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Autore: LoveJoker    02/10/2011    1 recensioni
Sono solo le sette, quando un suono assordante e fastidioso invade una piccola stanza dalle pareti azzurre, la esile figura di una ragazza si muove continuamente in un minuscolo letto dalle coperte scolorite. E' il 16 settembre 2009 a Londra, come nel resto del mondo, o forse no visto il fuso orario.
Quella palla infuocata che tutti i comuni mortali chiamano Sole è già alto nel cielo, i negozi sono aperti, le pasticcerie sfornano le prima paste della giornata, ma cosa più importante le scuole aprono i cancelli pronte per accogliere i giovani ragazzi che svogliatamente rientrano in quell'edificio.
E come loro, come tutti quegli adolescenti, Sophia è pronta per iniziare il suo ultimo anno scolastico. Forse..
Una storia d'amore divertente e passionale.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono solo le sette, quando un suono assordante e fastidioso invade una piccola stanza dalle pareti azzurre, la esile figura di una ragazza si muove continuamente in un minuscolo letto dalle coperte scolorite. E' il 16 settembre 2009 a Londra, come nel resto del mondo, o forse no visto il fuso orario.

Quella palla infuocata che tutti i comuni mortali chiamano Sole è già alto nel cielo, i negozi sono aperti, le pasticcerie sfornano le prima paste della giornata, ma cosa più importante le scuole aprono i cancelli pronte per accogliere i giovani ragazzi che svogliatamente rientrano in quell'edificio.
E come loro, come tutti quegli adolescenti, Sophia è pronta per iniziare il suo ultimo anno scolastico. Forse..

 

Capitolo I
Primo giorno di scuola

 

