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Autore: IceJuliet    11/09/2011    3 recensioni
Sei tu il motivo per cui sorrido...
Amori. Amicizie. Ritorni inaspettati.
Smile. Sequel di "Love Begins".
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Begins. '
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Unos, dos, tres, catorce 

(Turn it up there, captain) 

 

Lights go down, it's dark 

The jungle is your head 

Can't rule your heart 

A feeling so much stronger 

Than a thought 

Your eyes are wide 

And though your soul 

It can't be bought 

Your mind can wander

 

La luce fioca di quel mattino d'autunno illuminava la stanza del bel diciassettenne dai capelli blu, che si svegliò sbuffando. Oh, andiamo! Anche di sabato devo svegliarmi presto?  Sabato… sabato… perché quella data gli era così famigliare? Ok, Ikuto. Rifletti… Si disse, avvicinandosi al calendario appeso al muro della camera. Sabato 24 Settembre… 24 Settembre. 24 Settembre?!! 

"Oh accidenti!"  Borbottò per poi correre in bagno a cambiarsi.

 

Hello, hello (¡Hola!) 

I'm at a place called Vertigo (¿Dónde está?) 

It's everything I wish I didn't know 

Except you give me something 

I can feel, feel 

 

Nello stesso istante, nella medesima casa, una ragazza bionda era impegnata ad addobbare il salotto, aiutata da una bambina sui sei anni.

"E' meglio mettere i palloncini rosha o viola?" Chiese la piccola con in mano due palloncini ancora sgonfi. Si, quello era il loro dubbio principale. 

"Mettiamoli tutti e due… " Concluse l'altra, dopo un'attenta osservazione. "Ma, Ami! Tua sorella ha diciassette anni… non penso che i palloncini siano adatti!"  Disse, mettendosi una mano tra i capelli color grano. 

"E allora? Tanto ci gioco io!" Sbuffò la bambina incrociando le braccia mantenendo la sua posizione sull'argomento. 

"E va bene, va bene…" Tanto con te non si può mai discutere… "Dov'è finito quel dormiglione di mio fratello?" Chiese guardandosi attorno. "Certo che poteva farsi vivo prima…" 

"Sono qui, Utau" Disse il ragazzo, scendendo dalle scale. La bionda lo squadrò dalla testa ai piedi con sguardo cinico. Indossava un paio di Jeans e una camicia nera. Tanto per cambiare… pensò la sorella, abituata allo stile casual del ragazzo.

"Il tuo abbigliamento compensa il ritardo!" Commentò, sarcastica come sempre, del resto. "Ti ricordo che è il compleanno della tua ragazza!" 

"Abbassa il volume delle tue corde vocali." Sbuffò Ikuto, sedendosi sul divano. "Così ti sentiranno tutti!" E con tutti, intendo mamma e Tsumugu. Pensò.

"E allora?" Gli chiese lei, alzando un sopracciglio. "Che male c'è scusa?" Il fratello le rivolse uno sguardo eloquente. "No, non dirmi che non gliel'avete ancora detto?"

Ikuto annuì soltanto. Era vero… ma cosa potevano dire? Insomma: "Ciao mamma, ciao Tsumugu! Noi due, figli vostri, abbiamo una relazione! Ma non preoccupatevi, è una cosa legale e non proibita!". Ok, era vero che la madre sarebbe stata al settimo cielo. Non aveva mai avuto niente da ridire sul rapporto tra i due ragazzi, e non aveva neanche mai nascosto il desiderio di vederli insieme… e ciò imbarazzava il ragazzi ancor di più. Però come avrebbe reagito Tsumugu, nonché padre super protettivo di Amu, sapendo che la figlia usciva con il figliastro? 

"Stiamo aspettando il momento adatto… e poi prima vorremmo vedere se funziona tra noi…" Si giustificò il ragazzo, provocando maggiori sbuffi da parte della sorella.

"Ma tra voi funzione alla grande!" Disse Utau, colpendolo in testa con un palloncino.

"Questo lo so anche io… Ma se tra noi non dovesse esserci un lieto fine, sai che palle? Si complicherebbe tutto. Sai come sono fatti, no? Si metterebbero in mezzo e tanti saluti alla famigliola felice!" Spiegò lui alzando le spalle.

