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Autore: Giulz95    21/09/2011    2 recensioni
Piccola One Shot sui Nickelback. Su Chad, più che altro.
Mi sono chiesta il motivo della separazione di Chad e Marianne, quella vaccona, e ne è uscita questa cosa qua XD Comunque, non è questo il "nuovo lavoro" di cui parlavo alla fine dell'ultimo capitolo dell'altra storia... Questo è solo un assaggino :D
PS: Se passi di qui, lascia una traccia :) Passerò sicuramente a ricambiare!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sono uscito dalla macchina con un sorriso a trentadue denti. Dopo così tanto tempo on the road, mi ero quasi dimenticato di come fosse tornare a casa per un po'. Iniziava a mancarmi la mia vita "normale": la mia città, la mia casa, ma soprattutto Marianne. No, non l'ho ancora vista, ma lo farò. Sto morendo dalla voglia di mostrarle quanto mi è mancata, tanto che sto facendo le cose senza nemmeno prestarci attenzione. Sto incasinando tutto in questo momento, le chiavi, le valige... Ho persino chiuso il cappotto nella portiera della macchina! Ma questo è quello che il mio angelo mi fa. E ne amo ogni singolo secondo.
Raggiungo l'entrata praticamente di corsa, spalancando la porta e scivolò dentro, sentendo subito il calore di casa mia mentre mi abbraccia il cuore. La luce e soffusa, e nel camino danza una piccola ma intraprendente fiammella, che illumina i contorni del bancone per i cocktail, sul quale è appoggiata una bottiglia di champagne, chiusa, affianco ad una rosa. Un sorriso appare velocemente sulle mie labbra. Se saremo fortunati, saremo a letto per due settimane, forse tre, con intervalli occasionali per il cibo. Sento la sua meravigliosa risata venire dalla camera da letto, e istintivamente giro il mio sguardo verso di essa, prima di avvicinarmi.
Entro lentamente nella stanza, con lo stesso sorriso malizioso di prima stampato sulla mia faccia. La porta è socchiusa, e alla maniglia è appeso un paio dei suoi slip. Sto andando a fuoco. 
Poi, la parte più stupida di me, apre la porta.
Oh, lei è a letto, certo, ma con qualcun altro. E dal modo in cui ci danno dentro, sembra che non si siano nemmeno accorti della mia presenza. I miei piedi sono incollati al pavimento, mentre i miei occhi stanno cercando di mandarli a fuoco mentalmente. Ma non importa quanto provi a trattenere la rabbia, continuo a vederli mentre si divertono nel nostro letto.
Quindi, naturalmente, dico la prima cosa che mi passa per la mente:
"COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?!"
Si girano verso di me con un sussulto, prima di sgranare gli occhi alla mia vista. -Oh cavoli, guarda un po'! Sono a casa!- Le dico con tono sarcastico, immaginando proprio quello che sta pensando in questo momento. -Come diavolo hai potuto?-.
L'idiota cerca disperatamente i suoi pantaloni, mi limito a lanciargli un'occhiata quando tenta di parlarmi. -Non provarci nemmeno, sparisci e basta.- Fortunatamente mi ascolta, e mi salva dalla galera certa per avergli girato il collo.
Mentre se ne va, la piccola stronza scivola fuori dal letto, con le lenzuola avvolte intorno a lei e con quel maledettissimo sorriso che mi mette in ginocchio ogni volta che me lo regala, solo che ora, rende solo le cose peggiori. -Perché non mi hai chiamato, amore?- Mi chiede.
-Oh, non lo so. Forse stavo solo stupidamente pensato che stessi facendo qualcosa di normale in quel letto, tipo che ne so, dormire.-
-Tesoro, come posso dormire se mi manchi così tanto?- Sorride, appoggiando una mano al mio petto.
Faccio un passo indietro, sentendo la rabbia per il tradimento bruciare dentro il mio cuore spezzato. -Oh, quindi non puoi dormire, ma puoi cornificarmi? Sì, ha un senso.-
-Amore, se solo mi ascoltassi...-
-No, io e te abbiamo chiuso. Esci di qui.- Incrocia le braccia sotto il seno, determinata a rimanere. Sto lentamente attraversando il limite che sta tra deluso e incazzato. -Esci, prima che ti butti fuori io!-
-Non puoi buttarmi fuori da casa mia!-
-Ah no?- Chiedo, prima di caricarla sulla mia spalla. Inizia ad urlare, picchiando leggeri pugni sulla mia schiena, scalciando l'aria ed aggrappandosi agli stipiti delle porte, ma non me ne frega un cazzo. Doveva pensarci prima. Apro la porta, e mi ritrovo davanti il suo nuovo giocattolino, che si gira verso di me vedendola scalpitare sulla mia spalla. Sto per scoppiare a ridere, il povero stupido la stava aspettando! Beh, può anche tenersela a questo punto. Lo supero con una spallata e la faccio scendere, prima di beccarmi uno schiaffo sonoro dritto in faccia. -Sai, non ho mai picchiato una donna nella mia intera vita, ma c'è sempre una prima volta.- Le ringhio addosso, minacciandola.
-Fottiti!-
-No, quello lo hai fatto tu. Molte volte. La domanda del giorno è: quante volte hai fatto lo stesso con lui?-
-Sei un bastardo! Sarai un santo tu, allora, con tutte le troie che ti salteranno addosso dopo i concerti!-
In realtà, mi sono sforzato di rimanerle fedele da un po', ed ero anche abbastanza fiero di me stesso, ma lei non lo deve sapere. -Va bene, hai ragione. Ti sto cacciando fuori da casa così potrò ospitare le quindici donne con cui ho fatto sesso la scorsa notte senza che tu sia gelosa, visto che benché abbiano un quoziente intellettivo sotto la media, le preferisco di gran lunga a te!- Finisco, strappandole le lenzuola da dosso e tornando in casa, lasciandola nuda davanti al pianerottolo.
-Non puoi lasciarmi così! Senza vestiti, soldi e i miei effetti personali...- Grida alla mia schiena.
-Beh, allora, credo avresti dovuto pensarci prima di fare entrare lui.- Le rispondo senza girarmi a guardarla, prima di sbattere la porta dietro di me e chiuderla a chiave. Ora non può più entrare in casa, visto che non ha la chiave con sè, a meno che non conosca qualche trucco per conservare oggetti in posti poco comodi. Mi siedo ai piedi della porta prima di lanciare le lenzuola tra le fiamme. Fisso il fuoco, sperando che le fiamme mi diano una qualche risposta... Quando finalmente, lo fanno.
 
