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Autore: Back To Vegas Skies    06/10/2011    4 recensioni
Gabe alzò un sopracciglio, scettico, ma poi si ricordò del Cobra e la speranza crebbe in lui. Così chiuse gli occhi, si tappò il naso, e buttò giù quella sbobba.
Il sapore era orribile e probabilmente gli avrebbe fatto puzzare l’alito di merda di cammello per il resto dei suoi giorni, ma almeno adesso era sicuro che la prima donna con cui sarebbe andato a letto sarebbe stata la madre di suo figlio!
Già lo vedeva, il suo piccolo Saporta, sgambettare allegramente sul palco con il suo papà…
Doveva assolutamente correre da Erin. Forse lei non l’avrebbe presa molto bene, era stata categorica sull’argomento, ma cosa importava? Di lì a nove mesi avrebbe avuto l’onore di partorire e allattare il piccolo Saporta jr!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cobra Starship, The Academy Is
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mancanza di internet per quasi 20 (lunghissimi) giorni ha portato a questo. Non anticiperò nulla, basterà dire che è tutto ironico -come spero si capisca- xD
È uno sclero bello e buono, quindi spero almeno di farvi sorridere per 10 minuti :)
Buona lettura!
 

WILL , PLEASE, CALM DOWN!
Part I

 
Gabe camminava lentamente sotto il sole, i piedi che affondavano nella sabbia rovente e il sudore che gli gocciolava dalla fronte. Aveva deciso di ritornare in quel deserto, proprio dove aveva visto il Cobra, per chiedere di nuovo il suo aiuto. Già una volta l’aiuto del sacro serpente gli aveva cambiato la vita, perché non avrebbe potuto farlo anche adesso? Dopotutto, il desiderio di Gabe era semplice: voleva un figlio. Non gli interessava molto con chi, voleva solo un piccolo Saporta da crescere a sua immagine e somiglianza.
Si fermò per prendere fiato e scorse in lontananza una piccola capanna di legno e paglia, dall’aria abbandonata. Gli sembrò un’ottima idea quella di rifugiarsi lì dentro, così si avvicinò, battendo ripetutamente le palpebre, sperando che non si trattasse di un miraggio. Raggiunse la malandata costruzione e allungò una mano per aprire la porta, ma questa, come spinta da una forza ultraterrena, si spalancò da sola, mostrando una piccola camera dall’aspetto sinistro. Come attratto da una forza che non apparteneva a lui, Gabe entrò in quell’ambiente angusto: la stanza era ricoperta di drappeggi, e c’erano candele e incenso ovunque. Al centro, un uomo dai lunghissimi capelli candidi che risaltavano sulla pelle scura, stava seduto a gambe incrociate e gli occhi chiusi.
- Salve, straniero - lo salutò, con una voce molto profonda.
- Oh, uhm… Ciao - balbettò Gabe, guardandosi intorno preoccupato.
- Conosco il motivo per il quale tu sei qui - continuò l’uomo.
- D-davvero?
- Gli antichi antenati mi hanno parlato! - esclamò l’anziano, balzando in piedi con uno scatto decisamente agile per la sua età, e lo guardò negli occhi - Uno straniero, nativo di una terra dalla lingua ispanica, protetto dalla benedizione del Grande Serpente del Deserto,  varcherà la tua soglia. Non oro, né ricchezze, né fama, né amore eterno egli cercherà, ma solo qualcuno che porterà avanti la sua dinastia e il suo sangue attraverso le generazioni!
Gabe era sbigottito. Il vecchio lo guardava di nuovo fisso, dopo essersi infervorato con il suo stesso discorso.
- E’… è vero…
- Gli antenati non sbagliano mai - concluse l’uomo, sedendosi di nuovo.
- Allora… Allora lei può aiutarmi?
- Certo che posso.
- C-cosa devo fare? - chiese Gabe emozionato.
L’anziano gli fece segno di sedersi per terra di fronte a lui e Gabe obbedì, ansioso.
L’uomo prese un piccolo vasetto di creta e aprì il coperchio lentamente, estraendone delle strane foglie viola dall’odore pungente. Le mise in una ciotola, poi prese dello strano liquido rosa da una boccetta che aveva estratto da sotto il cuscino sul quale era seduto e lo versò sulle foglie, che subito cominciarono ad emettere uno strano fumo denso e dalla puzza disgustosa. Con  un pestello di legno, il vecchio schiacciò quel miscuglio, rendendolo una poltiglia violetta dall’aspetto decisamente poco invitante.
Infine aggiunse quella che sembrava acqua di palude e mescolò il tutto. A Gabe veniva la nausea solo a guardare quella roba.
- Bevi.
- Cosa?
- Vuoi un figlio? Allora bevi questa pozione.
- Ma a cosa serve di preciso?
- Farà in modo che la prima persona con cui ti unirai, porterà in grembo il tuo primogenito.
Gabe alzò un sopracciglio, scettico, ma poi si ricordò del Cobra e la speranza crebbe in lui. Così chiuse gli occhi, si tappò il naso, e buttò giù quella sbobba.
Il sapore era orribile e probabilmente gli avrebbe fatto puzzare l’alito di merda di cammello per il resto dei suoi giorni, ma almeno adesso era sicuro che la prima donna con cui sarebbe andato a letto sarebbe stata la madre di suo figlio!
Già lo vedeva, il suo piccolo Saporta, sgambettare allegramente sul palco con il suo papà…
Doveva assolutamente correre da Erin. Forse lei non l’avrebbe presa molto bene, era stata categorica sull’argomento, ma cosa importava? Di lì a nove mesi avrebbe avuto l’onore di partorire e allattare il piccolo Saporta jr!
 
