Prologo

***

In  quella stanza ristagnavano dolore, rabbia e frustrazione.

Non c'era più niente per me.

Il muro che ci separava era troppo alto, troppo duro e profondo per essere anche solo scalfito.

Ci eravamo detti tutto il peggio.

Non c'erano altre parole d'odio che potessimo vomitarci addosso.

Era finita. Era un dato di fatto.

Anche le lacrime erano ormai terminate.

Non me ne erano state concesse altre per Ville.

Eravamo solo due involucri. Le nostre anime si erano esaurite. Si erano accartocciate inermi sul pavimento.

Dopo quella lunga guerra durata due anni, avevamo deposto le armi.

Ci guardavamo. Io stringevo il borsone talmente stretto che il manico mi si era conficcato nella pelle. Non sapevo più dove cominciava il cuoio e dove la mia pelle.

Ville mi guardava astioso, mentre la sua sigaretta moriva diventando nient'altro che cenere.

Dio se era bello. Talmente bello da fare male.

Era l'ultima tortura che avrei sopportato. Quell'immagine l'avrei portata sempre con me.

Non c'era bisogno di salutarsi.

Avevamo ancora il fiato corto per tutte le urla che ci eravamo scaricati addosso l'uno all'altra.

Così mi decisi a girare i tacchi e lasciare quel posto infernale.

In quella casa ci si sarebbe dannato da solo.

Non ne potevo più di soffrire.

***

Note dell'autrice
 

Bene. Questa mi è venuta di getto. Sì ormai avete capito che non ci sto tanto a riflettere, e non so quanto questo possa essere un bene stilisticamente ma soprattuto non so quanto possa far bene ai contenuti. Ma comunque. Spero vi piaccia. Questa temo sarà molto più malinonica di Fragile Dreams e anche di The Infinity. Diciamo che sarà abbastanza cupa. Non per niente l'ho scritta ascoltando Venus Doom, nello specifico Cyanide Sun.
Che dire, come sempre specifico che Ville e compagni non mi appartengono e se noterete inesattezza è per favorire la trama. Per il resto, spero di leggere i vostri commenti! A presto,
Fra-