CAPITOLO 1 – Solo un’illusione
(piccolo avvertimento per rendere più
semplice la lettura: questo primo capitolo riprende la storia da una delle
ultime puntate del cartone e precisamente da quando Strawberry scopre che
Profondo Blu e Mark sono la stessa persona.)
Strawberry camminava a passo spedito per le strade: la sua città non le era mai parsa tanto bella! Il sole splendeva nel cielo sereno e finalmente aveva un po’ di tempo libero da dedicare a sé stessa e soprattutto a Mark. Il solo pensare al ragazzo la fece arrossire. Quanto era bello! Ne aveva conosciuti, lei, di ragazzi carini o piacenti, ma nessuno poteva eguagliare Mark. Lui era davvero meraviglioso!
Strawberry saltellava
allegra facendo svolazzare la gonna della divisa scolastica. Lo avrebbe
aspettato alla solita panchina nel parco, ma questa volta non sarebbero andati
al Caffè Mewmew: avrebbero fatto un romantico giro lungo il fiume o
magari chissà, lui avrebbe proposto di andare al cinema o a qualche
mostra interessante. Era sempre così pieno di interessi, lui! Strawberry
a volte si sentiva un po’ inferiore, perché lei era, in fondo, una
persona come tante altre. Certo, aveva il potere di trasformarsi in Mewberry,
ma questa capacità era da annoverare più fra i fastidi che fra le
glorie!
Non che Strawberry fosse
realmente dispiaciuta di essere una Mewmew: aveva conosciuto tante persone
interessanti in questa avventura e poi ora che anche Mark faceva parte del
team, non aveva più paura di nulla e anzi, il lavoro al Caffè le permetteva
di passare del tempo col suo adorato.
Sempre persa in dolci
pensieri, Strawberry arrivò al parco. Era in lieve ritardo e se lo
rimproverò.
Strawberry “Sei
sempre la solita!!! Non dovresti far aspettare Mark!”
Ma, arrivata sul luogo
dell’appuntamento non vide traccia del ragazzo.
“Forse il mio
orologio è un po’ avanti” si disse la ragazza lasciandosi
cadere scompostamente sulla panchina “Be..pazienza, per una volta
aspetterò io! In fondo Mark non è mai stato in ritardo!”
Strawberry
sospirò. Era contenta quel giorno, si sentiva bene. Eppure da qualche
minuto avvertiva un senso di disagio. Non sapeva spiegarselo: tutto stava
andando alla perfezione e fra poco Mark sarebbe arrivato così avrebbero
potuto passare un pomeriggio assieme senza che nessuno dicesse loro cosa
dovevano o non dovevano fare.
Le tornò in mente
la prima volta che aveva conosciuto Ryan. Doveva essere più o meno in
quel luogo. Lui l’aveva presa in braccio e portata in salvo, per poi
svelarle che in realtà lei era una prescelta e che avrebbe dovuto
combattere per salvare la terra dagli alieni. Non era stato per niente cortese
con lei. In realtà non lo era mai e Strawberry l’aveva preso
subito in antipatia. Quante arie da so-tutto-io che si dava! E poi faceva
sempre il prezioso! Una persona insopportabile!
Eppure la visione
d’insieme di quel ragazzo le sfuggiva di continuo. C’erano un sacco
di particolari che non si incastravano nel puzzle che formava la sua figura.
Erano solo dettagli, certo, ma Strawberry non riusciva a toglierseli dalla
mente, perché l’avevano colpita. Era come se da dietro quella
faccia di bronzo ogni tanto emergesse un’altra persona, più umana.
Come quella volta che le aveva chiesto scusa per tutti i guai che le stava
procurando, come quando le aveva detto che lui le avrebbe sempre protette, come
quando aveva saputo la triste storia della sua famiglia. In
quell’occasione Strawberry si era sentita molto vicina a lui quando gli
aveva detto che le dispiaceva, ma lui l’aveva ripagata con uno dei suoi
sorrisi indecifrabili e l’aveva baciata per dispetto, per farla
trasformare in gatto.
“Se ci penso mi
viene una rabbia!!!” pensò la ragazza facendosi livida in volto.
