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Autore: Veronique.    14/09/2011    4 recensioni
Avete mai sognato di incontrare il vostro idolo? Avete mai desiderato che questo sogno si avverasse? Ecco, questa sono io.
Il mio alter ego Vivienne vivrà il mio sogno, il sogno di incontrare due attori per cui non ho una cotta, di più.
Vivienne, 19 anni e un grande sogno. Quello di incontrare Oliver e James Phelps, due gemelli che nel corso di dieci anni e (quasi) otto film le hanno rubato il cuore. Farà di tutto per incontrarli e quando meno se lo aspetta..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Troppa gente, troppa gente che cazzo

Troppa gente, troppa gente che cazzo.

Ecco principalmente i miei pensieri di quel giorno, 2 luglio 2011. Avevo preso un aereo assieme alla mia amica Nathalie sono per vedere loro.

Avevo speso un sacco di soldi, fatto mille e mille progetti solo per loro.

Volevo realizzare un sogno, me lo meritavo insomma.

E ora ero li, in mezzo a 2000 e passa persone, schiacciata dalla massa. Era tanto se respiravo.

Il posto era minuscolo in confronto alla quantità di persone che c’erano presenti. E tutte solo per loro, loro ed Evanna, la bionda Luna Lovegood.

 

C’ero quasi. Giuro, erano davanti a me e poi..nulla. Li portarono via. Fino a qualche minuto prima ero certa che i miei sogni, le mie fantasie si potessero realizzare e invece nulla. Bè, dire nulla è riduttivo. Certo, avevo qualche foto sfocata, il ricordo dei loro sorrisi impresso nella mente. Ma nulla di più. Mancava la loro presenza davanti a me, la loro voce che mi parlava, una loro firma. Una semplice foto.

Uscii dalla fila che ormai si era dileguata a testa bassa, ero delusa si. Ma non da loro, certo, loro non mi avrebbero mai deluso.

Ero delusa da..nemmeno lo sapevo, dall’organizzazione.

Era tutto così confuso e fatto male.

Viviiii” sentii una voce chiamarmi, una voce che mi costrinse ad alzare la testa. Era Nati, tutta sorridente e pimpante. Lei mi aveva solamente accompagnata. Adorava anche lei Harry Potter e i gemelli, ma non ai miei livelli.

Le sorrisi, un sorriso forzato, che riconobbe subito “cos’è quello mia bella rossa?” mi chiese incrociando le braccia.

Alzai le spalle, non riuscivo a dire nulla. Sentivo che sarei scoppiata in lacrime da un momento all’altro. Avevo fatto così tanto.

“Sono andati via, li hanno fatti andare via” mi corressi schiarendomi la voce e tentando un sorriso, ancora più falso di quello precedente.

Nat non disse nulla, mi abbracciò soltanto, capendo come potevo stare.

Volevo realizzare il sogno di dieci anni, volevo solo ringraziarli di persona e non nascosta da uno schermo scrivendo un “thank you” attraverso twitter.

E ce l’avrei fatta, si ne ero certa.

Avrei realizzato il mio sogno, forse non a Roma, ma da qualche parte nel mondo.

 

Io e Nat uscimmo dalla galleria, dirette verso il Mc Donald, avevo uno stomaco da riempire!

Presi il cellulare e salii su twitter, loro si scusavano. Loro? Mi scappò un sorriso. Non era colpa loro, loro sarebbero rimasti anche fino a mezzanotte per firmare tutti gli autografi per i fan.

Loro ci sono sempre per i fan.

Non resistetti, scrissi anche io a loro. Magari mi avrebbero risposto quella volta,ancora.

Scrissi e mi scollegai subito, toccava a noi ordinare. Ci sedemmo ad un tavolino isolato ed iniziammo a mangiare. Avevo una fame. Stare in fila per il proprio idolo toglie le forze.

“Allora, ho una bella notizia per te, almeno una” mi disse sorridendo Nathalie. Aveva un sorriso bellissimo, un sorriso che le invidiavo terribilmente. Era perfetta dannazione.

La guardai, addentando una patatina. Amavo quelle patatine fritte, non sapevo perché. Forse perché amavo le schifezze. Ogni volta Nat mi diceva “Ti odio, ti riempi di schifezze e resti un grissino” ma lo diceva ridendo.

 

Ma sto divagando, ancora.

Torniamo a quel 2 luglio, la sera,

“Dimmi dolcezza, tutto quello che vuoi” dissi ridacchiando.

Fece una pausa, senza smettere di sorridere “Ti ricordi la domanda che avevamo fatto..per lavorare all’estero?” disse facendo varie pause, con voce eccitata.

