Anime & Manga > Yumeiro Pâtissière
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Autore: CatchingLightning    14/09/2011    1 recensioni
Mari Tennouji aveva provato a ricominciare da capo. Aveva provato a cambiare.
Aveva una sua pâtisserie nella Grande Mela, la Pâtisserie New York; aveva degli amici straordinari. Aveva un po' di felicità.
Aveva rivisto Ichigo, Makoto, Lemon e aveva fatto conoscenza con il loro compagno di gruppo, Johnny, un personaggio più unico che raro. Non le aveva fatto dispiacere, erano una bella parte del suo passato e non la voleva dimenticare.
Ma le cose si fecero un po' più complicate quando lui si presentò al locale.
«[...] Dopo aver detto di volersi lasciare il passato alle spalle per dimenticare tutti i brutti ricordi, ecco che uno di loro le ricompariva davanti e lei non pareva minimamente scomposta; anzi, era addirittura più raggiante!
“Forse perché non si tratta di un brutto ricordo... eh, Mari?” rifletté lo Spirito dei Dolci, con un leggero e delicato sorriso sulle labbra
».
E così, Mari ebbe modo di sperimentare che l'amore non è privo di amarezze.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Amor amari esper non est

Rui seguì la biondina attraverso la sala, in direzione della cucina. Linda serviva ai tavoli con allegria, talmente tanta che riuscì a metterlo ancor più di buon umore. Non c'erano dubbi sul fatto che l'esuberanza della ballerina fosse uno dei punti forti del locale, oltre ai dolci di prima classe di Tennouji-san.
Mari aprì la porta della cucina con un sospiro. -Sai, mi chiedo chi te lo faccia fare, Rui.
Rui sfoggiò un sorriso scaltro. -La voglia di sfoggiare la mia abilità, ovviamente.
Mari soffocò una risata, facendogli segno di entrare.
La cucina splendeva di pulito. Se fossero venuti gli ispettori dell'igiene, avrebbero dato un cento per cento secco. Gli utensili da cucina erano riposti con cura nei rispettivi scaffali, cassetti o quello che erano. Sui fornelli il cioccolato scioglieva a bagnomaria sotto l'occhio vigile di Café-kun, pronto ad avvisare all'occorrenza Hanabusa, alle prese con una scultura di zucchero.
Un altro tizio con uno spirito dei dolci lavorava con il fondente. Rui si ricordava vagamente di quel tizio con i capelli chiari dal Gran Premio delle Torte tenuto nella succursale parigina della St. Marie, poiché era uno dei componenti del team francese delle medie. Si chiamava Richard o qualcosa del genere, se la sua memoria non l'ingannava.
Appena la porta si aprì, Hanabusa sollevò lo sguardo dalla scultura e l'espressione assorta e concentrata che poco prima era stampata sul suo volto svanì.
    -Tennouji-san, ha chiamato Henri-sensei per...- poi si accorse di Rui. -Oh, Kaidou-san, quanto tempo!
Rui dubitava di aver mai scambiato una sola parola con Hanabusa, ma non poteva negare di conoscerlo. Dopotutto, la squadra delle medie che aveva vinto il Gran Premio delle Torte non si dimentica tanto facilmente.
Hanabusa-kun gli porse una mano in segno di saluto e Rui la strinse con un sorriso. Café-kun fece un inchino.
Anche Richard-o-come-accidenti-si-chiamava sollevò lo sguardo e sorrise all'indirizzo di Rui.
    -Oh, che piacere!- lo salutò, porgendogli anch'egli la mano. -Rui Kaidou del team Tennouji, giusto?
Rui strinse la mano anche a lui. -Corretto.
Mari avanzò. -Non pensavo che conoscessi anche Rick.
    “Ecco come si chiamava!” rammentò Rui con un sorrisetto beffardo. L'intervento di Mari l'aveva salvato da una figuraccia colossale.
    -Sì, mi ricordavo di lui da Parigi.- le spiegai.
Mari fece spallucce e si rivolse ad Hanabusa-kun. -Che voleva Henri-sensei?
Il sorriso di Satsuki si spense, come accadeva sempre quando parlava di Henri Lucas. Hanabusa si era reso conto da tempo di quello che aveva passato Mari a causa di Henri-sensei e non trovava giusto che il sensei l'avesse presa in giro per tutto questo tempo, illudendola e dandole false speranza. Per carità, non che la cosa gli importasse.
    -Mi ha detto che era una cosa tra te e lui e che avrebbe dovuto dirtela di persona.- rispose Satsuki. -Poi ha riattaccato.
Mari sospirò. Ultimamente era una cosa che faceva spesso.
    -Se ho tempo lo richiamerò più tardi.- concluse Mari. -Il fuso orario è una grandissima seccatura.
Honey-sama, che per tutto questo tempo era rimasta a controllare un dolce in forno, si avvicinò alla spalla della sua compagna, salutando con la mano lo Spirito dei Dolci di Rui.
    -Rui, va' a lavarti le mani e inizia a temperare il cioccolato per la Forêt Linda.- ordinò Mari.
    -Yes, boss!- esclamò in perfetta pronuncia inglese, mentre rideva insaponandosi le mani. Mari sembrava un generale quando assegnava i compiti in cucina.
