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Autore: Kate_88    29/09/2011    21 recensioni
[Itazura na Kiss] [NaokixKotoko] Siamo alla puntata 14, quando Naoki finalmente si dichiara a Kotoko. Ho pensato che forse gli eventi potevano cambiare un pò, essere leggermente diversi da quanto ci è stato mostrato, con una piccola resistenza proprio da parte di Kotoko.
Naoki riflette, per la prima volta si sente strano, scosso.
Dalla storia: L'aveva baciata, le aveva detto che ormai poteva non contare più i loro baci, le aveva rivelato tante cose in un abbraccio ma Kotoko aveva ragionato e dopo aver goduto di quell'abbraccio, sognato da tanti anni, si era spostata e prendendo la borsa aveva semplicemente detto: « Non prendermi in giro. Sono stufa dei tuoi giochetti. »
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutte.
Molte sanno che scrivo sul fandom Sailor Moon tuttavia rivedendo Itazura na Kiss per l'ennesima volta, leggendo il manga e sognando su questa fantastica coppia, ho pensato che fosse ingiusto non scrivere nulla su di loro (qualcuno penserà che forse era meglio se mi facevo gli affari miei, ma non posso farci nulla u.u).
Siamo nella puntata 14. Per chi ha visto l'anime (questa shot la potete leggere se siete arrivati alla 14 poiché non ci sono spoiler per le successive) sa che in questa puntata Kotoko rivela a Naoki che sposerà Kinnosuke e finalmente, dopo anni di tentativi, Naoki si dichiara a Kotoko, affermando che lei potrà amare solo lui e dopo averla baciata sotto la pioggia, i due si mettono insieme, dichiarando alla famiglia che si sposeranno.
Bene, fin qui ci siamo.
Adesso la mia mente ha fatto un paio di passi indietro, fermandosi al bacio e all'abbraccio: Kotoko poteva reagire in modo diverso? Secondo me si.
Ha lottato per anni e lui si dichiara solo nel momento in cui lei decide di sposare un altro, in più dopo il bacio malefico e varie prese in giro, è difficile credere a quel genio, anche se è il ragazzo che si ama più della propria vita.
Vi lascio quindi con questa shot, con i pensieri di Naoki anche se in terza persona (ho provato prima a scrivere in prima persona, poi ho notato che stavolta rendeva meglio in terza) e con piccole parti della canzone Teorema di Marco Ferradini.

 



 

« Essere un uomo »





 

Senza l'amore l'uomo che cos'é,
su questo sarai d'accordo con me.
Senza l'amore l'uomo che cos'é
é questa l'unica legge che c'è.

 

(Teorema – Marco Ferradini)



 

 

 

Si può essere un vero uomo senza amore?

Se lo domandava da diversi minuti, sotto la pioggia che crudele bagnava il suo corpo e lavava via dalle sue labbra i residui di un bacio.

Kotoko era fuggita e con la sua fuga erano emersi tutti i dubbi, le paure e le incertezze.

Poteva davvero amare quella ragazza o si era lasciato trasportare dal momento, scosso a tal punto dalle decisioni di lei?

L'aveva baciata, le aveva detto che ormai poteva non contare più i loro baci, le aveva rivelato tante cose in un abbraccio ma Kotoko aveva ragionato e dopo aver goduto di quell'abbraccio, sognato da tanti anni, si era spostata e prendendo la borsa aveva semplicemente detto: « Non prendermi in giro. Sono stufa dei tuoi giochetti. »

Quanto si è grandi a vent'anni? Quanto si capisce della vita?

Kotoko aveva compreso che ogni istante per Naoki rappresentava un gioco, una semplice sfida che avrebbe vinto con troppa facilità, nulla in confronto al suo QI, quel numero che da anni l'aveva reso speciale agli occhi di molti.

Naoki osservava la strada deserta e pensava mentre Kotoko si allontanava da casa Irie, prendendo una nuova direzione.

 

La pioggia continuava a scivolare sul corpo bagnato, sui vestiti che si arrendevano alla forza dell'acqua, lasciando passare fin dentro le ossa il freddo ed il disagio che quell'insieme di sensazioni provocavano; Naoki continuava a fissare il vicolo, senza capire il perché di quelle paure che erano affiorate dopo la sua dichiarazione.

Ami Kotoko, che problema c'è?

Nella testa si affollavano le domande ed il volto allegro e tenace di lei, si alternava con i loro momenti duri, quando lui la trattava male, quando le urlava contro ogni cattiveria, fregandosene dei sentimenti di lei.