-Adesso basta! Non ne posso più!- mi alzai dal letto furiosa e lanciai la sveglia in terra, rompendola in mille pezzi. Cercando di riprendere fiato corsi in cucina, dove trovai con sorpresa mia madre ai fornelli.
-Mamma che ci fai alzata a quest'ora?- chiesi prendendo la caraffa d'acqua sul tavolino.
-Come che cosa faccio? Sophia non mi dire che...ti sei dimenticata che oggi è il primo giorno di scuola?-
Se non fosse stato per la tavola apparecchiata credo che avrei sputato tutta l'acqua che avevo in bocca, invece ingoiai quel liquido ghiacciato per poi fissare incredula mia mamma.
-E perché non mi hai chiamato prima? Devo fare ancora la doccia!- tuonai improvvisamente facendola sobbalzare
-Senti signorina non prendertela con me, la sveglia stava suonando da quasi mezz'ora! Ed ora fila a lavarti o farai tardi anche il primo giorno!- puntualizzò con il mestolo in mano.
-Va bene, va bene adesso vado!.- con passo accellerato corsi verso il bagno dove mi gettai sotto la doccia in due secondi. L'acqua calda scorreva tranquillamente sul mio corpo facendo rilassare ogni mia fibra muscolare, ma non dovevo pensare a quello adesso...dovevo sbrigarmi o la signora Cherls mi avrebbe strangolato il primo giorno di scuola!
Mi asciugai i capelli in un lampo e presi la divisa. Quella divisa che i miei genitori dopo tanti sforzi erano riusciti a comprarmi, solamente per mandarmi nella scuola più prestigiosa di tutta Londra.
Presi l'ipod e la tracolla per poi correrre da mia madre che mi aspettava in macchina, pronta per accompagnarmi verso scuola.
-Sei nervosa?- domandò sorridente mamma;
-Se ti dicessi di no mi crederesti?- ridomandai accennando un piccolo sorriso.
-Sai che non si risponde ad una domanda con un'altra?-
-Ehi mamma! Non fregare le frasi a papà, lo diceva sempre lui!- affermai dandole una piccola spinta sulla spalla.
-Lo so! E suo padre diceva anche che bisogna studiare. Ha capito signorina Smith?-
-Mamma stai parlando come la Cherls! Mi fai venire i brividi smettila!-
Per tutto il tragitto ridemmo come due bambine, tra le sue battue e i miei lamenti.
-Allora ci vediamo stasera cucciola, stai attenta e studia!-
-Va bene mamma a stasera.- chiusi lo sportello e mi diressi verso l'entrata della scuola, pronta per un nuovo anno.
Devo ammettere che ero davvero nervosa, rivedere tutti i miei compagni di classe dopo tre mesi mi faceva una strano effetto, ma la felicità superava di molto il nervosismo.
-Sophyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy- quell'urletto isterico mi fece sussultare improvvisamente.
-Sam!! Ma sei impazzita? Mi hai fatto tremare!- strillai senza preoccuparmi degli occhi degli altri studenti..
-Pensavo che avessi dimenticato la tua acidità a casa, ma noto con felicità che te la sei portata dietro come sempre!- affermò sorridente, beh alla fine era sempre Samantah. Sam per gli amici, e lei per me non era semplicemente un'amica, era la mia migliore amica.
-Allora come sono andate le tue vacanze a Parigi?- domandai curiosa a Sam, ovviamente conoscevo già la risposta ma volevo sentirlo dire da lei.
-Oddio Sophy dovevi vedere i fighi che c'erano, per non parlare dei maggiordomi che mio padre ha alla villa...- rispose forse un po' troppo eccitata.
-Ok, ci sei andata a letto! Sei proprio una ragazzaccia eh!- bisbigliai scompigliandole i capelli.
Samantah era figlia di un famoso imprenditore Americano, viveva qua da sola, o meglio con la "servitù". All'inizio credevo che fosse solamente come tutte le ragazze di questa scuola, le classiche oche altezzose che se la tirano solo perché hanno i soldi, invece lei era completamente il contrario di tutto questo. Mi aveva aperto il suo cuore ed io avevo fatto lo stesso con lei.
-Beh che c'è di male? Dico abbiamo diciotto anni dobbiamo divertirci! Non sono mica come te che non hai nemmeno mai..-
-ALT!ALT!ALT! Stiamo degenerando, calmiamo il sangue bollente e mettiamo un freno a quella lingua! Ne abbiamo già parlato un mucchio di volte riguardo a questo mio problema. E comunque...-
-"Sto solo cercando quello giusto, non voglio avere fretta"- concluse Sam al mio posto, facendomi la linguaccia.
Ci facemmo strada in mezzo a quella folla inferocita di primini, cercando di arrivare sane e salve alla nostra classe. O meglio, il problema era quella vecchia zitella della Cherls, se era già in aula era la fine.
Salimmo le scale velocemente ed aprimmo la porta della stanza rimanendo bloccate nel vedere la donnona già seduta alla cattedra. Con snervante lentezza si girò verso di noi, facendo rabbrividire ogni mio strato di pelle, la vecchia lasciò la penna su quel suo registro maledetto per poi abbozzare un sorriso tirato, che di buono non aveva proprio niente.
-Signorina Smith, Signorina Drent quale buon vento vi porta qua? Non sapete leggere l'orologio?-
-Ma siamo in ritardo di soli cinque minuti!- controbattè Sam innervosita
-Per essere precisi..cinque minuti e 48 secondi, signorina Drent- puntualizzò l'orco, indicando con il suo wurstel-dito, le lancette dell'orologio che scorrevano velocemente.
-Allora? Volete rimanere sulla porta o vi decidete a prendere posto? Oppure volete essere spedite dalla nuova preside il primo giorno di scuola?- sbraitò l'orso bruno per poi iniziare la sua lezione d'italiano.

