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Autore: Salice    14/09/2011    3 recensioni
[Papà Gambalunga]
Una lettera mai inviata da Judy a Jervis per tentare di spiegargli come mai lei ha rifiutato la sua proposta di sposarlo.
(tratta dal capitolo)
Caro Jervis,
questa è la lettera più difficile della mia vita, e, credimi, anche se ho iniziato tardi, ne ho scritte davvero molte.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sesta lettera


18 settembre


Caro Jervis,
questa è la lettera più difficile della mia vita, e, credimi, anche se ho iniziato tardi, ne ho scritte davvero molte. Ho ancora il cuore in gola se ripenso alle ultime parole che ci siamo detti e fatico a tener ferma la penna sul foglio; ma sicuramente te ne sarai accorto, non ho mai scritto così male in vita mia. Ora vedi, sto divagando, e il problema è che ti scriverei di qualsiasi cosa pur di non tornare su quell'argomento, ma parlarti ancora. Perché ho una gran paura di averti perso per sempre. Ecco, l'ho scritto! Ti prego di credermi quando ti confesso che non avrei mai voluto rimanere zitta, mentre tu prendevi il tuo cuore e me lo mettevi in mano. Lo avrei preso, e ti avrei dato il mio – che dico? Ti avrei dato tutta me stessa! – in cambio. Ma non ho potuto. Davvero non ho potuto. Perché vedi, tu hai conosciuto Judy Abbot, brillante studentessa dell'università femminile Abramo Lincoln, compagna di stanza di tua nipote Julia e anche di Sallie. Ebbene, quella non sono io. La vera Judy, in realtà, si chiama Jerusha Abbot, nome appiccicatole addosso dalla Signorina Lippet, direttrice dell'orfanotrofio Jhon Grier. Ora che ho scritto anche questo, la penna ha rischiato di cadermi di mano, quasi fosse viva. Se ci saranno delle macchie d'inchiostro, qui e là, ti prego di non farci caso, poiché non controllo più le dita, ma so per certo che se dovessi stracciare questa mia e riprenderla in bella copia, finirebbe nel cestino come le cinque precedenti. Come puoi ben vedere sto divagando di nuovo, e il tutto è vano tentativo di non pensare alla cosa orribile che ti ho appena scritto. Perché vedi, caro Jervie, scriverti che ti sei innamorato di una persona che non esiste non è affatto una cosa piacevole; tantomeno lo è per me dover spiegare che razza di persona io sia, ad aver vissuto quattro anni della mia vita all'università, mantenuta da un gentile consigliere dell'orfanotrofio in cui sono cresciuta. So che con questo scenderò ancora più in basso nella tua stima, ma oramai non posso tirarmi indietro. Sento di doverti delle spiegazioni che siano più esaurienti di quanto io non abbia fatto di persona, ma, davvero, non aspettavo quella tua proposta. La sognavo, certo, ma so che tu sei un uomo molto ricercato nella società – Julia mi ha raccontato tante cose, sulle tue proposte di matrimonio! – e non mi sarei mai sognata che anziché scegliere una di quelle graziose signorine vestite di seta e chiffon, con i capelli tagliati alla moda, un armadio colmo di cappelli ed un esercito tra giardinieri, maggiordomi e camerieri... Mai avrei sognato che un giorno mi avresti chiesto di sposarti! Se solo tu sapessi! Da quando ti ho conosciuto la mia testa ha preso a girare vorticosamente, ma non avevo capito che fosse amore! Non me ne sono resa conto finché un giorno, ascoltando le novità su cui Julia ci aggiornava dei fatti a New York, ha casualmente lasciato cadere la notizia che avevi ricevuto una proposta di matrimonio, l'ennesima, da parte di una ragazza di un'ottima famiglia di Boston. Mi è cascato il cucchiaino nel tè, sai, e ho dovuto ripulire tutto con il tovagliolo. A vederla da qui, è stata una gran fortuna: né Julia né Sallie hanno visto il colore della mia faccia né la mia espressione. Sono sicura che avrebbero capito molte cose, e ben prima di me, altrimenti.
Sono stata gelosa. Sono ancora molto, molto gelosa. Sei una persona speciale, Jervis Pendleton, e mi auguro che qualunque donna ti sposi, si renda conto di quanto è fortunata. Perché è evidente che il tuo posto è al fianco di una beneducata signorina snella e sottile, dagli impalpabili abiti di seta. Non può essere altrimenti, perché tu meriti quanto di meglio possa esistere e sono sicura che con una persona del tuo rango sarai felice.