“Ora basta pensare
a queste cose! Sarà meglio chiamare Mark….mi preoccupa il fatto
che ancora non si veda…”
Strawberry
afferrò il cellulare e compose il numero del fidanzato. Il segnale di
libero le suonò più volte nell’orecchio prima di far
scattare la segreteria telefonica.
“Strano che non
risponda” pensò la ragazza sempre più allarmata. Quel senso
di fastidio e di ansia non le dava pace.
“Proverò a
chiamare a casa” si disse cercando di mantenere la calma.
Nuovamente il telefono
squillò a lungo e Strawberry stava quasi per attaccare quando una voce
dall’altro capo rispose.
- Pronto?
- Pronto! Buonasera signora,
sono Strawberry, un’amica di Mark. Volevo sapere se è in
casa…
- No, mi spiace –
rispose la madre di Mark – è uscito alle due e so che non
rientrerà fino all’ora di cena…se vuoi posso riferirgli un
messaggio…
- No grazie signora, non
si preoccupi, non è niente di urgente! Arrivederci!
- Arrivederci!
Strawberry scostò
il cellulare dall’orecchio. Non le piaceva, non le piaceva proprio per
niente questa storia. La ragazza compose un numero.
- Pronto?
- Pronto Kyle! Ciao sono
Strawberry…senti…so che puoi rintracciare chiunque di noi sul tuo
computer…e…ecco…avrei bisogno di sapere dov’è
Mark…sono un po’ preoccupata…sai dovevamo vederci, ma lui non
è arrivato e di solito è sempre puntuale…
- Avrà trovato
qualche bella biondina – rispose una voce roca e familiare.
- Ryan! Dovevo capirlo
che eri tu! Comunque questo non è il momento di scherzare! Sono
preoccupata!!
Il ragazzo non
faticò a cogliere il tono allarmato di Strawberry e non fece altre
obiezioni.
- Ok, sta
calma…riferisco subito a Kyle e ti faccio sapere…resta in
linea…
Strawberry sentì
il suono del telefono che veniva appoggiato sulla scrivania, poi le voci di
Kyle a Ryan e il rumore del computer che eseguiva la ricerca.
- Strawberry?
- Dimmi Ryan!
L’avete trovato?
- Si..- la voce del
ragazzo era stranamente seria.
- Che c’è?
Cos’è successo?? – Chiese Strawberry mentre il presentimento
che aveva avuto si ingigantiva a dismisura nella sua mente.
- niente…non ti
preoccupare, Mark è qui nel parco…..
- Ah..allora sta
arrivando! Grazie mille Ryan e ringrazia Kyle, gli vado in contro..
- Aspetta!
- Cosa c’è?
- non lo sappiamo di
preciso, ma c’è qualcosa di strano lì attorno. Il computer
non riesce a decifrare le onde…sembra un campo mew, ma è
potentissimo…non sappiamo di cosa si tratti. Vai a dare un’occhiata,
ma con prudenza, siamo intesi? Intanto avverto le altre. Tieniti in contatto
con me, d’accordo?
- Si, si certo…
- Strawberry…non
sto scherzando…fa’ attenzione!
Ryan sembrava davvero
preoccupato.
- Non ti preoccupare
Ryan starò attenta! E poi se c’è Mark lì vicino non
corro alcun rischio! Ti faccio sapere! Ciao!
- Strawb… Troppo
tardi! Ha appeso!- disse Ryan girandosi verso Kyle intento ad armeggiare col
computer. – Se qualche volta mi stesse ad ascoltare invece che essere
così precipitosa!
- Cos’è che non le hai
detto? – Chiese Kyle.
- Che il campo di
energia che abbiamo trovato non viene da un punto imprecisato vicino a dove si
trova Mark, ma da Mark stesso… Senti…avvisa tu le altre per favore.
Dì loro che è urgente…ci vediamo dopo
- Ryan aspetta – Kyle
tentò invano di fermarlo – Ma dove vai??
Il ragazzo biondo non si
voltò neppure per rispondere – Da Strawberry…non posso
lasciarla sola!
- Ma è
pericoloso…- cercò di obiettare Kyle - ..non sei ancora in grado
di aiutarla…
Inutile. Ryan se
n’era già andato. Non c’era proprio verso di farlo ragionare
quando una delle ragazze del team era in pericolo, soprattutto se si trattava
di Strawberry.
