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Autore: Trafalgar Norah    15/09/2011    2 recensioni
“Qualche problema?” le chiese.
“Scusa, non avevi visto che stavo per parcheggiare?”
“Ehm… no. E comunque avresti dovuto darti una mossa” rispose tranquillamente.
“Cosa?! Ma eri in contromano, e andavi come minimo ai 100 nonostante avessi dovuto fare i 30. Ti rendi conto che avremmo potuto farci male seriamente?” protestò.
“Ma non è successo, no? Mi dispiace, va bene? Ora scusa, ma vado di fretta” disse andandosene.
“Sai dove puoi andare in fretta?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is not my idea
 


Prologo

 

Un’ora. Era trascorsa quasi un’ora da quando era uscita di casa. Il traffico di Orlando non era cosa da poco, soprattutto d’estate, quando la città era affollata dai turisti. Ma dovevano muoversi tutti quella mattina?! O meglio, tutti gli imbranati dovevano uscire?  Aveva trovato gente che stava ferma di fronte al semaforo verde un quarto d’ora, vecchi con il piede incollato al freno e tutti, ma proprio tutti i semafori rossi li aveva beccati lei.                                         
La mattina in cui avrebbe dovuto iniziare il suo nuovo lavoro estivo. Certo, aveva ancora mezz’ora di tempo per raggiungere il centro commerciale, ma di questo passo la fine del mondo sarebbe arrivata prima.
 
Emily sospirò, sentendo la rabbia salire alle stelle. Il pomeriggio precedente si era imposta di prepararsi fisicamente e psicologicamente per il suo primo giorno di lavoro.  Tornata dall’esame, aveva riempito la vasca di acqua e sali rilassanti decisa a concedersi almeno un’ora di piacere. Ma poco prima che si immergesse nella vasca, suo fratello Josh le aveva chiesto un passaggio per andare a una festa. C’era solo lei in casa, quindi aveva acconsentito, pensando di poter rimandare il bagno di un po’. Una volta tornata a casa, capì che la cosa non sarebbe stata possibile, perché il posto le era stato rubato da sua sorella Amanda. Come se non bastasse, aveva invitato un ragazzo la sera precedente, e il sonno se n’era andato a farsi benedire.
E ora questo: la sua giornata non poteva cominciare in un modo peggiore.
 
Forse la gente intorno a lei aveva sentito la sua aura minacciosa, perché riuscì ad arrivare al centro commerciale senza ulteriori intoppi, e soprattutto con dieci minuti di anticipo.
Non appena entrò nel grande parcheggio, decise di scendere nei sotterranei: non le piaceva l’idea di trovare un forno crematorio al posto dell’auto.
Inoltre, avrebbe preferito trovare un posto vicino all’entrata.
Sembrò che la fortuna girasse dalla sua parte in quel momento, perché vide un posto libero poco distante.
Diede uno sguardo allo specchietto retrovisore e, non vedendo nessuno dietro di lei, rallentò per svoltare.
 
Tutto successe in un attimo: prima ancora che potesse rendersene conto, un’altra auto le apparve davanti, frenando a pochi centimetri dalla sua. Dopodiché. Con una piccola retromarcia, s’impossessò del posto che lei aveva scelto.
Emily sbatté le palpebre un paio di volte: il cuore le batteva talmente forte che temeva le sarebbe scoppiato. Le mani non smettevano di tremare e di sudare, e aveva il respiro affannato.
Lentamente aprì la portiera e scese dalla macchina, le gambe le sembravano fatte di gelatina. Non appena si sentì più stabile, e fu necessario più di qualche secondo, inspirò profondamente, avvicinandosi all’altra auto.
In quel momento, il conducente uscì, sorridendo come se nulla fosse.
Squadrò Emily da capo a piedi, con un mezzo sorriso.
“Qualche problema?” le chiese.
“Scusa, non avevi visto che stavo per parcheggiare?”
“Ehm… no. E comunque avresti dovuto darti una mossa” rispose tranquillamente.
“Cosa?! Ma eri in contromano, e andavi come minimo ai 100 nonostante avessi dovuto fare i 30. Ti rendi conto che avremmo potuto farci male seriamente?” protestò.
“Ma non è successo, no? Mi dispiace, va bene? Ora scusa, ma vado di fretta” disse andandosene.
“Sai dove puoi andare in fretta? A farti fottere, deficiente!” esclamò arrabbiata.
Il ragazzo stava camminando verso l’entrata dell’edificio, ma si arrestò. Si voltò verso Emily, con quel perenne mezzo sorriso irritante stampato in viso. Si tolse i Ray-ban, rivelando un paio di occhi azzurri come il cielo.
“Ti prenderò in parola”
 
 
 
 
Ecco qui! Questo è l’inizio di una nuova storia, che spero possa piacere. È da un bel po’ di tempo che non scrivo, e non sono sicurissima del risultato… fatemi sapere che ne pensate, ok?
Ringrazio C r i s  per la splendida immagine e per l’immenso aiuto che mi ha dato ^^

  
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