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Autore: Hotaru_Tomoe    08/09/2011    3 recensioni
A tutti può capitare un momento di sconforto, anche al grande Kit Carson. Ma si tratta solo di un momento e per ritrovare lo spirito giusto basta una buona birra ghiacciata.
O salvare la vita ad un amico.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Tex Willer e tutti i suoi personaggi sono copyright della Sergio Bonelli Editore, ma soprattutto degli inarrivabili Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini, che Dio li abbia sempre in gloria (assieme a Guglielmo Letteri, le cui storie sono state le prima che letto).
 

 

NON SONO TROPPO VECCHIO PER QUESTE COSE

 

I due pards procedevano a cavallo già da un paio d'ore. Lasciatisi alle spalle il polveroso villaggio di Sand Springs, si erano inoltrati nell'inospitale regione desertica sulle tracce di un rapinatore, che la settimana precedente non aveva trovato nulla di meglio da fare che rapinare l'ufficio postale di El Paso ed uccidere il direttore.
Era poi saltato fuori che il suddetto direttore era imparentato alla lontana con uno dei capoccia del comando centrale dei rangers di Austin e così, nonostante il malvivente avesse già una cospicua taglia sulla testa e di sicuro molti cacciatori di teste che lo cercavano, eccoli lì, a cuocere sotto il sole a picco e a sudare come due fontane, con la sola consolazione che il rapinatore aveva poco vantaggio e presto gli avrebbero messo il sale sulla coda.
Carson non aveva certo contribuito a rendere il viaggio più piacevole, lamentandosi in continuazione del caldo, del vento secco e della polvere.
"Se non vuoi inghiottire polvere, vecchio cammello, prova a chiudere la bocca, così darai anche un po' di riposo alle mie orecchie." disse Tex.
Il suo compagno aveva brontolato un insulto a mezza voce in risposta, probabilmente il classico "Tizzone d'inferno".
Tex bevve un sorso d'acqua e scrollò le spalle, divertito: certo, Carson alla lunga poteva essere esasperante, ma senza di lui gli spostamenti a cavallo erano di una noia mortale.
"Ehi, Tex, guarda laggiù."
Il ranger più giovane alzò lo sguardo nella direzione indicata dal suo pard: contro il cielo limpido e terso dell'Arizona si stagliavano le sagome volteggianti di parecchi avvoltoi. Brutto segno. "Scommettiamo che è il nostro uomo?" e lanciò il cavallo al galoppo.
"Scommettere con te? Fossi matto! - gli rispose l'altro - Tanto più che lo credo anch'io: forse il cavallo si è rotto una zampa, oppure si è spaventato per un serpente a sonagli e l'ha disarcionato."
Giunti sul posto e scacciati a suon di revolverate avvoltoi e coyotes, i due rangers si trovarono davanti i resti di due cavalli e di due uomini, che si erano sparati a vicenda. "Uno è il nostro uomo - osservò Tex - ma l'altro non ho idea di chi sia."
Carson si avvicinò per guardarlo meglio: gli pareva di conoscerlo, ma i mangiacarcasse non si erano certo risparmiati... eppure quel viso gli era familiare "Peste e corna!" esclamò dopo un attimo.
"Lo conosci?"
"Sì. E' Melvin Johnson: una volta era un ranger, ma poi ha lasciato la carriera per diventare cacciatore di taglie. Si guadagnava meglio, diceva. Eravamo coetanei e anche coscritti." Si tolse il cappello in segno di rispetto per l'ex collega. "Mi dispiace, era un bravo diavolo."
"Piuttosto chiaro cos'è successo: il rapinatore ha sparato per primo e credendolo morto, gli ha dato le spalle. Ma Johnson doveva essere ancora vivo, perchè gli ha scaricato l'intero caricatore nella schiena. Beh, questo sacco di concime ha avuto la fine che meritava."
Tex e Kit scavarono due fosse, diedero sepoltura ai resti dei due duellanti e poi decisero di tornare a Sand Springs, da dove avrebbero mandato un telegramma al comando dei rangers, per informarli che la caccia si era conclusa.

