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Autore: ArchiviandoSogni_    06/10/2011    8 recensioni
Cosa fareste se un giorno vi ritrovaste in America?
E se a un certo punto, vi comparisse di fronte Ian Somerhalder?
Si è quello che è successo a Criss. Ma non è tutto rosa e fiori, lui è un divo che non calcola le ragazzine. Lei è una sognatrice, con molta ambizione. Potranno mai, nonostante l'apparente diversità, diventare amici?
Forse diventeranno qualcosa di più e questo potrà fare molto male, soprattutto a Criss.
Se vi va, seguitela insieme a me.
(Storia corretta fino al capitolo 3)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away from You. [Criss and Ian's story]'
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I’m everywhere you want me to be

 
 

Ormai erano ore che i due camminavano mano nella mano sotto il caldo sole estivo. Il tempo scorreva velocemente mentre tra parole, sguardi e timidi sorrisi, entrambi tornavano a fare parte l’uno nella vita dell’altra.
 
Era una scena semplice, normale per ogni comune coppia.
 
Criss non aveva mai amato così tanto la normalità. Ma era così. Ian le faceva amare anche l’ordinario come se avesse una straordinaria bellezza, nascosta agli occhi dei comuni mortali.
 
“Cosa hai intenzione di fare ora?” Quella domanda che Ian le porse, la stupì molto più del dovuto.
“In che senso?”
“Beh..” L’uomo si sedette su uno spazio libero d’erba facendole segno di seguirlo. “…Ti sei di nuovo abituata a stare qui. Hai un lavoro e sei vicino alla tua famiglia. In America non hai più nulla; ovvio, nulla tranne me.”
La ragazza sorrise rimanendo colpita da quelle parole. Stranamente non sapeva cosa dire. In realtà nemmeno lei sapeva cosa voleva dal futuro. Poco tempo prima avrebbe risposto senza pensarci, ma ormai era maturata e inevitabilmente vedeva quanto infantile era stata, credendo che l’America fosse stato per sempre il suo porto sicuro.
 
“Non lo so, Ian. Purtroppo non ho più nè un lavoro, nè una casa. Sono completamente col culo a terra. Almeno qui ho un’occupazione... Non mi piace per niente, ma per lo meno guadagno bene.”
Si distese sull’erba, mentre alcuni raggi timidi del sole percorrevano i loro visi preoccupati.
 
“Sai benissimo che sono disposto ad aiutarti. Potresti vivere da me e cercare nel frattempo un lavoro. Ma ti conosco troppo bene e sei troppo orgogliosa per accettarlo.”
 
Sorrise leggermente. Aveva dannatamente ragione.
 
“Non so cosa possiamo fare per stare insieme. Io ho il lavoro che mi tiene molto occupato e soprattutto non posso allontanarmi quando voglio dall’America. E’ abbastanza scontato che non voglio rinunciare a te, non dopo tutto quello che abbiamo passato. E sono sicuro che è lo stesso per te.”
“Superbo.” Ma non riusciva a fare della giusta ironia con tutta quell’ansia.
 

Non voleva perderlo, non più.

 
“Uhm..” Lui si spostò su un fianco per racchiuderla in un lento abbraccio. “ Quanto dura il tuo contratto di lavoro?”
“Finisce nei primi di dicembre. Che cos’hai in mente, Ian?”
 
L’uomo la baciò gentilmente su una guancia per appoggiarsi poi sul suo petto. “ Aspettiamo fino a dicembre. Nel frattempo io ti cerco un lavoro e tu metti da parte i soldi. Appena raggiungi una bella cifra, ti cerco anche un appartamento. Se tutto va bene passeremo il natale insieme.. Che ne pensi?”
 
Era una soluzione magnifica. Ma mancavano poco meno di sei mesi. Sei mesi lontani?
Se solo 30 miseri giorni l’avevano straziata, 6 mesi potevano direttamente ucciderla.
 
