Troppa gente, troppa
gente che cazzo.
Ecco principalmente i miei pensieri di quel giorno, 2
luglio 2011. Avevo preso un aereo assieme alla mia amica Nathalie sono per
vedere loro.
Avevo speso un sacco di soldi, fatto mille e mille
progetti solo per loro.
Volevo realizzare un sogno, me lo meritavo insomma.
E ora ero li, in mezzo a 2000 e passa
persone, schiacciata dalla massa. Era tanto se respiravo.
Il posto era minuscolo in confronto alla quantità di
persone che c’erano presenti. E tutte solo per loro, loro ed Evanna, la bionda Luna Lovegood.
C’ero quasi. Giuro, erano davanti a me e poi..nulla. Li portarono via. Fino a qualche minuto prima ero
certa che i miei sogni, le mie fantasie si potessero realizzare e invece nulla.
Bè, dire nulla è riduttivo. Certo, avevo qualche foto sfocata, il ricordo dei
loro sorrisi impresso nella mente. Ma nulla di più.
Mancava la loro presenza davanti a me, la loro voce che mi parlava, una loro
firma. Una semplice foto.
Uscii dalla fila che ormai si era dileguata a testa bassa,
ero delusa si. Ma non da
loro, certo, loro non mi avrebbero mai deluso.
Ero delusa da..nemmeno lo sapevo,
dall’organizzazione.
Era tutto così confuso e fatto male.
“Viviiii” sentii una voce
chiamarmi, una voce che mi costrinse ad alzare la
testa. Era Nati, tutta sorridente e pimpante. Lei mi aveva solamente accompagnata. Adorava anche lei Harry Potter e i gemelli, ma
non ai miei livelli.
Le sorrisi, un sorriso forzato, che riconobbe subito
“cos’è quello mia bella rossa?” mi chiese incrociando
le braccia.
Alzai le spalle, non riuscivo a dire nulla. Sentivo che
sarei scoppiata in lacrime da un momento all’altro. Avevo fatto così tanto.
“Sono andati via, li hanno fatti andare
via” mi corressi schiarendomi la voce e tentando un sorriso, ancora più falso
di quello precedente.
Nat non disse nulla, mi abbracciò
soltanto, capendo come potevo stare.
Volevo realizzare il sogno di dieci anni, volevo solo
ringraziarli di persona e non nascosta da uno schermo scrivendo un “thank you” attraverso twitter.
E ce l’avrei fatta, si ne ero
certa.
Avrei realizzato il mio sogno, forse non a Roma, ma da
qualche parte nel mondo.
Io e Nat uscimmo dalla galleria,
dirette verso il Mc Donald, avevo uno stomaco da riempire!
Presi il cellulare e salii su twitter,
loro si scusavano. Loro? Mi scappò un sorriso. Non era colpa
loro, loro sarebbero rimasti anche fino a mezzanotte per firmare tutti
gli autografi per i fan.
Loro ci sono sempre per i fan.
Non resistetti, scrissi anche io
a loro. Magari mi avrebbero risposto quella volta,ancora.
Scrissi e mi scollegai subito, toccava a noi ordinare. Ci
sedemmo ad un tavolino isolato ed iniziammo a
mangiare. Avevo una fame. Stare in fila per il proprio idolo toglie le forze.
“Allora, ho una bella notizia per te, almeno una” mi disse
sorridendo Nathalie. Aveva un sorriso bellissimo, un sorriso
che le invidiavo terribilmente. Era perfetta dannazione.
La guardai, addentando una patatina. Amavo quelle patatine fritte, non sapevo perché. Forse perché
amavo le schifezze. Ogni volta Nat mi diceva “Ti odio,
ti riempi di schifezze e resti un grissino” ma lo diceva ridendo.
Ma sto divagando, ancora.
Torniamo a quel 2 luglio, la sera,
“Dimmi dolcezza, tutto quello che vuoi” dissi
ridacchiando.
Fece una pausa, senza smettere di sorridere “Ti ricordi la
domanda che avevamo fatto..per lavorare all’estero?”
disse facendo varie pause, con voce eccitata.
Annuii, non capendo cosa stesse per succedere.
“Ecco..ci hanno prese bellezza! E
indovina dove andremo a lavorare?” continuò, alzando
lievemente il tono di voce, come suo solito.
Continuai a torturare una patatina nel ketchup, avrebbe
detto “Nizza” o qualcosa del genere.
