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Autore: war    18/09/2011    0 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Different ways for the spirit
Hiding the 21st. Tarot secret
Different ways for reality
Life´s just a dream
Life is just passion and warfare

- Different Ways - Easy Rider -



Lasciai ciondolare la testa contro il vetro del finestrino; davanti agli occhi mi scorrevano le immagini di un paesaggio in movimento. Non era l'impercettibile movimento dovuto alla rotazione del pianeta, ma era quello dovuto al treno che viaggiava velocemtne verso Roma e la mia destinazione finale.
Non era che fossi così impaziente di rientrare, anzi...
Sentivo dentro di me che qualcosa si era mosso e che gli eventi stavano drasticamente precipitando verso una conclusione decisamene sbagliata.
Potevo fare qualcosa?
Non lo sapevo.
Non lo sapevo davvero.
E non era solo l'umanità di Angel a non capire, anche Azael era enormemente confusa.



Chiusi gli occhi, tornando per un attimo ad analizzare quello che era accaduto fra me e Yu.
Rievocare il suo viso mi dava una certa pace.
- E' morto davvero? - mi aveva chiesto lui, sollevando il capo, dopo un tempo che non seppi quantificare.
- La sua anima non è più in questo mondo.- ammisi
- Quindi lui...Non esite più? -
- No. L'anima è immortale. Lui continua ad esistere. In un altro dove. In un altro quando.- ammisi
- Ma non tornerà mai più da me. Non sarà mai più con me.- disse lui fissandomi con gli occhi blu rassegnati.
- Questo non lo so. Non conosco i piani di Nostro Signore. A volte le anime si incontrano di nuovo... Ma in questo mondo, la sola cosa che ti rimane di lui sono i ricordi, che custodisci qui... - gli dissi indicandogli il petto.
- Tsk-
- Non è tsk. E' una consolazione che è stata concessa e che aiuta a superare il peggio. -
Mi lasciai cadere in ginocchio davanti a lui.
- Mi dispiace. Mi dispiace davvero di non essere riuscita a fare di più. Per nessuno di voi due. -
- Non parlare come il Moyashi. - gli occhi di Yu sono ancora pieni di dolore.
- Scusa -
- E non scusarti! - ringhiò lui.
Allungai le braccia e afferrandolo per le spalle me lo tirai contro.
Non sapevo se gli facevo male date le sue condizioni fisiche ma lui non protestò.
- E' ok non essere sempre... Il più forte - gli sussurrai all'orecchio
- Cosa fai, do'hao? - mi chiese lui, senza tuttavia ribellarsi alla stretta delle mie braccia introno al suo corpo.
- Non lo so. Credo solo che tu ne abbia bisogno. -
- tsk -
La mia mano si sollevò e con lentezza presi ad accarezzargli il capo.
- Non sono un bambino -
- Sei un uomo.- riconobbi - Ma questa è la sola cosa che mi viene in mente di fare, perchè non conosco le parole... Le parole giuste... - ammisi pensando che mai come allora avevo desiderato di cancelalre le ferite dal cuore di qualcuno.
- Che farai? - mi chiese lui dopo un po', sollevando il capo e allontanandosi da me.
Non lo trattenni.
- Quello che ho fatto finora. - gli sorrisi.
- Perchè? - chiese lui.
- Conosci già la risposta. Perchè è quello che voglio fare. Proteggere questo mondo e le persone che lo abitano. E dato che Angel è un essere umano e possiede il libero arbitrio, Azael può continuare ad usare questo corpo e opporsi alle mire del Conte del Millennio. -
- Alllora tu... Sei davvero una cosa sola con l'Innocence...-
- Si, perchè questo è il desiderio del mio cuore. Anche se fa male, anche se gli altri non capiscono... Anche se la maggior parte delle volte è difficile e doloroso. E' ciò che io ho liberamente scelto. E adesso anche tu... Anche tu puoi scegliere cosa fare. Sei libero. -
- Sono... confuso... -
- Lo so. Ma hai ancora tempo. Per pensarci.- sorrisi.
- Te ne andrai? - chiese lui sollevandola testa per osservare il mio viso dato che mi ero rimessa in piedi.
- Si, mi aspettano. -
- I tuoi padroni? - chiese lui ghignando.
- La Santa Sede... Commette degli errori, perchè è fatta da esseri umani, e gli esseri umani sono imperfetti. Mi chiamate Cane del Vaticano, ed in un certo senso lo sono, ma non come credi. -
- E come allora? Non sei forse loro serva? Non sei forse ai loro ordini? Vieni usata, persino neimodi più abbietti, come lo sono stato io e come lo sono tutti gli Esorcisti. -
- Non pensare che sia così stupida da non saperlo... E' solo che... Questo mondo è il solo posto dove per gli uomini è possibile distillare la felicità dal dolore... anche se pochissimi lo hanno compreso... E' per quella felicità che può essere alla portata di tutti io desidero proteggere questo posto, fino a che gli uomini non avranno imparato a vivere sotto lo stesso Cielo. E tu, Yu? Che cosa vuoi? C'è qualcuno a cui vuoi ancora bene? C'è qualcuno con cui hai creato dei legami? Qualcuno che vuoi proteggere o solo rivedere? Qualcuno che ti abbia fatto sentire... Accolto e accettato? Essere una famiglia, essere a casa, non significa vivere in simbiosi, significa solo avere un posto dove tornare. -
Le labbra di Kanda si piegarono ad un lieve sorriso.
- Trova il Moyashi. Ha bisogno di te. - mi disse prima di appoggiarsi alla colonna e chiudere gli occhi.
Tornai sui miei passi e mi accucciai di nuovo vicino a lui.
Non so se fosse crollato addormentato per sfinimento, se il riposo era necessario a rigenerare il suo corpo o se stesse solo fingendo.
Gli baciai l'angolo della bocca.
- Continua a vivere, come meglio credi... E ogni tanto dedicami anche solo un pensiero... - mormorai prima di allontanarmi da lui a passi lunghi e decisi.
Avrei voluto digli che alla fine di tutto sarebbe stato felice, che ci saremmo rivisti, che avrei voluto passare molto tempo con lui, che lo amavo... Ma tutto quello era un lusso che non potevo permettermi.