Il suo intuito di gatto
la stava mettendo in guardia. C’era davvero qualcosa che non andava
lì attorno e non c’era
certo bisogno che glielo dicesse il computer di Kyle. L’istinto le
suggeriva che qualcosa di pericoloso si aggirava nei paraggi. Doveva sbrigarsi
a trovare Mark perché poteva trovarsi in guai seri. In fondo, come aveva
dimostrato in più d’un’occasione, lui poteva sfruttare la
sua forza di cavaliere blu solo per difendere Strawberry. Era una cosa molto
romantica, certo, ma anche molto pericolosa per l’incolumità di
lui che pure aveva saputo sempre reagire con grande forza fino a quel momento.
Tutti questi pensieri si
agitavano nell’animo di Strawberry mentre correva per i viali del parco
con l’agilità di un felino. Cercava disperatamente il ragazzo con
lo sguardo, ma non riusciva a distinguere nient’altro che verde
finché ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione.
Non era stato
propriamente qualcosa che aveva visto, quanto piuttosto qualcosa che aveva
percepito. Mark era lì, ne era sicura. Era dietro alle mura del
monumento che sorgeva nel parco, proprio prima delle scale che conducevano al
tempio.
“Finalmente”
pensò sollevata Strawberry “Ti ho trovato!”
Stava per chiamarlo ad
alta voce quando qualcosa le bloccò la voce in gola.
Mark stava immobile nel
centro dello spiazzo, la cartella che aveva con sé era caduta ai suoi
piedi e il ragazzo era preda di spasmi violenti. Una luce azzurrognola
circondava il suo corpo e emanava un’energia incredibile.
- Ma che succede??
– mormorò Strawberry a mezza voce.
Sembrava che Mark si
stesse trasformando nel cavaliere blu, ma qualcosa non tornava. - Mark –
sussurrò la ragazza con un filo di voce.
A risposta, la luce
attorno al corpo del ragazzo divenne più intensa finché esplose
in mille fasci azzurri accecando Strawberry e Ryan, che nel frattempo era
arrivato. Si alzò un fumo denso: il ragazzo non si vedeva più.
Strawberry avanzò
nel fumo coprendosi la bocca per non respirarne.
- Mark!! Mark!! Dove sei? Stai bene?? Mark!! –
urlò avanzando.
- Aspetta! – Ryan
l’afferrò per un polso – sta’ attenta…potrebbe
essere pericoloso
Strawberry lo
guardò con occhi di fuoco – Proprio perché è
pericoloso devo andare!! Mark è di certo nei guai! Credi che io possa
restare qui ad aspettare senza far niente??
Strawberry si
liberò dalla stretta con uno strattone. Si sentiva svenire per il fumo e
per la paura: cosa stava succedendo? Dov’era Mark, perché non le
rispondeva?
- Ma che succede??
– disse una voce poco lontano da loro.
- Mina! –
chiamò Strawberry che aveva riconosciuto la voce dell’amica.
- Siamo qui Strawberry,
ci siamo tutte! – rispose Lory.
- Ma cosa è
successo qui? – interloquì Paddy.
Strawberry non fece in
tempo a rispondere. Dal luogo esatto in cui si era generata l’esplosione
iniziò a soffiare un vento innaturale, troppo improvviso e troppo forte.
Le ragazze si coprirono
gli occhi per evitare la polvere sollevata dal turbine.
Ma cosa succedeva?
Poi quando il vento fu
placato una sagoma si stagliò dietro gli ultimi sbuffi di fumo. Era un
profilo familiare. Strawberry sentì il cuore riaversi.
- Cavaliere blu! Allora
stai bene!
Con le lacrime agli
occhi la ragazza stava per buttargli le braccia al collo, quando il velo di
fumo si dissolse.
- Ma cosa.. –
riuscì a mormorare Tart che nel frattempo aveva fatto la sua apparizione
seguito da Pie e Gish.
Gli occhi di Strawberry
si dilatarono a dismisura, il sangue le si ghiacciò nelle vene, il cuore
perse un battito.
Davanti a loro stava
qualcuno che non avevano mai visto. Era in tutto e per tutto simile al
cavaliere blu, ma i suoi capelli erano neri come la pece e gli occhi di
ghiaccio erano bordati di rosso carminio.
