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Autore: SaraMichaelis_Ciel    23/09/2011    2 recensioni
Breve fic dedicata a Fiammellina. {AcexAnne}
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Portuguese D. Ace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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{ANNE POV}

La gradevole brezzolina che si alzò quella sera fece ondeggiare flebilmente la tenda della camera da letto, provocando in me un senso di assoluta libertà.
Il respiro aveva acquisito nuovamente stabilità, -regolarizzandosi lentamente- mentre i muscoli del mio corpo si rilassavano tra quelle lenzuola sgualcite e in disordine. Rivolsi lo sguardo verso il soffitto buio della stanza nel tentativo di recuperare le forze, dopo quella magnifica esperienza vissuta.

Il ragazzo dai capelli setosi e corvini, con alcune lentiggini che gli punteggiavano il viso, riposava beato con un’espressione felice e distesa proprio lì, accanto a me.

Senza accorgermene presi ad osservarlo con interesse, incantata ed ammaliata dalla bellezza di quel fisico scultoreo e scolpito. Un lieve rossore si espanse sulle mie pallide gote, avvampando inspiegabilmente nel rimembrare ancora quei momenti di intensa alchimia.
Chiusi gli occhi, assaporando ancora una volta quella sensazione di assoluto piacere che pervase totalmente il mio corpo.

Dita affusolate, bollenti come un fuoco acceso, scorrevano lentamente lungo le mie esili forme, facendomi rabbrividire all’istante. Labbra soffici e delicate che, solleticando ripetutamente la mia pelle, si incurvavano in un ghigno irresistibile modellandosi perfettamente su di essa, scorrendola con inaspettata malizia.

Le sinapsi erano completamente scollegate; avevo perso il controllo del mio corpo, accecata com’ero da uno sfrenato desiderio di averlo tutto per me.

Lo desideravo ardentemente.
Desideravo che Portgas D. Ace fosse mio e di nessun’altra.

Il suono provocato dai corpi irrigiditi e dal contatto che la nostra pelle sudata produceva.
I numerosi gemiti e mugoli di piacere che fuggivano costantemente dalle nostre labbra riecheggiavano nella stanza, quasi fossero echi impazziti.


Non riuscivo a controllarmi.
Portgas D. Ace era diventato una tentazione, e qual’era il modo migliore di resistere, se non assecondarla e cedere ad essa?

Così fu.

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“Fiammellina…?” - un flebile sussurro mi distolse da quei pensieri che iniziavano a ronzarmi fastidiosi in testa; lentamente rivolsi l’attenzione verso di lui, notando i suoi occhi neri incollati sulla mia figura.

“Accendino...’

Quest’ultimo si avvicinò inglobandomi in un caloroso abbraccio, mentre intrecciava le dita tra i miei capelli, giocherellando con essi.

“Splendida…” - incurvò un sorrisetto sghembo.

“Non dire stupidaggini… la prossima volta non cederò così facilmente al tuo fascino da playboy impenitente” - gonfiai le guance, arrossendo appena.

“E’ quello che ripeti ogni sera piccola, ma alla fine ci ritroviamo sempre avvolti nelle lenzuola, completamente svestiti.. o sbaglio? “ - ridacchiò sonoramente mentre si divertiva a deliziarmi con piccoli e semplici attenzioni.

“Non so di cosa tu stia parlando...” - bofonchiai mentre artigliavo con forza il lenzuolo bianco con cui coprivo il mio corpo ancora accaldato.

“Piccola non c’è nulla di male in tutto questo.” - mormorò con tono sensuale, mordicchiando nel frattempo il bordo del mio orecchio.

“Stai buono ESU” - sussultai lievemente chiudendomi a riccio, comodamente accoccolata sul suo petto.

“Chiedo venia, ma non sono in grado di resisterti..” - ridacchiò, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.

“Baka di un accendino, smettila di provocarmi in questo modo!”

“Hn? Come?” - alzò un sopracciglio, sorridendo a trentadue denti chiaramente divertito da quella mia affermazione.

“ N-nulla…” - deglutii pesantemente rivolgendo lo sguardo verso il pavimento, dov’erano sparsi i nostri vestiti. In verità non sapevo fornire una risposta sensata.

Il perché? Era molto semplice.

In quel preciso istante non ero in grado di formulare ragionamenti che avessero senso compiuto.

La ragione aveva ceduto il posto al sentimento.

Quello che desideravo di più al mondo era Lui, solamente Lui.
Nonostante l’orgoglio che impediva di cedere subito a lui e la timidezza che provavo quando gli stavo accanto, aveva la strana capacità di capire il mio stato d’animo, ancor prima di riuscire ad esternarlo.

“Ace?” – lo chiamai in silenzio alzando lentamente il capo per poi accorgermi che si era appisolato.

“Stupido accendino, non puoi nemmeno immaginare quanto possa amarti.” - mormorai silenziosamente, lasciandomi cullare da quel calore che inebriava i miei sensi. Gli occhi si fecero sempre più pesanti fino a chiudersi completamente, abbandonandomi a quel senso di stanchezza che percepivo.
  
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