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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    19/09/2011    4 recensioni
«Lo sai, mi sa che dovrò trovarmi un appartamento. Voglio dire, tua madre si è già presa un numero sufficiente di colpi per oggi – non sarebbe una mossa saggia se tu piombassi lì stasera con un ‘indovina un po’? Ho deciso di ospitare il muratore a tempo indeterminato’.»
{Cappellaio/Alice ♥ post-miniserie}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Hamilton, Cappellaio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Al profumo di tè ~

prompt: #088, virtual reality

 

 

 

I vicoli avevano un’aria meno minacciosa, e no, non c’entrava il fatto che ora fossero illuminati dalla luce del sole. Anche con il buio, anche senza i familiari rumori del traffico britannico, l’aria di città avrebbe comunque assunto una sfumatura nuova da questa parte dello Specchio. Forse anche solo per quel buon odore di tè.

«È strano

Il borbottio disegnò un sorriso nuovo sulle labbra di Alice, che si voltò con aria canzonatoria. A lui non sfuggì la sua occhiata.

«Sì, strano. Insomma... irreale. Mi sembra di vivere in una specie di... di sogno a tre dimensioni, che ne so.»

«Io non mi sono mai lamentata del tuo mondo.»

La guardò senza parlare, con una di quelle espressioni che Alice aveva imparato a decifrare da sola – una di quelle che le piacevano di più.

Scoppiò a ridere. «No, hai ragione. L’ho fatto di continuo.»

«Ah, ecco

Il braccio che teneva morbidamente avvolto al suo scese piano piano a circondarle la vita. Alice gli si fece più vicina, inspirando a fondo il profumo di tè che si era portato dietro, sulla pelle.

Era stata un’impresa sfuggire alle domande della mamma, cavarsela con un abbraccio frettoloso e uscire di corsa di lì con quello che lei le aveva presentato come il gentile David; tornare in casa ed evitare un secondo interrogatorio sarebbe stato indubbiamente impraticabile.

«Lo sai, mi sa che dovrò trovarmi un appartamento. Voglio dire, tua madre si è già presa un numero sufficiente di colpi per oggi – non sarebbe una mossa saggia se tu piombassi lì stasera con un ‘indovina un po’? Ho deciso di ospitare il muratore a tempo indeterminato’.»

Alice continuò a sorridere – Dio, le aveva letto nel pensiero – premendo il viso sul bavero della sua giacca. Si erano fermati proprio davanti a quel vecchio palazzo nel quale, più o meno volontariamente, si erano trovati già per due volte.

«Sarà strano non poterti più chiamare Cappellaio» disse, fissando il cantiere, ma ben attenta alla sua mano che le risaliva la schiena.

«Oh, non è poi così grave. Potrai chiamarmi Cappellaio in intimità.»

Alice si ritrasse brusca e lo colpì in pieno petto. ‘David’ quasi soffocò, e tentò di tenersi a distanza di sicurezza quando lei si avvicinò ancora, con poca convinzione però.

«Non cambierai mai» gli sbuffò in viso, già persa nei suoi occhi, come la prima volta tra i boschi del Paese delle Meraviglie. «Per fortuna non cambierai mai.»

Il Cappellaio sorrise trionfante.

I suoi baci non avevano proprio nulla di irreale.

 

 

[ 415 parole ]

 

 

 

 

 

 

Nota: Giusto per non smentirmi, la vigilia di un esame per me non è il momento del ripasso, ma quello dell’inaugurazione di un nuovo fandom. Ma la verità è che vale assolutamente la pena persino di farsi bocciare pur di passare una notte intera ad ammirare (e a fangirlare su) lo splendido Cappellaio impersonato da Andrew Lee Potts in Alice.

   
 
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