La luce del sole lo colse di sorpresa, tanto che per un attimo ne rimase abbagliato.
Una pacca violentissima sulla schiena rischiò di farlo ruzzolare dalla passerella della Karyu e gli fece andare di traverso la saliva.
– È bello tornare a casa, vero, Capitano?
– Sì, Signor Kaibara... – Zero tossicchiò nel tentativo di guadagnar tempo e ricomporsi, ma qualcuno gli passò un braccio attorno al collo e lo sbilanciò di nuovo.
– Avanti, Capitano! Una volta sbarcati che bisogno c'è di continuare a essere così formali? .
– Non siamo ancora usciti dalla base, Signor Ishikura – Zero sollevò un sopracciglio – Anzi, a esser precisi non siamo ancora nemmeno usciti dalla nave.
– Suvvia, Zero, sciogliti un po'! Dopo sei anni di missione negli angoli più sperduti dell'universo ci meritiamo un po' di svago, no?
– Sono d'accordo con loro, Capitano.
– Signori Grenadier ed Eluder, vi ricordo che il regolamento e le gerarchie vanno rispettate sino al momento in cui...
– Basta così, Capitano Zero! Questo è un ammutinamento! – Marina gli baciò una guancia e gli abbassò il cappello sugli occhi tra le risate generali.
Zero decise di capitolare e rivolse un sorriso tra il divertito e l'imbarazzato ai suoi sottoposti. Passò un braccio attorno alle spalle di Marina e uno attorno al collo di Ishikura.
– Va bene, truppa: cedo alla violenza e offro un giro di Heavy Red Barbour e olio Hyper a tutti quanti!
– Così si parla, Capitano! Cosa stiamo aspettando? Andiamo a festeggiare il nostro ritorno sulla Terra! Se è ancora in piedi, c'è un posticino niente male poco lontano da qui! – Rai s'avviò con entusiasmo, seguito a ruota da Breaker, Nohara e il Dottor Machine.
Nei pochi anni in cui erano stati lontani la capitale era come rinata: nuovi edifici erano sorti al posto di quelli distrutti dalla guerra contro le Mazoniane e nell'aria si respirava l'atmosfera allegra e colma di speranza che sempre accompagnava i momenti di ricostruzione.
In un locale piccolo ma arredato con gusto e ben fornito, Zero si concesse per la prima volta dopo sei anni un brindisi con i suoi uomini... anzi, con i suoi amici.
– Alla Terra, alla vita che continua e a chi col suo coraggio ci ha consentito di ricominciare.
– Prosit!
– Prosit.
Abbassò lo sguardo sul bicchiere pieno davanti a lui e lo colpì appena con quello che aveva in mano, un brindisi solitario dal sapore agrodolce, carico di nostalgia.
– Prosit, Harlock. Ovunque tu sia.
Proprio mentre portava il bicchiere alle labbra, un ragazzino di forse quattordici o quindici anni oltrepassò il loro tavolo di corsa e andò a fermarsi davanti al bancone.
– È terribile! – ansimò – Il Primo Ministro Daiba è morto!
Un brusio stupito si sollevò dagli altri tavoli.
– Cosa?!
– Com'è successo?
– Gli hanno sparato nel suo studio... ieri sera... Lo hanno appena detto sul canale delle notizie della Federazione!
Alcune donne e anche un paio di uomini scoppiarono in lacrime. Tutti gli altri s'assieparono attorno al ragazzo con visi che non avrebbero potuto essere più afflitti se la disgrazia fosse accaduta al loro migliore amico.
Il giovane capo della Nuova Federazione Terrestre era molto amato da tutti ed era ammirato persino dai suoi avversari politici, che ne riconoscevano la lealtà, il coraggio e gli alti valori morali.
Anche se Zero e il suo equipaggio erano stati lontani per diversi anni, i racconti del suo instancabile impegno nella ricostruzione della civiltà terrestre come scienziato e statista avevano raggiunto la Karyu fin nei più sperduti angoli dell'universo.
Ad appena ventun anni, Tadashi Daiba era diventato un simbolo di speranza e un modello per tutti gli uomini volonterosi, per tutti coloro che volevano vivere liberi e lasciare la loro impronta nella storia: era l'orgoglio di ogni essere umano, di ogni terrestre.
– Ma chi è stato? Si sa qualcosa?
– Già, chi è quel bastardo che l'ha ammazzato?
Il viso del ragazzo era terreo.
– Vi sembrerà incredibile, ma pare che il colpevole sia Harlock, il suo amato ex Capitano!
– Harlock il pirata? Ma non era scomparso?
– E perché l'avrebbe fatto? Daiba era un suo amico, l'aveva riabilitato!
Un rumore di vetri rotti fece voltare il gruppo.
Il bicchiere era scivolato via dalla mano tremante di Zero.
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Disclaimer:
fanfic basata sul mondo ed i personaggi di "Capitan Harlock" (Uchū
kaizoku Kyaputen Hārokku" e "Cosmo Warrior Zero" (Kosumo Wōriā Zero),
creati da e © Leiji Matsumoto.Tutti i diritti per questi personaggi sono © Leiji Matsumoto, Toei Animation, Enoki Fims e probabilmente un mucchio di altra gente.
Il loro utilizzo in questa storia non implica appoggio, approvazione o permesso da parte loro.
Siccome questa storia è stata pensata e scritta da una fan per altri fan, prego di non plagiarla, di citarmi come autrice in caso di pubblicazione altrove e di non ridistribuirla a pagamento. Grazie!