Serie TV > Le Streghe di Oz
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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    11/09/2011    0 recensioni
Vi siete ritrovati a un mondo di distanza: cosa importa aver scoperto che questa non è casa?
{Allen/Dorothy ♥ accenni Nick/Dorothy}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen/Spaventapasseri, Dorothy Gale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E poi svegliarsi e trovarsi ancora insieme ~

prompt: #033, who?

 

 

 

È l’alba quando vi ritrovate davanti alla porta del suo appartamento. È così buffo pensare che sia stata una Strega Cattiva a mostrarvelo, e a pagarvelo addirittura. Stai già quasi per allontanarti, rintanarti nelle stanze più piccole e più modeste che quell’inaspettato e insospettato qualcuno ha destinato a te, per riflettere; ma Dorothy ti stringe forte la mano mentre traffica con una chiave – una normale, stavolta. Non ti parla e non ti guarda, ma ora ricordi troppe cose per non capire che ha ancora bisogno di te.

Ti guida dentro senza far rumore, senza neppure accendere la luce. Un bagliore grigio rischiara appena le pareti eleganti e accese che per qualche giorno hanno cercato di rubartela, risucchiandola in un mondo completamente sbagliato, a metà strada tra una realtà falsa e una fantasia vera. La segui in silenzio – non osi fargliela, quella domanda, non ancora – attraverso una serie di altre porte normali fino a fermarvi in un altro posto normale. Oltre le finestre della sua stanza New York si scrolla di dosso un brutto sogno, ma Dorothy, lasciando per un istante la tua mano, va a chiudere le tende perché restiate solo voi due, e poi torna e si siede con te sul letto freddo, abbracciandosi le gambe.

Restate così, l’uno di fronte all’altra, a guardarvi senza parlare per un tempo che non si può quantificare perché, semplicemente, non ha più alcun senso.

Vorresti dirle tante cose, condividere tante immagini. Inizi a ricordare con una chiarezza tale da far spavento; ma chissà se anche lei ricorda i giorni di festa alla Città di Smeraldo, le canzoni, i colori... Tutto ciò è grottesco: avete sconfitto insieme una minaccia millenaria e ultradimensionale, e adesso siete qui a guardarvi fisso, senza il coraggio di pronunciare una sola parola. O di farvi una domanda.

Avete scoperto chi siete. Ora chi volete essere?

Però sono tante, davvero tante le parole che attraversano gli occhi di Dorothy immobili nei tuoi, e ai barlumi dell’alba ogni cosa, ogni insignificante piccola cosa assume un senso nuovo e più colorato. Lei ti ha salvato, questa notte come secoli fa, e l’ha fatto perché – come ti ha confessato una sera, alla vigilia del terzo capitolo – lo Spaventapasseri è sempre stato il suo personaggio preferito, quello che si sentiva più amico. È stato facile disegnare lui, vero? Ti è venuto subito così naturale. Ricordi, ricordi tutto; è sempre stata lei a salvarti, è sempre stata lei a guidarti e a guidarvi tutti – ricordi anche com’era abbracciarla e temere di sentirla sfuggire, quando le sue mani di bambina ti mostravano la fragilità della paglia di cui andavi tanto fiero. E lei, se lo ricorderà?

Dorothy si abbraccia da sola, adesso, ma ti guarda in un modo che non lascia spazio a domande implicite. Quando si scioglie dal suo stesso rifugio e viene a nascondersi tra le tue braccia, di nuovo fragili, senti che non hai davvero bisogno di chiederle nulla. Vi siete ritrovati a un mondo di distanza: cosa importa aver scoperto che questa non è casa? C’è Dorothy con te, ci sei tu con lei.

«Cosa farai adesso, Allen?»

Il suo sussurro sulla spalla non ti sorprende: è sempre stata più forte di te. Tu tremavi davanti al fuoco, e lei si è presa sulle spalle il destino di due dimensioni. Sorridi – è il nome sbagliato, ‘Allen’ – e in cuor tuo ti poni la stessa domanda, perché in fondo non è [solo] a Dorothy che volevi farla, e lo sapevi già.

Hai scoperto chi sei. Ora chi vuoi essere?

«Per il momento» rispondi in tutta sincerità, chiudendo gli occhi – stupendoti di poterlo fare, perché, te lo ricordi, non sono altro che due cerchi dipinti, «voglio solo dormire e poi svegliarmi e vedere che siamo ancora insieme.»

Dorothy non dice altro, si stringe solo un po’ più forte al tuo petto di colpo così vuoto e così pieno. Fa male e bene al tempo stesso e speri di poterle dire tutto il resto nel bacio che le posi tra i capelli. La luce del sole la riporterà – più presto di quanto tu non voglia – all’esistenza di una donna normale, tra le braccia di un uomo normale; ma, finché sarà solo l’alba grigia a rischiarare i muri della sua stanza, questo sarà un altro degli abbracci che vi univano laggiù nel meraviglioso mondo di Oz, al tempo in cui la favola è cominciata.

Perché non è finita, Spaventapasseri: e anche questo l’avete scoperto stanotte.

 

 

[ 740 parole ]

 

 

 

 

 

 

Nota: Ho seguito questa miniserie con sguardo via via più scettico. Non perché disprezzi i rifacimenti (se mi conoscete, ormai saprete bene che qualunque cosa parli del mondo di Oz solletica più o meno il mio interesse), quanto piuttosto per la serie in sé. Mettiamola così: la trama è originale e penso che alcune trovate rasentino la genialità, ma la messa in scena lascia molto a desiderare; sarà che in questi giorni mi sto preparando per un esame di storia del cinema e quindi ho dei termini di paragone piuttosto forti, ma a un livello tecnico e stilistico Le Streghe di Oz non mi convince quasi per niente. L’Uomo di Latta emerge dal nulla, senza un background, il rapporto tra Dorothy e la Strega dell’Ovest non è assolutamente credibile, la recitazione a volte è eccessivamente carica e il finale non dice nulla della fine che faranno i personaggi provenienti da Oz. Sì, sto diventando una critica feroce xD – e tuttavia ci ho scritto una fanfic: perché?, direte voi.

Beh, perché la domanda che in questa storia si pone Allen/lo Spaventapasseri è proprio quella che mi sono fatta io: e poi? Cosa succederà, ora che la sua vera natura si è palesata? Lascerà la sua migliore amica in America e tornerà nel suo mondo di origine, o continuerà a vivere come un mortale nonostante tutto? È da questo amaro in bocca che è nata la mia voglia di scrivere anche su questa particolare versione della storia. Senza contare che – per quanto abbia adorato Nick fin dalla sua prima comparsa – a mio avviso esiste un potenziale Allen/Dorothy non indifferente: il fatto stesso che lo Spaventapasseri sia l’unico dei vecchi amici di Dorothy ad accompagnarla per tutta la sua vita (e per tutto il corso del film) non può essere un semplice caso. Vedete, sto già tornando me stessa, l’inguaribilmente fissata con lo Spaventapasseri/Dorothy xD

Al di là di tutto, come dicevo, Le Streghe di Oz è una rivisitazione originale e una visione piuttosto piacevole; e se tra voi si cela qualche monomaniaco come me che per pura curiosità/oz-dipendenza l’abbia seguita, beh, spero che il mio immancabile viaggio mentale non gli sia parso uno scempio.

   
 
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