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Autore: AstoriaGreengrassMalfoy    02/10/2011    1 recensioni
Chi sono gli uomini che volevano rapire Silvia? Perchè Sedmi l'ha salvata? L'incontro con Sedmi cambierà qualcosa nella vita di Silvia?
e Sedmi chi è in realtà? Le risposte si trovano oltre il tempo e oltre lo spazio
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Cavolo ho dormito più del dovuto! È tardi! Non arriverò mai a scuola in tempo! Mamma perché non mi hai svegliato?! – strillando Silvia si alzò dal letto di colpo ma un forte dolore alla testa frenò la sua premura di prepararsi e si risedette sul letto.

-Hai battuto la testa proprio forte, ricciolina. Per prima cosa è pomeriggio, non devi andare a scuola e a guardarmi non mi sembra di assomigliare a tua madre…- una voce maschile con tono beffardo attirò la sua attenzione ed ella si voltò.

Vide il ragazzo che aveva incontrato qualche giorno prima e si stropicciò gli occhi dallo stupore.

Poi si guardò un po’ intorno, ovvero quanto il dolore al capo le permettesse di fare e capì di non essere in nessun posto che conosceva.

-Dove mi trovo?- chiese.

-Sei nel maniero del lupo cattivo- rispose il ragazzo canzonandola.

La ragazza lo guardò storto -Pensi che sia divertente?-

-Come siamo permalose! Affacciati alla finestra sciocchina e lo capirai da te- e le indicò la finestra.

Silvia, anche se un po’ indispettita dall’appellativo, si avvicinò ai vetri intimorita.

Vide che stava piovendo ma non fu questo che la colpì: la finestra del palazzo di fronte, che distava una cinquantina di metri da lei era quella di casa sua, le fece strano vederla da quella prospettiva, le era sconosciuta.

Indietreggiò, lo sguardo fisso verso l’apertura. –Che ore sono?- chiese la ragazza massaggiandosi la testa dolorante.

-Le sei del pomeriggio- rispose il ragazzo senza badare a quel che stava dicendo, distratto dall’intonaco della stanza.

-E cosa avrei fatto in queste ore?- Chiese arrabbiata la ragazza rendendosi subito conto però che la rabbia non era diretta a niente in particolare, quindi che era inutile.

-Dormito- il ragazzo sembrava non aver nemmeno sentito la domanda e la risposta fu data con la stessa nonchalance di quella precedente.

-Come ci sono arrivata qui?-la ragazza era sempre più confusa e le risposte del giovane la irritavano.

-Preferisco dirtelo più tardi- il ragazzo aveva smesso di fissare le pareti e aveva riacquistato la sua sicurezza e anche la sua punta d’arroganza. – Non ti preoccupare appena ti sentirai un po’ meglio andrai a casa, il che avverrà a mezzanotte, Cenerentola- e finse un inchino –te lo garantisce il principe in persona.

-Questo è davvero rassicurante. Io devo essere a casa prima di cena: in quelle quattro ore minimo mi crederanno morta! – Disse in modo melodrammatico.

-Magari lo sei- Aggiunse il ragazzo accorgendosi troppo tardi che la ragazza lo aveva sentito e che era sbiancata di colpo; si affrettò perciò, per distrarla, ad aggiungere –Ha chiamato tua madre e ho risposto io. Ho detto che ero il fratello di Giulia e che tu e la mia inesistente sorellina eravate in giardino e il telefono era rimasto in casa. Le ho anticipato che i nostri non reali genitori ti avevano chiesto di rimanere anche a cena e le ho assicurato che ti avrei riaccompagnato a casa io personalmente per mezzanotte. Le avresti confermato tu il tutto con una telefonata a breve- così dicendo le porse il suo cellulare –ora chiamala e conferma. Non tentare di dirle dove sei realmente: non sei in pericolo qui, lo saresti di più a casa tua; poi penserebbe che ti fai di qualche sostanza. Dopo che avrai telefonato a mammina avrai delle risposte.

L’unica cosa che riuscì a controbattere Silvia fu: -mi hai frugato nelle tasche?-

-No è il cellulare che è saltato magicamente fuori da solo- sbuffò –  Non ti preoccupare non ho toccato altro del tuo bel corpicino... purtroppo- Silvia fortunatamente non sentì l’ultimo commento.

Ella preso il cellulare e fece come le era stato detto. Rassicurata sua madre, che tra l’altro la ragazza vedeva dalla finestra, chiese –Come sai che ho un’amica che si chiama Giulia?-

-Tutti hanno un’amica che si chiama Giulia, mi è andata bene-

-Chi sei?- Silvia si sentì stupida a chiedere questo solo ora, diede la colpa del suo ritardo alla botta in testa.

Il ragazzo con un inchino trionfò –Mi chiamo Sedmi, mia graziosa principessa- così dicendo fece per sedersi a fianco a lei ma venne fermato –Non avvicinarti, non so ancora niente di te-

-Va bene, come credi- tornò sui suoi passi.