Quando arrivai alla stazione di Roma Terni era ormai sera.
Dovevo rientrare a San Pietro,fare rapporto a Padre Leone e accettare il nuovo incarico.
Qualcosa attraversò il mio corpo come una lama rovente.
Per un attimo boccheggiai, sentendomi come tagliata a metà e le ginocchia mi diventarono gelatina.
Caddi sulle pietre della banchina, sbucciandomi le ginocchia.
Poi fui di nuovo in me, forte come prima.
Che era successo?
Qualcosa ad Allen.
Qualcosa di molto brutto ad Allen.
Agii d'impulso.
Mollai la borsa e tutto il resto, mentre mi toglievo le la giacca e la camicia e lasciavo libere le ali di aprirsi alle mie spalle.
Era da tanto tempo che non facevo una cosa simile.
Ma sapevo che potevo farlo.
Pochi battiti di ali e Roma, sotto di me, era diventata una massa luminosa di vicoli e case ed esseri umani grandi quanto alambicchi.
Dio, ero così stupida!
Volevo salvarli tutti, anche se era quasi certamente sopra le mie possibilità...
Avevo fatto quello che potevo per Yu e adesso volevo fare lo stesso per Allen e forse anche per Neah...
Non sapevo dove cercare Allen, ma sapevo una cosa... Se lasciavo ad Azael il controllo completo del mio corpo lei sarebbe stata in grado di trovarlo, perchè solo lei poteva riconoscere le tenebre di Neah che erano così simili a quelle di Lord Lucifero.
E stupidamente, come Angel desiderai che anche loro due si potessero ritrovare e stare insieme, non come prima che tutto questo avesse inzio, ma alla pari.
Il mio corpo atterrò in una radura, vicino ad una vecchia e modesta casa da cui si levava un refolo di fumo grigio da un camino che si stagliava contro un cielo di velluto blu pieno di stelle.
Mi resi conto che battevo di denti per il freddo e anche se le ali si erano richiuse ed erano sparite, la giacca che mi affrettai ad indossare era ghiacciata.
Prima di collassare sul posto sarebbe stato meglio che mi sbrigassi a raggiungere quella casa e a chiedere una tazza di the bollente o qulacosa di forte che mi scaldasse le ossa ibernate.
Quando bussai fu il volto rugoso di una donna ad aprirmi.
- Che ti è successo? Sembri appena arrivata da una montagna innevata eppure qui fuori è tarda primavera... - mi disse fissandomi con sospetto.
Sfortunatamente il battito dei denti non mi permetteva di dire nemmeno una parola comprensibile.
- Che succede? - chiese la voce di Allen e poco dopo lo vidi, alle spalle della donna.
Gli occhi grigi divennero immensi poi lui gridò
- Angel! Che ti è successo!?! - e scostando la donna mi prese la mano e mi tirò dentro casa, avvicinandomi al caminetto acceso e cercando con lo sguardo qualcosa.
Pochi istanti dopo la nonnina mi mise una coperta di lana sulle spalle e mi infilò a forza un bicchiere contenete uno strano liquido ambrato fra le dita congelate della mia mano.
Allen mi fissava, con il volto colmo d'ansia.
Nno avevo bisogno di vedere, per sapere che le ferite sul suo corpo erano aumentate.
Sollevai la mano e gli accarezzai il volto, prima di spostare la mano sulla sua nuca e tirarmelo contro.
Il calore del suo corpo era confortante, e lui odorava di Allen...
Dov'era il Quattrodicesimo?
Ed improvvisamente lo sentii.
Era lì. Solo un pelo sotto la superficie della coscienza di Allen, come se anche lui si fosse avvicinato per partecipare a quell'abbraccio. Quell'abbraccio che lui e Azael non avrebbero mai potuto scambiarsi, perchè si sarebbero quasi certamente distrutti a vicenda.
  
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