Serie TV > Il commissario Montalbano
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Autore: misslittlesun95    29/09/2011    3 recensioni
Una chiamata uccide Salvo, un desiderio di vita lo spinge a lottare, una lotta in cui non sarà solo, ma accompagnato dall'eredità di una persona amata. Un'eredità complessa, ma che sarà il suo terzo giorno, quello della Resurrezione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Che tu sia il mio terzo giorno. 
Titolo del capitolo: Mors tua, vita mea.


Non sono siciliana, anzi sono del nord xD quindi è tutta in italiano (i'm sorry). é la prima volta che scrivo su Montalbano, spero vi piaccia. Accetto critice ma devono essere costruttive (ES: scrivi male datti all'ippica - no, grazie, lo so da me questo, quindi evitate)
Per il resto buona lettuta!

 
Montalbano si rigirò nel letto. Faceva freddo come se fosse inverno ma invece erano gli ultimi di agosto. Un agosto caldo, di quelli da passare al mare. Di quelli da ciel sereno.
Ma si sa, ne arrivano un sacco di fulmini a ciel sereno. Come quella telefonata una settimana prima, dall'ospedale di Genova.
Livia. Morta. Aveva parlato al telefono con il medico per venti minuti, ma alla fine gli erano rimaste impresse solo quelle due parole. Neanche abbastanza da formare una frase minima, solo due parole. E potevano due parole uccidere un uomo? A quanto pare si.
Tanta gente c'era al funerale di Livia, tanta gente a dire che non è giusto morire per un ubriaco che guida male (così se ne era andata lei), tanta gente a dirgli parole di conforto. Tanta gente a Genova come ce ne era sempre tanta in Sicilia, a Vigàta. E anche a Vigàta stavano tutti a dargli una mano, a dirgli che ce la doveva fare. Tanta gente che però parlava per sentito dire e non perché c'era passata. E a lui non rimaneva altro che se stesso. Salvo deve salvarsi, Salvo non sa salvarsi.
Ancora un giro nel letto vuoto, anche il pensiero che in quel letto ci aveva dormito lei era doloroso. Era tutto doloroso, il mondo era dolore. Doveva farci l'abitudine, credere che sarebbe passato, sapere che non era vero. Doveva riprendere a vivere, anche se pure la vita gli pareva lontana.
- Salvo sei vecchio! - Gli diceva lei. E allora perché è morta lei che era giovane, si chiedeva. Livia, Livia che non aveva motivo di morire, Livia che era amore. La fidanzata storica, quella con cui prima o poi si sarebbe sposato, o qualcosa di simile, forse. Livia che stava per cadere preda dei vermi. Livia che era tutto e diventava nulla.
Il concetto di morte gli era più vicino del solito, gli passava affianco quasi strisciandosi morbosamente su di lui, come a mostrarsi sua unica compagna. “La sua morte ti accompagnerà” pareva dirgli “come il dolore sarà lei tua compagna d'ora in poi.”
E sembrava aver ragione. E il commissario cominciava a capire i parenti delle vittime, cominciava a capire cosa significasse essere inermi davanti alla vita.
Ma come un lampo la vita tornò a lui vicina. “Via, via concetto di morte, via dolore, via morte stessa. Salvo reagisci, Salvo vivi”. E lui la sentì, sentì la vita forte come gli abbracci di Livia.
E uscì alla ricerca della vita, uscì e andò verso il commissariato.
   
 
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