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Autore: starlight91    13/09/2011    0 recensioni
La vita riserva molte sorprese per ciascun essere umano. Anche per Robert Langdon, nonostante sia un uomo libero e, nella quotidianità, spensierato, è in arrivo qualcosa in grado di cambiare la sua vita... c'è solo da vedere se in meglio o in peggio.
"Un'altra occhiata a quel bastoncino di plastica che aveva in mano. Cinquantaquattro giorni prima, dalla morte era germogliata la vita.
Stava per avere un figlio."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Robert Langdon, Sorpresa, Vittoria Vetra
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri notturni




Langdon non seppe dire quanto tempo fosse passato, quando si rimise in piedi. Nemmeno questo era un sogno: era davanti a quella piramide. Sotto di lui era sepolto il sarcofago con i resti di Maria Maddalena… lui, un docente di storia dell'arte di Harvard, aveva trovato il Graal.
Chiuse e aprì gli occhi un paio di volte, sentendo un brivido percorrergli la schiena. Davvero aveva vissuto quell'avventura? Davvero esisteva Sophie Neveu? Davvero era una discendente di Gesù Cristo?
Solo in quel momento si ritrovò a formulare mille domande… Tutte con risposta affermativa.
Chiuse ancora gli occhi. Come poco tempo prima, sentì nuovamente quella presenza ad accarezzargli il volto. Quella benedizione dal profondo della terra.
Un altro brivido. E la mente corse a quando era bambino. Tanti flashback. Aggrappato alla gonna di sua madre. Mentre correva dietro al suo cane. Mentre urlava in quel pozzo e nessuno lo sentiva. Mentre si diplomava. Mentre entrava in aula per tenere la sua prima lezione. Mentre tentava disperatamente di salvare il Cardinal Baggia da quella terribile morte.
Spalancò gli occhi a quell'ultimo pensiero.

Vittoria…

Stava giusto guardando la Tour Eiffel quando, pochi giorni prima, la mente era volata a quei giorni a Roma. Quella scherzosa promessa: vedersi ogni sei mesi in uno dei posti più romantici del mondo.
Abbozzò un sorriso. Voltò le spalle alla piramide e tornò indietro. Cominciò però a sentire uno strano peso sullo stomaco. Come quando vedi un bambino che chiede qualche spicciolo al semaforo e fai finta di niente… un profondo senso di colpa giunge poi a consumarti.
Camminò lentamente deciso a tornare in hotel, anche se la stanchezza, dopo tutte quelle ore di sonno, era ormai svanita.
Passo dopo passo, lottò con i mille pensieri che s'impossessavano della sua mente.
Sophie, quel bacio che si erano dati. Anche con lei aveva scambiato una promessa… tempo un mese e si sarebbero incontrati a Firenze. Una settimana, e chissà cosa sarebbe successo. Eppure, adesso, si chiedeva perché l'avesse fatto. Avrebbe fatto soffrire ancora una volta una persona. E soprattutto, ora che la tempesta era passata, di Sophie gli era rimasto solo un dolce ricordo e una grande ammirazione per quella giovane donna che aveva affrontato quell'avventura senza tirarsi indietro.
Sarebbe successo come con Vittoria, anche se con lei era stato tutto molto diverso.
Aveva sofferto non poco, separandosi da lei. Aveva pensato di richiamarla, ma non ne aveva avuto il coraggio. Si era chiesto più volte cosa stesse facendo. Se lo pensava… poi, pian piano, era passata. Anche di Vittoria era rimasto un ricordo, seppur con un lieve sapore amaro. Dopo di lei era nata in lui la voglia di cambiare la sua vita, di dividerla con qualcuno… ma nessuna donna sembrava esser quella giusta. Ormai era un uomo maturo, aveva passato i quaranta dopo aver dedicato la vita ai viaggi, alla carriera, agli studi.
Tuttavia, magari, con Vittoria avrebbe potuto funzionare, se solo lei non fosse stata un fisico del CERN, con un'enorme carriera ad attenderla…
In un batter d'occhio si ritrovò davanti all'ingresso dell'hotel Ritz, uno dei migliori di tutta Parigi.
Salì le scale fino alla sua stanza e si chiuse poi la porta alle spalle. C'era un silenzio piacevolissimo, anche se era un'atmosfera perfetta per rimuginare. Accese la televisione, sperando di distrarsi. Ma adesso, al posto del peso sullo stomaco, stava facendosi spazio un nuovo sentimento. Un'idea. Folle quanto impellente.
"Falla finita, vecchio pazzo…" Si disse, scuotendo la testa.
Inevitabilmente, ripensò a quella notte, quando erano soli in quella stanza d'albergo. Quel trasporto e quell'attrazione mai provati con nessuna donna. I baci appassionati, gli ansiti, i gemiti.
"Smettila…"
E poi ancora le carezze, scivolare nel sonno stringendosi. Risvegliarsi ancora insieme, con i raggi di sole che entravano dal balcone, ancora spalancato. Quel sorriso incantevole che l'aveva stregato.
"Basta…"
E il dolore insopportabile mentre la vedeva andar via, dopo quell'ultimo bacio. Sembrava serena, ma non lo era. Voleva sembrare forte, eppure quella ragazza portava dentro un macigno davvero pesante.
Langdon si riscosse quando l'ennesimo brivido lo fece tremare. Non riusciva a capire come mai fosse tornato a pensare a lei, dopo così tanto tempo.
Forse il pensiero di poter morire senza rivederla… ciò che aveva rischiato nei giorni precedenti. Come un anno prima si era trovato la pistola puntata contro.
Aprì la grande finestra e lasciò che il vento di aprile gli sfiorasse il viso e le spalle. Solo un anno e qualche giorno da allora. E solo in quel momento sentì davvero la mancanza di Vittoria.
  
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