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Autore: Rogue Girls    10/09/2011    2 recensioni
Grazia è una giovane a cui non manca la fantasia...
Ma mai avrebbe creduto che il protagonista principale delle sue fantasie si presentasse alla sua porta perché i suoi genitori gli avevano chiesto di controllarla, perché non facesse sciocchezze. Peccato che i genitori non avessero tenuto conto dell'avvenenza dell'uno e anche dell'altra...
[Cast di The Mentalist: Simon Baker/Altro Personaggio]
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclamer: Fatti e persone quivi citate, oltre a NON essere tirate in ballo a scopo di lucro, compiono azioni totalmente frutto di fantasia, create solo per il puro divertimento e non per diffamazione o altro. 


When the cat is away...



Grazia aveva ormai imparato bene a fantasticare. Lei e le “Rouge Girl” non si lasciavano certo scappare le occasioni più ghiotte. Nonostante le mancasse la pratica, nella teoria conosceva posti e armi improprie di ogni genere e forma. Peccato non avere nessuno su cui provarle. Ma di certo non voleva concedersi al primo rappresentante del sesso maschile che le capitasse a tiro, no, certe cose andavano sperimentate con persone importanti. Il “farlo strano” dopotutto è un lato nascosto un po' in tutti.
Una settimana prima un avvenente (e ricco) uomo si era trasferito nella casa accanto a quella della ragazza che sbirciava, invece di studiare, le sue azioni dalla finestra della sua cameretta. Grazia sapeva bene che il nuovo inquilino era stato un attore famoso e non aveva perso tempo, aveva subito visto tutti i suoi film e telefilm, innamorandosi alla follia di uno chiamato The Mentalist. Comunque, quel biondo che si era trasferito lì sembrava la persona adatta per mettere in pratica i suoi pensieri in alcuni di quei luoghi.
Di certo non immaginava che accadesse tutto così presto. Quella sera i genitori erano andati a teatro portandosi dietro i due fratellini, mentre lei era dovuta rimanere in casa per colpa di un mal di testa.
Si era fatta una doccia bollente per scacciare lo stress e si era appena seduta sul divano con un pettine tra le dita per districare i capelli mentre guardava un po' di televisione.
Il campanello suonò all'improvviso, facendola sobbalzare. Andò ad aprire trovandosi davanti il vicino.
-I tuoi mi hanno chiesto di venire a controllarti, nonostante tu sia maggiorenne. Si può sapere cosa hai combinato?
Le chiese con un sorriso da duemila watt. Non sembrava gli pesasse molto dover essere baby-sitter per una sera.
-Vivo sotto una campana di vetro, che vuoi farci.
Lo fece entrare e accomodare sul divano.
Lui la fece sedere davanti a lui e le prese il pettine dalle mani, iniziando a pettinare la chioma castana. Poteva sentire i suoi movimenti lievi e il battere del suo cuore lento e cadenzato, tanto era il silenzio e tanto era rilassata. Lui iniziò a parlare sommessamente, quasi a non voler disturbare il suo senso di quiete.
-Questa è una cosa che solitamente facevo con mia figlia Stella, quando era più piccola, ma aveva i capelli molto più lunghi dei tuoi. Mi sono sempre rifiutato di farglieli tagliare.
-E adesso perché vivi da solo, se hai una figlia?
-Ne ho tre, ma mia moglie mi tradì e io cercai di averli in affidamento. Ovviamente non me li diedero ed io posso tenerli con me solo raramente...
-Oh, Simon.
Sussurrò lei, triste per le sorti dell'uomo.
-Non fare così, Grazia, sono cose che succedono.
Rimasero nuovamente in silenzio mentre continuava a pettinarle i capelli, finché il pettine non iniziò a scorrere senza intoppi. A quel punto prese l'asciugamano che Grazia aveva lasciato sul divano e iniziò a massaggiarle i capelli.
-Mmm.
Mormorò lei, rendendosi conto che non era semplicemente il suono di una persona in stato di relax, anzi.
Simon prese quel verso come un chiaro invito e le sollevò delicatamente i capelli dalla nuca poggiandovi le labbra. Grazia rimase in silenzio, incapace di pensare o muoversi, mentre la bocca di lui procedeva lenta verso il suo orecchio e i suoi denti si chiudevano delicatamente intorno al lobo. Contemporaneamente le sue braccia la avvolsero voltandola verso di lui. Le sue intenzioni erano ormai molto chiare. Il ritmo delle loro lingue era sempre più rapido e Gazia non impiegò molto a tenergli testa. La sua camicia da notte scivolò lungo i suoi fianchi mentre accarezzava le sue braccia e il suo petto.
Senza fatica la prese in braccio trasportandola verso la sua camera. Una fortuna che le piante di quelle case fossero tutte uguali o avrebbe dovuto interrompere quel bacio per indicargli la via. Simon si spogliò rapidamente e nonostante Gazia potesse continuare ad osservarlo in eterno, imbarazzata come non mai all'idea della sua prima volta con un quarantenne, fece scivolare a terra la camicia da notte.
-Simon, non vorrei non essere all'altezza.
-Oh, mi sembra impossibile.
-Non ne so molto.
-Non è un problema, io ne so parecchio.
Per dimostrarlo iniziò a sfiorarle la pelle in punti in cui non era mai stata sfiorata prima. Temeva di deluderlo, dopotutto non era mai stata con un uomo prima di allora e quello sembrava essere l'uomo che lei aspettava per provare miele e sciroppo d'acero.
Continuavano tra baci e carezze, finché entrambi non giunsero al culmine della sopportazione. L'eccitazione era percepibile anche nell'aria. Con delicatezza entrò dentro di lei, testando la portata della sua inesperienza.
-Oh. Dovevi dirmelo che eri inesperta in questo senso.
Rimase immobile sopra di lei.
-Non fermarti.
Disse per tutta risposta attirandolo a sé.
-Non ne ho alcuna intenzione.
Le spinte iniziarono a farsi pressanti mentre lei cercava di tenere il ritmo, le unghie conficcate nella pelle dell'uomo che soffocava i suoi gemiti con dei baci. Sentiva il piacere crescere dentro di lei e si preparò per raggiungere quel culmine di cui tanto raccontava attraverso le esperienze degli altri. Non tardò ad arrivare e mentre si sentiva libera e leggera sentiva i denti del suo amante morderle delicatamente la spalla. Lo strinse a sé con forza, desiderando non lo lasciasse mai, ma dopo un paio di minuti si separarono, entrambi riluttanti.
-Credo sia meglio rivestirci. Non vorrei dover smettere di farti da baby-sitter. Ho scoperto di essere portato per questo lavoro.
Le disse con un sorriso malizioso sul volto e Grazia sperò di star male ogni volta che i suoi sarebbero andati a teatro.



Dice l'autrice:
Buon dio come è imbarazzante! Scritta per me, Chibi, dalla nostra beneamata Sensei. Amo quella donna, è un genio assoluto. Non per niente è la nostra Sensei, la nostra guida, la nostra maestra...
Ecco, detto così sembra che siamo un gruppo di irrimediabili pervertite, ma non siamo solo questo...
Ma dopo tutto, che importa come siamo? Siamo solo incredibilmente brave a scrivere, tutto qui!!
Recensite, mi raccomando!

  
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