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Autore: vannagio    16/09/2011    15 recensioni
Quando si strofinò la manica della felpa sulla fronte per asciugare il sudore, si accorse che le luci della cucina erano spente.
Peter aggrottò la fronte. «Strano».

[Dedicata a Kukiness che oggi compie gli anni. Tantissimi auguri, cara!]
[Fright Night, film del 2011; Peter Vincent, Jerry Dandrige]
Genere: Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jerry Dandrige, Peter Vincent
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Per la serie…
“Quando vannagio vaneggia!”






Dedicata a Kukiness, che mi ha consigliato il film “Fright Night” e che oggi compie gli anni.
Tantissimi auguri, cara!
Anche da parte di Jerry *ammicca*








Mela verde






Aveva fatto tardi.
Peter correva a perdifiato sul marciapiede, per avvantaggiarsi di una manciata di minuti. Sapeva già che a casa lo attendevano la cena in tavola e una mamma imbufalita.
Ti sembra questa l’ora di rincasare?
Ma il suo amico Matt aveva ricevuto in regalo dai nonni una bellissima bicicletta rossa fiammante.
Devi venire a vederla, Pete.
Non aveva potuto rifiutare l’invito dell’amico: voleva assolutamente fare un giro su quel gioiellino. Così, troppo occupato a discutere con Matt su chi dovesse montare la bici per primo, aveva perso la cognizione del tempo.
Uffa, fammi provare. Tu puoi salirci sempre!
Raggiunto il vialetto acciottolato di casa, Peter si fermò un istante per riprendere fiato e racimolare un po’ di coraggio. Sua madre non gliela avrebbe fatta passare liscia, poco ma sicuro.
Fila in camera tua. Sei in punizione per tutto il finesettimana.
Quando si strofinò la manica della felpa sulla fronte per asciugare il sudore, si accorse che le luci della cucina erano spente.
Peter aggrottò la fronte. «Strano».
Il sole era tramontato da un pezzo. I lampioni sul ciglio della strada illuminavano debolmente la facciata grigia della piccola abitazione monofamiliare, che vista dall’esterno appariva troppo buia e silenziosa.
Si guardò intorno, perplesso.
La macchina del papà era posteggiata davanti al garage, come ogni sera quando tornava dal lavoro. La finestra delle sua cameretta, al piano superiore, era spalancata.
Apri la finestra, Pete. Fai circolare l’aria, ogni tanto.
Qualcosa non quadrava. Nessun tintinnare di piatti o posate. Neanche il profumo pungente dei maccheroni al formaggio. Eppure era ora di cena.
Lavati le mani e vieni a sederti, la pasta si fredda.
Con un’opprimente sensazione allo stomaco, Peter si avviò a passo lento verso l’ingresso di casa. Qualcosa dentro di lui gli diceva di andarsene via. Di tornare da Matt, ad esempio, e di fare qualche altro giro su quella bella bicicletta rossa fiammante.
E va bene, sali. Ma giura sulla tua collezione di figurine che domani, in cambio, mi presti la fionda.
Aveva appena poggiato la mano sulla maniglia, quando la porta venne spalancata dall’interno.
Peter sussultò, preso alla sprovvista, e ritrasse la mano come se si fosse scottato. Fermo sull’uscio di casa, un uomo alto e moro gli stava rivolgendo uno sguardo amichevole.
«Tu devi essere il giovane Peter». Un guizzo negli occhi e un fremito al sopraciglio destro. «Peter Vincent, dico bene?».
Peter annuì, imbambolato, senza riuscire a staccare gli occhi dallo sconosciuto. Indossava una specie di divisa, molto simile a quella dell’idraulico che qualche giorno prima aveva riparato le tubature del bagno.
Adesso è tutto a posto, Signora. Il water non perde più.
Solo che il colore della giacca era diverso. Non azzurro, più scuro. Marrone, tipo. Color cacca.
L’uomo sorrise.
«Lì dentro ho finito». Indicò l’interno della casa e mise in mostra la cassetta degli attrezzi. «I tuoi genitori sono in cucina». Gli arruffò i capelli con fare affettuoso, mentre lo scansava per uscire dall’abitazione. «Ci si rivede, Peter».
Si voltò per seguirlo con lo sguardo. Il tizio uscì dal vialetto e proseguì a piedi senza girarsi. Solo in quel momento Peter si rese conto che non c’era alcun furgone o pickup posteggiato nelle vicinanze. Come era arrivato?
Tornò a fissare il buio dell’ingresso di casa. Una macchia nera che sembrava volerlo inghiottire e dal quale Peter sarebbe fuggito molto volentieri.
«Non essere stupido».
Impose alle sue gambe di muoversi in avanti. Dritto dritto contro tutto quel nero. Varcata la soglia, però, non vide più niente. L’oscurità era impenetrabile e si sentì soffocare. Aveva l’impressione che le pareti si stessero stringendo fino a schiacciarlo. Percorse il corridoio quasi alla cieca, fin quando i suoi occhi non si abituarono al buio. Sbatté le palpebre più volte per mettere a fuoco l’ambiente.
Il silenzio era immenso.
Gli sarebbe bastato svoltare l’angolo per entrare in cucina. Chissà perché, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Trasse un respiro profondo, deciso a proseguire, ma fu attratto da qualcosa.
Ai suo piedi, il torsolo di una mela verde.
Ci farò una deliziosa torta di mele con queste.
Una mela verde macchiata di rosso.







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Per Erica:

Volevo scrivere una storia pulp, con Jerry, tanto sangue e qualche cadavere. Però non ero in vena, ecco. Mi spiace. Spero che vada bene ugualmente. :)



Per tutti gli altri:

Il fandom di riferimento per questa flash è il film Fright Night, uscito un mese fa nelle sale cinematografiche.
Peter Vincent è uno dei protagonisti del film. I suoi genitori furono uccisi, quando lui era solo un bambino, dal vampiro kattivo della situazione.
Le mele verdi sono un vezzo del vampiro kattivo, Jerry.
E se qualcuno - due a caso, tipo Dragana e Abraxas - avesse qualcosa da ridire, ricordo che i genitori non contano come OC morti perché sono canon. :P
Ringrazio Kagome_86 per il betaggio.
A presto, vannagio
   
 
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