“E’ una pazzia.” Esclamò, tentando di alzarsi.
Ma l’uomo la bloccò non solo con il proprio peso, ma anche con lo sguardo.
Era risoluto, determinato e poco incline ad altre obbiezioni.
“Si, lo è. Ma non abbiamo altra scelta. Posso resistere 6 mesi se poi ti potrò vedere per 365 giorni all’anno.. Criss pensaci. Cos’altro possiamo fare?”
Accasciò la testa ormai sconsolata dalle ultime decisioni che avevano preso. Ian l’abbracciò da seduto, sovrastandola completamente.
Ian la sovrastava sempre. Ormai il suo cervello era assuefatto dalla sua presenza. Era completamente sua e faceva male sentire quanto fossero uniti.
 
Quanto ormai erano indivisibili.
 
Ma era un dolore piacevole, concluse. Avrebbe resistito e stretto i denti. Avrebbe lottato per non soffrire più. Per racimolare la felicità, serviva sempre un po’ di fatica. Ed ora Criss era pronta.
 

Ora poteva farcela.

 
“Aaaaah! Va bene, contento? Stronzo, sadico, rompiscatole..” Mentre inventava nuovi insulti da rivolgergli lui la fece distendere di nuovo, in modo da poterla baciare e coccolare in preda all’euforia.
Poco importava se i passanti li guardavano sdegnosi e altezzosi.
Loro si amavano e non avevano più motivo per nasconderlo.
La gente invidiosa poteva pure insultarli, a loro gliene importava assai poco.
Anzi,  assolutamente niente.
 

***
 
 
La mattinata era volata tra chiacchiere, baci e piccole rivelazioni. Il pomeriggio invece era ancora tutto da progettare. Alla fine Criss decise di andare al centro di Milano per permettere ad Ian di conoscerla meglio attraverso quei luoghi famigliari.
Si sentiva strana perché non era la prima volta che doveva fare da cicerone a qualcuno.
Molto tempo prima con Alex era successa la stessa cosa. Ma c’era un’abissale differenza tra i due.
Ian era smanioso di sapere e conoscere tutto ciò che aveva fatto parte della vecchia vita di una Criss più giovane. Mentre Alex seguiva senza interesse le spiegazioni, smanioso di sapere solamente i suoi interessi per usarli a proprio favore.
 
Ma non c’era più bisogno di arrabbiarsi e disperarsi per la sua precedente innocenza.
Ormai Criss era passata ad un livello superiore nella propria breve esistenza.
 

La Tolleranza e il Perdono.
 

Difficile che una ragazza di quasi 20 anni, potesse già ambire a tanto. Ma lei era sempre stata un po’ precoce. Arrivare a quel traguardo la faceva vivere decisamente meglio. E poi ormai aveva tutto ciò che le serviva, tutto ciò che amava. Non poteva più permettersi di perdere tempo a progettare vendette, ricatti o piccole ripicche.
 
“Qui venivo spesso con le mie amiche. All’epoca ero una rockettara ribelle e Le Colonne di san Lorenzo sono il ritrovo perfetto per i cosiddetti –Alternativi-. Pensandoci ora, dovevo davvero apparire ridicola. Capelli rossi semaforo, perennemente vestita di pelle e il nero era diciamo il colore principale del mio guardaroba. Dio, che ricordi.” Si perse un attimo nel suo passato descrivendo all’uomo ciò che ricordava ad ogni loro piccolo passo.
Ian non poteva che rimanere in silenzio osservando ogni mutamento di espressione su quel viso dolcissimo.
Quando parlava; gli occhi vagavano lontano, gesticolava con la mano libera e sorrideva per cercare continuamente la sua approvazione.
Era assolutamente la sua Criss.
 
La sua donna.
 
Ormai era certo che la scelta che aveva ponderato da tempo, era quella giusta.
Altro che se lo era.
 
“Che ne dici di tornare a casa? Devo cucinare, stasera. Mamma e Vicky tornano tardi.”
“Assolutamente. Ho voglia di vedere casa tua.”
 
Sorridendo come un’imbecille, Criss ritornò verso casa con Ian sempre al suo fianco.
Sempre più vicino a lei e sempre più suo.
 
 
 
Dopo aver aperto il cancelletto, vide Ian correre verso l’interno del suo giardino.
 