"Bè, la colpa sarà vostra, dello sfascio in famiglia." Disse la ragazza, incrociando le braccia al petto. Lui la guardò confuso, in cerca di una risposta. "Dovevate pensarci prima di innamorarvi. Sapevate che era dura mantenere una relazione… e soprattutto nel vostro caso, con la famiglia e tutto…" 

"Grazie Utau. Tu si che riesci a farmi innervosire… e sentire così amato…"  Commentò il ragazzo.

"Non lamentarti, e vai a svegliare la tua ragazza!"

 

The night is full of holes 

As bullets rip the sky 

Of ink with gold 

They twinkle as the boys 

Play rock and roll 

They know that they can't dance 

At least they know 

 

I can't stand the beats 

I'm asking for the check 

The girl with crimson nails 

Has Jesus around her neck 

Swinging to the music 

Swinging to the music 

 

"Amu…?" Il ragazzo bussò un paio di volte prima di entrare nella camera della ragazza. Nessuna risposta. "Amu?" Riprovò. Niente. Aprì la porta e si avvicinò al letto dove la ragazza dormiva profondamente. Sorrise nel vederla così… ehm… innocua? Strano. Era l'aggettivo più adatto per descrivere lo stato di quella buffa ragazzina dai capelli rosa. Vitale. Era quella la caratteristica della ragazza. Difatti, il ragazzo, non era abituato a vederla così tranquilla. Si sedette accanto a lei, richiamandola di nuovo. "Amu…" Un prima volta, interrotta dallo sbuffo della ragazza "Amu.." Una seconda, che provocò una girata di spalle rivolta al ragazzo. "Amu." Una terza… un'altro sbuffo. E si sa… Ikuto non era un tipo paziente. "Hinamori Amu! Svegliati immediatamente" Non se lo fece ripetere due volte… se si escludono cinque precedenti. Si alzò in piedi sul letto scaraventando a terra coperte e cuscini. 

"Che è successo? C'è la fine del mondo?!" Chiede, quasi urlando. Saltò giù iniziando a correre per la stanza. "Scappa Ikuto. Scappa!". Lui la guardava tra il confuso e il divertito. 

"Amu, calmati." Disse, afferrandola per un braccio. "Non c'è la fine del mondo."

"E allora cosa c'è?" Sbuffo, innervosita dal fatto che non ci fosse un cataclisma a giustificare la sveglia umana a quell'ora. Poi un fulmine a ciel sereno. "No! Sono in ritardo per la scuola?!" Il solo pensiero di essere rimproverata dalla professoressa di matematica nuovamente le metteva i brividi.

"No… anche se quello sarebbe peggio della fine del mondo." Commentò il ragazzo. 

"E allora non c'è alcun motivo per essere svegliata…" Disse, sbadigliando e buttandosi di nuovo nel letto. Lui, di conseguenza fece un'alzata di spalle, per poi dirigersi verso la porta. Sapeva che lei lo avrebbe fermato entro pochi secondi. "Non c'è niente che devi dirmi?" Gli chiese da sotto le coperte. Il ragazzo seguì il copione dettatogli dalla sorella la sera precedente. 

"No, perché?" Disse, senza voltarsi a guardarla. Lo avrebbe scoperto… insomma: aveva il riso stampato in faccia!

"Sei sicuro? Non devi dirmi proprio niente?" Chiese di nuovo la ragazza, non rispondendo alla sua domanda. Non può aver dimenticato… Lui si voltò, cercando di mantenere uno sguardo confuso. Dannazione, era sempre stato bravo a mentire, ma quella situazione lo preoccupava: come poteva Amu, la ragazza di cui era innamorato da mesi, credere davvero che lui si fosse dimenticato. Si portò una mano alla fronte, come gesto di illuminazione.

"Ah! Hai ragione scusa!" La ragazza lo guardò speranzosa. "Oggi Usui deve andare a fare spese, lo accompagno." La speranza l'ha ufficialmente abbandonata. Lo guardò scocciata. Non può averlo fatto sul serio! La reazione che Ikuto stava cercando.

"Ikuto…" Voleva dirgli qualcosa, ma lui si avvicinò baciandole la fronte. La ragazza sospirò.

"Tranquilla, torno entro il pomeriggio."Disse, e fece per andarsene, ma Amu lo bloccò prendendogli la mano.

"Devi andare via proprio oggi?" Gli chiese, quasi rinunciando.

"Per Usui è importante…" Cercò di giustificarsi. Odiava doverle mentire, ma quella era la cosa giusta al momento.