No, la verità è che non ne sono affatto convinta, ma spero che tu perdonerai la mia incoerenza, perché so con certezza di non essere mai stata innamorata prima, né mai lo sarò di qualcun altro, di questo sono sicura. La mia testa è quindi colma di una gran confusione, come se vi soffiasse costantemente un vento forte che rimescola tutto quanto. So solamente che avrei voluto gettarmi tra le tue braccia, sotto la pioggia, sotto la neve, in mezzo ad una bufera... Starti accanto a volte è una tortura, perché il mio corpo mi dice con certezza che il mio posto dovrebbe essere lì, tra le tue forti e lunghissime braccia, e non ad un educatissimo passo di distanza. Ma forse io con questa mia infinita e improbabile lettera ti sto confondendo le idee. Perché mai mi scrive queste cose? Ti starai sicuramente chiedendo. Io spero che tu non abbia gettato questa lettera nel cestino, non appena visto il mittente, ma no, so che tu sei troppo beneducato, e, anche se sei un Pendleton, non lo faresti mai.
Come scrivevo prima, sentivo di doverti delle lunghe ed esaurienti spiegazioni, e tu sei appunto un Pendleton, non devo certo rammentarti io cosa comporta. Riesci ad immaginare lo stupore di Julia nello scoprire che il suo amato e ricercato zio si sposi con una trovatella? Forse è vero che siamo tutti uguali, come spesso dice nelle prediche il pastore; quello che però so io, è che tutti gli altri, sotto ai bei vestiti di seta che sicuramente tu mi potresti permettere di comprare, vedrebbero i miei grembiuli a quadri dell'istituto.
Vedrebbero in me una poverina da compatire, o peggio, un'arrampicatrice sociale e forse in te lo zio matto che si sposa un'orfana per far dispetto alla famiglia. Ed io no, non posso sopportarlo. Non posso perché ti Amo, e mi pento amaramente di averti nascosto la piccola Jerusha orfana, mostrandoti solo la giovane Judy. Ho rubato ogni istante vissuto da Judy, questo lo so, ma non sono pentita di ogni minuto che ho passato senza lo sguardo consapevolmente misericordiosi di chi mi stava accanto. Non voglio essere compatita da nessuno, bada bene, e non ti sto scrivendo questa mia lettera per impietosirti. Tutt'altro. Ti scrivo solo perché... Perché io stessa mi nego una grande gioia, dicendoti queste cose. Avrei potuto fingere davvero che mi piacesse Jimmy McBride – so benissimo che la pensi così, te lo si leggeva in faccia! – e tentare di conservare almeno la tua amicizia, o la tua stima... Ma forse, forse la Judy che hai conosciuto tu non è molto diversa da Jerusha, e non potrebbe tenere nascosta la verità in questo modo. Dopotutto hanno molte cose in comune. Cosa sono mai, un paio di bauli di vestiti di differenza, una famiglia e una casa dove tornare? Perché è solo quello che mi separa da una ragazza normale, te lo posso assicurare. So che sei avvezzo frequentare bellissime donne, e andare a teatro e ai party – Julia ci ha descritto con dovizia di particolari ogni singola festa a cui è stata, quindi vedi bene che potrei quasi dire di esserci stata anche io –.
So con certezza che molte ragazze più di me meriterebbero di essere tua moglie, che saprebbero gestire una casa ricolma di domestici, e sì, so che tutte le altre ragazze, è vero, sono bellissime, ma scriverebbero mai una canzone per te? Ebbene io – non deridermi, ti prego – ne ho scritte molte. So che ti sembrerà una cosa bizzarra, ma se il Jervis che ho conosciuto io assomiglia ancora un poco al piccolo signorino Jervie che faceva impazzire la signora Sample, so che mi capirai. Ne ho un cassetto pieno, di canzoni, e di poesie. Perché l'amore che provavo era come una primavera improvvisa, ed io mi sentivo così piena di gioia che avevo paura di traboccare. Così ho fatto quello che mi riesce meglio, e ho fissato i miei sentimenti su carta, per condividerli con qualcuno. Avrei tanto voluto che la nostra fosse una di quelle storie e lieto fine, uno di quei romanzi che non so scrivere e che tu mi hai tanto duramente criticato, e mostrartele insieme per averne un caro ricordo, o, perché no? Mostrarle ad una figlia o ad un figlio alle prime pene d'amore. Ed invece mi trovo a scriverti questa lettera con la morte nel cuore, nella più nera disperazione perché da giorni non ho tue notizie e non oso scriverti, né a te, né a Julia, che si insospettirebbe troppo e renderebbe vano ogni mio tentativo di segretezza. Perché mai dovrei rifiutare la proposta di Jervis Pendleton, dopotutto? Sarei pazza a farlo, e farebbe bene a pensarlo, lei. Invece sono solo una gran codarda, per non averti confessato fin da subito che razza di persona io fossi, da che posto venissi e tutto il resto. Ti chiedo con il cuore in mano di perdonarmi, ma volevo piacerti e ti chiederei dieci, cento, mille volte di tornare da me, se solo servisse a cancellare il mio passato. Volevo piacere a tutti, certo, ma a te più che a qualsiasi altro, e prima che potessi rendermi conto di quanto danno avrebbe creato questa cosa... Sono rimasta invischiata nella mia bugia fino al collo. Restituirei ogni minuto di felicità passato all'università, se solo potessi cambiare le cose, ma oramai è tardi, e spero solamente che tu apprezzi il mio ultimo tentativo di essere sincera.

