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Autore: DeadHorse    13/09/2011    2 recensioni
Non desiderava altro che lui, in quel momento. Aveva sofferto così tanto, sopportato e represso quei sentimenti che gli sembravano così sbagliati, ma che ora erano la cosa più naturale del mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jimmy chiuse gli occhi, tentando di pensare solo alla propria chitarra.
Doveva concentrarsi sulla musica, solo sulla musica.
Ma, cazzo, quanto era difficile! Robert gli stava davanti e si muoveva in maniera assai provocante, rivolto al pubblico. Di tanto in tanto scrollava la sua chioma angelica. Il chitarrista si sorprese nuovamente a fissarlo.
“Ma che cazzo sto facendo?!” pensò arrabbiandosi con se stesso.
Ancora abbassò le palpebre sugli occhi chiari. Ma era impossibile sfuggire alla sua voce. Era limpida e potente, cresceva dall’interno fino a farti esplodere. Così sensuale, così travolgente, così maledettamente eccitante.
Cosa avrebbe potuto fare? Tapparsi le orecchie?
Non lo sopportava, era troppo, davvero troppo per lui. Ma doveva resistere, in silenzio, distraendosi come meglio poteva. Continuava a pensare che quel palco fosse troppo piccolo, erano troppo vicini. Come se non bastasse poi, Robert non stava mai fermo! Ora stava venendo nella sua direzione. Mascherò uno sguardo tra il terrorizzato ed il compiaciuto e si chinò sul proprio strumento, lasciando che i capelli scuri gli coprissero il viso. Poi sentì un respiro nell’orecchio, seguito da un grido acuto, forte, penetrante. Non riuscì ad evitare la sequenza di immagini che velocemente prese forma nella sua mente. Tutte rappresentavano lui e Robert, presi dall’estasi di un qualche momento che mai sarebbe arrivato. Ma quella voce che gridava vicino al suo orecchio non faceva altro che aggiungere immagini alla sequenza.
“Basta, dannazione, basta!” si disse. S’allontanò dal cantante, prima di esplodere. Quest’ultimo sembrò un po’ sorpreso dalla sua reazione, ma non ci badò. Era eccitato, e non era normale. L’ennesimo concerto di quel tour e l’ennesima crisi sul palcoscenico. In realtà Jimmy era costantemente attratto da Robert, ma durante le loro esibizioni praticamente impazziva, e non veniva mai soddisfatto. Da un lato era sicuro che al cantante non sarebbe dispiaciuto; dall’altro non aveva alcuna intenzione di passare per un disperato, figuriamoci per frocio. Quindi si crogiolava nel suo insaziabile desiderio. Assorto com’era nei suoi pensieri, quasi non si accorse che il biondo si era nuovamente avvicinato a lui.
Era nel bel mezzo dell’assolo: il pubblico era in estasi, Bonzo aveva smesso di suonare, Plant di cantare e solo Jones teneva il ritmo con il basso, quasi impercettibile tra la miriade di suoni emessi da Jimmy. Sentì il bacino del cantante spingerlo da dietro, sconvolgendolo talmente tanto che per poco non sbagliò a suonare. Poi arrivò l’inaspettato. Le labbra umide di Robert sfiorarono il suo orecchio, mandandolo in estasi.
Subito Page si voltò, rosso in viso, coperto di sudore. L’amico era a pochi passi da lui, e gli sorrise, guardandolo negli occhi. Jimmy si girò di nuovo, temendo di poter diventare più rosso di quanto già non fosse. Sorrise anche lui, senza darlo a vedere.
Ma Robert lo conosceva bene, sapeva cosa stava pensando il chitarrista. Sapeva che dopo il concerto si sarebbe rifugiato nel suo camerino, come tutte le volte. Il cuore del cantante mancò un colpo al pensiero di ciò che si sarebbe deciso a fare quella sera: lo avrebbe raggiunto, per concludere quello che era evidentemente iniziato sul palco in quel momento.
Jimmy si voltò, come se avesse letto nei pensieri del biondino, e gli lanciò un ultima occhiata, prima di concludere la canzone e, con quella, l’intero concerto.

Il chitarrista si ritirò nella sua stanza, sedendosi sul divanetto in pelle nera. Sospirò, esausto. Non reggeva più quella situazione, non sapeva cosa gli stesse succedendo. Tentò di rilassarsi, mettendosi più comodo. Stava quasi per addormentarsi, quando sentì la porta aprirsi per poi richiudersi quasi subito, e un leggero rumore di passi si fece sempre più vicino. Non aprì gli occhi, in fin dei conti non gli importava. Chiunque fosse, vedendolo dormire, avrebbe avuto il buonsenso di uscire. Invece non sentì più alcun rumore.
- Devi smetterla di scappare da me, Jimmy – bisbigliò una voce gentile.
Page sussultò.
- Perché non capisci? Perché non ti decidi? – continuò la voce.
Una mano grande e morbida gli carezzò i capelli neri.
Il cantante, chinato vicino a lui, si chinò a dargli un dolce bacio sulla guancia.
Jimmy arrossì. Una risata angelica uscì dalle labbra di Plant, quando notò le guance dell’amico.
- Lo so che mi stai sentendo … Sei arrossito – gli sussurrò all’orecchio, appoggiandovi le labbra rosee.
Page si decise ad aprire gli occhi, mentre la bocca del cantante si spostava sul suo viso, raggiungendo la sua.
Quando le loro labbra s’incontrarono, entrambi si sentirono perduti. Si muovevano così lentamente, così dolcemente, che sembrava un momento surreale. I loro respiri si fondevano, i loro cuori battevano sincronizzati. Era incredibile.
La mano di Robert percorse il corpo del chitarrista, carezzandolo, assaporando ogni curva, ogni tratto della sua figura. Jimmy mise le braccia intorno al collo del cantante, facendolo sdraiare su di sé. Non desiderava altro che lui, in quel momento. Aveva sofferto così tanto, sopportato e represso quei sentimenti che gli sembravano così sbagliati, ma che ora erano la cosa più naturale del mondo. Plant iniziò a slacciargli la camicia scura. Aveva sempre pensato che i colori scuri mettessero in risalto la pelle bianca del compagno. Gli baciò il petto, scese lungo la pancia e sul basso ventre. Page era in estasi. Sentire quelle labbra percorrere il suo corpo lo faceva impazzire. Non riusciva più ad aspettare, lo voleva, in quel preciso istante. Si mise a sedere, facendo voltare il cantante.
Nel momento in cui i loro corpi si unirono, i due amici gridarono, presi dal piacere e dal dolore che si fondevano insieme, in quell’istante spettacolare.
Fu meglio di qualsiasi cosa avessero mai avuto occasione di sperimentare.
Si amavano, si stavano amando. E nulla avrebbe potuto trascinarli di nuovo sulla terra. Erano nel loro Paradiso personale.
Jimmy si staccò dall’amico con un sospiro di soddisfazione. Di nuovo si stesero su quel divanetto.
- Ti amo, Page – sentenziò Robert.
- Ti amo, Plant – sorrise il chitarrista.

 

 

 

  
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