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Autore: sonyx1992    04/10/2011    3 recensioni
Un uomo che racconta una favola; la sua favola.
Ma un lieto fine non c'è per tutti, soprattutto per lui che veste i panni dell'antagonista.
"..."Dove vai?"
Questa è la mia favola. O meglio, la mia storia.
"La cena è pronta."
Oggi mi sono svegliato ed ho deciso di raccontarvela.
Se non vi dispiace, vorrei iniziare con un fiabesco: C'era una volta…..."
...
"..."Dove vai?"
"Cerco solo di svegliarmi completamente."..."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"DOVE VAI?"

 
"Dove vai?"
                  
Questa è la mia favola. O meglio, la mia storia.
 
"La cena è pronta."
 
Oggi mi sono svegliato ed ho deciso di raccontarvela.
Se non vi dispiace, vorrei iniziare con un fiabesco: C'era una volta…
 
"Scendo un attimo in cantina."
 
Ebbene, c'era una volta…
Una bellissima principessa ed uno schiavo; un misero schiavo.
La principessa viveva la sua vita tranquilla e serena e le piaceva vivere senza amore. Aveva sempre ignorato cosa fosse l'amore; credeva fosse solo un modo simpatico per chiamare la convenzione del matrimonio che vigeva nel regno.
Il servo, però, conosceva molto bene il significato di quel sentimento. Era quello che provava tutti i giorni, dal momento in cui apriva gli occhi al mattino per adempiere ai suoi compiti, fin quando non si sdraiava di nuovo nel suo scomodo giaciglio e si addormentava solo.
Perché lui lo sapeva bene: amava la principessa.
Ma proprio le regole del matrimonio del regno, quelle che la sua padrona chiamava 'le stupide regole dell'amore', gli impedivano di manifestare i suoi sentimenti.
Non solo lei l'avrebbe rifiutato inorridita; ma l'avrebbe cacciato da palazzo, abbandonandolo in mezzo a qualche strada.
Ma un giorno accadde qualcosa d'insolito.
La principessa cercò il servo e gli volle parlare in privato.
Gli confessò che aveva notato le attenzioni di lui nei suoi confronti e che provava a sua volta qualcosa. Si era innamorata, forse?
Lo schiavo, incredulo dalla velocità del susseguirsi degli avvenimenti, si pizzicò un braccio.
Il dolore lo colpì al cuore che, in risposta, batté velocemente, come mai prima.
Si innamorarono e si amarono.
Ma la loro storia non poté andare avanti all'infinito. Furono scoperti e lo schiavo punito e poi cacciato da palazzo; la principessa lo volle seguire.
"Dove vai?"
"Vengo con te."
Cosa stava facendo? Possibile che quella dolce fanciulla era disposta a rinunciare a tutto per lui? Forse era davvero un sogno, magari uno di quelli strani, dove neanche se ti pizzichi un braccio riesci a svegliarti completamente.
Si sposarono e lui riuscì a trovare un impiego da un fabbro, cosicché ebbe abbastanza denaro per una piccola casetta in periferia.
Per un breve periodo, furono felici. In seguito, arrivarono i guai: lui perse il lavoro per una furiosa lite con un cliente, poi l'alcool, la povertà, la fame e lei non era abituata a tutto questo.
Lei era cresciuta avvolta in lenzuola di seta e circondata dal cibo più vasto e più vario; si lamentava e piangeva, ricordando con dolore ciò che aveva perso.
Fu così che arrivarono le botte.
Il servo divenne il cattivo agli occhi della bella principessa e la favola cambiò.
Lui sfogò tutto il suo dolore e la sua furia su di lei, che si piegava come un fuscello sotto le sue percosse.
Eppure si amavano; si erano amati.
Lui l'aveva amata; come poteva ora scaricarle addosso tutte le sue sfortune? Come poteva essersi dimenticato dei giorni d'amore passati con lei?

 
Non vi preoccupate, ogni favola vuole il suo lieto fine.
Tuttavia, è bene ricordarsi che qui la protagonista è la principessa e il cattivo il servo stolto.
 
La fanciulla si fece coraggio e fuggì, abbandonando il suo padrone violento.
Andò lontano, attraversando mari e foreste incantate, finché non arrivò un bellissimo principe a portarla in salvo nel suo castello.

 
Soddisfatti? Ve lo dicevo che ogni fiaba vuole il suo "…e vissero felici e contenti".
Ma cosa accadde al servo, al cattivo della fiaba?
 
Ebbene, questa è la mia storia fino ad ora. Io sono lo schiavo stolto e folle, innamorato di una bellissima donna che la pazzia mi ha portato a picchiare.
Scusa.
 
"Guarda che la cena si raffredda!"
 
Ho perso tutto dopo aver perso lei.
Sono tornato nella casa di mia madre strascicando i piedi, vergognandomi di me stesso. E mia madre non è brava a consolare la gente.
 
Le mie gambe si lasciano cadere di peso sugli scalini cigolanti che portano alla cantina.
 
Ho ancora tentato di cercarla, sapete? Di riaverla con me.
L'ho seguita per folte foreste e per immense praterie, sempre celandomi alla sua vista, silenzioso come un predatore ma terrorizzato dalla sua reazione come una preda.
"Dove vai?"avrei voluto chiederle, come avevo fatto quella volta, quando l'avevo vista uscire dal suo castello saltando dalla gioia e correndo verso di me.
Non avrei mai ricevuto, però, la stessa risposta di allora.
Infine, come vi ho già raccontato, fu salvata dal suo principe; quello vero; quello di cui avevo preso il posto solo per un breve periodo di tempo.

 
Dalla cucina al piano di sopra sento arrivare un dolce profumo di zuppa; mia madre è la migliore nel prepararla.
Prendo una sedia e la metto al centro della stanza buia.
Vi ho già detto che ogni favola che si rispetti vuole il suo lieto fine, no?
Purtroppo il principe, l'eroe, si è scordato di eliminare l'antagonista della storia.
Per questo che ci devo pensare io.
Mi metto in piedi sulla sedia e avvolgo la corda intorno al mio collo.
Un pizzicotto non é bastato a svegliarmi da quel bellissimo sogno, che si é poi rivelato il peggiore degli incubi.
 
"Dove vai?"
"Cerco solo di svegliarmi completamente."
 
Infine, salto.
 
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