Ho appena riletto questa mia, e temo che farà un breve viaggio verso il cestino, anziché giungere da te. E' ben triste che io non riesca ad esser sincera neanche davanti ad un foglio scritto. Me ne vergogno tanto, te lo assicuro.


Con un gran dolore nel cuore
Jerusha Abbot





Note : Questa lettera è da considerarsi inseribile nel romanzo, precisamente prima della lettera del 19 settembre a Papà Gambalunga, chiedendogli consiglio e ne riceve da lui una lettera, alla quale risponderà confidandogli che si è innamorata di Jervis Pendleton, zio di Julia Pendleton. Questa lettera è da considerarsi mai spedita, la sesta dopo altri cinque tentativi (vani) di spiegare i veri motivi che l'hanno spinta a rifiutare la proposta.


Partecipante allo "Sfigafandom Contest" di Fatafaby89. Allego, sebbene io posti con mesi e mesi di ritardo, il giudizio del contest!


Sintassi e grammatica: 9/10


Ho notato più che altro sviste/errori di battitura, tra cui un ‘che’ battuto due volte e un misericordiosi in luogo di misericordioso (riferito a sguardo). L’istituto si chiama John Grier, non Jhon; e le domande inserite nel discorso non richiedono la lettera maiuscola, ma una virgola che riprenda il periodo dopo il punto interrogativo (indi -> Perché mai mi scrive queste cose?, ti starai sicuramente chiedendo e o, perché no?, mostrarle ad una figlia). Sento di doverti delle spiegazioni che siano più esaurienti di quanto io non abbia fatto di persona: questa espressione va rivista, perché ‘fare’ non si lega ad un verbo della reggente. E hai probabilmente omesso qualcosa in e il tutto è vano tentativo. Un ottimo risultato, comunque!

Caratterizzazione dei personaggi (IC): 10/10
Non hai idea di quanto mi sia sdilinquita nel leggere questa storia. Ho ritrovato la stessa Judy che ho sempre adorato nel romanzo, resa nello stesso, identico modo: i suoi punti esclamativi, gli episodi – spesso buffi – di vita quotidiana con Sallie e Julia, e naturalmente la scrittura. Tutto. Non so davvero come ringraziarti di aver scritto – e in modo così realistico – su di lei, una delle protagoniste femminili che preferisco nella letteratura mondiale.

Originalità: 8.5/10
È stato sorprendente. In tutta sincerità non ho mai pensato che Judy abbia tentato di spiegarsi con Jervis: dalla lettera del 19 settembre a Papà Gambalunga sappiamo che non ce l’ha fatta ad affrontarlo, a spiegargli le ragioni del proprio rifiuto – e, beh, diciamo che mi bastava così. Non mi sono mai soffermata sull’eventualità che potesse invece tentare di spiegare tutto riguardo il John Grier. I miei complimenti!

Stile: 9.5/10
Assurdamente perfetto. Rispecchia appieno quello della Webster. Solo, alcune espressioni che hai preso direttamente dal romanzo potevano essere evitate... o comunque non ripetute ogni volta, come il tuo insistere sul ‘questa mia’ – che credo sia una frase tipica di Judy, ma che non era così necessario usare tante volte. ^^

Gradimento personale: 9.5/10
Dire che l’ho amata è dire poco. Sarà che questo romanzo è un capolavoro, sarà che hai saputo trattare benissimo il fandom. Posso solo rinnovarti i miei complimenti.

+ 5 punti bonus per la lyric

Totale: 51.5/55 punti



   
 
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