Dopo aver visto il corpo di Johnson, Carson si era chiuso in un inusuale mutismo. Conosceva bene Melvin, e, diamine, era un buon pistolero, veloce e preciso, come aveva potuto farsi fregare in quel modo da quel rubagalline?
Una volta era veloce, ma oramai aveva i suoi anni.
Anche tu hai i tuoi anni, adesso, vecchio mio.

Di solito era Tex a dire di sentir una vocina che gli ronzava in testa, ma in quel momento la sentiva anche lui. Gli stava dicendo cose fastidiose, scomode. Ma vere.
Già, il rapinatore era più giovane e quindi era stato più veloce di Johnson. Tutto qua.
Ma d'improvviso gli parve di sentirsi addosso il peso degli anni, tutti quanti assieme.

Una volta anche tu era più vigile, più rapido e non sbagliavi un colpo. Potevi cavalcare una giornata intera senza sentire fatica, fare un turno di guardia lungo tutta la notte senza aver sonno o arrampicarti come un bighorn lungo le pareti di un canyon.
Una volta, ma ora?

<< Ora non è più così. >> pensò con tutto il suo innato pessimismo. Quanto mancava prima di trovarsi steso a terra come Johnson, a mordere la polvere? Quanto tempo prima che arrivasse un apache facinoroso o il Billy the Kid di turno, più giovane e più svelto di lui nell'estrarre la colt dalla fondina?
Chissà, forse non era più il tempo delle cavalcate e dei bivacchi sotto le stelle.
Forse era giunto il tempo di rassegnare le dimissioni e ritirarsi a vivere una tranquilla pensione a Santa Fè.
E se non era già giunto, sarebbe giunto presto.
Non che l'idea gli facesse minimamente piacere o gli sorridesse, ma lui si era sempre ritenuto un uomo pragmatico, capace di guardare in faccia alla realtà.
Forse aveva fatto il suo tempo.
Forse era troppo vecchio per queste cose. 