Quando Gabe tornò alla civiltà, il giorno dopo, la prima persona a cui pensò di comunicare la notizia fu ovviamente Pete. Corse alla sua villa, senza rendersi conto che erano le tre e mezzo del mattino e che probabilmente il suo amico aveva qualcosa di meglio da fare -come ad esempio dormire.
- Petey! Apri! - urlò, bussando energicamente.
L’amico arrivò dieci minuti dopo, con i capelli tutti scompigliati e il segno del cuscino sulla guancia.
- Non compriamo aspirapolvere, grazie - bofonchiò, aprendo leggermente la porta per poi richiuderla velocemente.
- Idiota, sono Gabe!
Pete riaprì la porta e squadrò l’amico come se avesse avuto di fronte un alieno.
- Sono le tre del mattino! - protestò, lasciandolo entrare.
- Sono appena tornato dal deserto! - cominciò Gabe, noncurante delle lamentele dell’altro.
- Hai visto di nuovo il cobra? - chiese ironico Pete, aprendo il frigorifero per prendere qualcosa da bere.
- Meglio! - rispose eccitato l’amico, senza cogliere la provocazione.
- Hai visto una famiglia di cobra, allora? - continuò Pete, lanciandogli una red bull.
- Uno sciamano, uno vero, mi ha preparato una pozione!
- E non sei morto avvelenato?
- Avrò un figlio, Pete! Un erede! - esclamò Gabe, saltando in piedi e rovesciando metà contenuto della lattina sul tappeto da duemilacinquecento dollari di Pete.
- Cosa?!
- Mi ha dato questa pozione e io l’ho bevuta e la prima donna con cui farò sesso sarà la madre di mio figlio!
- Sicuro che non era droga? Insomma, è abbastanza assurdo come discorso, Gabey, non puoi crederci veramente!
Gabe lo guardò seriamente, prima di rispondere con freddezza.
- Il Cobra mi ha condotto lì. E il Cobra non mente mai. MAI. È chiaro?
- O-okay - disse Pete, sollevando un sopracciglio, perplesso.
- Hai già deciso chi sarà, uhm… la fortunata? - chiese dopo un po’.
- Erin, è ovvio.
- Ma non aveva detto che di avere figli non se ne parlava?
- Chi se ne frega! - esclamò Gabe - Ci sarà un Saporta in più sulla faccia della terra, non è meraviglioso?  - concluse, con un brillio quasi maniacale negli occhi.
 
Erin non sarebbe tornata prima del giorno seguente e Gabe aveva tutto il tempo di godersi la sua ultima serata da uomo libero. Di lì a poco sarebbe diventato un padre di famiglia e certe cose non avrebbe più potuto farle!
Entrò disinvolto nel locale, con un sorriso a trentadue denti. C’era parecchia gente, tra cui un Pete assonnatissimo che lo guardava torvo e Travie McCoy che gli diceva qualcosa che aveva sicuramente a che fare con sesso o lingua o qualunque altra cosa con un doppio senso che poteva trovare. Travie amava quel genere di discorsi. A catturare la sua attenzione però, come sempre, fu William Beckett, che lo guardava con insistenza da quando aveva messo piede nella sala. Non ci pensò due volte prima di dirigersi verso di lui, con un sorriso suadente sulle labbra.
- Heilà, Bill - gli disse all’orecchio, urlando a causa della musica troppo alta.
William, già abbastanza ubriaco, gli saltò praticamente addosso e lo baciò con passione.
Ormai non avevano neanche più bisogno delle parole, che cosa meravigliosa.
Will lo prese per mano e lo trascinò verso il bagno, dove lo spinse contro il muro e lo baciò di nuovo, strusciandosi lascivamente contro di lui.
Gabe non ebbe neanche il tempo di pensare. Il problema era che Bill era così fottutamente bello e sexy… non avrebbe mai e poi mai potuto dirgli di no.
Inoltre, doveva festeggiare la sua ultima serata da “ragazzino”. Quella sarebbe stata la sua ultima notte brava, e quanto brava poteva essere senza una bella scopata con Will?
Tanto comunque sapeva benissimo che avrebbe pensato a lui mentre “procreava” con Erin!
Probabilmente avrebbe potuto scegliere anche un’altra donna, ma la faccenda era sempre la stessa…
Gli serviva una femmina con cui avere un figlio? Bene, però quella sera, la sua ultima sera, l’avrebbe passata con Bill, prima di darsi alla donna che avrebbe portato suo figlio in grembo per nove mesi.
Fecero sesso in quello stesso bagno e fu tutto stupendo, come sempre.
- Sai che avrò un figlio? - gli disse Gabe, dopo averlo aiutato a rivestirsi.
- Erin è incinta? - chiese Will, cercando di non tradire la sua gelosia.
- No, ma lo sarà prestissimo.
E gli raccontò tutta la storia del Cobra e dello stregone e di come la prima donna con la quale avesse avuto un rapporto sarebbe diventata la madre di suo figlio. Will fu felice per lui, anche perché sapeva che a Gabe non interessava nulla della sua ragazza.
 