- Mark..- lo
chiamò Strawberry alzando debolmente una mano verso quell’essere
che era apparso.
- Stupida umana! –
rispose quello sprezzante – Il mio nome non è Mark! Eppure avresti
dovuto capirlo. Sono io, sono Profondo Blu.
Un silenzio
agghiacciante era sceso in mezzo a loro. Profondo blu…allora era lui! Ma
come era apparso? e dove era finito Mark? e perché quel mostro aveva lo
stesso aspetto del cavaliere blu? Ognuno cercava di mettere ordine nella
propria mente, di arrivare a sciogliere l’enigma. Come era possibile?
Una spiegazione
c’era in realtà, molto semplice e immediata, ma così
assurda che era impossibile da accettare.
- Maledizione –
imprecò Ryan sbattendo violentemente un pugno sul terreno – Avrei
dovuto capirlo subito!
La risposta si stava
facendo strada pian piano anche nelle menti degli altri presenti, ma quella di
Strawberry ancora non voleva cedere alla dura logica dei fatti.
- Cos’ hai fatto a
Mark? Dove lo hai portato, maledetto!? – Urlò la ragazza
stringendo i pugni in direzione dell’avversario – dimmelo subito o
sarà peggio per te!
Per tutta risposta
Profondo blu scoppiò in un’orribile risata.
- Evidentemente ti ho
sopravvalutata micina! Non hai ancora capito?
La guardò negli
occhi mentre quelli di lei sprizzavano fuoco.
- Io sono
Mark…o meglio, lo ero!
L’alieno fece una
pausa per gustare a pieno la reazione di Strawberry che era rimasta immobile,
impietrita. Qualcosa dentro di lei si era rotto, spezzato. La realtà
iniziava appena ad affacciarsi alla sua mente, come un’immagine sfocata
che all’improvviso acquista nitidezza, ma già stava lacerando
tutte le sue certezze.
Strawberry aprì
la bocca, ma non riuscì ad emettere nemmeno un suono. Poi si
accasciò sulle ginocchia.
Fu solo allora che
riuscì a mormorare – Io…come è possibile…
Profondo blu sorrise
malvagio. Provava un piacere immenso nel vedere lo sgomento dipinto sui volti
dei presenti e in particolar modo su quello di Strawberry. In segreto
pregustava la vittoria finale, il riscatto dalla prigionia a cui era stato
condannato ripagata col dominio illimitato sulla Terra. Mancava poco al suo
trionfo. Pochissimo. E ormai non c’erano più ostacoli sulla sua
strada: poteva concedersi di perdere un po’ di tempo per gustarsi questo
momento, che sognava da sempre.
- Mi deludi proprio!
Pensavo che non fosse tanto difficile da capire! Mark non è mai esistito
Strawberry! Era solo un mezzo, una pedina sulla mia scacchiera. Ma non era
reale!
- Certo che era reale!
Come puoi dire una cosa simile! – gridò Lory – non devi
ascoltarlo Strawberry! Sta solo cercando di confonderti!
Strawberry non si
muoveva. Avrebbe voluto credere alle parole di conforto dell’amica, ma
ora che Profondo blu le aveva mostrato una parte di verità, il suo
istinto le suggeriva che non c’era niente di falso nelle sue
affermazioni.
- è inutile che
cerchi di consolarla Lory! Quello che sto dicendo è tutto vero!
- No! Io non ti credo!
– gridò di nuovo Lory trasformandosi. – FIOCCO
D’ACQUA!
L’attacco della
Mewmew andò a segno, ma non scalfì nemmeno di striscio Profondo
blu che per tutta risposta scagliò un dardo infuocato verso Mewlory
colpendola in pieno.
La ragazza cadde a terra
con un grido.
- Mewlory! – la
chiamò Ryan mentre si precipitava verso di lei. Le altre Mewmew non
persero tempo e si trasformarono a loro volta schierandosi davanti
all’amica ferita per proteggerla da un eventuale nuovo attacco.
Ma Profondo blu non
sembrava avere intenzione di colpire di nuovo. Guardava malvagio Strawberry che era rimasta immobile al
centro del piazzale. Voleva che sapesse tutta la verità così che
la sofferenza potesse ferirla nel profondo.