“Oddio ma è stupendo!” Ian si era praticamente fiondato verso il suo cucciolo di labrador.
“Hey Layla! Su bella, vieni dalla tua mamma!” Il cane, che riconobbe subito la voce, abbandonò le numerose premure del nuovo ospite;andando a salutare la ragazza.
“Si, bella. Si!” Il risultato fu una Criss tutta piena dell’allegra bava del cane, ed un Ian molto sorpreso.
Non aveva mai visto la sua ragazza così palesemente felice. Non aveva il suo solito guscio protettivo che Ian aveva faticosamente varcato ormai da tempo.
 

Era sconcertante.

 
“Sei bellissima, Criss.” Glielo sussurrò prima di prenderla tra le proprie braccia quasi con foga; con necessarietà.
Non appena si staccarono, l’uomo prese a baciarla senza riserve o tentennamenti.
 
 “Wow. Potevi dirmelo prima che la bava di cane era un potente afrodisiaco. La prossima volta faccio scorta.”
Dopo un breve gioco di sguardi e sorrisi, entrambi si diressero verso l’interno della casa.
Una breve occhiata al salotto, cucina, per poi seguire in camera da letto.
 

Wait.

 

Un attimo, per piacere.


Criss venne praticamente fulminata sul posto, con la mano ancora ben stretta alla maniglia laccata.
 
Non poteva. Non DOVEVA mostrargli quella camera.
 

Era proprio il caso di dirlo : Era nella merda.

 
“Oh! Ian che sbadata! Non posso mostrarti la mia camera..”
Si girò proteggendo la porta appena socchiusa con la schiena.
“Perché scusa? Giuro che non riderò se hai ancora le barbie sulle mensole ben esposte.”
Nemmeno l’ironia la fece sorridere.

Sudava freddo.
Letteralmente.

 
“No, no. E’ che mia mamma ha deciso di ristrutturarla da poco e non si può entrare. Sai è tutto pieno di cellofan, non è proprio il caso.”
L’uomo sembrava crederle, ma il destino non poteva esserle così favorevole. Layla era magicamente entrata in casa, anzi era addirittura arrivata tra i suoi piedi, e aveva spinto con il muso la porta leggermente aperta.
 
Risultato?
 
“Proprio tutto pieno di cellofan, noto.” L’uomo le sorrise con la sua solita aria maliziosa e scansandola gentilmente, entrò dentro la stanza.
 
I secondi si susseguirono velocemente. Lo sguardo dell’uomo non poté non cadere sulla moltitudine di foto che lo raffiguravano.
Era totalmente dentro ad una galleria d’arte.
Una galleria d’arte ricolma di sue foto.
I muri erano ricoperti di poster, ritagli e fotografie prese dal web. Non ne mancava nessuna, a sua occhio. Sembrava che tutti i 32 anni della sua vita fossero racchiusi in quelle quattro mura.
C’erano non solo foto dei diversi film, ma soprattutto foto di un Ian molto più giovane, foto che lui non pensava che il web potesse contenere.
Oltrepassò la scrivania e il letto continuando a curiosare finché non raggiunse la libreria. Un centinaio di riveste con la sua faccia, la serie completa del diario del vampiro, c’erano anche molti libri che lui adorava da secoli.
 
Non poteva credere a tutto ciò che vedeva.
 
Era stupito, sbalordito e molto appagato. Si sentiva come un dio amato da tutti ed invincibile.
Quei tutti erano rappresentati però da un’unica persona presente in quella stanza.
 
L’unica che realmente contava ormai per lui.
 

L’unica.

 
“Perchè non mi hai mai detto di tutto questo?” La ragazza non riusciva più ad alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi. Si avvicinò semplicemente al letto, sedendosi lentamente.
 
La vergogna si era ormai impadronita di ogni sua facoltà mentale, di ogni sua minima forza.
Alla fine non è che avesse fatto qualcosa di male, ma poteva solamente immaginare i pensieri di una qualsiasi persona normale, dopo aver visto quelle immagini.
 
Dio, Ian credeva fosse una maniaca! Una pazza persecutrice senza uno schifo di vita sociale. Una sfigata che passava le notti a guardare i suoi film, interviste, documentari, interventi ambientali; sul computer.
 
In qualche modo era tutto vero. Lei in passato lo aveva fatto, anche se non era poi stata così “sfigata”. Lei aveva scelto molte volte di estraniarsi dal mondo per poter stare con lui almeno nei sogni.
 
Ma non poteva dirglielo così apertamente, sarebbe morta solo dopo aver pronunciato una sillaba in più.
 
