Ancora.
#034. Twice
“Anya.”
Lei ti
ignora, completamente persa nella contemplazione del panorama.
“Anya”
ritenti.
Nulla
da fare.
“Anya!”
La sua
mano colpisce il tuo volto prima ancora che la voce le raggiunga le labbra.
“Che c’è?”
La tua
risposta si limita ad un sordo mugolio di dolore, mentre ti assicuri che i
denti siano ancora tutti al loro posto. “Per la miseria, Anya, non puoi almeno tentare
di controllarti? Le granduchesse non vanno in giro mulinando le braccia come se
fossero ali.”
“Per
tua norma e regola, Dimitri, io non so come si comportano le
granduchesse, perché non ho mai avuto l’occasione di conoscerne una. E se
proprio vogliamo parlare di educazione, non credo che un popolano si
rivolgerebbe in quel modo ad una vera granduchessa!”
La sua
reazione, così improvvisa e risoluta, è riuscita a lasciare senza parole
persino te. E non è la prima volta.
Non è
nemmeno la prima volta che ti colpisce.
Per due
volte, involontariamente, ti ha preso a schiaffi – la prima volta sul
treno, la seconda proprio adesso.
Per due
volte, senza saperlo, ti ha lasciato senza parole – la prima volta nel
salone del Palazzo d’Inverno, la seconda adesso.
Per ben
due volte, senza cercarli, i suoi occhi si sono posati sui tuoi – la
prima volta sulla nave, la seconda in questo istante.
Per la seconda
volta, davanti al suo sguardo ti senti indegno. Indegno di
guardarla, indegno di pensare a lei.
Per la seconda
volta, davanti ai suoi occhi, le prendi la mano. Con le tue labbra – indegne
persino di pronunciare il suo nome – sfiori la sua pelle, delicata e soffice
come seta.
“Perdonatemi,
granduchessa” sussurri, immobile, lontano un centimetro da lei.
Le
lasci la mano, le volti le spalle, te ne vai.
Per la seconda
volta, stai per lasciarla andare incontro al suo destino.
Ma se
solo la guardassi, se solo ti sentissi degno di voltarti, la
vedresti stringersi la mano al petto.
Se solo
tu volessi, vedresti la lacrima che le sta solcando il volto.
[332
parole.]
Note
dell’Autrice
Da
appassionata di film d’animazione, non potevo non scrivere qualcosa che avesse
a che fare con questo fandom (“Anastasia”, lungometraggio prodotto nel 1997
dalla Twentieth Century Fox).
Ho
scelto di narrare un Missing Moment (o, come li chiamo io, un Momento Fantasma)
compreso tra la visita a casa di Sophie e la serata a teatro.
È
stato piuttosto semplice immaginare la scena: ho provato ad inserire una Anya
svagata, rapita dalla bellezza di Parigi, e un Dimitri un po’ brusco, forse
scocciato dal fatto che la sua missione sia quasi conclusa – e che quindi anche
il tempo da trascorrere con la ragazza sia agli sgoccioli.
Spero
di essere riuscita a mantenere l’IC di questi personaggi.
Tengo
davvero molto a loro, specialmente a Dimitri.