- Sai Strawberry, non
è stato difficile entrare nei tuoi sogni e trarne tutte le informazioni
di cui avevo bisogno! – sorrise di nuovo – Non hai mai pensato che
Mark fosse troppo perfetto? Non hai mai capito che se era così
meraviglioso ai tuoi occhi era perché era stato progettato esattamente
per soddisfare i tuoi desideri?
Gli occhi di Strawberry
erano ormai vuoti. Neri e senza fondo.
- è così
sai? Tu eri troppo importante per il mio piano! Allora mi sono dato da fare per
creare l’essere umano dei tuoi sogni, una persona perfetta sotto ogni
punto di vista. Sono stato bravo?
Profondo blu ormai si
gongolava osservando sprezzante quell’imbattibile guerriera prostrata ai
suoi piedi, sapeva di averla colpita nel profondo con una ferita mortale.
Ed era proprio
così che Strawberry si sentiva. Morta dentro.
- Ho creato Mark
assecondando ogni tua aspettativa e l’ho lasciato agire come tu avresti
voluto. Ma lui non era che un corpo. E io ero dentro di lui e lo manovravo.
Persino la trasformazione in cavaliere blu non ti ha fatto nascere alcun
sospetto? – rise di nuovo – Ma come! Non ti sei accorta che il tuo
amato cavaliere ha fatto la sua comparsa proprio quando sentivi il bisogno di
essere protetta? Non ti è sembrata una coincidenza strana,
Strawberry?
La ragazza non poteva rispondere. Era immobile. Aveva subito un colpo troppo duro, troppo difficile da sopportare, più doloroso di mille ferite. E la cosa peggiore era che non aveva dubbi: sapeva che era la verità! Così si spiegavano tante cose…ma era difficile da accettare. All’improvviso si sentiva stanca, senza nemmeno le energie per muoversi e rialzarsi dignitosamente in piedi. Era….sconfitta.
- Perché lo hai
fatto, mostro?! perché l’hai difesa tante volte dagli attacchi dei
tuoi stessi scagnozzi se poi volevi eliminarla!? – chiese Mewmina urlando
tutto il suo dolore per l’amica.
- Per divertimento
– rispose serafico e glaciale Profondo blu – Ma non solo…in
realtà mi serviva qualcosa da lei….qualcosa che non potevo
prendere con la forza….mi serviva il suo amore!
- Maledetto! –
urlò Gish – Mi hai ordinato di ucciderla nonostante tutto e quando
ci stavo riuscendo proprio tu sei intervenuto a fermarmi…mi hai quasi
ucciso con quella ferita!!!
Profondo blu non si
voltò neppure per guardarlo – Che importanza vuoi che avesse la
tua inutile vita per me?
- ma allora –
esclamò Tart – Gish aveva ragione! Ci hai solo usati per i tuoi
scopi…non hai mai pensato di aiutare il nostro popolo! Non pensavi a
salvarlo!
Profondo blu scoppiò
di nuovo in una risata satanica – Perspicace mio piccolo Tart! Il mio
unico obiettivo è di impossessarmi del cristallo Mew e ora che mi sono
liberato dalla prigionia a cui ero stato relegato per secoli, niente mi
potrà fermare e il mondo sarà in mio potere!
Pie era livido in volto:
era sempre stato onesto con Profondo blu, convinto che fosse importante
mantenere la parola data e ora scopriva che li aveva solo usati.
- spiegami – disse
con la voce piena di rabbia – perché ostacolarci? Stavamo cercando
il cristallo per te…perché metterci i bastoni fra le ruote?
Avremmo potuto renderti il compito più semplice e
rapido…perché schierarsi dalla loro parte?
- Sapevo che eri
intelligente Pie! E visto che fra tutti sei sempre stato il più fedele
ti darò la soddisfazione di sapere prima di ucciderti.
Pie non distolse lo
sguardo stringendo i denti. Profondo blu lo guardava divertito.
- Vedi..in realtà
io non avevo bisogno di voi per la ricerca del cristallo, sapevo esattamente
dov’era! Voi mi servivate solo per fare in modo che tornasse al suo
splendore.
- ancora non capisco
– replicò Pie.
- Mi spiace –
rispose ghignando Profondo blu – ma il tuo tempo è
scaduto…il tempo degli umani è scaduto…addio!