Quello era Naoki Irie, un ragazzo freddo, con il QI di duecento e la delicatezza di un barbaro, eppure Kotoko aveva continuato ad amarlo, anche quella stessa sera, prima di scappare, si era abbandonata a quell'abbraccio; l'aveva capito dalla stretta delle sue mani sulla spalla, dai sospiri di lei e dai soffi caldi che s'infrangevano contro la sua maglietta. Kotoko era calda e vivace ed in tutti quegli anni non aveva mai mollato, non aveva mai detto basta a quell'amore non corrisposto.

Adesso era fuggita e per la prima volta aveva lasciato il grande Irie nei guai con sé stesso.

Doveva pensare, pensare come aveva sempre fatto perché era la cosa che gli riusciva meglio: pensare e capire cosa ci fosse dietro quella dichiarazione e dietro quella fuga.

Kotoko l'aveva amato fin dal primo giorno e negli ultimi anni c'era sempre stata per lui, lo ricordava bene.

Avevano studiato insieme per gli ultimi test, seguito una lezione insieme e fatto un doppio a tennis; aveva cucinato per lei, l'aveva baciata due volte – una volta di nascosto, lo ricordava bene – costringendo il fratello al silenzio e l'aveva convinto che essere medico fosse giusto per lui che finalmente poteva prodigarsi per il prossimo.

Lei era stata preziosa. Lei c'era sempre stata con il sorriso e la sua forza d'animo.

L'amava da tempo.

Ripensò ancora a quella ragazza pasticciona e si rese conto dei dispetti, delle brutte parole e dei momenti infelici che le aveva fatto passare.

Si era dimostrato un senza cuore, un uomo privo di sentimenti, in grado solo di aprire un libro e memorizzarne il contenuto.

Era davvero un uomo quello che al mattino vedeva riflesso nello specchio?

Doveva dare un nome a quella sensazione nel petto, quel problema di batticuore simile ad un problema cardiaco, in grado di presentarsi solo in presenza di Kotoko.

Eppure l'aveva mandata via tante di quelle volte negli anni, perché adesso si era dichiarato?

La soluzione c'era, era tra le sue parole, tra i suoi pensieri e nei suoi gesti.

Iniziò a camminare, muovendo alcuni passi senza una meta, trovandosi spaesato da quei momenti di tensione interiore causati dall'assenza di quella ragazza, la stessa ragazza che c'era ormai da sempre.

Era abitudine o voglia di andare avanti?

Passo dopo passo, il vicolo si trasformava in altre vie e la pioggia che continuava a cadere incessante, non dava tregua ai suoi occhi ed alle articolazioni che risentivano di quell'acqua; cercava Kotoko provando ad immaginare dove potesse essere andata.

Cercava di capire cosa si nascondesse nella testa di quella persona che aveva da sempre considerato come una stupida, una ragazzina innamorata del ragazzo più intelligente della scuola.

Adesso però erano studenti universitari e lui poteva mischiarsi ad altri bravi, quasi al suo pari anche più belli, eppure lei continuava a cercarlo, sognando ad occhi aperti ed a voce alta il momento del loro matrimonio, quando lui avrebbe ceduto mormorando un fiero Sì!

Lo sbaglio c'è - si diceva - ma è in me.

Aveva lasciato l'ombrello dietro di sé, aveva trasformato il passo in corsa e più volte aveva rischiato di cadere, cedendo il posto all'irrazionalità, cercando Kotoko nei tanti posti dove poteva essere.

Il parco, qualche bar o locale ed il karaoke; cercò anche alla stazione, ai bagni pubblici ed all'università, cambiando treni e mezzi rimanendo bloccato nel traffico più volte, poi a distanza di ore, con il cellulare fuori uso per colpa della pioggia, si fermò ad una cabina vicino la vecchia scuola, quell'istituto dove tutto era cominciato.

Chiamò casa con pochi spicci e rassicurò i familiari che sarebbero entrambi rientrati in ritardo: in quella scuola lui si sarebbe giocato l'ultima carta buona, prima che la speranza di essere un uomo volasse via con i sentimenti di Kotoko.

« Kotoko! »

Chiamava il suo nome e stranamente avvertì una sensazione di benessere nascere proprio in quel momento, proprio dentro di lui.

Chiamare il suo nome lo faceva stare bene, lo faceva sentire un uomo vivo.

« Kotoko! »

Cercarla, inseguirla sotto la pioggia era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato di fare, eppure ad ogni passo, ad ogni goccia che per dispetto lo bagnava, realizzava quanto quella ragazza fosse importante, quanto quell'essere privo di razionalità lo facesse star bene.

Era un uomo al suo fianco e sentiva il bisogno, il dovere di proteggerla, una sensazione che provava ormai da diversi mesi o anni.

