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Autore: Naisen    07/09/2011    2 recensioni
seconda storia che pubblico su efp >w<
Stavolta posto una oneshot dedicata alla mia cara amica sayu Parla di lei e kakuzu e di ciò che prova quando scopre una orrenda verità alla quale poi, è costretta a rassegnarsi. buona lettura <3
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakuzu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Guerra... ultimamente solo la guerra ci attende.

Le giornate al covo passavano lente, il tempo della quiete era finito ormai da tanto tempo.

Ran era uscita con Itachi, il territorio era pieno di ninja mandati dai vari villaggi e loro avevano il compito di sorvegliare l'entrata principale del covo.

Sayuri era in camera sua, aveva appena terminato il suo turno di guardia quando qualcuno bussò alla porta.

''toc toc''

-chi è?

Domandò, guardando la porta con la coda dell'occhio.
-io.

La ragazza prontamente si alzò e velocemente aprì la porta. Si chinò in un profondo inchino, come solito segno di saluto e rispetto verso il suo sensei.
-salve sensei. Cosa desiderate?
-sayuri

ripeté l'uomo con la solita voce rauca e profonda.
-domani saremo in una missione a quattro. La squadra sarà formata da me, da te, da Hidan e da tuo fratello.
-che tipo di missione dobbiamo svolgere?
Domandò lei, rimanendo fissa dinnanzi al proprio sensei.

-Un gruppo di Ambu formato da vari villaggi si è insediato nelle vicinanze, noi abbiamo avuto l'ordine di eliminarli. Tutti.
-si, sensei.
Si chinò nuovamente in un inchino più profondo ed elegante. Kakuzu esitò un attimo prima di andarsene, ma dopo pochi secondi fece un cenno con la testa e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

 

''mah''

 

pensò lei, prima di richiudersi la porta alle spalle.
Passò il primo pomeriggio quando kakuzu si ripresentò dinnanzi a sayuri.
-seguimi.
Sayuri fù sorpresa, ma cercò di non darlo a vedere. Fece un cenno col capo e seguì kakuzu al di fuori del covo.
Una volta usciti dalla bariere, incrociarono gli altri due nukenin di guardia.
Non ci fù un vero scambio di parole.
Ran sorrise alla compagna e lei ricambiò, poi contiuò a seguire Kakuzu inoltrandosi nella foresta.
-se posso permettermi. Dove stiamo andando?

-aspetta e poi vedi da sola. Non fare domande a sproposito.

-si, mi scusi sensei.
Ormai l'ibrida aveva fatto l'abitudine alle maniere non proprio galanti dell'uomo.
Non sapeva precisamente il perchè, forse lo sguardo, la corporatura, il fascino misterioso che celava, l'aveva sempre attratta.
Camminarono per qualche sottobosco, arrivando poi in una grande radura piena di vegetazione, non ancora distrutta dalla furia della guerra.

-oooh

fece Sayuri, ammirando la bellezza di quel semplice campo, ricoperto di verde e di fiori.
-se posso permettermi, di nuovo, sensei, come mai mi avete portata qui?
-devi fare sempre domande?
-mi scusi.
Camminarono un'altro poco e infine si sedettero su un'enorme masso piantato nel terreno.

Che pace.. che silenzio. Niente grida disperate o fiamme distruttrici, solo quiete.

La ragazza socchiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla leggera brezza e dal cantico degli animali e della natura stessa.
Kakuzu iniziò a parlare con la sua solita voce, calma e leggermente disprezzante, che però quel pomeriggio non era particolarmente “cattiva”. Sayuri si mise ad ascoltarlo attentamente.

-sayuri. Questo è un periodo estremamente difficile
fece lui
-lo so sensei
ci fù una pausa. L'unico rumore esistente in quel momento era il rumore del vento, che al suo passaggio faceva scuotere le immense fronde degli alberi
-la settimana prossima io e Hidan ci recheremo al villaggio della foglia per confrontarci con il 9 code
-con Naruto uzumaki quindi?
-si.

 

Silenzio.

 

-sensei, non avrete mica paura della vostra incolumità vero?
Fece scherzandoci su l'ibrida.
Ma kakuzu non rispose. Rimase a fissare il cielo dai quei suoi occhi verdi e rossi.

-vedi sayuri. Ci sono persone che non danno a vedere le loro.. come le chiamate voi “emozioni”. Personalmente trovo questa cosa una 'perdita di tempo che però mi fà pensare'.
La ragazza non rispose. Anzì, non parlò per il resto della giornata, perchè aveva capito che forse stava per perdere qualcosa a lei caro.

 

Passò un'altra ora, poi d'un tratto kakuzu si tirò su in piedi.
-è ora di rientrare
sayuri fece cenno col capo e si alzò. Poco prima di rientrare al covo Kakuzu la fermò.
-tieni questa. Usala quando, a tuo giudizio, sarà oppurtuno
Il Nukenin consegnò all'ibrida un piccolo sacchetto di raso viola, chiuso da un laccio.
Sayuri prese il sacchetto dalle mani del proprio sensei e lo strinse nelle sue.

 

Un'abbraccio veloce e poi rietrarono al covo.

 

La settimana passò in fretta. Troppo in fretta.
Mentre le settimane a seguire quella passarono lente,

quasi a farlo a posta.

Nessuno.

 

Sayuri aveva passato le ultime due settimane in camera sua, osservando con occhi vitrei, quasi morti, il soffitto della stanza.
-sayuri...alzati per favore

-ora non mi và.
L'occhio casualmente ricadde sul piccolo sacchetto viola.
Improvvisamente si alzò e prese il sacchetto.
-devo fare una cosa.
L'ibrida aprì il sacchetto, lo svuotò e al suo interno trovò una chiave.

La chiave di quella stanza.
Camminando lentamente arrivò di fronte a quella che una volta era la camera del proprio sensei e del jashinista.

Lentamente tirò fuori la chiave e aprì la porta.

 

clack”

 

Tutto era rimasto uguale a come l'aveva vista l'ultima volta.

Fece un giro veloce con gli occhi, finchè il suo sguardo non si posò sulla coperta del futon ripiegata del proprio sensei.

Una lettera vi era sopra, sulla busta esterna si poteva chiaramente leggere il nome della ragazza.
 

per Sayuri.

 

Sayuri, nel caso tu abbia questa lettera in mano, vuol dire che anche per me è arrivato il mio tempo.

Non sò neanche perchè perdo tempo a scrivre questa lettera,

però ne sentivo uno strano bisogno.

Sayuti, dopo anni di addestramento penso perfettamente che tu sia in grado di ricoprire il mio precedente ruolo nell'akatsuki.
Quindi da ora sei ufficialmente la nuova tesoriera dell''organizzazione.

Ho sempre pensato che fossi una ragazza dalle immense qualità,

a volte ti chiudi troppo, ma spero che con le leali amicizie che hai

tu possa capire molte cose di questo mondo.

Ho sempre provato rispetto per te, anche se molte volte non sono riuscito a darlo a vedere.

Passa sereni gli anni della tua vita, e sappi che per me eri una ragazza speciale.

Ora ti saluto, sii felice.

 

 

Kakuzu.

 

 

 

 Fine.

 

 


 

  
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