Quando Erin era arrivata da Praga, dove aveva presentato una sua collezione, era esausta e Gabe dovette aspettare ancora un altro giorno prima di cercare di sedurla. La cosa si presentò più ardua del previsto, dato che non facevano sesso praticamente da secoli e quella rara volta che Gabe aveva bisogno di un buco e lei era la proprietaria di quello che si trovava più vicino, il loro rapporto era così breve e insoddisfacente che dopo Erin non gli parlava per giorni.
Ma adesso era necessario, era questione di vita o di morte, cazzo!
Allora Gabe fece del suo meglio. Le preparò una cenetta al lume di candela, le regalò delle rose rosse e le scrisse addirittura una poesia (in realtà aveva solo copiato una canzone di Bill, era lui il poeta dei due, ma tanto lei non lo sarebbe mai venuto a sapere). Erin sembrò commossa da tutte quelle attenzioni e, quando Gabe cominciò a baciarla in modo riluttante, la cosa le sembrò meno forzata del solito.
La portò a letto e, facendo appello a tutta la sua immaginazione, finse di trovarsi a fare sesso con William con una parrucca bionda. Nell’insieme, non fu disastroso come al solito, ed entrambi rimasero sorpresi da ciò. Probabilmente era stato merito di Gabe e della sua voglia di fare centro, conscio del fatto che, in quel momento, c’era un piccolo Saportino che nuotava allegramente verso la meta.
 
* * *
 
William, quella mattina, si sentiva di nuovo debole. Era un po’  che andava avanti questa storia: continui cali di zucchero e svenimenti, dolore all’addome e ad ogni parte del corpo in generale. In più, aveva un costante senso di nausea che lo tormentava. Non capiva la causa di questo suo malessere.
Si vestì lentamente e controvoglia, notando, con suo enorme disappunto, che anche quel paio di jeans non gli entrava più. Quella pausa musicale lo stava facendo lievitare, per la miseria!
Prese il cellulare e compose un numero che ormai sapeva a memoria.
- Allora? - chiese, ansioso, non appena Gabe rispose.
- Ancora niente - sospirò malinconico.
- Ne sei sicuro?
- Comincio a credere che quella roba fosse una truffa, Bill. Insomma, sono passati quasi sei mesi!
- Ma forse è lei che non è… uhm, adatta?
- Ma non credo! E’ stata la prima - e unica - donna con cui ho fatto sesso dopo aver preso la pozione! E devo dire che comincia a stufarmi portarmela a letto così spesso. È uno sforzo immane!
- Perché non vieni a trovarmi? - disse piano Bill, in tono suadente - Ti farò dimenticare tutto questo rivoltante sesso etero in men che non si dica, vedrai…
- Arrivo subito, dolcezza - rispose Gabe, già entusiasmato da quello che sarebbe stato il seguito.
 
