- Ah, è così. Ottimo, allora. Perfetto. Se ci tieni tanto, vai pure a farti scopare da quel tipo che ti tratta come se fossi un oggetto, ma ricorda sempre che per me, sei morto. Addio, Beilschmidt. –
Un fascio di luce entrò dalla tapparella semi chiusa, ferendogli gli occhi oltre le palpebre.
Gilbert Beilschmidt si passò una mano sul viso, stanco, gemendo.
- Dannazione… -
Da cinque mesi ormai, quasi ogni giorno gli tornavano alla memoria quelle parole, dette in una rabbia frustrata ma glaciale, che aveva i colori del disgusto, e della delusione.
Cinque mesi, e ogni volta era come una pugnalata al petto.
[Prungary, RuPru per i primi capitoli]