A riscuoterlo da quei cupi pensieri, ci pensò la voce irritata di Tex "Per satanasso, a saperlo chiedevo al becchino del paese di accompagnarmi, sarebbe stato più di compagnia. Mi vuoi dire che accidenti ti è preso? E' più di un'ora che non apri bocca."
"Prima ti lamenti che parlo troppo, adesso che non parlo! - gli rispose piccato Kit - Il signore ha gusti esigenti! E comunque non ho nulla."
"Balle. Ti conosco da troppo tempo per bermela."
Carson sospirò: quando Tex voleva farti sputare il rospo, sapeva essere più tenace di un mastino. "Proprio sul tempo."
L'altro ranger lo guardò come se avesse preso un colpo di sole "Eh?"
"Ragionavo sul tempo. - spiegò Carson - Johnson era vecchio, e si è fatto fregare."
"Vecchio? Ma se hai detto che aveva la tua età!"
"Appunto."
"Fammi capire bene, ti stai dando del vecchio da solo? Perchè se qualche giuggiolone ti dà del 'nonno', solitamente poi si ritrova con qualche dente in meno."
"Ma è un dato di fatto, Tex. - sospirò Kit - Sono vecchio. E al posto di Johnson, ora potrei tranquillamente esserci io, mezzo metro sotto terra."
"Sciocchezze! - sentenziò l'altro - Una fatalità, un incidente può capitare a chiunque, l'età non c'entra: prendi me, ad esempio. Fulmini! Non mi ricordo più le volte che mi hanno sforacchiato o tagliuzzato con un coltello."
"Sì, ma..."
"Sciocchezze, ti ripeto. Sei solo un po' scosso per la fine che ha fatto il tuo amico ed è comprensibile. So io quello che ti ci vuole: un bel bagno, un po' di riposo ed una birra fresca con tre dita di schiuma."
Al di là del lodevole tentativo di tirarlo su di morale, l'idea appena proposta dal suo pard gli parve molto allettante "Ci sto."
"Ovviamente - disse Tex sferzando il cavallo con gli speroni - l'ultimo che arriva paga da bere!" e scattò in avanti.
"Tizzone d'inferno, così non vale!" gli rispose Kit, sacramentando e lanciando anch'egli il cavallo al galoppo.
Mancavano poche decine di metri alle prime case di quello sperduto paesucolo dell'Arizona. Tex era in vantaggio, ma Kit stava recuperando terreno.
D'un tratto, tra i cespugli, Carson vide un bagliore metallico. Durò solo una frazione di secondo, ma per lui fu sufficiente per capire che si trattava della canna di un fucile. Il suo corpo reagì all'istante, automaticamente, in modo del tutto naturale: sfilò il suo winchester dalla sella e fece fuoco, mentre Tex arrestava il suo cavallo. "Fiamme d'inferno, Kit, vuoi farmi venire un infarto? Perchè hai sparato?"
"Ho visto qualcosa, là tra i cespugli."
Si avvicinarono: un uomo, girato nella loro direzione, giaceva morto, ancora il fucile in mano.
"Sbaglio o è quella testa di vitello a cui stamattina, nel saloon del paese, hai fracassato uno sgabello sulle reni?" chiese Carson.
"Proprio lui! Quel figlio di centomila vermi che non voleva un indiano nel locale. In effetti aveva giurato di farmela pagare. E ci sarebbe riuscito, se non ci fossi stato tu, perchè io non lo avevo notato."
"Invece è scivolato all'inferno senza nemmeno accorgersene e scommetto che ora sta chiedendo a Messer Satanasso in persona che accidenti gli è capitato."
"Ehi Kit, - disse Tex arrotolandosi una sigaretta - grazie fratello."
Ma come aveva solo potuto pensare di ritirarsi? Doveva essere impazzito. Abbandonare il suo miglior amico per cosa, starsene tutto il giorno a guardar fuori dalla finestra? Neanche per sogno.
Era vecchio, vero, ma... beh... non così vecchio! Poteva ancora dare parecchio filo da torcere ad indiani ribelli e giovani delinquenti già stanchi di vivere. I suoi riflessi erano ancora ottimi e, per dirla tutta, non aveva alcuna voglia di smettere di cavalcare e di bivaccare sotto le stelle.
Non era troppo vecchio per queste cose.
Assolutamente no.
"Grandissimo satanasso! Sei tu che mi farai crepare d'infarto prima della mia ora! Ovunque vai, riesci a farti dei nemici! A chi credi che siano dovuti i miei capelli bianchi?"
Tex rise e alzò le mani in segno di resa "D'accordo, vecchio cammello, per farmi perdonare, le birre le offro io. Anzi, stasera offro pure la cena."
"Peste! Allora dobbiamo andare immediatamente dallo sceriffo e far evacuare il paese."
"Eh? Perchè mai?"
"Perchè Sand Springs sta per essere sommersa da un diluvio biblico."
E i due pards si avviarono al piccolo trotto lungo la polverosa main street del paese.

 
 

 

= = = = = =

Sebbene io legga in prevalenza manga, Tex è stato il mio primo incontro col mondo del fumetto. Di questo devo ringraziare mio papà, che lo colleziona ininterrottamente dal n.1. Tex per me è sinonimo di Avventura, con la A maiuscola. Il mio personaggio preferito è proprio quel brontolone di Carson, la spalla ideale e l'amico migliore di Aquila della Notte e l'ho voluto omaggiare con questa storia.
Perchè dove sarebbe a quest'ora Tex senza il suo fedele pard? Probabilmente a guardare i cactus crescere dalla parte delle radici.
L'ispirazione per la storia, tuttavia, non è il Far West, è venuta da tutt'altra parte: viene dalla serie di film "Arma letale" e dalla frase del personaggio interpretato da Danny Glover, che si lamenta sempre di essere troppo vecchio, ma in pensione non ci va mai.
Uh, il rating giallo è forse uno scrupolo eccessivo da parte mia, per i morti ammazzati e il linguaggio colorito.

   
 
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