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Autore: paoletta76    01/09/2011    1 recensioni
un nuovo arrivo nel peggiore dei giorni stravolgerà la vita di qualcuno..
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non è nemmeno una della squadra..
 
La propria voce, e quella nota di disprezzo, ora sembravano bruciargli nel cuore. Ora, che teneva fra le braccia la più fragile delle immagini della donna che amava.
 
L'aveva odiata, fin dall'inizio, fin da quando l'aveva vista mettere piede nella sala riunioni. Profondamente, visceralmente, come si odia la persona che sostituisce il tuo migliore amico, quella che con la sola presenza serve a ricordarti ogni giorno che lui non c'è più.
 
Non è colpa sua, Spike.. non è stata lei, ad uccidere Lou..
 
Adesso la voce di Sam si sovrapponeva ed intrecciava alla sua.
 
Le sollevò il viso, leggero, andando ad asciugarle le lacrime con la punta delle dita. Le circondò il busto con un braccio, attirandola a sé e rimanendo per un lunghissimo istante ad ascoltare i battiti sommessi di quel cuore.
 
Jess non era come le altre. Forse, non lo era mai stata. Fin dal primo istante in cui aveva incrociato i suoi con quegli occhi color del mare.
 
Aveva ancora addosso i segni di quell'orribile giornata. L'edificio universitario, studenti e professori fatti evacuare dalla polizia. Le lacrime e la paura negli occhi del suo migliore amico, le voci degli altri colleghi che si sovrapponevano discutendo sul come agire.
 
Lui aveva già deciso. Qualunque fossero stati gli ordini, non avrebbe abbandonato un amico.
Perché il suo primo dovere era salvare vite. Perché Lou era un amico e basta.
 
Va bene così..
 
Quella voce nell'interfono, prima del boato. Prima del lunghissimo grido disperato di una voce non più sua, prima di crollare ginocchia a terra.
Aveva desiderato di morire. Anche lui, una volta per tutte.
 
Oggi è morto il tuo amico.. domani morirà mio figlio..
 
In fondo, suo padre aveva ragione.
 
Era uscito senza dire una parola, la mattina dopo. Diretto al distretto, diretto al proprio dovere, macerando nel dolore e nella rabbia di vedere che, intorno, il mondo continuava a girare come se niente fosse successo.
 
Già.. non è successo niente..- aveva pensato, chiudendo l'auto e dirigendosi a passi svogliati verso l'ingresso - ora entri, prendi il tuo posto, e Lou è già lì pronto a ridere e prenderti in giro. Come sempre.
 
Niente da fare. Su quell'armadietto campeggiava una foto bordata di nero, ed il suo cuore provò l'effetto di perdersi nel vuoto, notando l'addetto che, a lato dell'altra porta, sostituiva la scritta "Jules" con un'altra che citava "Girls".
 
- Fra cinque minuti in sala riunioni.
La voce del sergente, dura, priva del solito amichevole tono. I suoi occhi scuri avevano appena fatto capolino oltre la porta, per scomparire subito cercando di non incrociare né i suoi né quelli degli altri uomini.
Erano scivolati fuori dallo spogliatoio senza scambiarsi una parola, ed allo stesso modo avevano preso posto attorno al tavolo della sala riunioni.
Quell'unica sedia vuota sembrava bruciare.
 
Poi, lei. Alta all'apparenza poco più di Jules, spalle dritte ed un ciuffo di ricci neri imbrigliati a fatica, pelle leggermente ambrata ad incorniciare un paio di occhi cristallini.
Fossero stati in un'altra occasione, in un altro contesto, l'avrebbe osservata meglio e giudicata davvero bella, forse troppo bella per essere una recluta dell'SRU.
 
Ma "lei" era qui per un motivo che nessuno avrebbe voluto ricordare. E la rabbia ed il dolore gli chiusero di nuovo il cuore.
 
- L'agente Jessica Collins.
Greg l'annunciò senza tono da benvenuto, snocciolando i nomi degli altri a presentarglieli.
La ragazza attese il cenno della sua mano, prima di prendere posto sulla sedia vuota, consapevole della tensione che respirava.
 
- Collins proviene dal quindicesimo distretto, ha tre anni di servizio e due d'esperienza nella loro unità di risposta strategica. E' qualificata nell'autodifesa e per le armi letali, oltre ad avere un secondo livello in materia di informatica ed intercettazioni.
 
Una recluta..
 
Aveva abbassato appena il viso, masticando amaro, andando col pensiero all'ultimo giorno vissuto accanto al sorriso del proprio migliore amico.
 
- Sei con noi, agente Scarlatti?
 
La voce di Greg risuonò all'improvviso, a risvegliarlo da quel sogno ad occhi aperti fatto di mare, di sole e di sound giamaicano.
 
- Sì..
Si passò appena la mano sul viso, forzandosi di restare ancorato alla realtà.
- Allora Collins uscirà con te, oggi. E sarai tu, il suo istruttore.
 
Non poteva averlo detto, non a lui.
 
Mi stai prendendo in giro? recitavano i suoi occhi, restando l'unico ancora seduto mentre tutti gli altri scivolavano oltre la porta.
No. fu la risposta silenziosa dello sguardo di Greg.
 
Si sollevò di scatto, allontanando la sedia e voltando le spalle.
- Và con lui.
Greg emise un leggerissimo sospiro, sperando di non aver fatto una mossa sbagliata.
La ragazza annuì appena, eseguendo l'ordine e ritrovandosi in un attimo sul sedile accanto all'uomo che, in tutta la squadra, la stava sicuramente odiando di più.
 
- Lo so.
 
Quella voce, cristallina, interruppe il flusso dei pensieri dell'agente Scarlatti. La mano della ragazza stringeva il grigio della divisa, e quegli occhi di cristallo lo stavano insopportabilmente fissando.
- Non ti voglio giudicare. Lo so. So cosa pensi, come ti senti.
- Hai acquisito i superpoteri, in tre anni di servizio? - replicò lui, sarcastico, restando con lo sguardo fisso alla strada.
- Ho sulla pelle le tue stesse cicatrici. So cosa significa, vedere un altro al posto della persona a cui tenevi di più. Soprattutto quando sai che lui non c'è più per colpa tua.
 
Adesso quella voce si velava d'amarezza, e la ragazza voltava i suoi occhi azzurri oltre il finestrino del lato passeggero.
- Basta una tua parola, e me ne andrò anche da qui..
 
Ricordava di aver sentito un moto strano, fra il cuore e lo stomaco. Come il crearsi di una crepa, il crollare dei pezzi nel vuoto.
 
Non è stata colpa tua..- avrebbe voluto rispondere - non è morto per colpa tua. Sono stato io, quello incapace di fare abbastanza..
Il pensiero arrivò alla frontiera delle sue labbra e ci s'infranse.
E poi silenzio, per il resto di quell'interminabile e vuoto turno di pattuglia. Silenzio nello scivolare lontani dalla macchina, diretti a spogliatoi diversi e a destinazioni lontane.
  
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