Capitolo IX
Mi introduco ora per non guastarvi il finale.
Ecco il penultimo capitolo… non vi rubo altro tempo…
Buona lettura…
Hivy!
***
<< Cara! >> la
voce di una donna colpì le sue orecchie, e la Mord-Sith si voltò di scatto,
pronta ad uccidere anche loro. Stava per avventarsi sulle altre Mord-Sith,
quando la prima d’esse, una donna bruna, la bloccò:<< Lord Rahl ci ha
avvertite che tu eri tornata dalla sue parte, non ti faremo nulla! >> la
rassicurò con voce fredda.
Cara la fissò di sbieco, con
gli occhi infiammati dalla rabbia:<< Ah sì? >> sbottò:<<
questo non significa che io non possa fare del male a voi! >> fece per
saltarle addosso, ma l’altra donna la fermò ancora una volta:<< no, Cara!
>> sbottò:<< possiamo aiutare Lord Rahl, oppure stare qui a
litigare! >> le disse.
Cara la fisso irritata, poi
abbassò la Agiel e fece un cenno con il capo:<< quali sono gli ordini di
Lord Rahl? >>
Cara emerse lentamente da
dietro gli alberi, e Richard fece scivolare il suo sguardo su di lei. Impugnava
la Agiel e la stringeva convulsamente. Aveva passo molto più sinuoso e
altezzoso del solito, e pareva che il suo bel volto si fosse trasformato in una
maschera di freddezza. Anche se il vestito da Mord-Sith era rosso, Richard,
riusciva a distinguere delle larghe macchie di sangue vermiglio che
scintillavano alla luce del sole. La Agiel, ne era completamente imbrattata.
Mentre la fissava avvicinarsi, un pensiero lo squassò profondamente.
Dietro di lei, apparvero
delle figure completamente vestite di rosso, e ben presto, Richard realizzò che
erano Mord-Sith. Il suo pensiero prendeva sempre più piede, e lo faceva stare
male. Dov’era Zedd?
Quando Cara fu accanto a
Rahl, gli diede una rapida occhiata, e l’uomo la gratifico con un sorrisetto.
<< Vi ho soddisfatto,
Lord Rahl? >> chiese la donna bionda con un sorrisetto malizioso che le
illuminava il volto.
<< Pienamente, Cara…
>> rispose lentamente Rahl:<< e adesso dimmi dov’è la Pietra!
>> le ordinò seriamente.
Cara sogghignò, infine,
lanciò un occhiata significativa a Richard, che scosse lentamente la testa. La
donna gli sorrise, poi, voltò il suo sguardo verso Rahl e sollevò un pugno a
mezz’aria.
<< No, Cara… >>
mormorò Richard, sperando di bloccare la donna. Se avesse consegnato le Pietra
delle Lacrime nelle mani di Rahl, avrebbe avuto la prova che Zedd era morto.
Aveva affidato al vecchio mago la Pietra, come gli aveva ordinato. Era tutto
finito.
Cara aprì lentamente il
pugno, e sulla superficie del guanto rosso scintillò l’azzurrina Pietra delle
Lacrime. Rahl la fissò per qualche attimo soddisfatto, con gli occhi che
scintillavano. Lanciò un occhiata sbilenca a Richard, poi, con gesti teatrali
prese la Pietra tra le dita e la fissò intensamente, contrapponendola alla luce
del sole.
<< Ottimo lavoro,
Cara… >> disse alla donna, senza fissarla:<< dopo tutto, la tua
insubordinazione ha portato a qualcosa di buono… >> aggiunse in tono
malizioso, mentre la donna annuiva e sorrideva, soddisfatta.
<< No, Cara! >>
disse a mezza voce Richard, fissando con gli occhi sgranati al donna, Zedd si
fidava di lei, tanto da affidarle la vita e la buona riuscita del suo piano.
Lei aveva abusato della fiducia del mago, e lo aveva ucciso. Zedd era morto. I
suoi occhi si riempirono di lacrime. Zedd, suo nonno, il suo mentore, era
morto… come poteva essere.
Provava rabbia, ma allo
stesso tempo, non si sentiva di biasimare Cara, Rahl doveva averla torturata
molto, per ottenere quel risultato, ma quando? No, non poteva provare rabbia
verso Cara, sapeva cosa si provava ad essere torturati con la Agiel, anche lui
avrebbe ceduto.
<< Perché, Cara, dimmi
perché! >> la supplicò, con le lacrime che scendevano ormai copiose.
Cara sorrise:<< perché
è stato Lord Rahl ad ordinarmelo! Lui mi ama, le mie Sorelle mi amano, non tu,
non Zedd, e nemmeno Kahlan! >> ringhiò la donna.
Richard rimase interdetto,
come poteva essere:<< no, Cara! Non è così, e tu lo sai! >> le
disse:<< lo sai! Non so cosa ti abbia fatto Rahl, ma tu sai che ti
volgiamo bene! >> cercò di persuaderla, ma lei parve fatta di marmo.