§§§§§§§§§§§§§§§§§§


-Non la sopporto più, e meno male che è l'ultimo anno, non sarei riuscita a resistere ancora.- sbottò Sam prendendo il suo yogurt alla pesca.
-Sei sempre la solita, Tu e il tuo yogurt!- scherzai dandole un buffetto sulla guancia.
-Spiritosa, non sono mica come te che ti alleni ogni giorno in piscina, sai com'è mio padre...-
-Lo so Sam, Lo so...- dissi abbracciandola forte. -Lo sai che ti voglio bene vero?- continuai accarezzandole i capelli.
-Certo che lo so Mon Amour, e vale lo stesso per me!- rispose schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia.
-Bene ora possiamo andare a fare una passeggiata. Non ne posso più!- esclamai asausta prendendo la mia merenda ed incamminandomi verso il giardino.

 

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-Come sta tua mamma?- domandò Sam distesa accanto a me.
-Insomma, cerca di farsi vedere forte da me ma so benissimo che non è così...- confessai azzannando un pezzo di focaccia.
-E tu? Ti manca tanto vero?-
-Si, talmente tanto che a volte mi manca il respiro.- sputai d'un fiato.
-Oh Sophy, mi dispiace forse non avrei dovuto tirare fuori quell'argomento!- si scusò Sam allacciando le sue braccia al mio collo.
-Stai tranquilla Sam, sto bene! E' un argomento che devo affrontare, fra tre mesi è un anno che papà..è morto.- dissi con un filo di voce.
-Stai tranquilla piccola, passerà questa tristezza.-
-Già speriamo, dai andiamo o la Cherls ci ammazza davvero questa volta!-
-Agli ordini capo!- trillò Sam portando la mano sulla sua fronte a mò di saluto.

Non ce l'avevo con la mia migliore amica perché aveva scavato su quell'argomento, si preoccupava semplicemente per me e mamma e questo mi faceva davvero piacere, ma quel tasto per me era ancora troppo fresco e davvero troppo doloroso. Ricordo ancora perfettamente quel giorno e tutte le volte la gola si seccava improvvisamente.

-A cosa stai pensando?- la voce di Sam mi fece riportare alla realtà.
-A niente..Cosa c'è?-
-Vedi! Non mi stavi ascoltando!- costatò sicura di se stessa.
-Scusa, ero nel mio mondo...- mi giustificai sorridendo.
-Oh va bene! Comunque hai sentito le novità su Daniel?- mi domandò euforica.
-Daniel?- chiesi curiosa, non capendo ancora chi fosse il soggetto citato.
-Si! Daniel Parkins! Quel Daniel Parkins!- affermò sognante.
-Ah! Quel Daniel! Il Riccone-so-tutto-io- Stronzo ma Bellissimo?- domandai già sapendo la sua reazione.
-Dovresti smetterla di chiamarlo così Sophy! Lo so benissimo che piace anche a te!-
-Non smetto proprio! E poi si, so che è bellissimo ma so anche che è uno stronzo di prima categoria e per questo non ci muoio dietro come fate tutte voi giovani ottuse!- spiegai ferma.
-Sophy...-
-No Sophy niente! Hai anche il coraggio di venirmi contro? Insomma lo dicono tutti! Ed è quello che penso io! E' solo un'idiota come tanti altri che si crede di essere superiore solamente perché ha tutto!- Finito il mio discorso esaminai Sam che non stava guardando me, ma dietro di me.
Deglutì rumorosamente e con difficoltà fissai negli occhi Sam.
-Lui...non è qui dietro vero?- Domandai cercando di autoconvincermi.
-Ed invece il Riccone.so-tutto-io- Stronzo ma Bellissimo è qui dietro di te e non è molto contento di aver sentito quelle cose.- parlò il diretto interessato. Sentii delle risate e con estrema lentezza mi voltai, trovando Daniel a pochi centimetri dalla mia faccia. Sobbalzai per colpa di quella vicinanza e le guance iniziarono a colorarsi innocentemente.
-Oh, ma guarda un po'! Sei la contadinella! Ehy George avevi ragione sai? Le ragazze di campagna si riconoscono anche se indossano questa divisa!- affermò ridendo al ragazzo accanto a lui.