Hanabusa-kun soffocò una risata, se avesse iniziato a ridere la sua vita avrebbe presto conosciuto la fine per mano della dolce Tennouji-san. Rick invece fece una faccia sconcertata.
    -Stai forse dicendo che anche lui ci darà una mano?- domandò, con espressione confusa.
Mari annuì con un cenno del capo.
    -Ma è assurdo!- protestò Rick. -Non conosce le ricette della Pâtisserie! Che facciamo se sbaglia a preparare un dolce?
Quelle parole colpirono Rui nel profondo. Evidentemente non gli andava a genio che qualcun altro lavorasse in quella pasticceria.
Rick aveva riconosciuto di buon grado Hanabusa come aiutante solo perché lo riteneva talmente abile da averlo battuto sul campo di battaglia a Parigi, durante la sfida al Louvre. Ma non riteneva Rui competente in egual modo. A Rick piaceva sentirsi speciale per essere riuscito a lavorare al fianco di una maestra dell'arte pasticciera come Mari Tennouji: venire a sapere che Mari acconsentiva a lasciar lavorare in cucina un altro tizio senza né un test né niente gli dava sui nervi.
    -Ehi, amico, se c'è qualcosa in cui non sbaglio è la preparazione di dolci!- replicò Rui.
Hanabusa-kun, Honey-sama, Café-kun e Basil guardavano preoccupati la piega che aveva preso la questione. Mari non interveniva, ma aveva smesso di lavorare, cosa che faceva intuire che stesse prestando ascolto al dibattito.
    -Sarà, ma non conosci comunque le ricette!- continuò Rick, ignorando Basil che lo strattonava per la spalla, dicendogli di smettere di fare il bambino.
Mari sbatté lo spargimiele sul tavolo da cucina, alzando la testa. Il suo sguardo fulminò entrambi i litiganti.
    -Rick, Rui è molto abile nel preparare dolci.- disse Mari, con una voce pericolosamente piatta. -Non gli avrei concesso di dare una mano in cucina senza avere una certezza delle sue effettive capacità.
    -Sì, ma non conosce le ricette!- ripeté Rick. -Anziché velocizzarlo, ci rallenterà il lavoro!
    -Beh, se le cose stanno così...- Mari sfoggiò un sorrisetto pericolosamente beffardo. -... ti occuperai tu di insegnargliele.
    -Cosa?- fecero all'unisono Rui e Rick, sbalorditi, lanciandosi occhiate in cagnesco.
    -Per favore.- aggiunse Mari sempre con un sorriso.
Più che una richiesta, sembrava un “fate come dico io se tenete alla vostra sopravvivenza”.
Rick sbuffò. Non gli andava giù quella decisione.
Anche Rui sbuffò. Non gli andava giù quella decisione.
Rick avrebbe preferito fare da solo, mentre Rui avrebbe voluto farsi spiegare le ricette da Mari. Entrambi erano scontenti.
Rui si asciugò le mani borbottando qualcosa e si avvicinò a Rick. Rick aprì il suo ricettario e lo passò a Rui con riluttanza.
    -Sta' a sentire, usa questo.- bofonchiò Rick. -Ci sono tutte le ricette della Pâtisserie New York. Io me le ricordo a memoria.
    -Wow, grazie!- fece Rui con sarcasmo.
    -Prego, tu in cambio vedi di non sbagliare.- rispose Rick, tornando al lavoro con il fondente.
    -Pallone gonfiato.- bofonchiò Rui, mentre il suo Spirito dei Dolci ridacchiava. -Vediamo un po'... cioccolato, cioccolato... ah, ecco qua!- esultò aprendo l'ennesima dispensa.
Poteva finalmente mettersi al lavoro e sorprendere Mari, quando Linda entrò dalla porta della cucina fischiettando.
    -Mari, ho le ordinazioni dei tavoli cinque, sei e sette!- cinguettò la ballerina.
Mari sorrise. -Perfetto, appoggiale sul bancone, per cortesia.
    -Agli ordini!- esclamò, continuando a fischiettare.
S'interruppe quando vide Rui alle prese con il cioccolato. Non per quello che stesse facendo, ma per il fatto che Mari gli avesse concesso di dare una mano in cucina.
Honey-sama, intuendo cosa stesse frullando nella mente di Linda dalla sua espressione, cercò di tapparle la bocca prima che dicesse qualcosa a sproposito. Tentativo fallito.
    -Oh, Rui!- esclamò Linda, raggiante. -Ma allora sei veramente un mago, se ci sai fare anche con i fornelli.
Rui avvampò, diventando dello stesso colore dei lamponi che stava utilizzando Mari.
Hanabusa ridacchiò, mentre quest'osservazione a Rick non piacque proprio per niente.
    -E io che cosa sono, scusa?- bofonchiò Rick.
Linda gli rivolse un sorriso smagliante. -Ma sappiamo tutti quanto vali, Rick!
Quella risposta gli piacque già di più, a giudicare dal suo sorrisetto compiaciuto. Basil tirò un sospiro di sollievo: se Rick si fosse arrabbiato, sarebbe scoppiato il finimondo e, in una giornata indaffarata come quella, non era proprio il caso.
Linda uscì dalla cucina canticchiando, mentre Rick sbuffava alle sue spalle.
L'americana riusciva proprio a togliergli la capacità di parola, certe volte.