C'era un uomo nascosto dentro di sé, un uomo in grado di emergere ed essere vivo, con degli obiettivi, solo in presenza di quella ragazza.

Lei era quella persona speciale di cui parlavano i libri, di cui narravano i poeti.

« Kotoko! » la voce si perdeva tra le gocce di pioggia eppure la vista andava oltre, in grado di trovare quei capelli rossicci sotto il cielo scuro, proprio vicino al cancello secondario, quello usato dai ritardatari e da chi voleva guardare gli allenamenti dei ragazzi il pomeriggio.

Il cancello che puntava verso la classe che un tempo era destinata alla F.

« Kotoko, vieni qui! »

Era una voce imperativa, priva di dolcezza o romanticismo, vuota di ogni sentimento come ogni volta in presenza di quella ragazza.

« Lasciami da sola, per favore. Una volta a casa prenderò le mie cose e tornerò alla nuova abitazione scelta da papà oppure andrò da Junko. »

« Intanto torniamo a casa, ti ammalerai. »

« Vai pure, io arrivo... »

Era freddo eppure avvertiva la voce spezzata di lei ed anche senza vederla, sentiva che non c'erano solo gocce di pioggia sul suo viso.

« Rientriamo! »

« Va via! » aveva alzato la voce, voltandosi e mostrandosi nuovamente come una donna risoluta, piena di tenacia e forza « Sono stufa. Vai via o vado via io ma non seguirmi. Tu sei freddo, sei senza cuore e giochi con i miei sentimenti. Non ti piaccio, non mi ami, non mi vuoi ma mi baci e mi tieni ferma, sospesa in questo amore a senso unico. Basta. Sono anche io un essere umano ma tu ancora non te ne rendi conto. Sposerò Kinnosuke e finalmente ti dimenticherò. »

Sgranò gli occhi. Naoki si sentì spiazzato dalle parole di Kotoko, notando nel suo sguardo una forte determinazione e la tristezza di quel momento; lei non aveva creduto alla sua dichiarazione ed al suo bacio, era convinta che fosse una presa in giro ed ancora una volta si ritrovò a pensare che il nome di Kinnosuke fosse davvero irritante se pronunciato su quelle labbra che aveva baciato poco prima.

L'afferrò per un braccio, correndo così veloce da non darle il tempo di scappare di nuovo, lasciandole solo la possibilità di ribellarsi per un po' fino alla sua completa resa.

« Basta. Tu non puoi sposare quell'uomo, non se ami me. »

« Ti dimenticherò e sarà come se non ti avessi mai conosciuto! » Lei non lo guardava, non riusciva a sostenere con fermezza lo sguardo serio di Naoki.

« Kotoko... » la voce si fece più dolce, quel poco che bastava per farla girare sorpresa, così da guardarlo in viso « Kotoko... ti amo. Non dire più che sposerai un altro perché tu puoi stare solo con me. Dopo anni di tentativi, non puoi mollare proprio ora che mi sono deciso, che ho capito e dato un nome a questa sensazione. »

« Eh? Stai sch... »

« No. Sono serio. Mi sono innamorato di te ma se restiamo qui sotto la pioggia, durerà poco. »

Kotoko annuì, con le guance in fiamme e gli occhi semi chiusi; era in estasi per quelle parole appena udite così tirò un po' la giacca di Naoki e lo guardò qualche istante. Era un uomo in quel momento, l'uomo migliore che avesse mai visto.

« Perché finalmente hai scelto me? »

« Perché sei una montagna di difetti, ma non ci posso fare nulla, con te accanto mi sento un uomo in grado di scalare quella montagna. Adesso però andiamo... »

« No. Voglio un bacio. Uno solo, così capirò che non è un sogno. »

« Eh? Ma prima... »

« Su, su! Altrimenti racconto alla mamma che mi hai fatto stare sola sotto la pioggia. »

Kotoko aveva l'aria buffa eppure Naoki riusciva a scorgere l'insicurezza e la gioia dietro quelle espressioni; si era innamorato di un essere davvero strano, in grado di sorridere e scherzare, anche di fronte alla possibilità di un febbrone alto.

La baciò di nuovo e la strinse ancora più forte; adesso Naoki poteva definirsi un grande uomo con una donna da amare e proteggere al suo fianco.

Kotoko c'era sempre stata, pronta a prendere quel posto, innamorata di quello che aveva sempre definito: un uomo.

 

 


 

Non esistono leggi in amore,
basta essere quello che sei.
Lascia aperta la porta del cuore
vedrai che una donna
é già in cerca di te

 

(Teorema – Marco Ferradini)

   
 
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