-Ho un'altra domanda: l’ultima cosa che ricordo è che degli uomini hanno cercato di rapirmi, io sono fuggita e sono caduta. Cosa è successo dopo?- la ragazza compose la domanda confusamente.

-Dopo sono arrivato con il cavallo bianco e ti ho portata in salvo, mi sembra ovvio- Sedmi continuava a saggiare la sua pazienza.

-Smetti di scherzare! Cos’è successo davvero?-

-Vuoi la verità? Ero nelle vicinanze, ti ho vista cadere e ho visto i due uomini che ti correvano dietro così vedendo che non ti muovevi ti ho portata via. Ti ho portata qui e dopo un paio d’ore ti sei svegliata-

-Ti dico subito che questa storia ha dei punti che non mi sono troppo chiari. Perché mi hai aiutata? Cosa vuoi in cambio?-

-Ho la faccia di uno così meschino? Ok non rispondere – si affrettò ad aggiungere Sedmi- Ti ho aiutata per non avere una ragazzina sulla coscienza e in cambio.. – fece una pausa, la guardò interamente per qualche secondo con un sorriso che non prometteva nulla di buono - … niente, non voglio niente – concluse con rassegnazione volutamente falsa.

-Immagino di doverti credere. Silvia tacque per riflettere e dopo qualche secondo formulò un'altra domanda – Cosa intendevi quando hai detto che a casa mia sarei più in pericolo che qua?

Sedmi si aspettava che la ragazzina avrebbe fatto quella domanda ma non così presto e dopo qualche attimo di esitazione rispose – Adesso ti dirò delle cose che ti sembreranno assurde devi credermi, io non voglio farti del male. So che questa situazione ti sembrerà ancora più assurda soprattutto perché ancora non posso dirti tutto e dovrai fidarti di me.. –

-.. e se non mi fidassi?-

-Beh è una tua scelta ma ti consiglio di ascoltare almeno ciò che ho da dire ora-

-Vabene… mi hai salvato la vita e direi che da una parte mi hai dimostrato che mi posso fidare.. – la ragazza accompagnò quest’ultima frase con un sorriso anche se un po’ incerto nel tentativo di confermare quel che aveva appena affermato.

-Tanto per cominciare io so chi sono quegli uomini che hanno tentato di rapirti.-

La ragazza rimase scioccata: si sarebbe aspettata di sentire qualsiasi cosa tranne questo.

Sedmi colse la reazione e dopo un attimo proseguì - …ti stanno dando la caccia, in realtà te la danno da secoli.

-Secoli?! – questa volta Silvia rimase letteralmente a bocca aperta e, se il ragazzo non avesse avuto un espressione tanto seria nel fare queste affermazioni, lei avrebbe pensato a uno scherzo.

- Sì, fanno parte di un ordine nato in un paesino della toscana intorno all’anno mille. È un ordine segreto la cui appartenenza è ereditaria, è un millennio circa che quest’ordine opera senza che si sappia della sua esistenza-

la ragazza non l’aveva interrotto ma ora le era sorta qualche domanda – Tu come lo sai? –

- Ci sono cose che non posso ancora dirti, un giorno saprai ma ora sei ancora acerba. Questa è una di quelle cose, non me ne volere ma è per il tuo bene – il ragazzo sembrava realmente dispiaciuto di non poterle dire di più.

- Va bene, diciamo che ti credo.. perché mi starebbero dando la caccia? –

- Questo devi scoprilo devi capirlo da sola.. dimmi è successo qualcosa di strano in questo periodo? - Questa volta la risposta giunse senza insicurezze anche perché Sedmi sapeva benissimo la risposta a quella domanda.

- Beh forse, ora mi prenderai per stupida, ma ultimamente ho come l’impressione che la natura risponda ai miei comandi; forse sono esagerata, fingi che io non ti abbia detto nulla, la botta in testa deve aver… -

-No, ma che botta in testa, ma che stupida! – la interruppe Sedmi - .. è proprio su questo che devi riflettere!

- Sono un po’ confusa – ammise Silvia.

-Hai fame? –

-Un pochino –

-Bene! Finiremo la nostra chiacchierata più tardi. Che ti va di mangiare? –

- Non saprei, se tu avessi un po’ di carne… -

- E carne sia! Vado a cucinare, tu magari fatti una doccia nel frattempo: l’accappatoio e nel bagno e ci sono dei vestiti nell’armadio che potrebbero andarti.

Silvia fece di si con la testa e lentamente raggiunse il bagno. Dopo qualche minuti si sentì lo scroscio dell’acqua e Sedmi dovette dominare tutti i suoi istinti per non entrare nel bagno; cercando di cacciare dalla testa il pensiero della ragazza nuda sotto la doccia si diresse in cucina per prepararle la cena.

 

 

SPAZIO AUTRICE

Per prima cosa devo prostrarmi ai piedi di coloro che ancora seguono questa storia. 

Questa volta sono riuscita a scrivere un capitolo più ricco degli altri.. i personaggi hanno cominciato ad acquistare un carattere.

Naturalmente devo ringraziare come sempre kiriku che non manca mai di recensire.

                                      Buona Lettura! :)

   
 
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