Annuii, non capendo cosa stesse per succedere.

“Ecco..ci hanno prese bellezza! E indovina dove andremo a lavorare?” continuò, alzando lievemente il tono di voce, come suo solito.

Continuai a torturare una patatina nel ketchup, avrebbe detto “Nizza” o qualcosa del genere.

Mi tirò una manata ridendo “Ascoltami rossa!” mi richiamò tutta entusiasta.

Io e te..andremo a Londra. Per tre mesi”.

Mi fissò, non ero in grado di replicare, muovermi o che altro.

La mia mente era bloccata sulla parola Londra.

Stavo per realizzare un sogno, stavo per vivere tre mesi nella città alla quale sentivo di appartenere.

Sentivo di dover urlare. Ero felice, felice come non mai.

Non sarei più tornata a casa, sarei rimasta li. Sarei stata una perfetta ragazza inglese.

“Stai..sei seria?” chiesi fissandola, consapevole del fatto che stessi sorridendo troppo.

Lei scosse la testa “Abbiamo il volo tra una settimana, la casa è affittata e iniziamo a lavorare il giorno dopo il nostro arrivo. Sono entusiasta, insomma vivremo insieme, lavoreremo nella città dei nostri sogni e chissà..magari troveremo anche qualche bell’inglese” disse in tono scherzoso.

Incrociai le braccia al petto “Sai benissimo che voglio solo una persona, o meglio due” dissi cercando di restare seria.

Si, ero innamorata persa di due attori. Due persone identiche nell’aspetto e a tratti simili anche nel carattere.

Si, quei due attori gemelli che mi avevano rubato il cuore recitando la parte di due burloni.

Loro, conosciuti da tutti i fan di Harry Potter e non.

“Si brutta scema, lo so che nella tua testa, nel tuo cuore e che altro ci sono solamente Oliver e James” disse facendomi la linguaccia.

Il solo sentire i loro nomi mi fece sorridere e decisi di salire ancora su Twitter, chissà, forse mi avevano notata.

Andai sulle mentions, senza speranze. Si, rispondevano a tutti i fan, ma non sempre a me.

I am so sorry..” No. Non poteva essere vero, insomma no.

Sentii il cuore iniziare a battere a mille, la respirazione..oh si, bella quella. La vista si fece offuscata e le mani iniziarono a tremare.

“Nathalie..Nathalie..aiuto” dissi in qualche modo.

Le passai il cellulare per vedere la sua reazione.

“Non ci credo, ancora!” mi ripassò il cellulare ridendo. Avevo un nickname un po’ insolito ecco.

Ma era il mio nickname. E per qualche minuto avevo completamente dimenticato di averlo, scrivendo a James.

Mi aveva risposto,  l’unica prima di staccare.

Non voleva dire niente, certo. Ma per me era tutto.


Avete presente quando fate di tutto per farvi notare dal vostro idolo? Quando non avete speranze e stranamente lui o lei vi nota?

Vi sentite la persona più felice del mondo, vi sentite..speciali.

È come se per qualche secondo quel personaggio sapesse della tua esistenza. E ti senti così speciale che potresti spaccare di tutto.

Ecco, mi sentivo così.

Mi sentivo come se James sapesse della mia esistenza, come se lui sapesse che dietro a quel nickname esistesse Vivienne.

Mi sentivo al settimo cielo, sentivo di poter fare tutto.

“Non ci posso credere..” sussurrai trattenendo le lacrime, lacrime di gioia. E invece era vero, era davvero successo, mi aveva davvero risposto.

Uscimmo dal fast food, dirette all’albergo. Il giorno dopo saremmo tornate a casa, pronte per preparare la valigia.

Destinazione? Londra babe.

 

Qualche giorno dopo..

“Dove ho messo quella dannata gonna?!

Ecco, questa sono io quando preparo una valigia. Considerando che impazzisco solamente quando parto per qualche giorno, dovreste vedermi ora, che vado via per tre mesi.

Non potevo fare ritardo al check in, Nathalie mi avrebbe uccisa sicuramente.

Infilai tutto il contenuto dell’armadio in due valige e non sapendo come le chiusi.

Scesi le scale e chiamai un taxi, direzione: casa di Nathalie. Da li saremmo andate assieme all’aeroporto.

Scesi dal taxi bianco e suonai “Nat! Scendi che dobbiamo andare” dissi dolcemente quando mi rispose.

Ero troppo, troppo esaltata per questa nuova avventura che stavamo per vivere insieme.

Avremmo convissuto per tre mesi, solamente io e lei. Avremmo lavorato insieme, avremmo fatto tutto insieme.

 

La nostra avventura stava per iniziare.

   
 
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