“Hey..” Ian si era inginocchiato sul pavimento, in modo da poter abbassare il viso sotto i capelli della ragazza. Con una mano, cercò di sollevarle il capo, ma i risultati furono deludenti.
 
Criss non voleva minimamente alzare lo sguardo per osservare la purezza dei suoi occhi.
 
“Cristina, non fare la scema. Perché non parli? Ti avevo detto che non avrei riso delle tue barbie..”
Ma la ragazza non rispondeva a nessuna esclamazione. Semplicemente stava li immobile ad osservare le nervature regolari del parquet.
 
Ian stava perdendo decisamente la pazienza. Il tempo passava ma la ragazza rimaneva in quella posizione statica senza fare nulla, appena respirare.
Si sa che la pazienza è la virtù dei forti ma Ian non ne aveva mai avuta molta nella sua vita. Preso dallo strano impulso di osservare il viso della sua amata, le si gettò addosso, incollando la ragazza al letto sotto il suo peso.
 
Criss sembro risvegliarsi da quell’effettivo stato di trance.
 
“Dio che vergogna, lasciami andare!” Comprendosi il viso con le mani, rimase intrappolata in quella dolce gabbia.
“Criss, dai. Stai scherzando, spero. Vergogna per cosa?”
“Ian, non prendermi per il culo.”
“Sono serio, hey..” con una mano, l’uomo cerco di scoprire il viso della ragazza. Non poterla guardare negli occhi era snervante. Non riusciva a capire i suoi veri pensieri, senza potersi specchiare nei suoi occhi.
 
“Ma cazzo! Non vedi?! Non vedi come sono fottutamente imbarazzata?! “ La ragazza tolse la mani con fare rassegnato. Alzandosi sui gomiti fronteggiò il viso incredulo dell’uomo.
“Sei incredibile. Imbarazzata per quale motivo, scusa? Perché mi stimavi e probabilmente mi amavi ancora prima di conoscermi? Ti pare una motivazione plausibile per essere imbarazzata? “ L’uomo sorrise ampiamente solo all’idea.
 
Gongolava, altro che se gongolava.
 
“Fottuto narcisista del cavolo. Ti fa piacere? TI FA PIACERE?” Esasperata la ragazza afferrò il proprio cuscino e cominciò a colpire il viso dell’uomo ormai in preda ad una risata per niente gentile.
 
“La mia ragazza che mi adora come un adone greco.. Certo che mi fa piacere, dolcezza.”
Cambiando nettamente le posizione, spinse la ragazza sopra di sé. Intrappolò con una mano la sua testa e con l’altra cominciò a percorrere con lentezza infernale, il profilo perfetto della sua schiena.
 
Alla faccia dell’imbarazzo, pensò, era molto più passionale del solito, il ragazzo.
 
Il bacio che le diede era carico di elettricità disarmante. Continuava ad assaporare sempre un po’ di più.. e di più.. Ormai entrambi si stavano dimenticando dov’erano e soprattutto cosa dovevano fare.
 
“Ian..”
“Mmh”
“Devo cucinare, dai.”
L’uomo la strinse dolcemente al suo petto. Non voleva lasciarla andare.
 
“ E quando recuperiamo il tempo perso?”
 
Criss deglutì diverse volte prima di alzare il volto per poterlo guardare negli occhi. “ Come dice il vecchio e caro Liga: chi si accontenta gode così così. Quindi..” approfittando dello smarrimento di Ian, la ragazza si liberò della sua dolce prigionia, precipitandosi verso la porta.
 
“Si vedrà, bello mio!”
“Hey, un attimo. Chi è Liga?”
Ma con una risata canterina Criss si diresse verso la cucina seguita da un Ian dubbioso e ricco di domande. Ma lo avrebbe fatto impazzire ancora per un po’.. Se lo poteva permettere ormai.
 
 
***
 
Qualche ora dopo.
 
 
“Ma- ma… MA- Mam- MAMMA!!” Victoria fece cadere rovinosamente la borsa della spesa, continuando a tirare la manica della giacca della madre.
Certo, la donna più anziana non era da meno.
“CRI- CRI- Cristina e... IA- Ian.. IAN!!”
 