La giornata di lavoro era quasi giunta al termine.
Tutti in cucina erano esausti, dopo aver lavorato per quasi dodici ore consecutive. Eh, già, quel giorno i pasticcieri non erano riusciti a trovare il tempo nemmeno per la pausa pranzo, da tanti clienti che c'erano.
Mari e Honey-sama stavano sistemando gli utensili, mentre Hanabusa e Rick (con i capelli impiastricciati di farina) lavavano le stoviglie a mano. Rui stava aiutando Linda a sparecchiare e a sistemare le sedie sopra i tavoli. Gli altri Spiriti dei Dolci controllavano di aver inviato tutte le cards alla Regina.
L'italiano sbuffò, insaponando una padella.
    -Che c'è?- chiese Hanabusa, con un sorrisetto scaltro.
    -Non lo sopporto.- disse Rick.
    -Chi? Rui?
    -E chi altri?- sbottò Rick, aprendo il rubinetto. -È un pallone gonfiato che si crede il so-tutto-io della situazione!
Satsuki sorrise, divertito. -Solo per questo?
    -Non mi va che Mari gli abbia permesso di aiutare in cucina senza nemmeno fargli un test!- aggiunse l'italiano, sciacquando la padella con rabbia.
    -O non ti va che stia così simpatico a Mari?- azzardò Hanabusa, continuando a strofinare un piatto con il sapone.
Rick giurò di cogliere un pizzico di malizia nella voce dell'amico.
    -E con questo cosa vorresti dire?- si scaldò l'italiano, non troppo contento del tono che aveva utilizzato Hanabusa.
Satsuki sollevò lo sguardo dal lavello con innocenza. -Chi, io?
Rick alzò gli occhi al soffitto. -No, la Regina dei Dolci! Certo che intendo te!
Hanabusa ridacchio. -Oh, non voglio dire proprio niente.
Rick mise il broncio e tornò a concentrarsi sulla padella. -Ti odio quando fai così, Hanabusa.
L'altro rise di gusto.