Quando Will gli aprì la porta, Gabe rimase sorpreso da quanto fosse ingrassato in così poco tempo. Era qualche settimana che non lo vedeva e, davvero, doveva aver preso almeno un paio di chili. Era bello lo stesso, comunque, forse anche di più.
- Hey - lo salutò sorridendo.
Avvicinandosi, notò che era molto pallido e che aveva delle grosse occhiaie.
- Ciao - rispose Bill, prima di baciarlo sulle labbra.
- S-scusa - balbettò Will, dopo qualche secondo - n-non mi sento molto bene…
Corse in bagno e Gabe lo sentì vomitare.
- Faccio così schifo? - chiese abbracciandolo, mentre Will si puliva la bocca.
Bill gli raccontò che era da un po’ che stava male, e che questa nausea persistente lo tormentava.
- Ma sarà un po’ di influenza - lo rassicurò Gabe, accarezzandogli i capelli.
- Un’influenza che dura più di quattro mesi non l’ho mai vista! Comunque, è odore di salmone questo? Ne mangerei proprio un po’…
- Salmone? Ma se non ti piace il salmone!
- E adesso ne ho voglia, okay? Perché devi stare sempre qui a sindacare quello che faccio? Non ho neanche la libertà di volere un po’ di salmone? - si alzò, gesticolando - Tu vuoi solo controllarmi, ecco cosa! Ma sappi che io mangio tutto il salmone che voglio!
Gabe lo guardava perplesso. Com’è che cinque secondi prima era dolce e allegro e adesso era incazzato nero? Da quando aveva questi sbalzi di umore assurdi e repentini? E, soprattutto, da quando gli piaceva il salmone?
Will si sedette di nuovo, tranquillo, come se non fosse successo nulla.
- Amore, mi sento così stanco… E ho proprio un dolore qui - disse, indicandosi il basso ventre.
Gabe gli passò una mano sopra il punto dolorante, come faceva sua madre per tranquillizzarlo quand’era piccolo.
La pancia di Bill era decisamente gonfia e dura, probabilmente aveva problemi ad andare in bagno. O forse era tutto il salmone che aveva mangiato in sua assenza.
Massaggiò piano la zona intorno all’ombelico, ma poi sentì qualcosa che lo fece sobbalzare. Qualcosa, all’interno della pancia di Bill si era mosso e, decisamente, non poteva essere salmone, né un qualunque altro pesce, a meno che non lo avesse mangiato vivo.
- B-Bill…
- Si?
- Da quand’è che hai questa, uhm… influenza?
- Cinque mesi, forse anche sei…
- E da quando hai queste strane voglie?
- Che strane voglie?
- E la pancia? E gli sbalzi di umore?
- STAI DICENDO CHE SONO UN CICCIONE? NON TI PIACCIO PIU’? LO SAPEVO!
- No, calmati, non intendevo dire questo…
- Ah, no? E cosa, allora?
- Bill, io credo che tu sia… che, insomma, tu sia…
- Che io sia cosa? Malato? Grasso? Un pazzo isterico?
- Io credo che tu sia incinto.
Bill lo guardò a bocca spalancata, senza riuscire a dire nulla.
- Tu sei pazzo, Gabe. Scoparti Erin ti ha fatto diventare stupido quanto lei!
- No, ascoltami Bill. Pensaci.
Will si fermò e lo guardò, ancora più pallido.
- Pensaci un attimo - continuò Gabe, spaventato anche lui - Sei stato il primo con cui… Oh, cazzo.
- “Oh cazzo” cosa?
- Oh, cazzo.
- Vuoi sbrigarti a parlare? - Will cominciava a spazientirsi, e più si innervosiva, più si acuiva il dolore alla pancia.
- L-la prima persona… N-non la prima donna - balbettò.
- Cosa diavolo stai dicendo?- Bill lo guardava con gli occhi sgranati, con una mano sulla bocca.
- Io n-non credevo… scusami…
- Ma sei imbecille o cosa?! Tu… Non può essere!
- Su, amore, calmati…
- CALMARMI?! Come posso calmarmi?!?
Bill era semplicemente sconvolto. Gabe dal canto suo, si sentiva un perfetto idiota.
- Non è niente di certo, la mia è solo una supposizione… Bisogna verificare, non ne siamo sicuri - cercò di scusarsi, provando ad abbracciarlo, ma Will lo respinse, tenendosi una mano sulla pancia gonfia.
- Portami da un dottore. Adesso - disse, cercando di non piangere.
 
 
 
 
* * *
Inizialmente doveva essere una one-shot, ma la mia stupidità è così immensa che non riusciva ad essere tutta compressa in solo capitolo, comprendetemi D:
Vorrei chiarire che di solito non mi piacciono le mpreg, e che questa l’ho scritta per puro divertimento.
L’ispirazione è nata dal vedere i -parecchi- chili di troppo che hanno fatto lievitare il nostro bel Bill Beckett XD Sta diventando una balenottera azzurra e non possiamo farci niente, quindi mi appello alla buona volontà di Gabe, chiedendogli di fargli fare una dieta equilibrata (niente gelato da casalinga depressa avanti alla TV!) e taaaaaaaanta attività fisica :3
 
Ahahah okay, basta, davvero xD
Grazie a Miky e ai nostri scleri per aver fatto nascere questo!
 
Aggiornerò al più presto,
Gabe [Ros]
   
 
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