<< No… >> disse
lei sotto voce:<< Lord Rahl non mi ha fatto nulla, mi ha solo mostrato la
gravità del mio errore. Tu non mi ami, Richard, tu ami Kahlan! Io cosa averi
fatto quando tutta la missione sarebbe finita?! >> urlò:<< Zedd fa
tutto questo solo per stare accanto a te! E io! IO!? >> urlò irritata.
Richard la fissò distrutto
dal dolore. Rahl si era preso gioco di Cara, facendo leva sul suo punto debole.
Cara non aveva mai avuto una vera famiglia, e pensava di averla trovata in
Richard, Kahlan e Zedd, ma era bastato poco per distruggere anche quella sua
certezza. Era come una bambina. Era ingenua, e cercava qualcuno che
l’apprezzasse e che le ispirasse fiducia. Rahl si era dimostrato ancora una
volta, più scaltro di lui.
<< Ora, Cara… >>
disse Rahl, affrettandosi a colmare il vuoto che ronzava per al testa della
Mord-Sith, una parola ben assestata di Richard avrebbe fatto crollare il suo
piano. La psicologia di Cara era semplice, e il suo pensiero facilmente
malleabile, e come ci era riuscito lui, anche suo fratello poteva riportare
Cara dalla sua parte, era importante giocarsi bene quella carta.
<< uccidilo! >> le
ordinò seriamente.
Richard sgranò ancora di più
gli occhi, non voleva combattere contro Cara, non voleva.
<< Uccidilo! >>
ordinò ancora Rahl, più irritato. Cara strinse ancora di più la Agiel e si
lanciò contro il cercatore, urlando di rabbia, con gli occhi iniettati di
determinazione.
Richard fu costretto ad
estrarre la Spada della Verità, e a parare un colpo di Agiel.
Cara ringhiò per la rabbia,
e riprese a combattere con maggiore determinazione. Colpì più volte Richard, e
il fargli provare dolore la fece stare bene come non mai.
<< Cara, io so che tu
non sei questa, che non sei così! >> continuava a ripeterle Richard, tra
un colpo di spada e l’altro:<< fermati, Cara, non voglio combattere con
te! >>.
La donna parve non sentirlo,
le sue orecchie erano empite dalla voce tonate di Rahl, che non faceva altro
che incitarla ad uccidere Richard. Le ripeteva quanto si fossero presi gioco di
lei, e di quanto solo le Mord-Sith potessero essere per lei una famiglia.
Richard parava colpo dopo
colpo, ansimava e, ormai, faticava a parlare. Stava lentamente arretrando,
mentre il bordo del dirupo si faceva sempre più vicino.
Per un attimo, Cara gli
diede una tregua, poi, riprese più spietata di prima.
Rahl lasciò che Cara
continuasse a combattere con Richard, ormai, la mente della Mord-Sith era
completamente sua. L’uomo si voltò lentamente, e si diresse verso un piccolo
altare di pietra, dov’era posizionata una piccola struttura di metallo, sul
quale poggiò delicatamente e con reverenza la Pietra.
‘Il sole di mezzo giorno attraverserà la Pietra e
riparerà la Squarcio nel Velo’ Erano le parole scritte sulla Pergamena di Valdeer. Non
avrebbe dovuto fare altro che posizionare la Pietra, il resto, sarebbe venuto
da sé, insieme con la sua vittoria.
Indugiò per un attimo in quel
pensiero, mentre il fragore della spada di Richard contro la Agiel di Cara non
faceva altro che dargli ancora di più alla testa. Sorrise maligno e trattenne
una risatina compiaciuta, poi, alzò gli occhi. Dietro la boscaglia rada v’erano
due Mord-Sith, che reggevano le spoglie mollicce di Zedd, e, accanto alle due,
una Sorella dell’Oscurità. Bastò un cenno del capo da parte di Rahl, per far
intendere tutto all’incantatrice, che si voltò e scomparve dietro la boscaglia.
Rahl sogghignò ancora per un
attimo, quella era la sua ultima mossa.
Lentamente si voltò e la
sagoma di Kahlan si materializzò davanti a lui. Anche la donna fissava il
combattimento.
Cara era ormai al limitare
del dirupo, Richard era riuscito a scartare un suo colpo, rovesciando la
situazione a suo favore, fortemente convinto di riuscire a bloccare la ferocia
di Cara.
La Mord-Sith non abbassava
mai la guardia, e lo costringeva a combattere sempre più velocemente.
Richard sferrò tre fendenti
micidiali, e in un attimo, la Agiel di Cara, cadde nella polvere, accanto a
lei.
<< Basta, Cara…
>> mormorò il cercatore, con il fiato corto:<< ora basta! >>.
Stava per porgerle una mano, in segno di resa, quando, una stilettata di dolore
bloccò ogni suo movimento.
Sentì l’aria mancargli nei
polmoni, e forti rantoli gli fuoriuscirono dalla gola.
