un solo errore potresti giocarti l’intera carriera e finire a fare la commessa da Mc Donald's!!-. espresse lento ed incisivo con gli occhi socchiusi verso la parete lucida  davanti a noi.

-Ahhh….molto confortante!!!-. Feci una smorfia di disappunto, storcendo il naso.

-Ma questo non succederà mai, perché tu sei troppo brava-.

Mi guardò con uno sguardo dolce ed avvolgente. Quelle parole mi confortavano e mi avvolgevano come in una calda coperta in una giornata piovosa di novembre.Un sorriso sbigottito mi si disegnò in viso.

-Tu, mia piccola stellina, sei nata per fare questo: cantare. Non ho davvero mai sentito nessuno farlo come lo fai tu. Tu sei speciale, e tutti questa sera se ne accorgeranno-.

Il mio cuore per un istante si fermò e lo abbracciai forte, ponendo il viso sul suo petto. Inevitabilmente una lacrima scivolò delicata giù da una mia guancia.

-Non starai mica piangendo, mi auguro?! Ti si scioglierà il trucco!!non ho impiegato un’ora della mia preziosa vita per vedere poi svanire in un secondo il mio duro lavoro per delle lacrimucce da checca!-.

Urlò con la sua vocetta acuta, indispettito, alzando un dito in segno di rimprovero. Lo guardai negli occhi e scoppiammo entrambi a ridere come due stupidi.

Mi ci voleva proprio.

-Dai, tra pochi secondi tocca a te-. Mi lanciò uno sguardo rassicurante. Poi proseguì, notando il mio sguardo teso.

-Vedrai che andrà tutto bene. Fai semplicemente quello per cui sei nata. Fottitene degli altri, sei solo tu e la tua musica. E poi, se non altro, anche se farai schifo, di certo farai la tua porca figura conciata così, grazie a me.-

Chiuse gli occhi con fare altezzoso, portandosi una mano al petto e accennando ad un sorrisetto.

- Sei proprio una gran figa!- esclamò con un sorriso di soddisfazione, facendomi girare su me stessa, tenendomi per mano.

Lanciai uno sguardo verso la parete lucida di fronte a me e mi accorsi che non aveva tutti i torti il mio cuginetto: quei pantaloni di pelle nera lucida tagliuzzati qua e là mi avvolgevano alla perfezione le cosce magre e il sedere ben tondo, il corpetto di pizzo nero che si legava dietro alla schiena con dei laccetti di pelle era veramente sexy e bellissimo, e il tutto era valorizzato e slanciato da dei sandali da gladiatore vertiginosi. Non potevano mancare tutti i miei braccialetti portafortuna che facevo sempre vibrare sul polso, creando quel dolce campanellio che mi rilassava, e una bella cintura con borchie.

Eggià…ero proprio quel che si poteva volgarmente definire 'una bella figa'.

  
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