Mi tirò una manata ridendo “Ascoltami rossa!” mi richiamò
tutta entusiasta.
“Io e te..andremo a Londra. Per tre mesi”.
Mi fissò, non ero in grado di replicare, muovermi o che
altro.
La mia mente era bloccata sulla parola Londra.
Stavo per realizzare un sogno, stavo
per vivere tre mesi nella città alla quale sentivo di appartenere.
Sentivo di dover urlare. Ero felice, felice
come non mai.
Non sarei più tornata a casa, sarei rimasta li. Sarei
stata una perfetta ragazza inglese.
“Stai..sei seria?” chiesi
fissandola, consapevole del fatto che stessi sorridendo troppo.
Lei scosse la testa “Abbiamo il
volo tra una settimana, la casa è affittata e iniziamo a lavorare il giorno
dopo il nostro arrivo. Sono entusiasta, insomma vivremo insieme, lavoreremo nella città dei
nostri sogni e chissà..magari troveremo anche qualche
bell’inglese” disse in tono scherzoso.
Incrociai le braccia al petto “Sai benissimo che voglio
solo una persona, o meglio due” dissi cercando di restare seria.
Si, ero innamorata persa di due
attori. Due persone identiche nell’aspetto e a tratti simili
anche nel carattere.
Si, quei due attori gemelli che mi
avevano rubato il cuore recitando la parte di due burloni.
Loro, conosciuti da tutti i fan di Harry Potter e non.
“Si brutta scema, lo so che nella tua testa, nel tuo cuore
e che altro ci sono solamente Oliver e James” disse facendomi la linguaccia.
Il solo sentire i loro nomi mi fece sorridere e decisi di
salire ancora su Twitter, chissà, forse mi avevano notata.
Andai sulle mentions, senza
speranze. Si, rispondevano a tutti i fan, ma non
sempre a me.
“I am
so sorry..” No. Non poteva essere vero, insomma no.
Sentii il cuore iniziare a battere a mille, la
respirazione..oh si, bella quella. La vista si fece
offuscata e le mani iniziarono a tremare.
“Nathalie..Nathalie..aiuto” dissi
in qualche modo.
Le passai il cellulare per vedere la sua reazione.
“Non ci credo, ancora!” mi ripassò il cellulare ridendo.
Avevo un nickname un po’ insolito ecco.
Ma era il mio nickname. E per
qualche minuto avevo completamente dimenticato di averlo, scrivendo a James.
Mi aveva risposto, l’unica prima di staccare.
Non voleva dire niente, certo. Ma
per me era tutto.
Avete presente quando fate di tutto per farvi notare
dal vostro idolo? Quando non avete speranze e stranamente lui o lei vi nota?
Vi sentite la persona più felice del mondo, vi sentite..speciali.
È come se per qualche secondo quel personaggio sapesse della
tua esistenza. E ti senti così speciale che potresti spaccare di tutto.
Ecco, mi sentivo così.
Mi sentivo come se James sapesse della mia esistenza, come
se lui sapesse che dietro a quel nickname esistesse Vivienne.
Mi sentivo al settimo cielo, sentivo
di poter fare tutto.
“Non ci posso credere..”
sussurrai trattenendo le lacrime, lacrime di gioia. E invece era vero, era
davvero successo, mi aveva davvero risposto.
Uscimmo dal fast food, dirette
all’albergo. Il giorno dopo saremmo tornate a casa,
pronte per preparare la valigia.
Destinazione? Londra babe.
Qualche giorno dopo..
“Dove ho messo quella dannata gonna?!”
Ecco, questa sono io quando preparo una valigia.
Considerando che impazzisco solamente quando parto per qualche giorno, dovreste
vedermi ora, che vado via per tre mesi.
Non potevo fare ritardo al check
in, Nathalie mi avrebbe uccisa sicuramente.
Infilai tutto il contenuto dell’armadio in due valige e
non sapendo come le chiusi.
Scesi le scale e chiamai un taxi, direzione: casa di
Nathalie. Da li saremmo andate assieme all’aeroporto.
Scesi dal taxi bianco e suonai “Nat! Scendi che dobbiamo andare” dissi dolcemente
quando mi rispose.
Ero troppo, troppo esaltata per questa nuova avventura che
stavamo per vivere insieme.
Avremmo convissuto per tre mesi, solamente io e lei.
Avremmo lavorato insieme, avremmo fatto tutto insieme.
La nostra avventura stava per iniziare.