Così dicendo
l’alieno sguainò la spada e iniziò a scagliare i suoi
micidiali attacchi.
Le Mewmew risposero con
le loro tecniche combinate.
- FIOCCO
D’ENERGIA! FIOCCO D’AZIONE! FIOCCO IMMOBILIZZA!
Ma fu tutto inutile. La
potenza dirompente di Profondo blu le scaraventò per terra. Tart e Pie
tentarono allora di coglierlo di sorpresa, dato che ormai era chiaro che era
lui il vero nemico. Ma i loro attacchi si infransero sul corpo
dell’alieno senza neppure scalfirlo. Profondo blu sogghignò
lugubre e lanciò un’altra serie di micidiali attacchi che ferirono
i due amici facendoli precipitare.
Profondo blu si
voltò allora verso la sua preda: Strawberry! La ragazza era ancora
immobile, cementificata. Era cosciente, ma si sentiva come sprofondare in un
nulla freddo e incolore. Non era consapevole di quello che stava accadendo intorno.
Non vedeva le amiche ferite, non sentiva la voce di Ryan che invano le imponeva
di trasformarsi e non si era neppure accorta che un attacco di Tart, deviato,
si era abbattuto accanto a lei.
- A noi due micetta
– sussurrò Profondo blu.
Mewlory comprese che se
nessuno avesse fatto niente, per l’amica sarebbe stata la fine. Si
sentiva così debole! Il corpo le doleva ovunque, ma non poteva
arrendersi: tante volte era stata Strawberry a salvare tutte loro, spesso
rischiando grosso. Ora toccava a lei.
“Maledizione!”
pensò Ryan con le lacrime agli occhi “Perché non mi succede
niente?! perché sono così inutile!”. Soffriva nel sentirsi
impossibilitato ad aiutare le sue ragazze. Soffriva nel pensare che persino una
bambina come Paddy era di certo più utile di lui. E tutto per colpa del
suo stupido DNA capriccioso.
Mewlory si alzò a
stento sulle gambe. Ryan cercò di trattenerla.
- Mewlory che stai
facendo?? Sei troppo debole non
fare pazzie!
- Sciocchezze –
rispose lei a fatica e si preparò a scagliare il suo attacco –
Fiocco d’..
Ma non riuscì a
finire. Cadde svenuta tra le braccia di Ryan. Il colpo infertole da Profondo
blu era stato troppo diretto.
- Mewlory –
sussurrò Ryan cercando di svegliarla. Poi il suo pensiero si
spostò sulla scena accanto a loro. Profondo blu aveva il braccio alzato,
stava per scagliare un suo attacco verso Strawberry che era accasciata davanti
a lui, completamente indifesa.
- STRAWBERRY!!!!!!!
– urlò Ryan con quanta voce aveva in corpo
- Addio micetta! –
sibilò Profondo blu e scagliò un lampo di luce che si
abbattè al suolo alzando un nuvolone di polvere.
Ryan fissava la scena
terrorizzato. I suoi occhi azzurri sempre così glaciali erano scossi da
un tremito. Troppo tardi…
- Strawberry –
mormorò piano: gli mancava il respiro. Non poteva crede che fosse
successo davvero…
- Credevi davvero che te
l’avrei lasciata prendere così facilmente!? Illuso! – disse
una voce sprezzante dall’alto di un albero.
Ryan alzò lo
sguardo: era Gish e tra le sue braccia stava adagiata Strawberry, ancora viva.
L’alieno aveva aspettato l’ultimo momento per intervenire: aveva
afferrato
A Ryan sembrò di
rinascere.
- Gish! – disse
irato Profondo blu – Avrei dovuto aspettarmelo da uno come te! Era logico
che vigliacco come sei ti saresti nascosto per poi cogliermi di sorpresa!
- è inutile che
tenti di farmi perdere la calma. Non farò qualche stupida mossa solo per
orgoglio – gli sorrise sprezzante – Ho un carico troppo prezioso
per poter rischiare. Arrivederci! – disse poi.
Nell’aria si
aprì un vortice dimensionale e Gish sparì oltre portando con
sé Strawberry, gli amici e il team Mewmew, Ryan compreso. Anche Kyle,
appena intervenuto sul luogo del disastro con preziose informazioni, venne
risucchiato e seguì gli altri nella dimensione aliena.