    -Divertito?
Rui alzò lo sguardo in direzione di Linda. -Cosa?
L'americana sorrise. -Ti sei divertito in cucina?
    -Oh, sì.- rispose Rui. -Soprattutto quando ad Hanabusa è caduto il sacchetto di farina addosso a Rick!
Linda scoppiò a ridere. -Sì, è stato piuttosto comico! Anche Mari si è messa a ridere!
Rui annuì. -Non l'avevo mai vista allegra come in questo periodo.
    -Chissà.- disse Linda, piegando una tovaglia. -Sarà anche più allegra, ma ultimamente sospira molto spesso.
Rui scattò sull'attenti. -Hai qualche idea sul perché dei suoi sospiri?
Linda si strinse nelle spalle. -Quando gliel'ho chiesto, ha detto solo che una promessa era stata infranta e che lei non aveva più bisogno di mantenerne una a sua volta. Ma si può essere più evasivi di così?
Rui scosse la testa. -Dubito.
Linda rise, appoggiando la tovaglia piegata in cima alla pila.
Rui, purtroppo, non poté ridere a sua volta. Almeno, non dopo quello che aveva sentito.
Improvvisamente, gli si era creata in mente l'immagine di una Mari molto più giovane e di Henri Lucas come insegnante alla St. Marie in Giappone. Mari aveva detto di aver mantenuto la promessa e di non aver più sospirato da quando lei aveva sette anni.
Quello che Rui ancora non sapeva era perché avesse ripreso a sospirare. Era solo certo che fosse colpa di Henri-sensei.
    “Se l'ha ferita in qualche modo, quel damerino parigino se la vedrà con me!” pensò Rui, carico di rabbia nei confronti del sensei.
Prese a sfogarsi contro il povero tavolo, strofinandolo con più energia del dovuto.
    “Nessuno può fare del male a Mari!” si disse. “Lei non merita di soffire!”


Mari chiuse il cassetto con soddisfazione, sistemandosi i capelli con una mano.
    -Finito.- disse, battendo il cinque al suo spirito.
    -Ben fatto, Mari.- sorrise Honey. -Che facciamo adesso?
La pasticciera di pensò su per qualche istante, ma poi disse semplicemente: -Torniamo a casa, non c'è altro da fare qui.
Honey-sama annuì. -Quindi Rui verrà qui ad aiutare anche domani?
Domanda alquanto spinosa per Mari, che fu colta in contropiede.
    -Uhm... non so.- rispose Tennouji-san. E lei odiava non sapere.
    -Ad ogni modo, è meglio che tu ti faccia dare un suo recapito, no?- aggiunse Honey.
A Mari non piacque troppo il tono che Honey usò per quella frase.
    -Può darsi.
    -Gliel'hai già chiesto o no?- la incalzò Honey-sama, leggermente spazientita.
    -No.- rispose Mari. -Ma perché te ne preoccupi così tanto?
Honey si strinse nelle spalle. -Non sarò io a dirtelo, Mari.- rispose tranquillamente lo Spirito dei Dolci. -Almeno non ora.
Mari sospirò. -Ho capito, non ne vuoi parlare.
Honey-sama sorrise.
    -Vado un attimo a vedere come se la sta cavando Rui con Linda.- aggiunse Tennouji-san, avanzando di qualche passo verso la porta. -Tu aspettami qui, Honey.
Il sorriso di Honey si allargò ancora di più. -Come vuoi.
Al che, Mari scomparve oltre la porta.
    -Allegra?- domandò Café-kun allo spirito del miele, che continuava a sorridere senza accennare a voler smettere.
    -Direi di sì.- rispose Honey.
Café sorrise a sua volta. -Ne sono lieto.
Dopodiché, entrambi tornarono a chiacchierare con gli altri due Spiriti dei Dolci.