Avvertì il cuore battergli
forte per qualche attimo, empiendo anche le sue orecchie, con rintocchi
potenti.
Infine, vide un sorrisetto
malvagio apparire sulle labbra di Cara, e la sua Agiel frustare l’aria, per colpirlo
in pieno volto. Il colpo fu così forte che gli fece voltare il viso, mentre, un
altro potente schiaffo gli rompeva il labbro.
Esausto, cadde in ginocchio
nella polvere. Cara lo fissò dall’alto, e menò un altro colpo di Agiel,
facendogli vomitare sangue. Per qualche attimo, si costrinse a resistere a quel
dolore, poi, all’ennesimo colpo di Agiel, non riuscì più a controllarsi.
Le sue mani divennero molli,
e la Spada della Verità gli sfuggì dalle dita, cadendo fragorosamente a terra,
alzando una piccola nuvoletta di polvere secca, che si volatilizzò in brave,
spazzata dal vento.
Cara si avvicinò e lo prese
per il capelli, costringendolo a voltarsi, minacciandolo con la Agiel in
prossimità di un occhio.
Richard strisciò nella
polvere fino a trovarsi faccia a faccia con Kahlan.
La donna, vestita di bianco,
impugnava uno dei suoi coltelli. Richard non capì subito quello che era
accaduto, si portò una mano alla gola e, con orrore, costatò che la lama
famigliare di uno dei pugnali di Kahlan gli stava trafiggendo la gola.
Le lacrime rigarono il suo
viso sporco di sangue e polvere, poi, la vista si annebbiò, e anche la figura
di Kahlan divenne sfocata ed indistinta.
Richard avvertì uno
spostamento d’aria improvviso, infine, un dolore forte gli invase il petto, e
gli fece colare altro sangue dalla bocca. Abbassò lo sguardo, e vide l’elsa del
secondo pugnale di Kahlan fuoriuscire dal suo petto.
Kahlan. La donna che amava.
Altre lacrime gli rigarono
il volto, e la paura e la frustrazione lo invasero. Cosa aveva fatto? Cosa
aveva fatto per meritare quella fine? Cosa aveva fatto per irritare Kahlan a
tal punto? Lui l’amava, e anche se l’evidenza dei fatti era innegabile,
stentava a credere che fosse stata veramente Kahlan. Come avrebbe potuto?
L’aveva ingannato per tutto il tempo? Lo amava veramente, come lui amava lei?
Quelle domande si fecero
sempre più lontane, come se ormai, non avessero più importanza, tutto, intorno
a lui, non aveva più importanza.
Ricordò Zedd. I suoi capelli
arruffati e bianchi, il viso solcato dalle rughe. Era suo nonno, e non l’aveva
mai potuto conoscere fino in fondo.
Avvertì per l’ultima volta,
le mani di Cara che gli stringevano la collottola e che gli infliggevano un
ultima frustata d’ Agiel. Il dolore lo invase, e per un attimo, davanti a lui,
si delineò il volto di Denna. Il dolore che stava provando lo distruggeva, a
non poteva fare altro che riportare alla sua mente Denna.
Cara sogghignò e gli diede
una spinta, che lo fece cadere a terra, riverso a pancia in su.
Vide il cielo, e il volto di
Cara. Gli parve di vederla sorridere. Era un sorriso diverso da quelli che gli
aveva sempre visto sul volto. Era un sorriso vero, quello di una bambina che,
finalmente, aveva trovato la strada verso casa.
Per ultimo, mentre il suo
sguardo si annebbiava sempre di più, e le sue membra vennero colte da un
torpore profondo, si fece largo nella sua mente, il viso di Kahlan.
Ne fissò ogni singolo
dettaglio, gli occhi azzurri, i bei capelli mori. Ne ammirò la rotondità del
viso, e gli parve di poter tracciare il contorno delle sue labbra. Già quelle
labbra morbide, e tiepide, che aveva tanto agognato. Non riusciva ad odiare
Kahlan, non poteva, l’amava troppo, e per sempre. Come poteva odiarla?
<< Ti amo Kahlan…
>> mormorò, tanto debolmente da sentirsi a stento lui stesso. La sua voce
era increspata dai rantoli e dal pianto.
Per un attimo, tutto divenne
silenzio, pace, e il buio più totale lo avvolse.
Era morto, se ne rendeva
conto, ma non c’era torpore o riposo più paziente e rigenerante di quello.
Di lontano, nel buio, la
figura del mare lo investì. Era calmo, e scintillava, la sabbia era sollevata
dal vento, e il cielo, si perdeva nell’immensità delle acque. Proprio come
aveva desiderato poco prima, tra le sue braccia, c’era Kahlan. Oh, quanto
l’amava, e non c’era gioia più dolce di quella che provava in quel momento.
Il vento gli frustava la
faccia, e i capelli di Kahlan, mossi dalla brezza, gli solleticavano il naso e
le labbra.
Non seppe calcolare il tempo
che passò così, immerso nella sua gioia.
Infine, si addormentò
lentamente, e non si svegliò più.