Daniel Parkins. O meglio il "Principe" come lo chiamavano tutte le ragazze dell'istituto. Già dal primo anno aveva fatto scalpore grazie alla sua bravura nello studio ed in ogni sport possibile. Tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi. Beh come resistere a quegli occhi veri? I capelli mori leggermente lunghi, sempre al proprio posto. I denti perfettamente bianchi, un fisico scolpito..per non parlare del lato B... Ed in più era l'erede del più grande imprenditore Inglese, insomma aveva tutto, coglionaggine compresa.

-Beh che hai? Adesso che ti ho colta durante il reato non parli più?- domandò con il solito sorriso da gradasso.
-Allora? Adesso cosa farai? Andrai a paingere dal tuo "papà"?- sghignazzò insieme al suo amico.
-Stai esagerando! Adesso basta!- sbraitò Sam facendo girare mezzo istituto.
Sam sapeva. Sam era l'unica a saperlo oltre agli insegnati. Abbassai lo sguardo per cercare di bloccare quel flusso di lacrime che aveva iniziato a scorrere sulle mie guance, rigandole.
-Cosa c'è hai bisogno di un'avvocato ades...so.. Stai piangendo?- chiese mezzo divertito.
-Ho detto di smetterla idiota!- strillò Sam ancora più forte per poi prendermi per mano e portarmi il più lontano possibile.
Mi accasciai a terra e appoggiata ad un'albero iniziai a piangere ininterrottamente, tutta la tristezza che avevo dentro era uscita allo scoperto facendomi sentire nuda.
-Ma dico, sei impazzita? Perché non hai detto niente? Perché non ti sei difesa? Che bastardo! E' davvero un bastardo con la B maiuscola!- parlò Sam muovendosi istericamente a destra e a sinistra.
-Oh Sophy...mi dispiace davvero tanto...- sentii le sue calde braccia stringermi forte a lei, ma ormai la diga si era rotta.
-Perché non vuoi mai parlare con me eh? Guardati Sophy, non puoi tenere tutto dentro come fai sempre...sfogati con me, ti ascolterò in silenzio, non ti giudicherò ma cercherò di capire i tuoi silenzi, i tuoi perché i tuoi ma, i tuoi se....ma parlami ti prego...sfogati.!- confessò Sam stringendomi sempre più a lei.
-Te lo prometto....Sam...- sussurrai tra una lacrima e l'altra.

Non so per quanto tempo restammo lì, e non so nemmeno con quale coraggio me ne sono tornata in classe insieme a lei. Tutti mi guardavano continuamente, si scambiavano occhiate fra di loro, alcuni ridevano anche..soprattutto le ragazze. Pensavano che Sophia Smith fosse stata rifiutata dal Principe, roba da pazzi.
Io Daniel lo odiavo con tutto il cuore, come si può definire un essere umano una..."cosa" come lui? Egoista, idiota, freddo, insensibile, stronzo, acido..quell'essere può essere definito una persona? No non voglio essere paragonata ad un cretino come lui. Mi rifiuto.

E poi? Ragazza di campagna? Te la faccio vedere io la ragazza di campagna stasera alla festa della scuola, brutto pezzo di idiota.
-Smettila di pensare a quel cretino Sophy, non farti il sangue marcio.- affermò Sam sistemandosi la cartella sulle spalle.
-Sam...posso chiederti un favore?- domandai incamminandomi verso il parcheggio.
-Tutto quello che vuoi tesoro!- trillò sospettosa.
-Stasera posso essere nelle tue mani? Dico...per la festa!- azzardai indecisa.
Mi scrutò con quegli occhioni profondi per poi notare il suo sorriso a 32 dentri che era apparso improvvisamente sulla sua bocca.
-Non chiedevo di meglio!- affermò saltellando.
Sulla mia bocca si formò un sorriso, ok...era più una smorfia.
Quando Sam fa così, o scappi...oppure...sei finita.

  
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