Quando Mari entrò nel salone principale, nessuno la notò. Linda e Rui erano seduti allo stesso tavolo, dopo aver svolto i loro compiti, chiacchierando e ridendo.
Rui tentava di trattenere la propria risata, mentre Linda si sbracciava, raccontando una storia.
    -Pare si stiano divertendo...- constatò Mari.
Si avvicinò con nonchalance, e sentì Linda che raccontava un buffo aneddoto.
    -Non ti dico che putiferio!- esclamò Linda, tra una risata e l'altra. -E allora Mari ha preso Hanabusa, sempre coperto di gelatina e piume, e gliene ha dette su di tutti i colori!
Rui rise di gusto.
    -Ah, quella volta è stata piuttosto divertente.- disse Mari, comparendo da dietro.
Linda sobbalzò. -Mari!
Rui si voltò, ancora preda delle risate. -Certo che ne avete passate tante in così poco tempo! Ah ah!
Mari fece spallucce. -Rick e Satsuki-kun ne combinano di tutti i colori, è normale che non ci sia più tempo per annoiarsi.
    -Già!- annuì Linda.
    -Anche io e te rientriamo nella categoria, comunque.- puntualizzò Mari.
Linda rise all'evidenza.
    -Hai più chiamato Henri-sensei?- le chiese Rui, curioso.
Mari sospirò. -No, il fuso orario non me lo consente.- spiegò. -A meno che non voglia svegliarlo di primo mattino...
    -Forse doveva dirti qualcosa di importante.- azzardò Linda.
    -Se fosse veramente importante, sarebbe venuto qui a New York.- la contraddisse Mari, scuotendo vigorosamente la testa. A quel commento, Rui arrossì. -Se fosse stato importante, avrebbe lasciato Parigi in un battibaleno e sarebbe già qui. Dopotutto, non ha nulla che lo trattenga lì, a parte Françoise...
    -È quella tizia che ci ha batt...- Rui si bloccò a metà, vedendo gli occhi della principessa Mari infiammarsi. -Che il team Ichigo ha battuto in finale?
Mari annuì mestamente, facendo intendere di non volerne più parlare.
    -Coooo-munque sia,- intervenne Linda, ansiosa di cambiare discorso. -noi torniamo a casa insieme, vero Mari?
    -Oh, certo che sì.- rispose Mari con un sorriso.
A Rui servì qualche secondo per collegare i pezzi. -Abitate vicine?
Linda annuì. -Più che vicine!
    -Siamo nello stesso palazzo, allo stesso piano, in due appartamenti attaccati.- spiegò Mari. -Così, ogni giorno, andiamo e torniamo insieme dal lavoro.
    -Ed è un gran bel vantaggio!- continuò Linda. -Così, anche se non suona la sveglia, è Mari a svegliarmi bussando alla porta, dicendo che devo alzarmi per non far tardi.
Rui sorrise.
    -Ah, parlando di questo...- cambiò discorso la pasticciera. -Rui, potresti darmi un tuo recapito?
    -Mh?- fece lui, stranito. -Perché me lo chiedi così, di punto in bianco?
Le guance di Mari s'imporporarono un poco. -Beh, hai lavorato qui, come minimo dovrò avere il tuo indirizzo!
    -Beh, Mari Hime,- esordì Rui, mentre Mari assunse un cipiglio alterato a quel nomignolo. -sono desolato, ma attualmente non ricordo l'indirizzo esatto. Comunque sto in un appartamento dalle parti dell'ottantaduesima o giù di là.
Linda sgranò gli occhi. -Scherzi?
Rui scosse la testa, ridendo. -Perché dovrei?
Mari si era fatta improvvisamente silenziosa e parve pentirsi di non essere rimasta in cucina a guardar bisticciare Hanabusa e Rick.
Linda, invece, sembrava aver fatto la scoperta del secolo. -Anche io e Mari abitiamo in un palazzo all'ottantaduesima strada.
Rui inarcò entrambe le sopracciglia in una smorfia di sorpresa.
    “Quando si dice il destino...” pensò, ridacchiando.
Forse, per una volta, qualcuno si era ricordato che c'era anche lui, Rui Kaidou.