Entrambe boccheggiavano così da circa… 5 minuti.
 
Criss si avvicinò alla sua famiglia, che era rimasta immobile sul porta della cucina.
“Mamma, Vicky : vi presento Ian. Penso che non abbiate bisogno di ulteriori presentazioni, vero?”
Ian che era rimasto ai fornelli a controllare la pasta.
Mentre le due donne continuavano a guardarlo con forza maniacale, l’uomo si avvicinò a loro porgendo una mano con gentilezza.
 
“E’ un piacere conoscervi di persona. Signora Leoni, Vicky; spero di non essere di troppo stasera ma non ho trovato una sistemazione in tempo.”
 
Che inguaribile bugiardo, pensò Criss mentre cercava di non scoppiare a ridere. Sua madre e sua sorella erano in pieno shock e allo stesso tempo in evidente adorazione.
Buon sangue non mente.
 
“Posso abbracciarti?” La richiesta della sorella minore, fece ridere Ian che acconsentì comunque alla umile richiesta. Ci mancava che gli chiedesse un autografo e poteva benissimo trovarsi ad uno della sua tante convention.
La madre sembrò ricomporsi, offrendogli poi una mano che lui prontamente baciò.
Era abile a farsi piacer dalle persone. Soprattutto se codeste erano di sesso femminile.
 
“Mi dispiace per non avertelo detto prima, Mamma. Purtroppo non era un momento felice.. Ora è tutto sistemato e…io ed Ian siamo fidanzati.”
 
SBANG!
 
Come uccidere un genitore con poche parole. Non si sa furono le parole “Io ed Ian” oppure solo il “fidanzati” a traumatizzare la donna, fatto sta che sua madre si accasciò sul pavimento in un solo istante.
 
Prontamente Ian la prese in braccio e la sistemò sul divano in salotto.
Le due figlie cercavano di farla rinsavire mentre Ian corse in cucina su richiesta della maggiore.
 
“Mamma..” Criss le passò un panno fresco sul viso, mentre l’altra sorella le teneva la mano stretta.
“Certo che anche tu Cri, potevi evitare. Così all’improvviso mi vedo davanti Ian e pure la mamma.. Povera lei non sapeva proprio niente!”
“Già. Mi sento un po’ in colpa.”
La madre cominciò a muovere lentamente le palpebre finché il caldo sguardo nocciola delle sue iridi si incatenò a quello della figlia maggiore.
“Ce l’hai fatta, piccola.” Le sussurrò mentre alzo una mano tremante per accarezzarle il viso.
“Mamma..”
“Scusa per la reazione da fifona, mi riprendo subito. Certo quando quel giorno mi dissi che Ian Somerhalder si sarebbe innamorato di te prima o poi.. Beh scusami per non averti creduto.”
Entrambe risero mentre un Ian impacciato spuntò dietro la schiena di Criss invitando le donne a tavola.
 
“E tu Ian? Cosa ti porta qui in Italia?” Ormai la cena stava proseguendo egregiamente. Ian rispondeva a tutte le severe domande della donna più grande, senza mai manifestare dubbio o cedimento. Lui non sapeva che la donna era proprio questo che amava. Le persone decise che sapevano cosa volevano.
“Io e vostra figlia siamo stati vittima di un increscioso incidente. Paparazzi, ex fidanzate infiammate.. Insomma ci avevano in qualche modo diviso con la forza e con l’inganno. Fortunatamente siamo riusciti a ritrovarci e a ricominciare.”
 
Mentre Ian avvicinò il bicchiere colmo di vino alle labbra, concluse la frase un sorriso luminoso. Amava quella donna. Era esattamente la Criss del futuro, la Criss madre. Avevano lo stesso maledetto sguardo. La stessa determinazione e ambizione nella vita. Erano donne che sapevano ciò che volevano e come lo volevano. Osservando poi gli occhi azzurri della più piccola delle tre, dedusse che anche lei in qualche modo trasmetteva la stessa sensazione di sicurezza. Erano donne particolari e fuori dal comune ed Ian sentì crescere nel suo petto uno strano calore.
Voleva proteggerle tutte. Perché sapeva quanto la sicurezza ostentata fosse una nascosta tristezza e inquietudine interiore.
 

Lo aveva capito amando Criss.