~~

Il mio cellulare squilla circa un'ora dopo. Sono in un locale, perfettamente in pace con me stesso e con una nuova ragazza tra le mie braccia. Non avrei dovuto, ma era così dannatamente sexy che non ho resistito. Il nome di mio fratello compare sullo schermo del cellulare. -Ehi, Mike, che succede?-
-Oh mio Dio!- Mi urla nell'orecchio, poi aggiunge sottovoce -Ha risposto!- prima di tornare a parlare con me. -Dove diavolo sei?!-
-In un locale. Perché, che succede?- Chiedo con scarso interesse, troppo preso dalla bionda che in questo momento sta facendo un gioco strano con un ciliegia e la sua bocca.
-Non ci crederai mai, Chad, ma...-
-Lasciami indovinare... La mia casa sta andando a fuoco.-
-...Sì, esatto.-
-Beh, allora ho fatto bene a firmare per l'assicurazione... E ad installare un sistema ignifugo nello studio di registrazione, no?-
C'è una lunga pausa, prima che torni al telefono, un po' pù calmo. -Perché mi sembra che non te ne freghi una mazza?-
-Perché è così.- Domanda semplice, risposta semplice.
-Chad, casa tua va a fuoco, Marianne è nuda davanti all'entrata...- Continua, sperando di ricevere qualche reazione.
-E? Dimmi qualcosa che non so.-
-Hai appiccato tu il fuoco, vero?-
Un ghigno attraversa le mie labbra, in onore della piccola ma magnifica vittoria. Oh sì, ho appiccato io il fuoco... Ai suo vestiti, al letto, e alle nostre lenzuola. Chiaramente tutta quella roba non poteva starci nel camino, così ho fatto un bel falò con quel disgustoso divano che ho comprato per lei. Poi sono uscito dalla porta sul retro e, dopo essermi assicurato che la porta del garage fosse chiusa, sono salito sulla sua Corvette rossa fiammante che le avevo comprato per Natale e sono sfrecciato giù per il viale alberato, verso la città. Solo prima di scendere dalla macchina mi sono accorto che sul sedile affianco a me era posata la sua borsetta. Non avrei mai immaginato che un uomo potesse esagerare con il comprare stronzate assurde. Dovrà pagare i suoi debiti fino alla fine dei suoi giorni quando avrò finito con il suo portafogli. Magari così capirà quanto fa male essere usati per i soldi.
Rido al telefono, in risposta alla domanda di Mike. -Ve bene, non ti chiederò spiegazione alla tua cretinaggine... Tieni acceso il telefono, torna tra un paio i giorni. Mi dimenticherò di averti chiamato.-
-Affare fatto. Ci vediamo.- Chiudo la chiamata prima di ammiccare alla bionda, che sarà mia per tutta la serata. Lei sbatte le lunghe ciglia nere, facendo scivolare la sua mano sotto il tavolo, lungo la mi gamba. Il piccolo diavolo che è in me le sorride, perché se gli angeli vanno in paradiso, io andrò dritto all'inferno.
  
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