"Anche per me è importante!" Sbottò lei. Lui sorrise. Era davvero così importante per lei festeggiare il compleanno con lui? Certo che era importante.

"Dai, torno presto." La baciò dolcemente sulle labbra. "Ti amo."

"Dire ti amo solo per convincermi a lasciarti andare via con Usui è davvero una cattiveria…" Borbottò lei ricambiando il bacio. Lui si alzò e si avvicinò alla porta.

"Ah, dopo scendi che giù stanno già facendo colazione." Nel momento il cui il ragazzo varcò la soglia, lei sprofondò pesantemente nei cuscini… di nuovo. 

Aveva davvero dimenticato il suo compleanno? Come aveva potuto? "Quel bacucco!" Sbottò, alzandosi e correndo verso il bagno. Si diede un'occhiata allo specchio. Bè, così non era presentabile neanche per stare in casa. Una doccia, ecco cosa le serviva. 

Si buttò sotto il getto di acqua gelida per schiarirsi i pensieri. Lui, che diceva di amarla, si era dimenticato il suo compleanno? Ma che razza di fidanzato era? Sospirò per poi uscire dalla doccia. Si vestì (Ah bè… ci mancava che scendesse in asciugamano… nda). Indossò una maglietta color cobalto e un paio di short neri. Una sistemata ai capelli, raccolti in un chignon disordinato, da cui spuntavano fuori piccole ciocche ribelli. 

Scese le scale velocemente, con lo sguardo basso. Meglio fare in fretta la colazione per poi uscire e togliersi quei pensieri dalla mente. E che cavolo! Proprio lui doveva dimenticarlo?! Ok, Amu. Basta. Cambia disco che s'è impallato.  

Un botto la fece spaventare. Guardò davanti a se non credendo ai propri occhi.

 

Hello, hello (¡Hola!) 

I'm at a place called Vertigo (¿Dónde está?) 

It's everything I wish I didn't know 

But you give me something 

I can feel, feel 

 

"Auguri!" Gridarono in coro le sette persone davanti a lei. 

"Non. Posso. Crederci" Scandì lentamente le parole, per poi saltare addosso alla biondissima amica che si era spostata davanti a lei per vederle l'espressione sul viso. 

"Wow… se sapevo che avresti reagito in questo modo avrei organizzato una festa più pomposa!" Disse Utau ridendo. L'altra annuì contenta. Lasciò la presa sull'amica per poi guardarsi attorno. Erano tutti lì. Ami e Souko, mano nella mano, che la guardavano sorridenti.

"Auguri sorellina! Sei sempre più vecchia!" Disse la bimba correndole incontro.

"Ma come siamo simpatiche!" Disse Amu, facendole l'occhiolino, per poi correre da Souko che l'abbracciò calorosamente.

Utau, Kukai e Usui che la guardavano divertiti. Suo padre… bè, come al solito piangeva osservando la bellissima figlia crescere.

"Bambina miaaaaa! Ti prego, smettila di diventare grande!" Disse tra le lacrime.

"Ma papà…" Tentò di ribadire Amu, senza successo come al solito.

"Ti sposerai e mi lascerai solo!" Gridò in preda al pianto.

"Ci sono anche Souko e Ami…" Niente… non accennava a fermarsi. Continuava e continuava a piangere come un bambino. Ci rinuncio… Pensò la ragazza. Si voltò.

Ikuto, in un angolo,la guardava, sorridendole. Lei ricambiò quel sorriso, pieno di gioia e amore per il bel ragazzo.

Ed era sempre così quando si guardavano. Come se tutto intorno sparisse: erano in un altro luogo, dove il caloroso benvenuto era "Siete nel paese Vertigine".

Ed era effettivamente così. Loro potevano sopravvivere soltanto aggrappati a questa fantasia che li rendeva protagonisti della loro storia. Aggrappati l'un l'altra. 

 

 

 

All this, all of this can be yours 

All of this, all of this can be yours 

All this, all of this can be yours 

Just give me what I want 

And no one gets hurt 

 

Hello, hello (¡Hola!) 

We're at a place called Vertigo (¿Dónde está?) 

Lights go down, and all I know 

Is that you give me something 

I can feel your love teaching me how 

Your love is teaching me how 

How to kneel, kneel 

 

 

U2 - Vertigo

 

 

Continua…

Woah! Primo capitolo di Smile Yeeeeeep! 

  
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