 
“Perfetto. Sono contenta per voi! Cambiando per un attimo argomento voglio solamente dire : Ian non pensare che sia una madre sconsiderata perché ti permetto di dormire qui e non ti ho chiesto cosa hai da offrire a mia figlia. Non sto parlando di soldi, si intende. Comunque sono abbastanza sveglia per saper che mia figlia non è più una bambina e che ha diritto di fare le sue scelte. Ma non osare provocare la mia ira perché per quanto tu sia bello,ricco e famoso non sai come Margaret Stevenson possa diventare una vera e propria belva. Sono stata abbastanza chiara, Sweetie?”
Ian sorrise ancora di più per la pseudo minaccia della donna. “Non se ne pentirà, signora.”
 
Con poche altre chiacchiere tutti si congedavano per andare ognuno nella propria camera. Era stata una giornata stancante per tutti e un bel sonno ristoratore era ciò che serviva per riprendere la giusta energia per affrontare il giorno seguente.
 
Quando Criss si ritrovò nella propria camera stretta ad Ian, quasi non poteva crederci.
Osservava il muro di fronte e poi spostava il suo sguardo in alto, verso la testa dell’uomo che era appoggiata alla sua.
 
Un sorriso le sfuggì.
 
“Quanto sei scema.. Guarda che sono vero eh. Fammi un pizzicotto!”
“Posso?”
L’uomo le prese il mento con un dito e la fece alzare la testa per poter appoggiare la sua ampia fronte contro quella sua.
“Potrai farlo fin quanto vorrai. Anche durante questi pochi mesi che ci separeranno, potrai chiamarmi e io verrò qui solo per un pizzicotto. Perché sarà tutto vero, sono vero e lo sei anche tu. Non siamo in un film, fiction o un romanzo. Siamo io, un uomo e tu, una donna. E ci amiamo. Mi basta solo questo. Mi basta da qui all’eternità.”
 
Quelle parole le scaldarono il cuore e la mente.
 

Un’eternità con Ian?

 
Era proprio arrivata al punto che la realtà superava il sogno. Non poteva nemmeno provare ad immaginare di meglio.
 
Con un sentimento ancora più profondo dei precedenti si avvicinò a quelle labbra che tanto l’avevano fatta stare bene, che l’avevano amata fin da subito.
Si ritrovarono a litigare con le lenzuola e con i vestiti. Si riscoprirono nudi e affamati. Ognuno voleva qualcosa dell’altro, ognuno voleva rimanere per sempre impresso nella memoria dell’altro.
Tutti quei baci profondi, quelle carezze ricercate e quei sospiri soffocati, gli avevano riportati su quella strada che avevano costruito in quei mesi da quando stavano insieme.
 
Erano sempre stati lontani, così lontani.
Ma oramai sembravo un buffo scherzo del destino.
 
Ian e Criss erano sempre stati più vicini di quanto pensavano.
 
La ragazza dopo essersi unita per un’altra delle infinte volte con Ian, pensò che non era più lontana.
 
Era così vicina, così vicina da sentire il battito del cuore di Ian, i suoi sospiri e il suo Ti Amo che le lasciò sul collo prima di addormentarsi come un bambino.
 
Prima di addormentarsi e ritrovarsi in un sogno.
 
Il loro.
 
 
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Penultimo capitolo finito :) Non voglio dire molto!
Ora dovete parlare voi! I ringraziamenti ci saranno nel prossimo ultimo capitolo..
Che tristezza ç_ç
 
Che ne pensate della storia? Vi piace il capitolo?
Pensate che Ian e Criss si siano meritati questo giorno speciale?
 
Ditemi tutto con una bella recensione, ci conto!
 
Nel frattempo ringrazio le 9 persone splendide che hanno recensito lo scorso capitolo.
Grazie a : Ili_sere_nere, Chara, sterne, pazzaSDLF, Lost in my mind, kairy 94, sam_twins, Kristen__ e chantal sonzogni!
 
Grazie anche a tutti quelli che leggono e mi aggiungono nelle seguite/preferite/ da ricordare. Grazie a tutti voi perché se non era per voi non avrei mai concluso questa storia.
 
Al prossimo (ultimo) aggiornamento.
 
Vi aspetto su fb <3

   
 
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