Quando Rick venne a sapere la scoperta, chiaramente per merito di Linda, non parve molto contento, e nessuno riuscì a spiegarsi esattamente il perché della sua espressione accigliata.
Mari chiuse la porta della pâtisserie e salutò tutti i colleghi con un sorriso.
Linda, sentendo la musica proveniente da un cartellone pubblicitario, prese a ballare e per poco non finì a volteggiare in mezzo alla strada.
Quando, finalmente, fu il momento di lasciarsi, Café-kun fece un baciamano a Honey-sama, che s'inchinò e seguì la sua compagna in direzione dell'ottantaduesima.
Mari non parlò per tutto il tragitto, e lo stesso fece Rui. Linda, invece, continuava a parlare di come i clienti fossero stati gentili quel giorno e di come avessero lasciato il cinquanta per cento di mancia.
Continuando così, giunsero fino al loro appartamento. Mari non poteva ancora credere che Rui averebbe abitato al piano sotto di lei. Certo, anche all'Accademia Rui dormiva nella stanza in fianco alla sua, ma non capiva perché si sentisse un po' strana all'idea.
    “Forse perché allora pensavi ancora al sensei...” le disse una vocina dentro la testa, che somigliava spaventosamente a quella di Honey-sama.
    “Ma ora non penso neppure a Rui.” replicò Mari, sempre mentalmente.
La vocina sbuffò, scettica, e non si fece più sentire per tutta la notte.
Mari e Linda salutarono Rui al tredicesimo piano e salirono fino al quattordicesimo, prendendo l'ascensore.
    -Hai guadagnato un altro prezioso collaboratore, eh?- chiese Linda allegra, dandole una scherzosa gomitata sul braccio.
    -Già.- annuì Mari. -Meglio così, almeno riusciamo a star dietro a tutte le ordinazioni.
    -Mh, that's true.- rispose Linda. -Besides, è molto bravo.
    -Sì.- rispose la pasticciera.
Linda si accigliò, notando che l'amica era piuttosto silenziosa quella sera. -Mari, che c'è?
Mari sorrise e scosse la testa. -Sono solo un po' stanca, tutto qui.
    -Sarà...- fece la ballerina, scendendo dall'ascensore. -Allora ci vediamo domani.
    -Imposta correttamente la sveglia mi raccomando!- le disse, per l'ennesima volta, Mari Tennouji.
Linda rise. -Sempre che non mi addormenti prima!
    -Sogni d'oro, Linda.-la salutò Mari, aprendo la porta di casa propria.
    -Sogni d'oro anche a te.- rispose Linda, sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Mari sospirò e chiuse la porta a chiave. Si avvicinò alla finestra che dava sul terrazzino di camera propria e rimase lì per qualche secondo, a rimirare le stelle. Come le capitava di fare di tanto in tanto, pensava a Henri-sensei, a Parigi con Françoise.
Ma, siccome quell'immagine le faceva star male e le suscitava un'ira spaventosa, si costrinse a focalizzare la propria attenzione su qualcos'altro. Improvvisamente, il vaso di fiori appassito era diventato l'ombelico del mondo.
Mari si batté le mani sulle guance, riprendendosi da quello stato di trance in cui era caduta.
    -Sono solo stanca.- disse, malgrado Honey-sama non avesse chiesto alcunché.
Lo Spirito dei Dolci intuì, però, che Mari aveva bisogno di tempo per pensare. Da sola. Perciò finse uno sbadiglio.
    -Credo che andrò a dormire, Mari.- annunciò lo spirito. -Non mi reggo più in piedi.
Mari sorrise. -Buona notte, Honey.
    -'Notte, Mari.
Detto questo, lo spirito del miele scomparve nell'altra stanza.
Mari si sedette nel tavolino, senza accendere neppure la luce, continuando a guardare fuori.
Uno sbadiglio la coglieva impreparata di tanto in tanto, ma non ci faceva caso.
    -Alla fine non era così importante... vero, Henri-sensei?- constatò mestamente. -Se lo fosse stato, saresti già qui...
Poi sbadigliò nuovamente, quella volta cedendo alla stanchezza. Si addormentò sul tavolino, senza dire altro sino alla mattina seguente.

Amor amari esper non est


My little corner:

Saaaalve, gente!
Rieccomi qua, dopo secoli, con il secondo capitolo di questa storia!
Lo so, sono in ritardo in maniera pazzesca, ma ho avuto tantissimo da fare e non avevo quasi più tempo nemmeno per scrivere.
Oh, beh, meglio tardi che mai *Aly cerca disperatamente di arrampicarsi sugli specchi*
So che non è un granché, e sono io la prima a dirlo, ma spero che possa piacere anche in minima parte.
Grazie per aver letto.
Aly.

Ringraziamenti:
Ringrazio tantissimo lle mie adorate ChibiRoby e nearer per aver recensito il primo capitolo, tutte le gentilissime persone che hanno inserito questa storia tra le seguite (ChibiRoby e nearer). Vi ringrazio davvero tantissimo!

Credits:
Characters © Natsumi Matsumoto
Title Font = You Wont Bring Me Down
Text Font = Traditional Arabic

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Natsumi Matsumoto, che ne detiene ogni diritto. Non ho scritto questa storia a scopo di lucro.
   
 
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